domenica 30 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 30/05/10 - "NOI ARTIGIANI LASCIATI SENZA AIUTO DALLE ISTITUZIONI"

Assemblea dell'Associazione, il presidente invita a reti d'impresaGuerrini: «Il sindacato di contrapposizione non ha più senso»
«Le nostre imprese sono davvero allo stremo. Abbiamo bisogno che il governo e le istituzioni ci aiutino con interventi concreti». È l'appello che il presidente dell'Associazione artigiani , Angelo Carrara, ha lanciato alla 65ª assemblea generale svoltasi alla Fiera di Bergamo. Perché «non possiamo essere sempre in prima linea, rischiando in prima persona, noi e le nostre famiglie, senza sostegni e anzi vedendoci aumentare le difficoltà ogni giorno», ha detto Carrara.Vero è che nel primo trimestre di quest'anno l'artigianato bergamasco ha visto un recupero della produzione su base annua, seppure ancora in territorio negativo (-1,6%), ma «questo risultato positivo è dovuto in massima parte all'eccezionale spirito di sacrificio della nostra gente, alla voglia di resistere dei nostri imprenditori e alla caparbietà con cui hanno fronteggiato, e stanno fronteggiando, le difficoltà, rischiando nell'impresa anche il proprio patrimonio personale». Non sono favoritismi quelli che chiedono gli artigiani, ma azioni concrete che si traducano ad esempio nella semplificazione amministrativa e fiscale, e in un maggior accesso al credito e all'innovazione, consapevoli che «è il momento di ripensare lo sviluppo, e il compito principale dell'Associazione artigiani è quello di fare il possibile per aiutare le nostre imprese a riposizionarsi in un mercato che non è più quello in cui eravamo abituati ad operare, accompagnandole nei processi di innovazione, costruendo insieme una rete di rapporti "buoni", instaurando una nuova "solidarietà"», ha continuato Carrara. Emerge la necessità di un diverso approccio che passa sempre di più attraverso la creazione di aggregazioni e reti di imprese, ed è altrettanto importante la cura dei rapporti con le istituzioni e le amministrazioni a tutti i livelli «in cui noi siamo instancabili». Si tratta di un fare sistema che proprio in questi giorni si sta traducendo «nell'aggregazione a livello nazionale delle cinque più grandi organizzazioni di rappresentanza delle Pmi, nel nuovo soggetto Rete imprese Italia, che darà un'unica voce a oltre 2,3 milioni realtà imprenditoriali, pari al 94,7% del tessuto produttivo nazionale», ha precisato Carrara.In un momento in cui la politica si è limitata a dire che «la crisi passerà e le cose si aggiusteranno da sole», come ha affermato il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Guerrini, di fronte ad una platea numerosa in cui erano presenti diversi esponenti delle istituzioni e delle associazioni locali, sono soprattutto le associazioni del territorio a intercettare i bisogni e guadagnarsi la fiducia delle imprese. Se Guerrini riconosce la necessità di fare sacrifici, ribadisce che tutti sono chiamati a farli, con un esplicito riferimento ai costi della politica, senza rinunciare a una stoccata al sindacato: «Un sindacato che fa continua contrapposizione fra padroni e dipendenti non ha più senso». Gli ha fatto eco Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Lombardia, affermando che «in Francia il '68 è nato e poi è morto, mentre in Italia non è ancora finito».Si è detta disponibile a collaborazioni future con il mondo dell'artigianato, l'assessore alle Attività produttive di Palafrizzoni, Enrica Foppa Pedretti (in rappresentanza del sindaco Franco Tentorio), elogiando «la capacità di trasformazione e la velocità nell'applicare i processi di innovazione delle imprese artigiane». I deputati Gregorio Fontana (Pdl) e Giacomo Stucchi (Lega) e Marcello Raimondi, assessore regionale all'Energia e reti, hanno dichiarato il loro apprezzamento sulle iniziative che l'Associazione artigiani sta portando avanti sul tema dell'energia», mentre il presidente della Provincia Ettore Pirovano, ha difeso il ruolo di Via Tasso dichiarando che «i dipendenti pubblici della nostra Provincia sono 1 ogni 190 cittadini, mentre in altre zone si può arrivare anche a un rapporto di 20 ogni 190».«Bisogna avere il coraggio di spostare il peso delle tasse dalle imprese e le famiglie alle rendite», ha detto Giovanni Sanga, parlamentare del Pd.Qualche fischio è partito all'indirizzo dell'onorevole Gabriele Cimadoro (Idv) quando ha dichiarato: «Le vostre battaglie sono quelle che noi portiamo avanti da anni, mentre c'è chi salvaguarda le grandi industrie e le banche». Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio, intervenuto subito dopo ha replicato: «Pensavo di essere intervenuto a un'assemblea, mentre mi sembra di essere ad un comizio politico».Ha puntato sull'importanza del credito il presidente della Camera di Commercio, Paolo Malvestiti, evidenziando che «l'ente camerale continuerà a proporre misure e interventi da utilizzare in chiave anticongiunturale».

venerdì 28 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 28/05/10 - "FISCALITA' DI VANTAGGIO" PER LA VALLE BREMBANA

Lo chiede la Lega Nord in un'interrogazione ai ministri di Lavoro, Sviluppo ed Economia
Una transitoria «fiscalità di vantaggio» che, di fatto, incentivi e sostenga il territorio e le realtà economico-produttive della zona in un'ottica, ovviamente, di salvataggio dell'occupazione e degli aspetti sociali presenti sul territorio. Rilancia così, la Lega Nord, l'avvio di un piano strategico coordinato per il salvataggio dell'imprenditoria e dell'occupazione della Valle Brembana. La proposta è inserita in un'interrogazione a risposta scritta presentata ai ministri del Lavoro, dello Sviluppo Economico e dell'Economia e delle Finanze sulla situazione del settore legno in Valle Brembana dagli onorevoli Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli.L'interrogazione ai tre ministri è stata presentata all'indomani della proposta lanciata dalla Filca-Cisl di Bergamo di dar corso ad un «federalismo produttivo» quale strategia per tentare di uscire dalla profonda crisi che ha investito uno storico settore industriale.In particolare, spiegano i parlamentari nella loro interrogazione, «la preoccupante flessione del settore legno in Val Brembana, eccellenza riconosciuta a livello internazionale, non è causata solo dalla tremenda congiuntura economica internazionale e dal blocco del mercato nazionale». Ma si ricorda anche che «la Val Brembana è da anni dimenticata dal tavolo di programmazione delle grandi opere infrastrutturali e dal governo integrato del territorio» e che «che già da tempo alcune importanti aziende hanno chiuso i loro siti in Valle, per costruire impianti più moderni in altre aree della Bergamasca». I parlamentari osservano poi «che negli ultimi quindici anni nessun fondo straordinario per le aree a viabilità complessa è stato destinato alla Valle» e che «senza produzione, senza occupazione, senza movimento di persone e di merci il mercato collassa» oltre al fatto che «la "fiscalità" è retta solamente dalla minoranza della popolazione». In fine, osservano ancora che «la scarsa attenzione alla mobilità, alla viabilità dedicata al commercio delle materie prime e dei prodotti finiti sono da anni la malattia che rischia di uccidere lo sviluppo della Val Brembana e delle altre valli bergamasche». Una situazione «ulteriormente aggravata dalla devastante crisi economica che ha colpito pesantemente tutta la Bergamasca». Per questo, i parlamentari chiedono ai ministri se «intendano attivare in tempi brevi una transitoria "fiscalità di vantaggio", in linea con i principi di attuazione del federalismo, per impedire la chiusura e l'emigrazione delle imprese che ancora rimangono in Valle Brembana» e se «al fine di difendere e promuovere la tradizione di eccellenza delle piccole e piccolissime imprese che caratterizzano il territorio della Provincia di Bergamo, non ritengano necessario avviare una nuova programmazione territoriale condivisa e concertata con le parti sociali e le associazioni industriali».

