mercoledì 30 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 30/06/10 - "CI VUOLE UN FIORE" TAGLIO DEL NASTRO PER IL NUOVO ASILO

A Palosco inaugurata la scuola dell'infanzia comunaleOspita anche il nido. «Mantenuto l'indirizzo cattolico»
PALOSCOSi chiama «Ci vuole un fiore», sorge su un terreno di settemila metri quadrati nella zona residenziale di via dei Marinai a Palosco e ha avuto un costo complessivo di 2,4 milioni di euro. Sono le cifre della nuova scuola materna e nido comunale inaugurata a Palosco, alla presenza di alcune autorità tra cui il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Luigi Roffia, l'assessore regionale al Territorio e all'Urbanistica Daniele Belotti e il deputato Giacomo Stucchi. Alta l'affluenza di cittadini che hanno sfidato la calura del pomeriggio per assistere ai discorsi delle autorità sul viale d'ingresso della struttura, prima di addentrarsi nella visita degli interni. Il sindaco Massimo Pinetti, l'assessore all'Istruzione Mario Mazza e il vicesindaco Massimo Foresti, insieme al coordinatore della scuola Valerio Ghilardi, della cooperativa Namastè che ha in gestione la struttura, hanno presentato la novità, che manterrà del precedente asilo l'inclinazione religiosa: «Palosco ha ora un asilo laico ad indirizzo cristiano-cattolico – hanno ribadito il sindaco e l'assessore Mazza – che va a sostituirsi al lavoro prezioso che le suore dell'Istituto Palazzolo hanno condotto per molti anni, essendo state da sempre le uniche garanti dell'educazione dell'infanzia qui in paese e che ancora ringraziamo. Noi confermiamo l'indirizzo religioso che l'asilo avrà sempre, nel rispetto delle diversità culturali. In ogni aula è già stato appeso un crocifisso e la benedizione impartita dai nostri sacerdoti sancisce questa volontà».«Questa bella struttura – ha aggiunto Belotti – si inaugura in un periodo di crisi economica e va riconosciuto al Comune il merito dell'impegno finanziario; inoltre si aggiunge l'aspetto del rispetto ambientale, con l'installazione dei pannelli fotovoltaici sul tetto: un ambiente luminoso, colorato e improntato alle nuove tecnologie». Luigi Roffia ha poi evidenziato la valenza sociale dell'opera, impegnandosi con il Comune nel sostenere la didattica della nuova scuola: «Nella nostra provincia – ha fatto notare Roffia – il servizio rivolto all'infanzia è coperto per il 95% da strutture simili a quella che andiamo a inaugurare qui oggi e ciò è un vanto, perché l'infanzia va curata, intendendo questo periodo della vita come un'occasione per stare vicino alle famiglie, educando i bambini alle radici cristiane. Voglio quindi prendermi l'impegno di sostenere l'attività che qui si porterà avanti».Il testimone è poi passato al coordinatore Valerio Ghilardi che, anche a nome degli educatori e della responsabile della Namastè Cristina Albani, ha messo in luce il significato del nome scelto per la scuola: «Come comunità educativa abbiamo la responsabilità di curare i bambini, proprio come dei fiori, indispensabili per fare bello un giardino, ma anche fragili e bisognosi di sostegno. Per questo compito disponiamo sia di persone valide, sia di una struttura ben attrezzata».La scuola è ampia e luminosa, comprende asilo e nido; le aule si sviluppano su un unico piano, con un'area verde esterna per il gioco, e comprende nove sezioni, di cui sette saranno occupate all'apertura a settembre.Prima del taglio del nastro il sindaco ha sottolineato come la sua Amministrazione sia caratterizzata «dall'impronta concreta del fare, ossia dello scegliere cosa è bene per Palosco e portarlo avanti con impegno; questa scuola, mai esistita come realtà comunale prima d'ora in paese, ne è una dimostrazione ed è al servizio della collettività».Dopo la sforbiciata al nastro da parte di due bambini, tutti hanno fatto ingresso nella struttura per visionare l'interno, gli arredi, per partecipare ai laboratori allestiti dalla cooperativa per i bambini e per consumare il rinfresco offerto dal Comune.

martedì 29 giugno 2010

BERGAMO SERA - 29/06/10 - STUCCHI: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA RISERVA DI POSTI PER GLI INVALIDI

BERGAMO — Il parlamentare della Lega Giacomo Stucchi ha presentato ieri un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini e al ministro del Lavoro Pierluigi Sacconi sulla questione dei posti di lavoro riservati agli invalidi. Ecco il testo. “Premesso che: - è riconosciuto agli invalidi civili la “riserva di posto” ai sensi della legge n. 68/99; - gli interroganti sono venuti a conoscenza di alcuni episodi riguardanti invalidi civili che fanno parte delle graduatorie provinciali del personale ATA della scuola, con il profilo professionale di Collaboratore scolastico;- tali graduatorie si appalesano come concorsi per soli titoli, ai fini dell’individuazione di destinatari di un contratto a tempo determinato o indeterminato;- sembra che all’atto della domanda per l’inserimento nelle graduatorie provinciali, pur risultando lo status di disoccupato ai sensi del D.lgs n. 297/2002, possa accadere che durante gli anni successivi nei quali avvengono gli aggiornamenti delle graduatorie, siano effettivamente cambiate le condizioni, ma non ne viene richiesta la verifica da parte degli Uffici competenti;- ad esempio, un Collaboratore scolastico pur risiedendo nel Comune di Bergamo e prestando attività lavorativa nella città di Bergamo con rapporto di lavoro che supera gli otto mesi previsti dalla legge n. 181/2000 e dal D.lgs n. 297/2002, può eleggere il suo domicilio provvisorio nel Comune di Bologna;- allo stesso Collaboratore, solo in base alle dichiarazioni fornite, qualora non raggiunga i limiti di reddito previsti dalla Regione Emilia Romagna per i disabili e, nonostante l’attività di lavoro prestata nel Comune di Bergamo, gli viene ugualmente riconosciuto il diritto alla riserva di posto;- il Centro per l’impiego di Bologna accetta, senza alcun controllo, sia la dichiarazione di domicilio eletto che quella di immediata disponibilità ad assumere un nuovo incarico lavorativo, pur conoscendo lo stato di occupazione e la residenza reale, e iscrive il Collaboratore nell’elenco dei disoccupati (art. 8 della legge n. 68/99);- è consentito di iscriversi in un qualsiasi Centro per l’Impiego del Territorio Nazionale, al fine di consentire la più ampia possibilità di ricerca lavorativa, eleggendo il domicilio; se non ritengano opportuno prevedere l’obbligo: - di effettuare controlli da parte del Centro provinciale per l’Impiego per accertare l’effettivo status dell’interessato, prevedendo la sospensione ovvero la perdita dello stato di disoccupazione e la conseguente cancellazione dei Collaboratori scolastici dalle graduatorie menzionate, qualora si accerti la perdita dei requisiti dichiarati;- di iscrizione dell’interessato al Centro provinciale per l’Impiego in cui l’interessato presta o intenda prestare la propria attività lavorativa.
Giacomo Stucchi
Paola Goisis
Massimiliano Fedriga

domenica 27 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 27/06/10 - ASSOARMA, APERTA LA SEDE

Inaugurata a Colognola. Oggi il clou del raduno dei bersaglieri
Il raduno provinciale dei Bersaglieri – che vivrà il momento culminante questa mattina con la sfilata da piazza Risorgimento al Sentierone – ha fatto tappa ieri pomeriggio a Colognola per l'inaugurazione della nuova sede di Assoarma, la «casa comune» di quasi tutte le Associazione combattentistiche e d'Arma di città e provincia.Nella palazzina di via Carlo Alberto 23, già sede della Polizia urbana della soppressa settima circoscrizione, avranno sede 15 associazioni: Fanteria, Cavalleria, Artiglieria, Genio Trasmissioni, Granatieri, Bersaglieri, Paracadutisti, Carristi, Arma aeronautica, Carabinieri, Aviazione dell'Esercito, Autieri, Ufficiali in congedo, Sottufficiali d'Italia, Esuli Friuli Venezia Giulia. Restano per ora nelle loro sedi autonome Alpini, Marinai e Finanza. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenute numerose autorità, tra cui il prefetto Camillo Andreana, il sindaco Franco Tentorio, l'assessore Giovanni Milesi per la Provincia, gli onorevoli Alessandra Gallone e Giacomo Stucchi, l'assessore regionale Daniele Belotti. Nei loro interventi hanno tutti sottolineato positivamente il fatto che si sia riusciti a dare una casa comune a queste associazioni che mantengono vivo il senso dell'onore, del dovere e della patria. Il ringraziamento agli enti locali è stato espresso dal presidente di Assoarma Bergamo, Giorgio Taviani. La benedizione ai locali è stata impartita da don Luca Della Giovanna.Le cerimonie del pomeriggio erano iniziate al campo sportivo dell'oratorio di Colognola, dove era annunciato il lancio di paracadutisti e l'esibizione della Fanfara Scattini, protagonista di queste giornate che coincidono con i festeggiamenti per i 20 anni di attività della fanfara. Purtroppo la sera precedente era arrivato da Roma un contrordine per cui il lancio di paracadutisti è stato annullato per motivi di sicurezza, mentre è sceso regolarmente sul campo un elicottero dell'aviazione dell'Esercito che ha portato il vessillo dell'Arma, poi unito ai tanti altri che hanno sfilato dall'oratorio a via Carlo Alberto per l'inaugurazione della sede Assoarma. Sul terreno del campo da calcio la Fanfara ha tenuto un breve concerto per le tante persone che affollavano la tribuna. In serata, al Lazzaretto, si è svolto l'atteso concerto, nel corso del quale la fanfara, guidata da Virginio Del Prato, ha dato prova di tutta la bravura che l'ha resa celebre in Italia e nel mondo.

mercoledì 23 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 23/06/10 - "SCUOLA MAGISTRATURA, COLPA DEL CSM"

