giovedì 8 ottobre 2009

BERGAMONEWS -08/10/09 - L'INAIL CONFERMA: "CASO RIVISTO. CI SCUSIAMO PER LE PAROLE USATE"

“Sicuramente è stata utilizzata un’espressione infelice nella prima comunicazione alla famiglia, dove si diceva che l'operaio Mario Soggiu non è morto per rischio lavorativo. Ma ora il caso è stato riaperto e potrebbe chiudersi in tempi brevissimi”: a parlare è il direttore dell’Inail di Sassari Fabio Valente Pietrosanto, dopo che la vicenda del mancato indennizzo all’operaio sardo morto a luglio nel cantiere del nuovo ospedale di Bergamo, è stata di fatto riaperta da un intervento del deputato bergamasco della Lega Giacomo Stucchi e del presidente nazionale dell’Inail Marco Sartori. Il caso, per l’Inail di Sassari, era chiuso, almeno fino al primo pomeriggio del 6 ottobre. Tanto che l’istituto di assicurazioni aveva già inviato alla famiglia di Mario Soggiu una lettera nella quale si riteneva non autorizzabile l’indennizzo perché il lavoratore “non è morto per rischio lavorativo”.Espressione piuttosto dubbia, dato che l’operaio era morto in un grosso cantiere pubblico, e solitamente in cantiere si va per lavorare, anche correndo dei rischi. E’ scattata quindi la pressione di Stucchi su Sartori, e da Sartori la palla, ovvero la riapertura totale del caso, è passata a Sassari. “Abbiamo parlato con la direzione centrale e il caso è stato riaperto – spiega Valente Pietrosanto -. Credo che in tempi brevi si arriverà ad una soluzione e sicuramente saranno evitate certe formule infelici”. Il caso va verso una soluzione e si allontana dalle tinte fosche di quell'espressione relativa all'operaio "morto ma non per rischio lavorativo”.

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