ECO DI BERGAMO - 28/05/10 - SVOLTA DELLA GELMINI DA SETTEMBRE A BERGAMO PARTE LICEO MUSICALE

La senatrice Alessandra Gallone: «Me l'ha confermato il ministro»Decisivo l'impegno delle istituzioni e il lavoro fatto nelle scuole
Bergamo ha il liceo Musicale. La notizia è ufficiale: il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha inserito la città nell'elenco del primo gruppo di licei che partiranno nel prossimo anno scolastico.«Sono felicissima della notizia – afferma la senatrice Alessandra Gallone che in questi mesi si è particolarmente spesa per raggiungere l'obiettivo – e ho già ringraziato il ministro che me l'ha comunicato personalmente mercoledì sera. Non è stato un ringraziamento formale ma davvero sentito, istituzionale e personale, perché il ministro ha compreso le ragioni di Bergamo, le ha condivise e ha fatto propria la questione. Del resto ha trovato una città di valore e si è stabilito un contatto che speriamo resti. Il merito del successo però è anche di tutta la squadra bergamasca, che ha operato a tutti i livelli per portare a casa il risultato».«In Parlamento abbiamo lavorato tutti insieme – continua Gallone –, io e i deputati Gregorio Fontana, Giorgio Jannone, Giacomo Stucchi. Ma non avremmo ottenuto il liceo musicale se non avessimo potuto dimostrare che Bergamo aveva tutte le carte in regola. Per questo altrettanto importante è stato l'accordo sulla sede di Astino raggiunto dal sindaco di Bergamo Franco Tentorio con l'assessore all'Istruzione Danilo Minuti, la Mia, l'istituto musicale Donizetti; la collaborazione della Provincia e in particolare dell'assessore all'Istruzione Enrico Zucchi. La Regione Lombardia ci è stata vicina con il vicepresidente Gianni Rossoni e l'assessore all'Ambiente Marcello Raimondi che, da bergamasco, ha tenuto desta l'attenzione su questo tema. Nella squadra ci sono anche i sindacati scuola, in particolare lo Snals provinciale con il segretario Loris Renato Colombo e naturalmente tutti i tecnici: dal dirigente scolastico provinciale Luigi Roffia al dirigente del liceo Secco Suardo Giuseppe Pezzoni, con tutti gli insegnanti dell'Istituto. È una lunga lista – sottolinea Alessandra Gallone – ma davvero il grazie va a tante persone e tutte sono state necessarie per rimettere in corsa Bergamo».L'esclusione dalla prima lista di licei musicali diffusa dal ministero nella scorsa primavera aveva amareggiato la città perché l'educazione musicale in questi anni è stata costruita con attenzione: le scuole medie a indirizzo musicale, la sperimentazione al Secco Suardo (addirittura due classi tra musicale e coreutico), la curvatura musicale al Sarpi.Tra l'altro le sperimentazioni, a cominciare addirittura nelle scuole d'infanzia e poi negli istituti comprensivi in città (Campagnola e Celadina) erano partite durante il mandato di Gallone come assessore ai servizi educativi al Comune di Bergamo.Oggi gli istituti comprensivi a indirizzo musicale della provincia di Bergamo sono in città gli istituti comprensivi Corridoni, Mazzi, Muzio, Donadoni, Santa Lucia. In provincia gli istituti comprensivi di Albino, Curno, Lallio, Lovere, Pradalunga, Ranica, Moro di Seriate, Stezzano, Terno d'Isola, Treviglio, Villa di Serio. La squadra bergamasca ha potuto far valere anche tutta la tradizione donizettiana, dalla presenza del conservatorio che può fornire i docenti di strumento al liceo e dare sbocco, nel quadro della riforma dell'Alta formazione artistica e musicale a equipollenza universitaria, al raggiungimento di una professionalità musicale completa per gli studenti che volessero fare della musica l'asse portante del proprio futuro.«Sono molto felice del risultato – osserva la senatrice Gallone – anche perché per la mia esperienza di genitore e insegnante credo molto nella valenza educativa dell'arte e della musica. Sono passioni che indirizzano al bello e, quando diventano discipline, valorizzano i talenti dei ragazzi. Avere un liceo pubblico permetterà di dare a tutti la possibilità di accedere alla musica».Alla filiera musicale bergamasca si aggiunge così un altro pezzo importante. Ora manca solo la piena valorizzazione, in termini attuali, della figura del compositore Gaetano Donizetti. Ma anche su questo Alessandra Gallone ha qualche idea: «Sto lavorando al progetto di un'Accademia Donizettiana, vedremo...».Intanto la notizia del liceo Musicale ha tolto dall'incertezza la quarantina di studenti che si sono iscritti al liceo Secco Suardo. Dice il dirigente Giuseppe Pezzoni: «Sono molto soddisfatto, anche perché il liceo premia tutto il lavoro fatto in questi anni e gli dà una prospettiva definitiva. Ora potremo procedere con le selezioni, dato che lo studio dello strumento deve essere già avviato da parte dello studente e continuato al liceo con la stessa intensità dei primi anni di conservatorio».