Fontana: non hanno ancora nominato i membri. Appello a Napolitano per il via

«È un'inadempienza semplicemente vergognosa». Gregorio Fontana, parlamentare del Pdl non usa giri di parole: «Il problema che sta bloccando il via ai corsi della Scuola di magistratura si chiama Csm». Leggi Consiglio superiore della magistratura, l'organo di autogoverno dei giudici: «Da oltre tre anni si rifiuta, per ragioni del tutto oscure, di adempiere a quanto previsto dalla legge e cioè di nominare i sette membri del Comitato direttivo di sua competenza: sei magistrati e un professore universitario».Per funzionare, la scuola (a Bergamo è prevista la sede per il nord, a Firenze per il centro e a Benevento per il sud) ha bisogno di questo Comitato: i 5 membri indicati dal ministero di Giustizia (Pietro Pelingieri, Angelo Del Vecchio, Chiara Cacciavillani, Fernanda Contri e Alberto Macchia) sono in carica dal 2007, appena varata la legge istitutiva dei corsi, di quelli del Csm non c'è tuttora traccia. «E senza questo passaggio non è possibile l'inizio di qualsiasi attività in qualsiasi sede. Non è una cosa complicata, – prosegue Fontana – si tratta di una questione che potrebbe essere risolta nel giro di una mattinata di lavoro dei membri del Csm, che dovrebbero solamente limitarsi a votare i 7 nominativi di loro competenza». Un ritardo ancora più incomprensibile per Bergamo «che in buona fede da due anni ha già provveduto, a spese di Provincia e Comune, ad approntare una sede, se pur provvisoria, idonea allo svolgimento dei corsi». Per la precisione, un'ala del Collegio Sant'Alessandro, il cui affitto è stato finora pagato da Via Tasso e Palafrizzoni.Per queste ragioni, Fontana ha deciso sdi promuovere un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, perché «sia data al più presto piena attuazione all'istituzione della Scuola superiore della magistratura voluta dal Legislatore, al fine di assicurare ai magistrati, qualificati percorsi di aggiornamento e formazione, garantendo nel contempo ai cittadini un servizio più efficiente in materia di giustizia». Un appello che vede come primo firmatario il deputato bergamasco del Pdl, sottoscritto anche dal presidente della Provincia Ettore Pirovano, dal sindaco Franco Tentorio e da alcuni parlamentari, tra cui Giorgio Jannone, Giacomo Stucchi, Alessandra Gallone e Nunziante Consiglio. Nel testo si chiede quindi a Napolitano un impegno, per quanto di sua competenza, «affinchè questa situazione possa essere al più presto superata e il Csm possa mettere subito all'ordine del giorno la nomina dei membri del Comitato direttivo di sua competenza e consentire così nel giro di pochi mesi l'avvio dei corsi della Scuola superiore della magistratura almeno nella sede di Bergamo».

martedì 22 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 22/06/10 - PER LA SCUOLA DI MAGISTRATURA UN APPELLO AL CAPO DELLO STATO

La Scuola di Magistratura di Bergamo non è ancora entrata in funzione. Secondo il parlamentare del PdL, Gregorio Fontana, le responsabilità sono da attribuire al Consiglio Superiore della Magistratura, inadempiente da tre anni a questa parte per non avere ancora fatto le scelte che è chiamato a fare, per legge. Secondo Fontana si è tradita la buona fede dei bergamaschi, da qui la decisione di rivolgere un appello al Capo dello Stato.Al riguardo, l'onorevole Gregorio Fontana, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati e deputato bergamasco, ha dichiarato: "Sulla vicenda della Scuola di magistratura siamo di fronte ad una vergognosa inadempienza da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. La Scuola superiore della magistratura potrà svolgere le sue funzioni di direzione ed organizzazione, di amministrazione, di nomina docenti e di programmazione dei corsi, previste dalla normativa, solo dopo che il Comitato direttivo, organo centrale previsto dalla legge n. 111 del 2007, sarà nominato per intero». «Infatti, il Ministero della Giustizia provvide a nominare i membri del Comitato direttivo di sua competenza nel 2007, appena varata la legge. Da oltre tre anni invece il CSM si rifiuta, per ragioni del tutto oscure, di adempiere a quanto previsto dalla legge e cioè di nominare i sette membri del Comitato Direttivo di sua competenza (sei magistrati e un professore universitario). Senza questo passaggio sarà impossibile l'inizio di qualsiasi attività della Scuola di magistratura, a Bergamo, a Firenze come a Benevento». «Non è una cosa complicata, – prosegue Fontana – si tratta di una questione che potrebbe essere risolta nel giro di una mattinata di lavoro dei membri del CSM, che dovrebbero solamente limitarsi a votare i sette nominativi di loro competenza. Tale ritardo è del tutto incomprensibile, specialmente per noi bergamaschi che in buona fede, credendo che il CSM gestisse le cose con più efficienza, da due anni abbiamo già provveduto, a spese di Provincia e Comune, ad approntare una sede, se pur provvisoria, idonea allo svolgimento dei corsi». «Per queste ragioni ho deciso di promuovere un appello al Capo dello Stato perché sia data al più presto piena attuazione all'istituzione della Scuola superiore della magistratura voluta dal Legislatore, al fine di assicurare ai magistrati, qualificati percorsi di aggiornamento e formazione, garantendo nel contempo ai cittadini un servizio più efficiente in materia di giustizia. Nell'appello si chiede quindi al Capo dello Stato un impegno, per quanto di sua competenza, perché questa situazione possa essere al più presto superata e il CSM possa mettere subito all'ordine del giorno la nomina dei membri del Comitato direttivo di sua competenza».L'appello - scarica l'allegato per leggerlo integralmente - è già stato firmato anche dal sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, e dal presidente della Provincia, Ettore Pirovano, oltre ai parlamentari bergamaschi Giorgio Jannone, lo stesso Fontana, Giacomo Stucchi, Alessandra Gallone e Nunziante Consiglio.

sabato 19 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 19/06/10 - SPIRANO, PARCO FOTOVOLTAICO AL VIA IMPIANTO CON 1 MEGAWATT DI PICCO

È stato inaugurato sabato mattina a Spirano, in via Leonardo da Vinci, il parco fotovoltaico «a inseguimento» più grande della Lombardia, e tra i primissimi nella Bergamasca, con una potenza pari a quasi un megawatt di picco, di proprietà di Sines Energia (Società partecipata da Ser – Sistemi Energie Rinnovabili Srl e Colosio Spa). Collocato su un terreno di 43.000 mq, difficile non notarlo percorrendo la strada che da Spirano porta a Pognano, essendo caratterizzato da 92 imponenti «girasoli», gergo tecnico per definire i pannelli biassiali «a inseguimento» che sono stati installati. Si tratta di pannelli fotovoltaici che si orientano verso il sole e che garantiscono dunque un rendimento maggiore del 30% rispetto ai pannelli fissi, producendo qualcosa come 1.300.000 kWh all'anno di energia elettrica (che sarà ceduta integralmente all' Enel), con un abbattimento di emissione di anidride carbonica pari a circa 689 tonnellate annue. Presenti all'inaugurazione, Marcello Colosio della Colosia Spa, Matteo Piccoli di Ser e diverse autorità provinciali e regionali: dal deputato del Carroccio Giacomo Stucchi, all'assessore all'Urbanistica e al Territorio della Regione Lombardia Daniele Belotti, l'assessore provinciale all'Edilizia scolastica e all'Innovazione tecnologica Roberto Anelli per finire con il sindaco di Spirano Giovanni Malanchini. Dopo la benedizione del parco da parte del parroco don Stefano Piazzalunga, il taglio del nastro è avvenuto per mezzo di un bambino, a simbolo delle future generazioni che si vogliono tutelare proprio per mezzo di questi interventi volti a produrre energia per mezzo di fonti rinnovabili. A tale proposito, a partire da settembre il parco fotovoltaico sarà dotato anche di un percorso didattico, al fine di coinvolgere gli istituti scolastici e universitari in un'attività formativa e di sensibilizzazione sull'uso delle energie rinnovabili per la salvaguardia del pianeta.

giovedì 17 giugno 2010

BERGAMO SERA - 17/06/10 - I PARLAMENTARI DELLA LEGA: INDIGNATI DALL'ATTEGGIAMENTO DELLA INDESIT

ROMA — Si è da poco concluso oggi a Montecitorio l’intervento dei deputati leghisti Pierguido Vanalli e Nunziante Consiglio, che hanno ascoltato con attenzione la risposta del Governo all’interpellanza urgente presentata la scorsa settimana, sulla la chiusura degli stabilimenti della Indesit nel Nord del Paese. Viespoli, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto per risolvere la grave problematica. “Siamo indignati dall’atteggiamento della proprietà della Indesit, che nonostante le ripetute sollecitazioni istituzionali, le rimostranze dei lavoratori e le gravissime ripercussioni sul tessuto economico-produttivo del territorio, ha ugualmente mantenuto le decisioni intraprese, tagliando fuori un’intera comunità con un colpo di spugna” proseguono Vanalli e Consiglio. “Non possiamo essere contenti del fatto che Caserta debba raccogliere il testimone di Brembate Sopra! E che ancora una volta il Nord debba pagare caro ingiustificate scelte, legate meramente a logiche di contabilità, che avvantaggiano il Sud e lasciano, in questo caso, non solo oltre 400 disoccupati nella bergamasca, ma altrettante famiglie, in gravi difficoltà economiche”. L'on. Giacomo Stucchi, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, proponente dell'interpellanza, e tutti i colleghi del Carroccio firmatari condividono le dichiarazioni dei colleghi Vanalli e Consiglio e auspicano che il Governo adotti tutti gli strumenti necessari, al fine di evitare tale scellerata decisione.

