sabato 24 ottobre 2009

ECO DI BERGAMO - 24/10/09 - CRISI DEL LAVORO A DALMINE. NON C'E' SOLO TENARIS. I COMUNI CHIEDONO RISORSE

Fare fronte comune per avere la «voce più grossa» verso le istituzioni provinciali, regionali e del governo in modo da dare un aiuto più concreto ai lavoratori colpite dai tagli prospettati da Tenaris (717 esuberi a Dalmine ) e del Maglificio Dalmine (66 lavoratrici a rischio), ma non solo. È l'impegno emerso ieri sera, nel consiglio comunale straordinario di Dalmine, aperto al pubblico e alle istituzioni. «Il Comune interviene direttamente nelle situazioni di difficoltà, ma con molti limiti economici – ha detto Claudia Terzi, sindaco di Dalmine, rivolta ai politici presenti –. Tenaris è una realtà importante, ma ci sono anche realtà minori, che in questi anni hanno dato da mangiare alle famiglie del nostro territorio. Richiedo quindi di tener conto anche di queste realtà più piccole, come il Maglificio Dalmine». Nel documento, redatto in un incontro precedente e approvato ieri sera all'unanimità, i comuni di Dalmine, Verdello, Verdellino, Levate, Osio Sopra e Osio Sotto, Arcene, Stezzano e Lallio, si impegnano, tra l'altro, a «monitorare costantemente l'evolversi della crisi e dei suoi effetti occupazionali» e a realizzare una mappa «di tutti gli strumenti economici e finanziari attivabili per sostenere i lavoratori e le famiglie in difficoltà». Nel documento ci sono anche richieste alla Regione e al Governo, con riferimento alle modifiche al patto di stabilità.Il leit motiv degli interventi dei politici bergamaschi ieri è stato quello dell'impegno condiviso, al di là dei partiti di appartenenza. Pur con le diverse sottolineature espresse. Come quella del senatore Valerio Carrara (Pdl), assente per impegni istituzionali, letta dal suo capo di gabinetto Barbara Mazzari, che ha evidenziato la necessità di esaminare i dettagli del piano industriale; individuare una soluzione condivisa tra le parti; capire se la "razionalizzazione produttiva" non implichi una redistribuzione del mercato a livello europeo o mondiale.«Sottoscrivo in pieno il documento dei Comuni – ha detto Giovanni Sanga (Pd) – e mi impegno affinchè possa essere portato avanti e a verificare i risultati delle richieste». Entrando nello specifico del piano Tenaris, «il piano va cambiato – ha affermato Antonio Misiani (Pd) – perché il futuro di quest'azienda non scommette sull'Italia». Per Nunziante Consiglio (Lega) sono «le piccole imprese e i lavoratori che stanno pagando il prezzo più alto della crisi». E il segretario del Prc Ezio Locatelli ha ricordato che «i 1500 lavoratori a rischio nell'indotto Tenaris» andrebbero conteggiati nei tagli. «La Regione, con le commissioni preposte, si è mossa subito – ha aggiunto Giosuè Frosio (Lega) – ed è da un anno e mezzo che cerca di governare questa crisi economica». Per la Bergamasca, la situazione di Tenaris «è una cartina di tornasole della crisi nella nostra provincia – per Giacomo Stucchi (Lega) –. Dobbiamo avere condivisione con altri organismi politici per la tutela del tessuto socio-economico del nostro territorio». Che ne ha davvero bisogno, se l'assessore provinciale al Lavoro, Enrico Zucchi, ha parlato di «crisi strutturale che richiede una risposta strutturale; bisogna riflettere su un progetto Dalmine allargato sul territorio, in termini di politiche di sviluppo». Per i sindacati, sul caso Tenaris «sono inaccettabili i tagli di lavoratori in base alle previsioni di medio periodo», ha detto Ferdinando Uliano della Fim-Cisl Bergamo, che ha aggiunto: «Siamo contenti della sensibilità della politica e delle istituzioni e ci auguriamo un coordinamento con l'attività sindacale». Mirco Rota della Fiom-Cgil, polemico sull'«impreparazione del mondo politico a gestire la crisi», ha puntualizzato che «nella trattativa per fare l'accordo alcune cose saranno accettate, altre no». «Il nostro piano è fatto per guardare il futuro, perché l'azienda continui a esistere – ha replicato Patrizia Bonometti, direttore Risorse umane TenarisDalmine –. Continuiamo a investire in ricerca e sviluppo e su produzioni che ci consentano di essere ancora qua: la disponibilità a risolvere in modo ragionevole la situazione è la dimostrazione della nostra responsabilità sociale».Sul Maglificio Dalmine Sergio Licini (Femca-Cisl) ha sottolineato l'importanza del ricorso e dell'assicurazione per il 2010 degli ammortizzatori sociali per le lavoratrici a rischio, punto condiviso anche da Damiano Bettinaglio (Filtea-Cgil), che ha chiesto anche il ricorso al contratto di solidarietà.

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