giovedì 27 maggio 2010

BERGAMO SERA - 27/05/10 - SCUOLE: ARRIVANO 4,5 MILIONI PER LA SICUREZZA DEGLI EDIFICI

BERGAMO — I parlamentari della Lega esprimono soddisfazione per l’erogazione dei fondi per la sicurezza delle scuole che porteranno in Bergamasca quasi 4,5 milioni di euro da impiegare in interventi sugli edifici. “A seguito della delibera del Cipe del 13 maggio 2010 – spiega un comunicato stampa della Lega – è stato dato il via libera all’erogazione dei fondi per la sicurezza nelle scuole. Alla Regione Lombardia sono state assegnate risorse per un totale di 49.890.000 euro, di cui alla Provincia di Bergamo ne sono stati assegnati 4.420.000 euro, per la realizzazione di 10 interventi nelle strutture scolastiche (in allegato l’elenco dettagliato dei comuni bergamaschi)”. “Gli onorevoli Stucchi, Pirovano, Consiglio e Vanalli, deputati bergamaschi della Lega Nord – prosegue il comunicato – esprimono piena soddisfazione per il risultato raggiunto e per lo sforzo del Governo che, in un momento di congiuntura economica negativa ha saputo realizzare questo importante intervento a favore delle Regioni, in attuazione al vero spirito del federalismo”. “Tali stanziamenti saranno velocemente impiegati – dice il segretario di presidenza della Camera dei Deputati Giacomo Stucchi – in quanto saranno assegnati direttamente ai sindaci e alla Provincia, che potranno direttamente gestirli per migliorare la sicurezza negli edifici scolastici a beneficio di studenti, famiglie e professori”.

mercoledì 26 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 26/05/10 - PRESEZZO SCOPRE L'ARTE DI PASCHETTA

Una «missione» intrapresa da adulto, in un momento in cui la vita da imprenditore «andava stretta», ma intenzionata a maturare notevolmente nel tempo. Nasce così l'avventura pittorica dell'artista milanese Mario Paschetta, le cui opere (nella foto) sono esposte fino al 6 giugno al Palazzo Furietti Carrara di Presezzo. Presenti all'inaugurazione molte autorità, tra cui l'assessore regionale Daniele Belotti, il deputato Giacomo Stucchi e l'assessore provinciale Silvia Lanzani. A inaugurare l'evento il presidente di Promoisola, Silvano Ravasio, e il sindaco di Presezzo Giovanni Paganessi, organizzatori della mostra con Provincia e Fondazione Cariplo. «Verso Bergamo» il titolo della mostra. «Nel 1992 Mario Paschetta sceglie la pittura come filtro per guardare il mondo – spiega la critica d'arte Anna Caterina Bellati –. Ha intrapreso da subito la sua indagine sulla materia e i differenti materiali che si possono impiegare nel fare arte, riorganizzandoli secondo i canoni dell'astrazione e prendendo spunto da artisti come Burri, Crippa e Mattioli, ma anche dai naturalisti lombardi». Nella mostra – che propone anche i grandi monocromi, opere più recenti dell'artista – spicca la cosiddetta «stanza blu», dedicata a Yves Klein, l'artista che affascinò Parigi con le sue scoperte e un nuovo colore, chiamato appunto il «blu Klein».

martedì 25 maggio 2010

BERGAMO NEWS - 25/05/10 - TERREMOTO, DANNI SOLO ALLE CHIESE LA REGIONE VUOL VEDERCI CHIARO

Consiglio regionale - L’assessore La Russa ha posto qualche dubbio sui motivi che hanno causato le crepe in otto chiese della Valserina. "Dobbiamo essere certi che i danni segnalati siano effettivamente riconducibili al sisma".
Terremoto, la Regione prima di aprire il portafoglio vuole vederci chiaro. Lo scorso 20 maggio i parlamentari leghisti bergamaschi hanno richiesto formalmente lo stato di emergenza per i quattro Comuni che hanno subito danni in seguito al recente terremoto e ha avuto come epicentro Albino. Giacomo Stucchi, Pierguido Vanalli, Nunziante Consiglio ed Ettore Pirovano hanno inviato una lettera inviata direttamente a Berlusconi e Bertolaso seguita poi da una domanda di contributi anche alla Regione Lombardia da parte dei consiglieri regionali del Carroccio. Il Consigliere regionale Giosuè Frosio, Lega Nord, durante il Consiglio regionale che si è svolto oggi, ha chiesto informazioni sulla reale situazione sismica dei territori colpiti, sulle azioni di verifica in corso dei danni subiti alle strutture pubbliche e private e sulle risorse che verranno messe a disposizione dei Comuni colpiti. In particolare, Frosio ha poi sottolineato la necessità “di maggiori strumenti di prevenzione in chiave antisismica e di un monitoraggio costante e puntuale delle situazioni”.L’assessore Romano La Russa ha però risposto picche, anzi, ponendo anche qualche dubbio sui motivi che hanno causato le crepe in otto chiese della Valserina, ad Algua, Bracca e Serina. Sono infatti gli unici edifici a risultare danneggiati. Nonostante il sisma sia stato avvertito in quasi tutta la provincia bergamasca, solo le chiese hanno registrato danni. La Russa è categorico: “Le strutture regionali competenti stanno svolgendo le ultime verifiche, anche per essere certi che i danni segnalati siano effettivamente riconducibili al terremoto”.

lunedì 24 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 24/05/10 - NASCE LA FONDAZIONE "OSPEDALE AMICO"

Treviglio Primo obiettivo una raccolta fondi per la struttura di Romano

Treviglio. È stata presentata sabato la fondazione «Ospedale Amico» all'ospedale di Treviglio-Caravaggio, nata per volontà della stessa azienda ospedaliera, della Fondazione Cassa Rurale di Treviglio e della Banca di Credito Cooperativo di Caravaggio. La fondazione si ispira alla promozione integrale della persona, si propone di svolgere attività a valenza sociale per il territorio della Bassa ma potrà realizzare partnership anche con enti di altre realtà nazionali. Con l'obiettivo di «fare bene il bene» la fondazione si propone, come stabilisce lo statuto, di intervenire nei settori sanità, medicina preventiva e riabilitativa, ricerca scientifica, assistenza agli anziani, assistenza alle persone diversamente abili, crescita e formazione giovanile e collaborazione con enti pubblici. Una prima iniziativa, intitolata «Adotta una stanza», sarà attivata nei prossimi mesi e sarà rivolta alla raccolta fondi per accelerare i tempi di ristrutturazione dell'Ospedale di Romano, colpito a marzo da un incendio. «La fondazione vuole avere un ruolo attivo e propositivo sul territorio. Abbiamo scelto questa formula giuridica per avere autonomia ed essere indipendenti dai finanziatori – ha spiegato Cesare Ercole, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera di Treviglio-Caravaggio e presidente della fondazione –. Non ha uno scopo di lucro e tutti gli utili verranno reinvestiti nella realizzazione degli scopi statutari attraverso una gestione etica e trasparente. Per questo tutti gli amministratori svolgono il loro compito senza ricevere compensi e abbiamo fissato un tetto del 5% per i costi di gestione». Alla presentazione sono intervenuti anche Carlo Mangoni, presidente della Banca di Credito cooperativo di Caravaggio, Antonio Leoni, rappresentante della Fondazione Cassa rurale di Treviglio, l'onorevole Giacomo Stucchi, Giuseppe Prevedini, sindaco di Caravaggio, e Francesco Lingiardi, vicesindaco di Treviglio. Per rivolgere donazioni alla Fondazione si può effettuare un bonifico intestato a «Fondazione Ospedale Amico» alla Cassa rurale di Treviglio.