ECO DI BERGAMO - 17/06/10 - INDESIT, LA LEGA A MONTECITORIO: "INDIGNATI DELLA RISPOSTA DELL'AZIENDA"

Nel pomeriggio di giovedì, a Montecitorio, si è registrato l'intervento dei deputati leghisti Pierguido Vanalli e Nunziante Consiglio, che hanno ascoltato con attenzione la risposta del Governo all'interpellanza urgente presentata la scorsa settimana, inerente la chiusura degli stabilimenti della Indesit nel Nord del Paese. Viespoli, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali ha annunciato l'apertura di un tavolo di confronto per risolvere la grave problematica. «Siamo indignati dall'atteggiamento della proprietà della Indesit, che nonostante le ripetute sollecitazioni istituzionali, le rimostranze dei lavoratori e le gravissime ripercussioni sul tessuto economico-produttivo del territorio, abbia ugualmente mantenuto le decisioni intraprese, tagliando fuori un'intera comunità con un colpo di spugna. Non possiamo essere contenti del fatto che Caserta debba raccogliere il testimone di Brembate Sopra! E che ancora una volta il Nord debba pagare caro ingiustificate scelte, legate meramente a logiche di contabilità, che avvantaggiano il Sud e lasciano, in questo caso, non solo oltre 400 disoccupati nella bergamasca, ma altrettante famiglie, in gravi difficoltà economiche». L'on. Giacomo Stucchi, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, proponente dell'interpellanza, e tutti i colleghi del Carroccio firmatari, condividono le dichiarazioni dei colleghi Vanalli e Consiglio e auspicano che il Governo adotti tutti gli strumenti necessari, al fine di evitare tale scellerata decisione

mercoledì 16 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 16/06/10 - STUCCHI: DISTINGUERE FRA ENTI VIRTUOSI E NO

Il deputato bergamasco della Lega: «Il federalismo fiscale non è in discussione»

Giacomo Stucchi Il duro scontro di ieri tra Regioni e governo sulla riduzione dei trasferimenti agli enti locali previsti dalla manovra potrebbe aprire spiragli per una rimodulazione dei tagli e per la ricerca di soluzioni maggiormente condivise. Giacomo Stucchi, parlamentare bergamasco della Lega, risponde alla critiche contenute nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni sottolineando la necessità che i tagli vengano applicati distinguendo tra enti più o meno virtuosi nella gestione della cosa pubblica e ricordando che il tema del federalismo fiscale non è messo in discussione dalla manovra.Nel frattempo, alcune preoccupazione per i tagli ai Comuni vengono espresse anche dai sindaci bergamaschi del Carroccio. «Il problema vero – sottolinea Stucchi – è l'entità dei tagli da fare: questi non possono essere realizzati in modo omogeneo e indistinto sul territorio; devono essere applicati con criterio e tenendo conto delle modalità di gestione della cosa pubblica sin qui adottate dalle varie realtà locali. Bisogna distinguere tra enti virtuosi e no».Stucchi, riferendosi al rischio di incostituzionalità della manovra ventilato dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, aggiunge: «La vedo dura a parlare di incostituzionalità, visto che si tratta di risorse per funzioni delegate alla Regione e non per funzioni proprie». Rimane il fatto, prosegue il parlamentare del Carroccio, che, «dopo lo scontro di oggi (ieri, per chi legge, ndr) tra Regioni e governo, credo si possano aprire nuovi spiragli per una rimodulazione dei tagli anche in base alle indicazioni dei presidenti delle Regioni e sulla base di un percorso che coinvolga tutti i livelli istituzionali». E all'accusa delle Regioni di aver «costruito una manovra senza condivisione», Stucchi risponde che il provvedimento del governo è «nato in un momento di transizione della Conferenza delle Regioni a seguito delle recenti elezioni regionali: si trattava di un organismo non ancora pienamente legittimato dal voto. Ora la situazione è cambiata, ma la presa di posizione della Conferenza non mi spaventa. Credo che ora si possa arrivare a soluzioni più condivise tra governo e Regioni».Riguardo al rischio prospettato dai governatori di una riduzione dei «margini della riforma del federalismo fiscale» che la manovra provocherebbe, l'esponente del Carroccio ricorda che «il federalismo fiscale riguarda la gestione diretta delle imposte locali e non un problema di entità di risorse. La manovra del governo non tocca la questione del federalismo fiscale».Nel frattempo preoccupazioni per i tagli previsti dalla Finanziaria sono stati espressi anche dai sindaci bergamaschi della Lega in occasione di una riunione tenutasi lunedì sera e coordinata dal segretario provinciale, Cristian Invernizzi. All'incontro hanno partecipato una cinquantina di amministratori pubblici, oltre al parlamentare Pierguido Vanalli. «È stato un incontro – sottolinea Invernizzi – per raccogliere le prime indicazioni da parte dei nostri sindaci sulla manovra: sono state espresse alcune preoccupazioni ed evidenziati alcuni elementi di criticità riguardo alle ricadute sugli enti locali». «La Lega – conclude Invernizzi – porterà queste voci all'interno del proprio gruppo parlamentare e dentro il governo».Gianluigi Ravasio

ECO DI BERGAMO - 16/06/10 - INDESIT, IN REGIONE NO COMPATTO ALLA CHIUSURA

La crisi Fronte comune di politici e sindacati al «tavolo» lombardo. L'assessore Rossoni oggi a Roma, domani il confronto nazionale
Calderoli e Stucchi incontrano i vertici aziendali: «I bergamaschi hanno dato molto, ingiusto trattarli in questo modo»

Il ministro Calderoli (al centro) durante l�incontro di lunedì con i lavoratori Indesit foto ... «I bergamaschi hanno dato tanto a questa azienda e non è giusto che ora vengano ripagati in questo modo». L'hanno ribadito ieri a Roma il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e il deputato bergamasco Giacomo Stucchi, durante un incontro con l'amministratore delegato di Indesit Company Marco Milani, la società che ha deciso di sopprimere 430 posti di lavoro nello stabilimento di Brembate Sopra. «Abbiamo ascoltato le ragioni dell'Indesit - riferisce Stucchi - ma abbiamo ribadito che è inaccettabile una simile decisione e che faremo il possibile per mantenere l'insediamento produttivo e occupazionale bergamasco».Intanto, sempre ieri, a livello regionale, all'incontro tra azienda, politici e sindacati, si è costituito un fronte comune contro la decisione aziendale di chiudere. Davanti all'assessore regionale al Lavoro Gianni Rossoni, la Indesit, rappresentata da Antonino Gambuzza, ha spiegato i motivi che hanno portato a questa decisione: la crisi di mercato, il calo delle vendite, la necessità di accorpare i siti produttivi, la decisione di restare comunque in Italia, la mancanza di alternative a questa che comunque è considerata un'operazione dolorosa. Ragioni che sono state contestate dalla folta delegazione costituita da amministratori, politici e sindacati, comprendente gli assessori regionali bergamaschi Daniele Belotti e Marcello Raimondi, i consiglieri regionali appartenenti a tutti gli schieramenti politici, l'assessore provinciale al Lavoro Enrico Zucchi, il sindaco di Brembate di Sopra Diego Locatelli, il segretario regionale Cisl Gigi Petteni, quello Cgil Nino Baseotto, il segretario provinciale Fim-Cisl Ferdinando Uliano, il segretario provinciale Fiom-Cgil Mirco Rota, il segretario provinciale Uilm-Uil Angelo Nozza, il segretario Ugl Andrea Pirola. «La Regione Lombardia metterà in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione per difendere l'unità produttiva Indesit di Brembate Sopra ed evitare il depauperamento del territorio», ha detto all'incontro l'assessore Rossoni che ha annunciato la riconvocazione urgente della «cabina di regia» per l'occupazione e lo sviluppo, che avrà come primo punto all'ordine del giorno proprio la crisi Indesit. Nel frattempo, l'assessore Rossoni incontrerà oggi a Roma il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, con il quale discuterà di vari argomenti che riguardano la Lombardia, compresa la crisi Indesit. Dal confronto che si aprirà domani, giovedì 17 giugno, tra l'azienda e i sindacati - in cui saranno discussi più nello specifico il piano industriale e tutte le sue ricadute - si attendono gli ulteriori elementi su cui potrà proseguire il lavoro del tavolo lombardo, che comunque resterà attivo. «La situazione rimane problematica - dice il consigliere regionale e segretario regionale Pd Maurizio Martina - e all'azienda chiediamo disponibilità al confronto: che l'incontro a Roma di giovedì sia un vero momento di trattativa e non di semplice comunicazione ai sindacati di quanto già deciso».«C'è un fronte comune - spiega il segretario bergamasco Fim Ferdinando Uliano - per fare in modo che l'azienda cambi idea sulla chiusura di Brembate Sopra. Abbiamo contestato alla Indesit le sue posizioni sulla riduzione dei volumi produttivi a Brembate Sopra, tant'è vero che abbiamo fatto solo pochi mesi di Cassa ordinaria. Quello bergamasco è uno stabilimento efficiente e produttivo e questo rende ancora più ingiustificata la decisione aziendale». «Quello regionale - spiega il segretario bergamasco Fiom Mirco Rota - è un tavolo di supporto a quello nazionale promosso per dare linfa allo stabilimento bergamasco e al tempo per contrastare la decisione aziendale di chiudere. L'iniziativa è utile e importante, certo non sarà facile far cambiare idea alla Indesit. Speriamo che l'azienda in futuro dimostri un atteggiamento diverso rispetto alle modalità usate nell'annunciare la chiusura dello stabilimento bergamasco». «La politica e le istituzioni - aggiunge il segretario bergamasco Uilm Angelo Nozza - hanno fatto quadrato in difesa dello stabilimento Indesit di Brembate Sopra», tuttavia non manca la preoccupazione perché «i toni della trattativa si comprenderanno fino in fondo soltanto giovedì, ad Ancona, quando i vertici della multinazionale degli elettrodomestici e le parti sociali si siederanno intorno a un tavolo per discutere del piano industriale». Già sul piede di guerra, invece, l'Ugl che ha proclamato per domani giovedì 17 giugno uno sciopero nazionale di due ore dei lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani Indesit. Per il vicesegretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Laura De Rosa, si tratta di «una decisione inaccettabile».

