mercoledì 7 ottobre 2009

ECO DI BERGAMO - 07/10/09 - NUOVO OSPEDALE, MORI' IN CANTIERE: NO ALL'INDENNIZZO

La polizia nel cantiere dopo l´infortunio mortaleNessun indennizzo per la famiglia di Mario Soggiu, l'idraulico sardo di 56 anni morto il 15 luglio scorso dopo essere precipitato all'interno del cantiere del nuovo ospedale. Lo ha comunicato l'Inail di Sassari - competente per territorio, visto che è sassarese la ditta per cui la vittima lavorava - alla vedova Mariangela Stoccoro, con parole che, nella loro ineccepibilità procedurale, sfiorano la ferocia: «Non spetta alcuna indennità in quanto l'infortunio non risulta avvenuto per rischio lavorativi, bensì per il verificarsi di rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano». Prima di essere ritrovato privo di vita all'interno di una delle torri, Mario Soggiu era stato visto allontanarsi parlando al cellulare. È probabilmente questo dettaglio ad aver dato una piega alla pratica di indennizzo, anche se, assicurano dall'Inps di Bergamo, la decisione può sempre essere rivista. Per un verdetto definitivo l'istituto per l'assicurazione contro gli infortuni attende gli esiti dell'inchiesta per omicidio colposo aperta dal pm della Procura di Bergamo Maria Cristina Rota e che vede per il momento indagate tre persone: M. T., responsabile alla sicurezza della «Dec» di Bari; V. P., direttore tecnico e capocantiere della «Ildocat», la ditta di cui Soggiu era dipendente; e G. B. P., coordinatore alla sicurezza della «Ets» di Villa d'Almè.«Il direttore della sede provinciale Inail di Bergamo Maria Aurelia Lavore sta seguendo il procedimento penale per conto della sede di Sassari - spiega Addolorata Malgieri, responsabile del processo prevenzione e addetta alla comunicazione per l'Inps di Bergamo -. Le circostanze dell'infortunio non sono affatto chiare. Sono due i punti fondamentali per ottenere l'indennizzo: che l'infortunio sia accaduto in occasioni lavorative e che sia dovuto a cause violente. Noi prenderemo atto di quanto verrà stabilito dal procedimento penale e comunicheremo a Sassari: spetta a loro la decisione finale». Chi non attenderà gli esiti dell'indagine penale è sicuramente la famiglia della vittima che, assistita da legali messi a disposizione dalla Fiom Cgil di Bergamo, sta già preparando un ricorso da presentare all'Inail contro l'indennizzo negato. «Ho due bambine di 10 e 12 anni da mantenere - spiega Mariangela Stoccoro, stagionale in un albergo sardo - e dal 23 settembre non ho più un lavoro. Quello che chiedo all'Inps non è elemosina, ma il dovuto. Le tasse io le pago, le pagava pure mio marito. Quando c'è da pagare nessuno dice nulla, quando invece devi ottenere qualcosa che ti spetta per diritto ti fanno mille storie. È stato scioccante apprendere il rifiuto dell'Inail. Mi pare una risposta assurda. Mio marito non era un ragazzino, lavorava da una vita e non gli era mai accaduto nulla. Era lui a rimbrottare i colleghi disattenti». La decisione dell'Inail non è piaciuta nemmeno a Mirco Rota, segretario provinciale della Fiom-Cgil, sigla che sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile al processo: «Cosa vuol dire che non c'è il rischio lavorativo? Innanzitutto bisogna provarlo, e poi la sicurezza è una prerogativa che all'interno di un cantiere bisogna assicurare a tutti, anche a quelli che vengono in visita. Quella dove è stato trovato Mario Soggiu era una zona priva di protezioni, buia e senza l'avviso di divieto d'accesso. Sarebbe utile che gli ispettori Inail, anziché respingere queste pratiche con una certa facilità, andassero a fare qualche visita per verificare in quali condizioni si lavora nel cantiere del nuovo ospedale». Più controlli sul cantiere sono stati assicurati dai Riuniti, il cui personale è impegnato a verificare il rispetto delle norme di sicurezza. Gli Ospedali fanno sapere di essere vicini alla famiglia della vittima e informano che si stanno ultimando le pratiche per far avere ai familiari i fondi raccolti con la sottoscrizione fra i propri dipendenti.Sull'indennizzo negato l'onorevole Antonio Misiani (Pd) ha presentato un'interrogazione parlamentare, osservando che la decisione dell'Inail «lascia senza parole». «È sconcertante che all'interno di un cantiere edile, dove si entra solo se autorizzati per svolgere il proprio lavoro, si possa sostenere che non si era al lavoro», affermano in un comunicato congiunto Cgil, Cisl e Uil di Bergamo, che chiedono all'Inail di «riconsiderare le decisioni prese».Un'interpellanza al ministro del Lavoro è stata presentata pure dagli onorevoli leghisti Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli. Per loro la decisione dell'Inail è «inconcepibile».

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