sabato 22 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 22/05/10 - CARAVAGGIO, SI ALZA IL SIPARIO SULLA STATUA DELLO SCOLARO CONTESO

Il monumento ricorda la disputa per la scuola di MasanoPirovano: c'è ancora un ricorso al Consiglio di Stato

Caravaggio «Grazie a tutti coloro che sono qua presenti perché hanno capito l'importanza di questo monumento». Con queste parole ieri il sindaco di Caravaggio, Giuseppe Prevedini, ha aperto la cerimonia di inaugurazione del Monumento allo scolaro.La statua, che si trova di fronte alla scuola elementare Merisi e che raffigura uno scolaro seduto a un banco di scuola, è il simbolo della battaglia condotta dal 1998 al 2002 dal Comune di Caravaggio per mantenere aperta la scuola elementare di Masano. Battaglia che ha visto in prima linea l'allora sindaco e ora presidente della Provincia Ettore Pirovano, presente ieri alla cerimonia insieme agli assessori provinciali Mario Gandolfi e Roberto Anelli e ai deputati della Lega Nord Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio. A lui è spettato il compito di ricordare ai numerosi presenti la vicenda, ma soprattutto cosa ha voluto dire «salvare la scuola elementare di Masano. Se avesse chiuso, i residenti della frazione probabilmente avrebbero perso anche l'asilo e l'oratorio». La scuola è rimasta aperta grazie ai finanziamenti ricevuti dal Comune. «Un grazie quindi – ha affermato il presidente Pirovano – va anche a tutti i residenti di Caravaggio e di Vidalengo». Avendo utilizzato soldi pubblici per finanziare una scuola di fatto privata (dal 2002 è però ritornata statale) il sindaco, ma anche gli assessori e consiglieri della Lega Nord di allora, erano stati condannati dalla Corte dei Conti a rimborsare al Comune 625 mila euro, poi ridotti a 50 mila. «Sulla vicenda però – ha rivelato il presidente della Provincia – è ancora pendente un ricorso al Consiglio di Stato. Non è da escludere che alla fine ci dia ragione e che i soldi ci vengano restituiti». Dopo la condanna, tale cifra era stata versata nelle casse comunali e poi destinata proprio alla realizzazione del Monumento allo scolaro «che ci ricorda – ha affermato il sindaco Prevedini – che amministrare vuol dire garantire i diritti dei propri cittadini, anche a costo di rischiare del proprio». Dopo i discorsi è venuto il momento dell'inaugurazione della statua che, come ha rivelato il presidente Pirovano, è stata fatta a somiglianza di un suo compagno di classe insieme al quale, negli anni Cinquanta, frequentò la scuola elementare Merisi. La cerimonia si è quindi conclusa con la benedizione del parroco monsignor Giovanni Amigoni, secondo il quale il monumento deve essere per gli scolari «un monumento a un serio impegno alla formazione».

venerdì 21 maggio 2010

BERGAMO NEWS - 21/05/10 - TERREMOTO, STUCCHI CHIAMA BERLUSCONI STATO D'EMERGENZA PER 4 PAESI

La richiesta - I parlamentari leghisti si appellano al presidente del Consiglio e Bertolaso affinché decidano per lo stato di emergenza nei paesi orobici colpiti dalle due scosse, tra i quali Bracca, Algua Selvino e Albino.
Giacomo Stucchi, deputato bergamasco della Lega, insieme ai colleghi Nunziante Consiglio, Pierguido Vanalli ed Ettore Pirovano, si appella al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al capo dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso affinché decidano per lo stato di emergenza nei paesi orobici colpiti dalle due scosse di terremoto dei giorni scorsi, tra i quali Bracca, Algua Selvino e Albino. Ecco la formale richiesta inviata a Berlusconi. Caro Presidente,visti i danni causati dalle due scosse sismiche che nei giorni scorsi (11 e 14 maggio 2010) hanno colpito molti paesi della Provincia di Bergamo, tra i quali Bracca, Algua, Selvino e Albino, con la presente Le chiediamo, seguendo le procedure normative vigenti, di deliberare lo “stato di emergenza” nelle aree colpite, e conseguentemente di far emanare al più presto l’ordinanza necessaria all’attuazione degli adeguati interventi, al fine di evitare situazioni di pericolo, o maggiori danni alle persone o alle strutture pubbliche e private colpite (tra cui otto chiese nella Val Serina) dall’evento calamitoso in questione.Cordialmente. On. Giacomo Stucchi On. Ettore Pirovano On. Nunziante Consiglio On. Pierguido Vanalli

BERGAMO SERA - 21/05/10 - DANNI DEL TERREMOTO: LA LEGA CHIEDE A BERLUSCONI LO STATO D'EMERGENZA

BERGAMO — I parlamentari della Lega Nord Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Pierguido Vanalli e Ettore Pirovano hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al capo della Protezione Civile Guido Bertolaso per richiedere lo stato di emergenza nelle zone di montagna fortemente colpite dai terremoti delle settimane scorse. “Visti i danni causati dalle due scosse sismiche che nei giorni scorsi (11 e 14 maggio 2010)- si legge nella missiva – hanno colpito molti paesi della Provincia di Bergamo, tra i quali Bracca, Algua, Selvino e Albino, con la presente Le chiediamo, seguendo le procedure normative vigenti, di deliberare lo “stato di emergenza” nelle aree colpite, e conseguentemente di far emanare al più presto l’ordinanza necessaria all’attuazione degli adeguati interventi, al fine di evitare situazioni di pericolo, o maggiori danni alle persone o alle strutture pubbliche e private colpite (tra cui otto chiese nella Val Serina) dall’evento calamitoso in questione”.