ECO DI BERGAMO - 16/06/10 - LA LEGA E' CRESCIUTA DEL 15% L'ANNO

L'intervista Domenica il raduno. Previsto il pienone da Veneto e Piemonte dopo il successo elettorale
Il segretario provinciale Invernizzi: a Pontida sarà record, attese oltre 20 mila presenze
Domenica mattina il popolo della Lega torna a Pontida. Per Cristian Invernizzi sarà la quarta volta da segretario provinciale sul pratone, l'ultima prima del congresso d'autunno.Partiamo da Pontida. Numeri?«I pullman prenotati dai militanti sono un terzo in più degli altri anni. Quest'anno andremo oltre le 20 mila presenze».Da dove arrivano queste persone in più?«Ci aspettiamo il pienone da Piemonte e Veneto sull'onda dei risultati delle regionali».Quanti sono i volontari bergamaschi al lavoro?«Ci occupiamo di logistica e del ristoro. Sono impegnate tutte le circoscrizioni, con le 112 sezioni. I volontari sono almeno 250».I tesserati aumentano?«Nell'ultimo periodo del 10-15% ogni anno. Al dicembre 2009 i militanti erano 1.500 e i sostenitori iscritti 7 mila».A Pontida Umberto Bossi detta la linea. Cosa vi aspettate quest'anno?«Che ci dica quando parte il federalismo. Che ci dia delle conferme».Non è facile parlare di federalismo mentre i Comuni sono alle prese con i tagli record della finanziaria.«Noi siamo qui per cambiare il sistema. Ovvio che fino a che lo Stato sarà centralista ci saranno questi problemi, indipendentemente da chi sta al governo».Però siamo ai minimi storici nell'autonomia impositiva locale.«Siamo ai minimi storici anche per l'economia in generale. La speranza è che in fase di discussione la manovra venga alleggerita. Poi quello che conta è che i sacrifici li facciano tutti, non solo i Comuni virtuosi».Mario Borghezio ha annunciato che a Pontida sventoleranno centinaia di bandiere fiamminghe. Il voto in Belgio è esemplare?«È indicativo di un sentimento diffuso in Europa».Le politiche del 2008, le amministrative con le provinciali del 2009, ora le regionali. Durante il suo mandato ha visto la Lega raggiungere risultati importanti.«Ho avuto la fortuna di essere il segretario nel momento in cui la Lega ha iniziato a raccogliere i frutti di anni di attività politica».Nessun merito per la sua gestione di via Berlese?«Abbiamo puntato sui giovani e, lo dico con orgoglio, sulle donne. Ora abbiamo tantissimi sindaci donna: quello del leghista maschilista, del movimento celodurista, è un cliché. Poi credo nella compattezza, nella linea chiara da seguire pur nel rispetto della dialettica interna».Pena l'espulsione.«Su 1.500 militanti le espulsioni sono state meno di 30 e per questioni precise, soprattutto legate alla vita amministrativa. Se c'è la linea politica da seguire e uno fa di testa sua noi interveniamo. Ma anche statisticamente non mi sembra ci sia stata l'epurazione che qualcuno contesta».È in sella dal 2006. A quando il congresso?«Dovrebbe essere in autunno. Il mio mandato è in proroga perché di mezzo ci sono state le elezioni».Alcuni dei suoi predecessori, Cristiano Forte e Franco Colleoni, hanno lasciato in polemica.«Io sicuramente non lo farò».Invernizzi, si ricandida?«È presto per dirlo. Adesso vorrei vedere cosa si muove nel movimento. Se devo esprimermi, dico che mi piacerebbe più che altro tornare al giudizio dei militanti».Quando è stato eletto non era un momento facile per il Carroccio. Il referendum, il commissariamento della segreteria a Bergamo.«In politica un anno equivale a un'era, dal 2006 sembrano passati secoli, è cambiato moltissimo nel frattempo. E le letture date sul voto di allora si sono rivelate infondate. Un messaggio della base ai vertici, si era detto».Un po' difficile negare che la sua elezione sia arrivata a sorpresa. Ha superato il candidato indicato all'ultimo momento da Umberto Bossi, Giacomo Stucchi.«È stata l'elezione di un segretario provinciale. Niente di catastrofico».Però Stucchi resta Stucchi. Cosa era successo?«Posso pensare che, vista la situazione dalla quale venivamo, con le polemiche di Colleoni e Forte, il capo (Bossi, ndr) temesse che da Bergamo partisse qualcosa di svilente per il messaggio della Lega o che mettesse in dubbio quanto fatto fino ad allora. Una preoccupazione indicativa anche di quanto significa Bergamo per il partito».Da subito ha dichiarato che quello per la segreteria non era un voto di rottura.«Ed è stato dimostrato. All'interno della Lega non mi sono mai sentito a rischio o sotto minaccia. Giacomo Stucchi stesso mi ha aiutato tantissimo e ancora mi aiuta, in modo leale e brillante. Per me è un modello. Lui che avrebbe potuto remare contro non l'ha mai fatto. È la dimostrazione che non c'è stato nessun voto contro il capo, contro l'establishment. Mi chiedo in quale altro movimento si sarebbe trovata questa compattezza».Sono passati quasi quattro anni. Ce lo dice cosa ha pensato davvero quando il conteggio delle schede ha decretato che il nuovo segretario era lei?«Ma sì... Ho pensato: l'ho fatta grossa. Mi immaginavo i commenti che sarebbero seguiti. E l'ultima cosa che volevo era creare problemi alla Lega».Adesso è anche assessore alla Sicurezza del Comune capoluogo. Come va?«Bene, mi trovo bene con i miei colleghi di Giunta».Cosa replica a chi dice che la Giunta sta facendo poco?«L'opposizione dovrebbe decidersi: una volta dicono che siamo immobili, un'altra che sbagliamo. Se siamo immobili come sostengono, come facciamo anche a sbagliare?».Critiche mosse anche a lei.«Ovvio che in un anno non si può cambiare un'impostazione dell'assessorato che esiste da tempo. Però quando mi sono mosso sono partiti all'attacco. Salvo poi dire che non stiamo facendo nulla».E come sono i rapporti con gli alleati?«C'è sicuramente la necessità di compattezza. L'esperienza dell'amministrazione Bruni, con le divisioni, sia da monito. Il mio è un appello: finiamola con i malumori, chiniamo la testa e giù a lavorare».Malumori nel Pdl o anche fra Pdl e Lega?«Se ci sono malumori nei confronti della Lega perché è cresciuta troppo, non saprei se dispiacermene o essere contento. Per il resto gli alleati risolvano velocemente certi problemi interni, arrivati anche in Consiglio. E sto parlando di prese di posizione che riguardano anche il mio assessorato».Altrimenti?«Dico solo che il segretario provinciale della Lega risponde ad altre logiche».Potrebbe sbattere la porta?«Sicuramente non sto qui a farmi logorare. È la prima volta che il centrodestra governa sia il capoluogo che la provincia, c'è molto da fare. Ecco perché a certe cose va messo un limite».L'alleanza è salda?«Il sindaco Franco Tentorio lo può confermare: la Lega non ha mai dato segni di sbandamento. Se i patti sono chiari e c'è l'impegno a rispettarli non c'è altro da aggiungere».Come va con il presidente della Provincia?«Benissimo, i contatti sono costanti».Ci sono stati episodi, come quello dello stadio, in cui lui ha detto di non essere stato bene informato dal Comune. Comune in cui lei è in Giunta.«Questione circoscritta, non ha creato particolari strascichi».Di sicuro Pirovano è uno che calamita l'attenzione.«Ma noi sapevamo chi era Pirovano quando Bossi ha deciso di candidarlo. Pirovano è uno che non ha intenzione di stare lì a scaldare la poltrona e fa benissimo. Forse sono gli altri che non lo sapevano. L'opposizione cerca di sfruttare la differenza di carattere fra Tentorio e Pirovano per creare dissapori fra Lega e Pdl? Non può fare che quello, altre idee non le ha».Anna Gandolfi

martedì 15 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 15/06/10 - COMUNI AL VERDE, ECCO TUTTI I TAGLI

La Finanziaria: tolti 36 milioni ai 70 paesi della Bergamasca con più di 5 mila abitantiIl Pd: insostenibile. La Lega: proporremo modifiche. Il Pdl: ognuno faccia la sua parte
La manovra finanziaria presentata dal governo provocherà un taglio di oltre il 10% dei trasferimenti dallo Stato per 14 Comuni bergamaschi. Sulla base delle previsioni elaborate dall'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), per i 70 Comuni della Bergamasca con più di cinquemila abitanti – tenuti, quindi, al rispetto del patto di stabilità – la manovra comporterà una riduzione di oltre 36 milioni di euro di trasferimenti: un taglio pari al 7,2%, corrispondente a 51 euro pro capite. Il taglio più pesante lo subirà il comune di Cisano con una riduzione del 35,7% pari a un milione 363 mila euro, corrispondente a 218 euro pro capite; segue Capriate San Gervasio che avrà una decurtazione del 31,7%. Il Comune di Bergamo avrà una diminuzione del 3,3% pari ad un importo di cinque milioni 135 mila euro e a 44 euro pro capite.Per Antonio Misiani, parlamentare del Pd, i tagli «sono insostenibili» e si rischia di creare «una situazione allarmante». Per Giacomo Stucchi, parlamentare della Lega nord «siamo tutti chiamati a fare sforzi» ma i parlamentari leghisti studiano già le possibili modifiche al provvedimento. E Gregorio Fontana, del Pdl, chiede che tutti facciano la loro parte e osserva: «Meglio tirare un po' la cinghia ora».