ECO DI BERGAMO - 21/05/10 - LEGA INTERROGAZIONE A BERLUSCONI SUL RITIRO DELLE RACCOMANDATE

I deputati della Lega Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Pierguido Vanalli ed Ettore Pirovano, hanno inviato un'interrogazione a risposta scritta al ministro per lo Sviluppo economico (incarico assunto ad interim dal presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, in seguito alle dimissioni del Ministro Claudio Scajola) sui disagi provocati dal ritiro centralizzato delle raccomandante nella sede delle Poste di via Galimberti a Redona, chiedendo «se non ritenga opportuno invitare l'azienda Poste italiane a non peggiorare ulteriormente il già carente servizio offerto ai cittadini della Provincia di Bergamo, che già patiscono da lungo tempo i gravi disagi riguardanti problematiche puntualmente segnalate dagli interroganti, prevedendo un'adeguata prestazione in tutta la Bergamasca».«L'ufficio comunicazione di Poste Italiane – scrivono – fa presente che il ritiro delle raccomandate in via Galimberti, nel quartiere di Redona, riguarda tutti i residenti della città; ma tra i cittadini ci sono anche anziani senza auto che, se prima riuscivano a risolvere il problema prendendo i bus verso il centro, ora si trovano in difficoltà: per loro andare a ritirare una raccomandata in via Galimberti è diventata un'impresa piuttosto ardua, vedendosi costretti a raggiungere la periferia cittadina per eseguire l'operazione; inoltre, ci sono i cittadini che lavorano, alcuni pendolari, che non riuscirebbero ad arrivare con i mezzi pubblici (treno e bus) prima dell'orario di chiusura, essendo una zona periferica».

ECO DI BERGAMO - 21/05/2010 - "TERREMOTO, SERVE LO STATO D'EMERGENZA"

La richiesta dei parlamentari leghisti al presidente Berlusconi dopo i danni delle due scosse

«Nessun paese colpito dal sisma deve essere dimenticato». Con questo obiettivo si è sviluppata una doppia azione targata Lega Nord: i parlamentari leghisti hanno scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il gruppo consiliare regionale del Carroccio ha presentato un'interrogazione alla Giunta. I parlamentari in questione sono Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli che si rivolgono al presidente Berlusconi sottolineando la situazione che si è creata dopo le scosse di terremoto e chiedendo lo «stato di emergenza». «Visti i danni causati dalle due scosse sismiche che nei giorni scorsi (11 e 14 maggio) hanno colpito molti paesi della provincia di Bergamo, tra i quali Bracca, Algua, Selvino e Albino – scrivono i parlamentari –, con la presente Le chiediamo, seguendo le procedure normative vigenti, di deliberare lo "stato di emergenza" nelle aree colpite, e conseguentemente di far emanare al più presto l'ordinanza necessaria all'attuazione degli adeguati interventi, al fine di evitare situazioni di pericolo, o maggiori danni alle persone o alle strutture pubbliche e private colpite (tra cui otto chiese nella Val Serina) dall'evento calamitoso in questione».Ma la preoccupazione per l'onda sismica ha toccato anche il Pirellone. Infatti si sono mobilitati i consiglieri regionali Giosuè Frosio e Roberto Pedretti con una interrogazione all'assessore Romano La Russa. «La scorsa settimana – spiegano i consiglieri del Carroccio – si sono verificate due scosse sismiche in provincia di Bergamo, rispettivamente di 3,3 gradi e di 2,8 gradi. L'evento ha danneggiato strutture pubbliche e private, tra cui anche otto chiese in Val Serina, causando forte preoccupazione nella popolazione, che teme un ripetersi delle scosse. Siamo convinti che nessun paese che ha subito questi danni debba essere dimenticato e invitiamo l'assessore regionale alla Protezione civile a effettuare un sopralluogo nei Comuni colpiti dall'evento sismico». Nell'interrogazione si chiede all'assessore «di riferire quale sia la reale situazione dei territori colpiti, se si prevedono ulteriori scosse sismiche, le azioni si stanno programmando per la verifica dei danni subiti alle strutture pubbliche e private e quali risorse verranno messe a disposizione dei Comuni colpiti».

martedì 18 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 18/05/10 - "AMMORTIZZATORI DA PROROGARE OLTRE IL 2010"

La richiesta dei sindacati agli esponenti della politica presenti al presidio di piazza Matteotti
Fare squadra e condividere la responsabilità, a tutti i livelli, per trovare ipotesi, percorsi, soluzioni legislative alla crisi, a breve e lungo termine. Questo l'invito dei sindacati confederali provinciali Cgil, Cisl e Uil, al mondo associativo e politico locale, regionale e parlamentare bergamasco, che ha risposto positivamente. Dando vita, ieri pomeriggio, a un insolito incontro a più voci, a cielo aperto, davanti al presidio di piazza Matteotti. «Bergamo si è sempre distinta nel fare gruppo nei momenti di difficoltà – ha detto Marco Cicerone, segretario provinciale Uil – e oggi è necessario rimettere in piedi un'iniziativa di squadra con chi fa politica a tutti i livelli, per contenere al massimo gli effetti degenerativi dei prossimi mesi». Al livello nazionale, i sindacati bergamaschi chiedono di prorogare oltre il 2010 gli ammortizzatori sociali e di intraprendere una politica di piano industriale, con un occhio all'assetto produttivo del nostro territorio. «A livello territoriale, invece, chiediamo di avere più coraggio per rimettere in moto la microeconomia», ha aggiunto Cicerone. L'attenzione principale va al welfare per le famiglie in difficoltà, per Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl Bergamo, che ha affermato la necessità di «offrire prospettive alle persone. Le famiglie, nei prossimi mesi, rischiano maggiori difficoltà e allora dobbiamo chiederci quali politiche sociali mettere in campo e che ruoli assumeranno i singoli comuni». A settembre-ottobre, i sindacati hanno in programma anche «un'iniziativa sui temi dello sviluppo a Bergamo – come ha anticipato Luigi Bresciani, segretario provinciale Cgil – perché crediamo che la politica con la P maiuscola debba dare un suo contributo».La risposta territoriale è arrivata dal sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, che si è detto ben volentieri disponibile a proseguire il confronto con una serie di incontri presso gli assessori competenti degli ambiti coinvolti. Proseguendo con il tema degli investimenti «volano per il lavoro, per i quali mancano i fondi, che si potrebbero ricavare da politiche di disinvestimento, sulle quali è necessario trovare una condivisione politica per accelerarne i tempi». Per la provincia di Bergamo, ha parlato l'assessore al Lavoro, Enrico Zucchi, precisando l'impegno concretizzatosi con stanziamenti di bilancio per le famiglie in difficoltà (1 milione i euro) e per il fondo rischi dei consorzi fidi (un altro milione di euro). «Proponiamo, inoltre, il rafforzamento dei centri per l'impiego, attraverso un uso più flessibile e territoriale del sistema delle doti – per Zucchi –. Questo territorio è, inoltre, pronto a fare un salto di sperimentazione in termini di flexicurity e sussidiarietà».Tra i rappresentanti bergamaschi al governo che sono intervenuti ieri, oltre a Sergio Piffari (Idv), Giovanni Sanga (Pd) ha sostenuto la necessità di «rivedere la composizione della formula del patto di stabilità della funzione pubblica, in modo che consenta anche di realizzare alcuni investimenti di sostegno nell'economia locale»; Giacomo Stucchi (Lega) ha sottolineato l'impegno per «ottenere le risorse per la cassa in deroga anche per il 2011». Per il Pd erano presenti anche i consiglieri regionali Maurizio Martina e Mario Barboni.L'analisi del senatore Mauro Ceruti (Pd) ha individuato, invece, tre motori di sviluppo che sono in crisi al nord, in generale, ma anche nella nostra provincia, in particolare: «Le reti, i cui nodi a Bergamo sono l'aeroporto, la fiera e il nuovo ospedale, per i quali mancano infrastrutture di collegamento adeguate; la formazione e la ricerca; e il welfare, che deve diventare politica, azione, motore di sviluppo». In particolare su Orio al Serio, «stiamo lavorando in silenzio a un progetto, attraverso un comitato – ha concluso Nunziante Consiglio (Lega) – per creare una Teb anche in Valle Brembana, sul modello di quella della Valle Seriana, collegando le due linee con Orio e innestandosi sul sistema ferroviario per collegarsi a Milano con l'alta velocità».Infine, assente per impegni, Savino Pezzotta (Udc), in un comunicato, ha avanzato la proposta di «un punto permanente di azione tra i parlamentari bergamaschi, le istituzioni e le forze sociali per determinare azioni convergenti sui problemi della nostra provincia».

ECO DI BERGAMO - 18/05/10 - GHISALBA, PREMIATI I SALAMI NOSTRANI

Vincono due norcini di Martinengo e Albano. Sul podio anche Antegnate
GHISALBA Due vincitori ex aequo per il «miglior salame nostrano bergamasco», titolo assegnato nel corso della sagra del salame di Ghisalba, quest'anno alla decima edizione. Sul gradino più alto del podio sono saliti Daniele Ranghetti di Martinengo e Renato Barcella di Albano Sant'Alessandro che hanno entrambi totalizzato 225 punti e sono stati premiati dal circolo «La buona tavola» di Ghisalba sia come migliori produttori che come migliori norcini. Al terzo posto è giunto Fiorenzo Arquati di Antegnate con 208 punti.Inutile dire che i 10 salami selezionati per la degustazione da parte della giuria ufficiale erano tutti di ottima qualità, a loro volta selezionati da norcini esperti tra i 45 salami in gara, provenienti da tutta la provincia di Bergamo: insaccati rigorosamente artigianali e prodotti secondo le regole della tradizione. Sabato sera i 10 salami selezionati sono stati analizzati da una apposita giuria secondo parametri precisi: aspetto esterno, colore e consistenza, rispondenza alla tipicità, aroma e gusto. Gli insaccati finalisti erano numerati in modo da non poter risalire al produttore e solo al termine della valutazione individuale, Giuseppe Rizzi, presidente del circolo «La buona tavola» e organizzatore della manifestazione, ha svelato i nomi dei norcini. In premio prodotti tipici e le targhe offerte dall'amministrazione comunale assegnate dal sindaco Samuele Vegini e dall'onorevole leghista Giacomo Stucchi.Prima dell'incoronazione del miglior salame nostrano si è svolto nel palazzo comunale un convegno dal titolo: «Agriturismo bergamasco, ospitalità e tradizione» con relatori e rappresentanti del mondo delle istituzioni e delle associazioni di categoria, quali la Provincia di Bergamo, la Camera di Commercio, l'Università degli studi di Milano, la Coldiretti, Confagricoltura, l'Unione Agricoltori e Copagri. Apertura e conclusioni sono toccate all'assessore provinciale all'Agricoltura Enrico Piccinelli che ha spiegato le tendenze in atto di un comparto che, nonostante la generale crisi economica, mantiene buone prospettive, elogiando infine la sagra di Ghisalba come momento di festa comunitaria incentrata sulla riscoperta delle produzioni tipiche bergamasche. A chiusura del convegno un soddisfatto Giuseppe Rizzi ha voluto commemorare Pietro Ferranti, uno dei fondatore del circolo «La buona tavola» recentemente scomparso. Mentre in municipio si teneva il convegno, in piazza Garbali impazzava la festa (proseguita sino a tarda sera) con numerosi stand e punti ristoro dove associazioni locali e di volontariato hanno servito fino le più svariate specialità gastronomiche, non solo a base di salame ma comprendenti tutte le pietanze tipiche della tradizione bergamasca, favorevolmente accolte da un numeroso pubblico che da ormai dieci anni dimostra di gradire questa manifestazione, divenuto un appuntamento immancabile per molti buongustai.

ECO DI BERGAMO - 18/05/10 - "AMMORTIZZATORI DA PROROGARE OLTRE IL 2010"