ECO DI BERGAMO - 15/06/10 - IL MINISTRO CALDEROLI: INTERVERREMO DIRETTAMENTE

Cresce l'interessamento del mondo politico all'emergenza dello stabilimento di Brembate Sopra
Un grande applauso ha accolto il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli quando, ieri mattina, ha varcato i cancelli della Indesit di Brembate Sopra per incontrare i lavoratori e accogliere la loro richiesta di aiuto. Dalla scorsa settimana i 430 dipendenti sono in presidio permanente per bloccare le merci in uscita dallo stabilimento, dopo aver appreso dal consiglio di amministrazione del gruppo marchigiano l'annuncio della chiusura del sito bergamasco per spostare la produzione al Sud.Per quanto riguarda i possibili sviluppi sulla vertenza Indesit, è in programma per oggi un incontro dei sindacati all'assessorato Attività produttive in Regione Lombardia. E sempre oggi la dirigenza Indesit è attesa per un confronto a livello ministeriale a Roma, come ha sottolineato il ministro Calderoli. Inoltre il 17 giugno si terrà, presso la Confindustria di Ancona, un incontro tra direzione aziendale Indesit e coordinamento sindacale del gruppo. Carrara: difendere il territorio. Il primo rappresentante politico ad incontrare ieri mattina i dipendenti dell'azienda di Brembate è stato il senatore del Pdl Valerio Carrara. «Porterò le vostre aspettative – ha esordito – sui tavoli che contano, poiché ritengo sia un mio preciso dovere tutelare la mia gente e il mio territorio evitando così che si perdano posti di lavoro. Il vostro è oggi un problema immediato, ma occorre pensare anche alle generazioni che verranno. Quindi credo che una soluzione si debba trovare». Il gruppo di dipendenti attorno al senatore Carrara ha manifestato la propria amarezza sottolineando che a loro interessa essenzialmente lavorare, anche se fosse necessario cambiare tipologia di prodotto. Una lavoratrice ha urlato tra le lacrime: «Si dovrebbe vergognare chi ha deciso di mettere sulla strada tutte queste persone». «Tra il 2005 e il 2006 – ha detto un altro operaio – siamo arrivati ad assemblare un milione di pezzi e non si può negare che l'azienda abbia preso dei bei soldi». Un lavoratore ha poi gridato: «Si sta spopolando di braccia la Bergamasca, quindi bisogna fare di tutto per mantenere l'occupazione». Il ministro: occorre fare reteVerso mezzogiorno sono giunti alla Indesit il ministro Roberto Calderoll, accompagnato dal presidente della Provincia, onorevole Ettore Pirovano, dall'assessore regionale Daniele Belotti, dall'onorevole Giacomo Stucchi e dal vice presidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli. «Non si può parlare di una chiusura dall'oggi al domani – ha detto Calderoli – senza che vi siano alternative certe. È evidente che nessuno deve restare a casa dal lavoro. Addirittura ho saputo che gli operai hanno appreso la notizia della chiusura dai giornali. Domani (oggi per chi legge NdR) a Merloni queste cose gliele dico tutte». «Purtroppo – ha aggiunto Calderoli – ne stiamo seguendo diverse di queste crisi. Finora siamo sempre riusciti ad uscirne bene, e faremo lo stesso anche con la Indesit. Di solito quando il governo centrale, la Regione, la Provincia e le altre istituzioni si mettono tutte insieme per raggiungere un obiettivo, lo si porta a casa. Quindi tutto quello che si rivelerà necessario fare lo faremo. Però finché non ci sarà il federalismo fiscale non si potrà fare altro che cercare di tamponare delle situazioni come questa».«Il paradosso – ha sottolineato Ettore Pirovano – è che il 10 giugno l'impresa Merloni ha dichiarato la chiusura della fabbrica di Brembate ai giornali. Solo il giorno prima, il 9 giugno, ha ricevuto un premio dal Presidente della Repubblica come industria dell'anno». «Dobbiamo cercare di far capire all'aziernda – ha detto l'on. Giacomo Stucchi che non se ne può andare da questo territorio senza pagare dazio. Ritengo sia in debito verso questa gente. Qualcosa deve fare e glielo faremo fare».«L'importante è muoversi come è già stato fatto per la Dalmine – ha detto l'assessore regionale Daniele Belotti – ovvero coinvolgendo tutte le istituzioni, dal Comune per arrivare fino al governo, in modo da indurre la proprietà a rivedere il suo piano industriale che riteniamo assolutamente inaccettabile».Treu: agire su governo e RegioneNel pomeriggio ha incontrato i lavoratori il senatore del Pd Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, accompagnato dagli onorevoli Antonio Misiani e Giovanni Sanga, dal segretario provinciale Gabriele Riva, dal consigliere regionale Mario Barboni, dal consigliere provinciale Alberto Vergalli e dal capogruppo del Pd in Consiglio provinciale Francesco Cornolti che ha annunciato di portare il caso nel prossimo Consiglio. «Oltre all'intervento già fatto in Parlamento – ha detto Treu – ci proponiamo un'interlocuzione diretta con il ministero e con la Regione. Bisogna vedere se Calderoli, come si spera, manterrà la parola perché se lui vuole può fare qualcosa. Come minoranza faremo la nostra parte perché non si può chiudere una fabbrica così e soprattutto vedremo se la maggioranza, oltre alle chiacchiere, è disposta a combinare qualcosa di concreto oltre ad imporre sacrifici».Vergalli e il consigliere comunale Pd di Bergamo Sergio Gandi in una nota rimarcano, chiedendo conto ai rappresentanti della Lega, come il problema della delocalizzazione al Sud delle imprese «padane» rischia di essere accentuato dalla «fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno» introdotta in attuazione della legge sul federalismo fiscale tanto cara ai leghisti, e prevista nell'ambito della manovra economica appena licenziata. Cimadoro: interrogazione Sulla vicenda Indesit è da registrare ieri anche la presa di posizione dell'onorevole Gabriele Cimadoro (Italia dei Valori): «Una decisione gravissima» sottolinea. «Ne riferirò in Commissione Attività produttive per interrogare il governo sulle azioni che intende intraprendere per scongiurare il pericolo disoccupazione di 430 dipendenti. Con Sergio Piffari abbiamo presentato anche un'interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro perché destinino parte delle risorse derivanti dai risparmi conseguiti per effetto della manovra economica per favorire il rilancio competitivo di Indesit e la riconversione industriale dello stabilimento produttivo di Brembate».

ECO DI BERGAMO - 15/06/10 - COMUNI, SCURE SULLE CASSE. IN 14 PAESI TAGLI OLTRE IL 10%

Gli effetti della Finanziaria sulle comunità sopra i 5.000 abitanti Stucchi e Fontana: «Ma così evitiamo di fare la fine della Grecia»
Sono quattordici i Comuni bergamaschi che avranno una riduzione di oltre il dieci per cento dei trasferimenti dallo Stato a seguito della manovra finanziaria presentata dal Governo. Una manovra che, sulla base delle previsioni elaborate dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci), comporterà per i settanta Comuni della Bergamasca con più di cinquemila abitanti – tenuti, quindi, al rispetto del patto di stabilità – una riduzione di oltre 36 milioni di euro di trasferimenti: un taglio pari al 7,2 per cento, corrispondente a 51 euro pro capite. Il taglio più pesante lo subirà il comune di Cisano con una riduzione del 35,7 per cento pari a un milione 363 mila euro, corrispondente a 218 euro pro capite; segue Capriate San Gervasio che avrà una decurtazione del 31,7 per cento. I comuni di Curno e di Sovere avranno entrambi una riduzione del 25 per cento. Dieci i Comuni che avranno riduzioni tra il dieci e il venti per cento: Albano Sant'Alessandro (con una decurtazione del 17,1 per cento), Boltiere (-15,9), Grumello del Monte (-15,7), Brignano Gera d'Adda e Romano di Lombardia (-13,8), San Giovanni Bianco (-13,5), Bottanuco (-12,6), Sorisole (-11,9), Almenno San Salvatore (-10,7) e Brembate Sopra (-10,2). Il Comune di Bergamo avrà una diminuzione del 3,3 per cento pari ad un importo di cinque milioni 135 mila euro e a 44 euro pro capite. I Comuni più «fortunati» saranno Terno d'Isola, per il quale è previsto una riduzione del due per cento, Urgnano (-2,1), Gorle e Osio Sotto (-2,3).I tagli previsti dalla manovra, sottolinea Antonio Misiani, parlamentare del Partito democratico, «sono insostenibili. I problemi che i Comuni hanno avuto nel 2009-2010 avranno ricadute a cascata nel 2011-2012 creando una situazione allarmante». Misiani ricorda che «oltre a questi tagli, fatti in modo diretto ai Comuni, ci saranno poi quelli indiretti come effetto dei tagli previsti per le Regioni e che ricadranno sugli Enti locali. Il Patto di stabilità interno non è cambiato nei sui meccanismi di funzionamento. Occorre, invece, una manovra che investa sui Comuni e un Patto di stabilità più razionale».Giacomo Stucchi, parlamentare della Lega nord, osserva che «in momenti come questi siamo tutti chiamati a fare sforzi; le risorse pubbliche devono essere sempre gestite con oculatezza e oggi i soldi pubblici diventano preziosi. Si partecipa a uno sforzo comune che coinvolge tutti i livelli istituzionali per prevenire una situazione come quella della Grecia».«Capisco – sottolinea Stucchi – che si chiedono sacrifici agli amministratori pubblici e ai cittadini; ognuno deve assumersi l'onere di fare le proprie scelte e compartecipare». «Questa sera (ieri, per chi legge, ndr) – anticipa Stucchi – i parlamentari della Lega nord incontreranno i sindaci del movimento preoccupati proprio per la manovra: sarà un incontro per verificare come è possibile intervenire per modificare il provvedimento». E Stucchi apre uno spiraglio: «L'idea – sottolinea – è quella di avanzare un proposta che preveda di penalizzare di meno i Comuni che hanno sempre avuto i conti regola e di più gli Enti locali che non sono stati virtuosi e che hanno sprecato risorse pubbliche. Ho già parlato con il ministro Roberto Calderoli riguardo alla possibilità di modificare in tal senso la manovra. E questo è uno degli ambiti dove intendiamo intervenire con proposte di modifica».Gregorio Fontana, parlamentare del Pdl, osserva che «quelle dell'Anci sono simulazioni che, poi, vanno verificate sul campo. Resta il fatto che per far fronte alla situazione attuale viene chiesta una dieta alla pubblica amministrazione: anche i Comuni dovranno fare la loro parte». «Verranno fatte le opportune verifiche – prosegue Fontana – perché questi tagli non pesino sui servizi ai cittadini e sull'assistenza. Verificheremo la possibilità di piccoli aggiustamenti per non gravare sul sociale, ma la manovra non potrà essere stravolta nella sua essenza e nelle sue linee portanti». Riguardo alle preoccupazioni espresse dai Comuni, Fontana osserva: «Siamo tutti preoccupati, ma meglio tirare un po' la cinghia ora che fare come i greci. Le varie parti interessati vengono ascoltate in questi giorni nelle Commissioni parlamentari e possono così esprimere la loro: il Parlamento farà, poi, la sua parte».

lunedì 14 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 14/06/10 - INDESIT, IL MINISTRO CALDEROLI AL PRESIDIO DEI LAVORATORI

La Lega scende in campo per dar man forte agli operai della Indesit di Brembate Sopra. Lunedì 14 giugno, al mattino, il ministro Roberto Calderoli, il presidente della Provincia Ettore Pirovano, l'assessore regionale Daniele Belotti, i parlamentari Giacomo Stucchi, Pierguido Vanalli del Carroccio e Valerio Carrara (Pdl), il vicepresidente della Regione Andrea Gibelli e altri rappresentanti del Pirellone si sono incontrati all'esterno dello stabilimento per parlare con i lavoratori. A tutti i dipendenti della Indesit parole di conforto e solidarietà, ma anche un impegno comune per uscire nel migliore dei modi da questa crisi. Calderoli, in particolare, ha detto che si attiverà presso il Governo per trovare una via d'uscita al problema che rischia di lasciare a casa centinaia di persone. Intanto il "fermo" magazzino sta creando alcuni problemi. Gli elettrodomestici non posso uscire dallo stabililmento per essere consegnati e pertanto il magazzino è bloccato oltre che saturo di elettrodomestici. Il presidio alla Indesit intanto continua. Questa sera i lavoratori si concederanno 90 minuti di svago per assistere alla partita del campionato mondiale fra Italia e Paraguay. Ma non abbandoneranno i cancelli della fabbrica visto che si sono attrezzati portando alcuni televisori per vedere il match. La mobilitazione degli operai insomma continua. I lavoratori continueranno a scioperare davanti ai cancelli fino al 17 giugno, quando ci sarà l'incontro fra parti sociali e vertici aziendali ad Ancona. Per i sindacalisti "è incomprensibile che l'azienda dichiari di voler investire 120 milioni di euro per potenziare il sito di Caserta e allo stesso tempo decida di chiudere due fabbriche che occupano complessivamente circa 510 lavoratori".

domenica 13 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 13/06/2010 - E DAL CIPE OLTRE 4 MILIONI DI EURO PER GLI INTERVENTI

Andranno a dieci istituti

Arrivano 4 milioni e 420 mila euro per interventi di manutenzione per la messa in sicurezza delle scuole bergamasche. Li assegna la delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) del 13 maggio scorso. Alla Regione Lombardia sono state assegnate risorse per un totale di 49.890.000 euro.Gli interventi autorizzati in Bergamasca sono dieci, dei quali quattro in scuole superiori e sei in istituti comprensivi della provincia. In particolare, andranno 500 mila euro alla scuola di Castelli Calepio, 350.000 a Foresto Sparso, 500 mila a Lovere, 350 mila a Ranica, 350 mila a Sorisole e 500 mila a Tavernola. Le opere di manutenzione saranno a cura dei Comuni. Per quanto riguarda le scuole superiori, gli istituti interessati sono il professionale Pesenti (690 mila euro), l'istituto Agrario (500 mila), il Vittorio Emanuele II (400 mila) e il Fantoni di Clusone (280 mila). Roberto Anelli, assessore all'Edilizia scolastica della Provincia spiega: «Avevamo richiesto fondi per una ventina di istituti, quasi la metà della scuole superiori della Bergamasca. Gli istituti finanziati erano già stati inseriti nel Piano delle opere pubbliche del 2010 della Provincia. Si tratta di interventi antisfondellamento e per la sicurezza al Pesenti e all'Agrario e per completare la sostituzione dei serramenti al Vittorio Emanuele e al Fantoni. Adesso, appena avremo i fondi del Cipe, potremo spostare lo stanziamento provinciale su altre scuole che sono in lista d'attesa: pensiamo di intervenire al liceo Lussana, al Marconi e all'Einaudi di Dalmine, infine al Riva di Sarnico. Inoltre vorremmo acquisire a Trescore l'area per il polo di interscambio dei pullman».Gli onorevoli Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli, deputati bergamaschi della Lega Nord, in un comunicato esprimono «piena soddisfazione per il risultato raggiunto e per lo sforzo del governo che, in un momento di congiuntura economica negativa ha saputo realizzare questo importante intervento a favore delle Regioni, in attuazione al vero spirito del federalismo».«Tali stanziamenti saranno velocemente impiegati – spiega Stucchi, segretario di presidenza della Camera dei deputati – in quanto saranno assegnati direttamente ai sindaci e alla Provincia, che potranno direttamente gestirli per migliorare la sicurezza negli edifici scolastici a beneficio di studenti, famiglie e professori».

giovedì 10 giugno 2010

BERGAMO NEWS - 10/06/10 - INTERROGAZIONI AI MINISTRI: TROVATE SOLUZIONI

Lega e Pd - Si muovono i parlamentari bergamaschi della maggioranza e dell'opposizione e presentano interrogazioni ai ministri.
Si muovono i parlamentari bergamaschi della maggioranza e dell'opposizione e presentano interrogazioni ai ministri. Lo fanno per la Lega Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Guido Vanalli e per il Pd Antonio Misiani e Giovanni Sanga.La Lega chiede al governo se "non ritenga di invitare la Indesit Company a rivedere le scelte annunciate, soprattutto in ordine al fatto che la proprietà intende chiudere gli stabilimenti nella Provincia di Bergamo e nella Provincia di Treviso, potenziandone però altri in zone diverse del Paese". E se "qualora la Indesit Company dovesse confermare le decisioni assunte nel piano industriale già illustrato, non si ritenga opportuno attivare una specifica unità di crisi presso il Ministero del Lavoro e Politiche sociali, coinvolgendo pienamente i rappresentanti dei lavoratori e richiedendo la presenza al tavolo pure del Ministero per lo Sviluppo Economico, al fine di individuare ogni possibile soluzione che eviti o limiti notevolmente ripercussioni negative sugli attuali livelli occupazionali, garantendo comunque fin da ora la copertura economica di tutti gli ammortizzatori sociali necessari".Anche i deputati bergamaschi del PD Antonio Misiani e Giovanni Sanga hanno presentato un'interrogazione parlamentare sulla vicenda Indesit. Secondo Misiani "la chiusura dello stabilimento Indesit di Brembate è una decisione assolutamente inaccettabile, rispetto alla quale è necessario reagire con la massima fermezza. E' inaccettabile che vengano cancellati altre centinaia di posti di lavoro con una crisi che ha fatto esplodere disoccupazione e cassa integrazione, è inaccettabile che il nostro territorio perda l'ennesimo punto di forza del proprio sistema produttivo. Per quanto ci riguarda, faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per evitare che Indesit lasci la bergamasca e per salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda."

BERGAMO SERA - 10/06/10 - CASO INDESIT: LA LEGA CHIEDE L'INTERVENTO DI BERLUSCONI

BERGAMO — Riceviamo e pubblichiamo questa interrogazione parlamentare ai ministri dell’Economia, del Lavoro e al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, presentata dai parlamentari della Lega Giacomo Stucchi, Pierguido Vanalli, Nunziante Consiglio e Ettore Pirovano. Ecco il testo. Premesso che:- la Provincia di Bergamo sta per subire un altro duro colpo all’economia del territorio, come apparso sulle agenzie di stampa del 9/06/2010 in cui viene reso noto che il Consiglio di Amministrazione della Indesit Company ha deciso di chiudere due stabilimenti del nord Italia, ovvero l’impianto di Brembate nella Provincia di Bergamo e quello di Refrontolo nella Provincia di Treviso;- l’azienda Indesit ha contestualmente annunciato un piano di investimenti nel Paese da 120 milioni di euro nel triennio 2010-2012, e il potenziamento dei poli industriali di Fabriano (Ancona) e Caserta;- ai firmatari del presente atto, alla luce delle informazioni assunte nella giornata del 9/06/2010 dai rappresentanti sindacali bergamaschi interessati alla vicenda, appare inspiegabile lo smantellamento di uno stabilimento da 400 addetti come quello di Brembate Sopra (BG), non solo perché sito in un’area tra le più produttive e sviluppate del Paese, ma soprattutto perché i livelli produttivi e la qualità dei prodotti realizzati rasenta l’eccellenza nel settore;- l’azienda illustrerà i dettagli del piano aziendale in un prossimo incontro che dovrebbe svolgersi il 17/06/2010;- i rappresentanti degli Enti locali interessati, in primis il comune di Brembate Sopra (BG) su cui insiste il sito produttivo, oltre che tutti i comuni del circondario, hanno manifestato forti preoccupazioni per le ricadute estremamente negative, che metteranno in pericolo la tenuta complessiva del sistema economico-sociale della zona; se non ritengano, alla luce della drammatica situazione sopra esposta, di invitare la Indesit Company a rivedere le scelte annunciate, soprattutto in ordine al fatto che la proprietà intende chiudere gli stabilimenti nella Provincia di Bergamo e nella Provincia di Treviso, potenziandone però altri in zone diverse del Paese; se, qualora la Indesit Company dovesse confermare le decisioni assunte nel piano industriale già illustrato, non si ritenga opportuno attivare una specifica unità di crisi presso il Ministero del Lavoro e Politiche sociali, coinvolgendo pienamente i rappresentanti dei lavoratori e richiedendo la presenza al tavolo pure del Ministero per lo Sviluppo Economico, al fine di individuare ogni possibile soluzione che eviti o limiti notevolmente ripercussioni negative sugli attuali livelli occupazionali, garantendo comunque fin da ora la copertura economica di tutti gli ammortizzatori sociali necessari”.