La richiesta dei sindacati agli esponenti della politica presenti al presidio di piazza Matteotti
Fare squadra e condividere la responsabilità, a tutti i livelli, per trovare ipotesi, percorsi, soluzioni legislative alla crisi, a breve e lungo termine. Questo l'invito dei sindacati confederali provinciali Cgil, Cisl e Uil, al mondo associativo e politico locale, regionale e parlamentare bergamasco, che ha risposto positivamente. Dando vita, ieri pomeriggio, a un insolito incontro a più voci, a cielo aperto, davanti al presidio di piazza Matteotti. «Bergamo si è sempre distinta nel fare gruppo nei momenti di difficoltà – ha detto Marco Cicerone, segretario provinciale Uil – e oggi è necessario rimettere in piedi un'iniziativa di squadra con chi fa politica a tutti i livelli, per contenere al massimo gli effetti degenerativi dei prossimi mesi». Al livello nazionale, i sindacati bergamaschi chiedono di prorogare oltre il 2010 gli ammortizzatori sociali e di intraprendere una politica di piano industriale, con un occhio all'assetto produttivo del nostro territorio. «A livello territoriale, invece, chiediamo di avere più coraggio per rimettere in moto la microeconomia», ha aggiunto Cicerone. L'attenzione principale va al welfare per le famiglie in difficoltà, per Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl Bergamo, che ha affermato la necessità di «offrire prospettive alle persone. Le famiglie, nei prossimi mesi, rischiano maggiori difficoltà e allora dobbiamo chiederci quali politiche sociali mettere in campo e che ruoli assumeranno i singoli comuni». A settembre-ottobre, i sindacati hanno in programma anche «un'iniziativa sui temi dello sviluppo a Bergamo – come ha anticipato Luigi Bresciani, segretario provinciale Cgil – perché crediamo che la politica con la P maiuscola debba dare un suo contributo».La risposta territoriale è arrivata dal sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, che si è detto ben volentieri disponibile a proseguire il confronto con una serie di incontri presso gli assessori competenti degli ambiti coinvolti. Proseguendo con il tema degli investimenti «volano per il lavoro, per i quali mancano i fondi, che si potrebbero ricavare da politiche di disinvestimento, sulle quali è necessario trovare una condivisione politica per accelerarne i tempi». Per la provincia di Bergamo, ha parlato l'assessore al Lavoro, Enrico Zucchi, precisando l'impegno concretizzatosi con stanziamenti di bilancio per le famiglie in difficoltà (1 milione i euro) e per il fondo rischi dei consorzi fidi (un altro milione di euro). «Proponiamo, inoltre, il rafforzamento dei centri per l'impiego, attraverso un uso più flessibile e territoriale del sistema delle doti – per Zucchi –. Questo territorio è, inoltre, pronto a fare un salto di sperimentazione in termini di flexicurity e sussidiarietà».Tra i rappresentanti bergamaschi al governo che sono intervenuti ieri, oltre a Sergio Piffari (Idv), Giovanni Sanga (Pd) ha sostenuto la necessità di «rivedere la composizione della formula del patto di stabilità della funzione pubblica, in modo che consenta anche di realizzare alcuni investimenti di sostegno nell'economia locale»; Giacomo Stucchi (Lega) ha sottolineato l'impegno per «ottenere le risorse per la cassa in deroga anche per il 2011». Per il Pd erano presenti anche i consiglieri regionali Maurizio Martina e Mario Barboni.L'analisi del senatore Mauro Ceruti (Pd) ha individuato, invece, tre motori di sviluppo che sono in crisi al nord, in generale, ma anche nella nostra provincia, in particolare: «Le reti, i cui nodi a Bergamo sono l'aeroporto, la fiera e il nuovo ospedale, per i quali mancano infrastrutture di collegamento adeguate; la formazione e la ricerca; e il welfare, che deve diventare politica, azione, motore di sviluppo». In particolare su Orio al Serio, «stiamo lavorando in silenzio a un progetto, attraverso un comitato – ha concluso Nunziante Consiglio (Lega) – per creare una Teb anche in Valle Brembana, sul modello di quella della Valle Seriana, collegando le due linee con Orio e innestandosi sul sistema ferroviario per collegarsi a Milano con l'alta velocità».Infine, assente per impegni, Savino Pezzotta (Udc), in un comunicato, ha avanzato la proposta di «un punto permanente di azione tra i parlamentari bergamaschi, le istituzioni e le forze sociali per determinare azioni convergenti sui problemi della nostra provincia».

lunedì 17 maggio 2010

BERGAMO NEWS - 17/05/10 - LA CASA DEI PARLAMENTARI OROBICI: ECCO DOVE VIVONO A ROMA

L'indagine - Dove vivono deputati e senatori di Bergamo quando scendono nella capitale? Quasi tutti in piccoli appartamenti attorno a Montecitorio o Palazzo Madama, in affitto. Qualcuno in albergo. Solo Carolina Lussana in casa di proprietà del marito.
Il parlamentare bergamasco non compra casa a Roma. Vive in affitto per lo più, in appartamenti piccoli, ma centralissimi oppure sceglie l’albergo. E’ questa dunque, mentre al centro della cronaca giudiziar-politica si collocano particolarissimi rapporti di compravendita di immobili della casta (o della cricca), la tipologia dell’alloggio targato Bg nella capitale.L’unica deputata che sta in casa di appartenenza (“è di mio marito, parlamentare pure lui) è Carolina Lussana, della Lega Nord: “Prima alloggiavo in albergo, poi, da sposata mi sono trasferita a casa di mio marito, Giuseppe Galati (Pdl): un appartamento, un po’ fuori, in zona Teulada”. Degli altri lumbard orobici, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli hanno fatto una scelta un po’ particolare: “Ogni martedì via internet scegliamo un albergo per stare a Roma un paio di notti durante la settimana – spiega Consiglio. Non importa che sia vicinissimo a Montecitorio, semmai ci spostiamo in taxi. Quanto ci costa? Dipende molto dal luogo, dal periodo… però si va dagli 80 ai 130 euro a notte. Se facciamo due conti, taxi compreso spendiamo a testa 300-350 euro a settimana, tutto sommato ci sta rispetto agli affitti che girano”. E Vanalli conferma: “Ci sembra più comodo e anche un po’ più risparmioso e poi andando in hotel ci sentiamo psicologicamente più legati a casa nostra, qui in provincia”.Tra i deputati del Carroccio, Giacomo Stucchi dal 2000 e cioè da dieci anni sta in via Persiana, una parallela della centralissima via del Corso: “Un monolocale con solo il letto e una libreria dell’Ikea, neanche un quadro alle pareti. È pago poco più di mille euro al mese: l’ho avuto da un privato”.Il presidente della Provincia di Bergamo, nonché deputato, Ettore Pirovano invece sta in un “solaio, non scriva attico mi raccomando, pensi che se mi alzo di colpo batto la testa sul soffitto. Insieme a un collega parlamentare dividiamo uno spazio micro, saranno undici metri quadrati a testa più la cucina in comune, dietro la sede del Messaggero, in centro. A settecento euro al mese”.Sul fronte opposto, politicamente parlando, tra i parlamentari del Partito democratico solo Antonio Misiani sta in affitto: “In via Baccina, vicino a via Nazionale, in pieno centro: un appartamento che divido con un collega e per il quale pago 1.500 euro al mese”. Giovanni Sanga invece sceglie l’albergo, hotel vicino a Montecitorio: “Il prezzo cambia a seconda del periodo”, spiega senza aggiungere dettagli.E il senatore Mauro Ceruti invece va “a prestito”: “Sono stato per tre mesi ospite di un amico che ha vissuto negli Stati Uniti, a volte sto in albergo. All’inizio del mandato alloggiavo in un convento. Appena avrò risolto alcune questioni personali e potrò dedicarmi a definire il mio soggiorno romano penso che opterò proprio per il ritorno in convento”.Tornando agli esponenti della maggioranza di governo e quindi al Popolo della libertà Giorgio Jannone, che peraltro è il presidente della commissione bilaterale di controllo degli enti di gestione (vale a dire Inail, Inps… e tutti gli enti a cui fanno capo palazzi e case di gran pregio) sta in affitto nella capitale, da un privato, in un appartamento di 50 metri quadrati nella piazza del Parlamento pagando 1.600 euro al mese. Così come Gregorio Fontana che da un decennio abita in via Della Croce, vicinissimo a Montecitorio (così mi muovo a piedi, perché Roma in auto è impossibile): 75 metri quadrati di proprietà di un ingegnere a 1.900 euro al mese.Dal canto suo Valerio Carrara ha affittato da un’agenzia immobiliare un appartamentino di 35 metri quadrati in via Dei Pianellari vicino a via Della Scrofa, ma preferisce non dire quanto lo paga.Affitto anche per Alessandra Gallone: “Stavo in hotel poi un giorno per caso mi sono imbattuta in un’agenzia immobiliare che mi ha proposto un francobollo, 40 metri quadrati con soppalchino, a 1.200 euro al mese più le spese in via D’Ascanio, trasversale di via Della Scrofa. Meglio così: più comodo e in fondo anche meno costoso dell’albergo”.Mirko Tremaglia, veterano del Parlamento italiano, da anni e anni quando scende nella capitale dorme in un appartamento centrale affittato. Torniamo agli eletti dell’opposizione e al movimento che fa della legalità la propria bandiera. Per l’Italia dei valori Sergio Piffari a Roma soggiorna in un appartamento in affitto dalla Banca Popolare di Bergamo a 2.000 euro al mese più le spese condominiali dalle parti della fontana di Trevi: “Divido l’appartamento, e il suo costo, con il mio collega di partito Ivan Rota (pure eletto a Bergamo) e nello stesso edificio c’è la sede dell’Idv”.Anche Gabriele Cimadoro ha affittato dall’assicurazione Ausonia un appartamento “in un palazzo meraviglioso in cui ha vissuto il presidente Sandro Pertini. Pago 1.700 euro al mese più le spese. Me l’ha suggerito un ex collega parlamentare”.