ECO DI BERGAMO - 10/06/10 - DAI POLITICI SUBITO DUE INTERROGAZIONI

Una leghista e una del Pd. In campo anche il senatore Carrara (Pdl)
Anche il mondo politico bergamasco reagisce all'annuncio della chiusura dello stabilimento Indesit di Brembate Sopra. Nel giro di poche ore ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro sono giunte due interrogazioni parlamentari. La prima da parte dei deputati Pd Antonio Misiani e Giovanni Sanga, l'altra da parte dei parlamentari della Lega Nord Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli. Secondo Misiani «la chiusura dello stabilimento Indesit di Brembate è una decisione assolutamente inaccettabile, rispetto alla quale è necessario reagire con la massima fermezza. È inaccettabile che vengano cancellati altre centinaia di posti di lavoro con una crisi che ha fatto esplodere disoccupazione e cassa integrazione, è inaccettabile che il nostro territorio perda l'ennesimo punto di forza del proprio sistema produttivo. Per quanto ci riguarda, faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per evitare che Indesit lasci la bergamasca e per salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda». Sempre sul fronte Pd, la segreteria provinciale «esprime la propria vicinanza e solidarietà ai 430 lavoratori coinvolti ed alle loro famiglie», mentre i consiglieri regionali Maurizio Martina e Mario Barboni chiedono «alle istituzioni locali, alla Regione e ai ministeri competenti, di attivarsi rapidamente verso la proprietà. In ogni sede noi non faremo mancare la nostra voce e il nostro contributo».L'interrogazione leghista chiede invece ai ministri se non ritengano «di invitare la Indesit Company a rivedere le scelte annunciate o in subordine attivare una specifica unità di crisi presso il ministero del Lavoro, coinvolgendo i sindacati e richiedendo la presenza al tavolo pure del ministero per lo Sviluppo Economico, per individuare ogni possibile soluzione che eviti o limiti notevolmente ripercussioni negative sugli attuali livelli occupazionali». All'interrogazione leghista farà seguito già oggi un ulteriore passo dei deputati del Carroccio non solo bergamaschi ma anche trevigiani, dato che il destino dello stabilimento di Brembate pare legato a quello veneto di Refrontolo. È infatti prevista un'interpellanza urgente sempre sul tema delle chiusure dei due stabilimenti a cui il governo è chiamato a rispondere entro 20 giorni.Sul fronte Pdl, il senatore Valerio Carrara, annuncia che, «come per la vertenza Tenaris Dalmine, mi impegnerò personalmente, chiedendo come primo passo un incontro con la proprietà per capire e verificare tutte le opportunità percorribili per salvaguardare i posti di lavoro». E già nella giornata di oggi il senatore incontrerà il responsabile dei rapporti istituzionali del gruppo marchigiano. Per Carrara pare «impossibile che uno dei distretti industriali presi ad esempio dal nostro Paese possa sopportare ulteriori perdite di lavoro».

ECO DI BERGAMO - 10/06/10 - "ACCUSA INGENEROSA VERSO CHI CONTINUA A CREDERCI"

La reazione del presidente di Confindustria Bergamo Mazzoleni. Presto all'orizzonte possibili novità
«Un'accusa ingenerosa verso chi ha lavorato e sta lavorando al progetto»: Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria Bergamo, risponde «senza alcuna polemica», al segretario provinciale della Cgil Luigi Bresciani, che ha parlato senza mezzi termini di «fallimento del progetto Valle Seriana». Mazzoleni sottolinea, al contrario, i risultati già ottenuti e previsti anche per il futuro. «A breve – sottolinea Mazzoleni – ci sarà una convocazione della cabina di regia del progetto proprio perché ci sono novità. Le azioni previste sono molteplici: alcune richiedono procedure più semplici, stanno già andando avanti e sono in fase di attuazione; altre necessitano di tempi più lunghi anche in considerazione dei diversi livelli di complessità. Non userei, quindi, toni così pesanti come quelli di Bresciani». Alcune linee d'intervento, rimarca il presidente Mazzoleni, «coinvolgono tre livelli di responsabilità: Regione, Stato, Europa. E questi richiedono tempi più lunghi, ma lo sapevamo già in partenza. Certo ora occorre fare in fretta». «Voglio leggere la presa di posizione di Bresciani – aggiunge Mazzoleni – come un modo per smuovere i livelli istituzionali che ora devono prendere le decisioni. La sua mi sembra un'accusa ingenerosa verso chi lavora al progetto al quale, tra l'altro, partecipano anche i sindacati». Anche Gregorio Fontana, parlamentare bergamasco del Popolo della libertà, rassicura: «dopo aver parlato con l'Ufficio di Gabinetto del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi – sottolinea Fontana – posso confermare la massima disponibilità da parte del ministro a seguire la vicenda. Si sta lavorando per cercare di fare in modo che l'accordo sottoscritto sia coerente al cento per cento con le norme europee e per poter così attingere al Fondo di internazionalizzazione». Si tratta, osserva Fontana, «di un lavoro lungo e complesso, già iniziato da tempo, ma che porterà i suoi frutti. I fondi sono stati richiesti e ci sono; occorre trovare la convergenza tra tutti gli attori interessati: è un lavoro di squadra iniziato già da qualche tempo. Ora ci sono passaggi da perfezionare». «L'impressione – conclude Fontana – è che si voglia sollevare un polverone strumentale e politico: la Cgil ha deciso di ribaltare il tavolo, di mettere in campo una lotta dura contro il Governo e la manovra. E tutto questo è funzionale al suo disegno. Credo occorra senso di responsabilità da parte di tutti». Il parlamentare della Lega Nord Giacomo Stucchi, raggiunto telefonicamente a Berlino dove è impegnato per il Salone internazionale dell'aeronautica, ricorda che quello della Valle Seriana «è un progetto pilota che ha l'obiettivo di sostenere il recupero produttivo di un'area importante: si tratta di fare investimenti mirati». «L'iter è ancora in corso – conferma Stucchi – e il ministero non ha espresso un diniego. Il problema è che prima c'erano più risorse; oggi, anche in considerazione di fattori esterni come la crisi economica in atto, occorre scegliere con attenzione i progetti e servono i necessari controlli. Il percorso per la richiesta non è ancora concluso e quella di Bresciani è un'accusa infondata perché non c'è stato diniego da parte del ministero». Il sindaco di Bergamo Franco Tentorio ricorda che nei giorni scorsi i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil «hanno chiesto a me ad ogni assessore un incontro per affrontare diversi temi: mi sono detto assolutamente disponibile. Credo che il giudizio vada dato dopo». Dal canto suo, il presidente della Provincia Ettore Pirovano ha preferito non commentare le dichiarazioni di Bresciani.

ECO DI BERGAMO - 10/06/10 - PISCINA, CONTRO I RUMORI BARRIERA LUNGA 27 METRI

Grumello: i pannelli isolanti in corrispondenza degli scivoliL'aveva stabilito il tribunale, su richiesta di un privato cittadino
GRUMELLO. Si sta chiudendo con la posa in questi giorni di una barriera lunga 27 metri su parte del perimetro delle piscine comunali di Grumello, il «braccio di ferro» tra l'amministrazione comunale, proprietaria dell'impianto natatorio, e un privato cittadino che aveva dichiarato causa a «rumori e schiamazzi» provenienti dalla zona degli scivoli esterni. Dovrebbero concludersi a breve, infatti, i lavori per la posa delle barriere fonoassorbenti e isolanti, in coincidenza con la riapertura, oggi dopo la pausa invernale, del parco acquatico esterno delle piscine di via Don Belotti. La «grande muraglia», alta sei e lunga circa 27 metri, è stata installata sulla recinzione in corrispondenza degli scivoli, proprio per attutire i rumori provocati dai bagnanti che d'estate accedono alla piscina esterna. Per mitigare l'impatto ambientale della barriera sono già stati posati gli alberi tra la recinzione e la pista ciclabile che corre all'esterno dell'impianto, mentre all'interno è stata realizzata un'alta massicciata di terra contro cui poggiano i pannelli, ricoperta da essenze arboree. Contro l'impianto sportivo si era «scagliato» Lorenzo Rivellini, che abita in una casa a fianco di via Don Belotti, proprio in corrispondenza del parco acquatico esterno, per lui troppo rumoroso. Ad agosto 2009 la piscina era stata messa sotto sequestro dai carabinieri, in attuazione di una disposizione del giudice che aveva ritenuto «eccessivamente rumoroso» l'impianto. Dopo gli accertamenti da parte del consulente tecnico d'ufficio del tribunale, a cui si era rivolto Rivellini, era arrivata l'ordinanza del giudice: l'«Aquaclub» doveva posare i pannelli fonoassorbenti. Per qualche giorno, la piscina posta sotto sequestro era rimasta chiusa. Si era scatenato un putiferio in paese, con i 50 dipendenti dell'impianto che avevano protestato in strada insieme a decine di cittadini. Con loro anche i gestori dell'impianto, che è di proprietà del Comune ma è in gestione alla società «Aquaclub» che fa capo alla famiglia Locatelli. La questione era addirittura approdata sul tavolo del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, con un esposto dell'onorevole Giacomo Stucchi e dell'attuale assessore regionale all'Urbanistica, Daniele Belotti: i due politici bergamaschi volevano vederci chiaro e avevano chiesto di verificare, con un'ispezione, la correttezza della procedura adottata dal giudice riguardo al sequestro cautelativo dell'impianto comunale.Il giorno di Ferragosto dello scorso anno il parco era stato dissequestrato e, quindi, riaperto al pubblico, ma restavano chiusi gli scivoli esterni, ancora sotto sequestro. Ora, a distanza di quasi un anno, la vicenda sembra avviarsi alla conclusione, con la realizzazione di una parete isolante alta sei metri e lunga 27. Che la maggior parte dei cittadini di Grumello non voleva, perché toglie parte della vista sulla collina. Le opere dovrebbero essere completate a breve, e da oggi, primi tuffi nel parco acquatico esterno, che per tutta la stagione estiva resterà aperto ogni giorno a orario continuato, dalle 9 alle 19.

giovedì 3 giugno 2010

BERGAMO SERA - 03/06/10 - SERIATE, LE POSTE: DISSERVIZI SUPERATI E SERVIZIO ADEGUATO

SERIATE — “Data l’analisi dei flussi di traffico l’ufficio postale di Seriate è risultato in grado di soddisfare adeguatamente le richieste della clientela nel rispetto degli standard di qualità previsti”. E’ quanto si legge nella risposta scritta del viceministro delle Sviluppo Economico Paolo Romani all’interrogazione parlamentare presentata dai deputati della Lega Giacomo Stucchi, Pierguido Vanalli, Nunziante Consiglio e Ettore Pirovano che segnalava continui disagi e disservizi. Ebbene, le Poste, attraverso il ministro, fanno sapere che va tutto bene a Seriate. Che là ci sono 6 sportelli, 2 aree prodotti finanziari, un cash dispenser in funzione h24, adeguati al numero di abitanti del paese – 23mila circa – e alle loro esigenze. Non ci voleva l’intervento di un ministro per contare il numero di sportelli. La questione, come avevano sottolineato i leghisti nella loro interrogazione, era ben altra. Era quella dei disservizi continui che aveva portato il sindaco di Seriate Sivana Saita a convocare d’urgenza un incontro urgente con i vertici delle Poste locali per mettere fine ai guai di distribuzione e servizio postale cittadino, da anni problematico. E poi la promessa mancata dell’apertura di un secondo ufficio postale. Oppure la mancata ricezione di lettere e le lunghe attese agli sportelli. Tanto che molti seriatesi anche in questi giorni scelgono i paesi limitrofi per spedire la loro posta. E poi che dire dell’inagibilità di una parte dell’ufficio attuale? “Determinata da problemi strutturali dell’edificio – risponde il ministro, su indicazione delle Poste – dovute all’infiltrazione d’acqua attraverso il tetto a causa delle abbondanti nevicate delle festività natalizie. I lavori di manutenzione, nonostante la tempestività – sottolinea il documento – sono ancora in corso e richiederanno qualche mese per il completamento”. Era questo il motivo dello spostamento di parte del personale del recapito all’ufficio di Gorle, dove notoriamente hanno un tetto migliore. “Quanto ai disservizi nel recapito che si erano verificati per le difficoltà sopracitate – conclude il documento – sono stati superati e il servizio è tornato alla normalità”. Concetto abbastanza arbitrario quello della normalità. In ogni caso, “il ministero non mancherà di vigilare”. Siamo tutti più tranquilli…

martedì 1 giugno 2010

BERGAMO SERA - 1/06/10 - STUCCHI: NESSUNO RISPONDERA' MAI CHE VIVE NELLA BERGOMATVM AGER

BERGAMO — La Lega fa quadrato intorno al presidente della Provincia Ettore Pirovano, finito al centro delle polemiche per l’ormai annosa questione della bandiera “padana”. Ecco cosa ne pensa il deputato della Lega Nord Giacomo Stucchi. “Ha fatto bene il Presidente Pirovano a chiarire che il vessillo esposto ieri al Passo San Marco non è la bandiera ufficiale della Provincia di Bergamo, che non esiste, ma la semplice riproposizione del Gonfalone ufficiale (compreso lo sfondo verde non certamente scelto da Pirovano o dalla Lega) con la sola modifica dell'idioma utilizzato -dalla lingua latina a quella bergamasca- per esprimere la parola "Bergamo". Quindi, chiarita utilmente e con buona pace degli antileghisti di professione la questione cromatica, il grave delitto di cui si sarebbe macchiato il Presidente Pirovano sembrerebbe essere quello di aver utilizzato su un vessillo non ufficiale -in aggiunta alla scritta in lingua italiana- una fastidiosa parolina in lingua bergamasca, un idioma ancora vivo, parlato, la cui importanza non solo identitaria non possiamo certo dimenticare, in sostituzione del medesimo termine riprodotto però utilizzando la "più nobile", ma sicuramente meno utilizzata nelle conversazioni quotidiane dei bergamaschi, lingua latina. Rispetto e ammiro chi alla domanda posta da uno sconosciuto circa la provincia di sua residenza risponde convinto di vivere nella "BERGOMATVM AGER", guardo però con meno sospetto e più simpatia colui che, al contrario, risponde: "me so de Bèrghem”.

ECO DI BERGAMO - 1/06/10 - BANDIERA DELLA PROVINCIA SVENTOLA ANCORA LA POLEMICA

Il presidente Pirovano: «Pinzillacchere? Ecco cosa facciamo per il lavoro»Frizioni col Pdl. Il vice Capetti: «Io contro su Facebook? Errore dal palmare»
Il tema è «Cosa fa la Provincia per il lavoro». Ma la conferenza stampa convocata per replicare a sindacati e opposizioni, che accusano via Tasso di pensare solo alle «bandiere» (dopo il debutto del nuovo vessillo verde con scritta Bèrghem alla Cà San Marco) e non alla crisi, una volta esaurito il resoconto, diventa un «one man show» del presidente leghista Ettore Pirovano.Prima riferendosi alla polemica del segretario provinciale della Fiom sventola 120 euro (ogni bandiera costa 60 euro, ndr), dicendo di voler offrire il caffè a 120 sindacalisti. Poi se la prende col parlamentare del Pd Antonio Misiani: «Forse è preoccupato soprattutto del suo posto di lavoro, visto che il suo partito si sta sciogliendo». Trasferisce tutti nel suo ufficio, fa srotolare tutte le bandiere della Provincia che si sono succedute nel tempo, dice che «l'Inno di Mameli è provvisorio dal 1948, e quindi se la bandiera della Provincia resterà provvisoria per un po' (cioè senza autorizzazioni, ndr) nessuno scandalo: e poi come si fa a cantare "Che schiava di Roma" senza prurito?». Non risparmia neppure gli alleati del Pdl, che sulla bandiera è andato in ordine sparso (per il capogruppo in Provincia Giuseppe Bettera «Nessuno scandalo», mentre dal coordinatore provinciale Carlo Saffioti pieno dissenso): «Non c'è nessuna nube. Forse se la prendono perché li surclassiamo. Da loro io sto ancora aspettando delle idee». In barba al fatto che pochi minuti prima avesse presentato il piano di aiuti ad aziende, cassaintegrati e famiglie con al fianco l'assessore al Lavoro Enrico Zucchi e l'ex Giuliano Capetti (ora vicepresidente di via Tasso), entrambi piedellini. Da quest'ultimo, in sede ufficiale, nessun accenno all'adesione su Facebook al gruppo «Boicottiamo la nuova bandiera». Ma interpellato spiega: «È stato un errore. Mi è arrivata un'email sul palmare e per sbaglio ho cliccato "conferma". Mi sono già cancellato. Comunque in Giunta non si è approvata nessuna bandiera nuova. Servono degli iter ben precisi per cambiarla». «Non ci occupiamo solo di pinzillacchere, già dal 2005 con Capetti si andava al ministero di Maroni per le questioni occupazionali», ricorda Pirovano. E il vice conferma che «la cassa in deroga è nata proprio qui in Bergamasca, dove si sono create una normativa e una Commissione provinciale, per poi diventare esperienza nazionale». Zucchi cita i 30 casi aziendali «aperti», affrontati in altrettanti tavoli; il milione di euro per i Confidi e l'ugual cifra per le famiglie (si stanno definendo i criteri per assegnarli), stanziati nell'ultimo Bilancio di previsione; le cifre dell'apprendistato e e dell'inserimento disabili, oltre ai 40 cassaintegrati «divisi» tra Procura e Tribunale. Due le questioni particolari trattate. Per la Valle di Scalve si sta ragionando su possibili forme di aggregazioni d'imprese o gruppi d'acquisto; per le imprese del legno della Valle Brembana i leghisti hanno depositato in Parlamento un'interrogazione con la richiesta di attivare velocemente la «fiscalità zero».E proprio la Lega rinserra i ranghi. Al tavolo della conferenza ci sono anche i consiglieri regionali Giosuè Frosio e Roberto Pedretti, per ribadire la piena sintonia tra Regione e Provincia sui temi del lavoro: «Noi ci siamo. Piuttosto i sindacalisti non mettano il bastone tra le ruote. La crisi non è colpa di nessuno, c'è e va affrontata come stiamo facendo». Da Roma si fa sentire il deputato Giacomo Stucchi: «Il grave delitto di cui si sarebbe macchiato il presidente Pirovano sarebbe quello di aver usato su un vessillo non ufficiale, in aggiunta alla scritta in lingua italiana, una fastidiosa parolina in lingua bergamasca, un idioma ancora vivo, parlato, la cui importanza non possiamo dimenticare, in sostituzione del termine latino, più nobile ma sicuramente meno utilizzato. Rispetto e ammiro chi dice di vivere nella "Bergomatum ager" ma guardo con meno sospetto e più simpatia chi risponde "me so de Bèrghem"». E da Madrid (dov'è in corso un summit su economia e lavoro in Europa) il collega Nunziante Consiglio: «Che ci azzecca tirare in ballo i problemi del territorio quando si parla di una bandiera? Il presidente Pirovano bene ha fatto, con la scritta Bèrghem, ad esprimere pienamente l'appartenenza dei bergamaschi, e questo non gli ha impedito di occuparsi con incisività delle questioni occupazionali della nostra provincia». Ma la polemica non si placa. «L'elemento inquietante della nuova bandiera della Provincia pirovaniana – interviene il consigliere provinciale di Sinistra per Bergamo, Paolo D'Amico – è la scritta in dialetto che rimarca l'elemento identitario. Il principio dell'identità è fortemente connotato ideologicamente, è escludente dell'"altro", è una barriera, crea distanza anziché consolidare i valori della convivenza e del rispetto reciproco». E un lettore: «La bandiera verde con scritta in dialetto dimostra ancora una volta come questa gente abbia vedute molto corte e mentalità chiusa. Già da sempre nella tipologia del bergamasco c'è questa caratteristica di chiusura e isolazionismo. Ora la cosa si aggrava con l'apporto dello spirito leghista. Spero che tutte le forze politiche più aperte e il Cai facciano in modo che queste grette posizioni e queste manovre non si ripetano. Anche per il buon nome della terra bergamasca».