domenica 16 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 16/05/10 - TERREMOTO, RESTA CHIUSA LA PARROCCHIALE BRACCA

Ieri il sopralluogo sulle chiese danneggiate in Val SerinaI parroci a sindaci e politici: «Aiutateci a restaurarle»
BRACCA - La chiesa di Bracca, danneggiata dalle due scosse sismiche dei giorni scorsi, resterà chiusa ancora per tutta la prossima settimana. Per le funzioni religiose si continuerà quindi a far capo alla chiesetta di Sant'Antonio di Truchel-Bruga.È il verdetto emsso dai tecnici che hanno compiuto un secondo sopralluogo sull'edificio, che pare il più colpito degli otto della Valle Serina lesionati dalle scosse di terremoto di martedì e venerdì scorsi. A Bracca, tra l'altro, poco lontano dalla parrocchiale risulta anche l'unica casa privata – di Michel Carobbio – in cui si sarebbero aperte delle fessure dopo il terremoto. A proposito della chiesa, «le crepe si sono ulteriormente allargate e se ne sono aperte di nuove – ha precisato l'ingegner Franco Solvetti –: sono necessarie altre verifiche. E si dovrà procedere a un'attenta verifica della cella campanaria, che pure ha subito danni. Beninteso che non ci sono pericoli imminenti di crolli, ma è necessario un esame approfondito della situazione, nell'ottica del recupero». Sempre nel corso dello stesso sopralluogo è stato fatto il punto sulle chiese di Pagliaro e di Sambusita, dove ha subito danni anche la canonica, mentre si è rimandata alla prossima settimana la verifica sui restanti edifici sacri danneggiati dal sisma, tra cui la chiesa di Trafficanti. I tecnici hanno osservato che il territorio interessato dal terremoto è molto delicato in termini geologici: si ricorda, ad esempio, che nel 1888 scese la grande frana di Truchele che formò il laghetto di Algua, che un paio di decenni fa furono necessari interventi di consolidamento del pendio su cui sorge la chiesa di Sambusita e che nel 2002 ci fu una grande frana, ancora a Bracca, poco oltre l'hotel della fonte omonima. La conclusione è che sarebbe auspicabile uno studio di tutto il territorio della bassa Valle Serina. Al sopralluogo hanno partecipato il parroco di Bracca e vicario locale della Valle Serina, don Francesco Mangili; don Pierangelo Redondi, parroco di Rigosa, Sambusita e Ambriola; don Stefano Pellegrini, parroco di Costa Serina, Ascensione e Trafficanti. C'erano anche i sindaci Marco Muttoni, di Bracca, e Bruno Cimarra, di Costa Serina, i tecnici Franco Solvetti, Alessandro Chiodelli, Giorgio Fanti, Antonio Altieri, Lino Micheli ed Ernesto Mattoni. Quest'ultimi – sacristi rispettivamente della chiesa di Bracca e di quella di Pagliaro – sono stati i primi a rilevare e segnalare i danni del terremoto ai due edifici. Hanno partecipato anche il deputato Giacomo Stucchi e il consigliere regionale Giosuè Frosio. «Abbiamo apprezzato il loro interessamento – ha osservato don Mangili –. Hanno risposto con sollecitudine alla nostra richiesta di essere in Valle per una verifica della situazione, convocando anche i tecnici per i primi rilievi. Io e gli altri sacerdoti abbiamo sottolineato che le nostre chiese sono ormai l'unico punto di riferimento sociale, oltre che religioso, per le nostre comunità che hanno generosamente contribuito negli anni a mantenere intatto quel grande patrimonio artistico e morale che sono le nostre chiese. Per questo abbiamo richiesto la presenza dei sindaci al sopralluogo. Ora siamo fiduciosi che ci saranno vicini».

venerdì 14 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 14/05/10 - "NOI POLIZIOTTI, TROPPO POCHI FATICHIAMO A COPRIRE I TURNI"

I sindacati attaccano il governo: con l'ultima mobilità solo sei uomini in più«A Orio 75 agenti contro i 150 di Linate. E la stradale a volte non ha pattuglie»
Un saldo di soli 6 agenti in più, su 2.800 unità (più 1.600 nuove immissioni in ruolo) movimentate su scala nazionale nei giorni scorsi nell'ambito di un intervento di mobilità generale. Il tutto in una realtà – quella bergamasca – che è già fra le più penalizzate in termini di agenti in rapporto al numero degli abitanti. È quanto denunciano i sindacati della polizia di Stato, in un comunicato sottoscritto in maniera unitaria alla vigilia della festa della polizia dai segretari provinciali di tutte le sigle presenti a Bergamo (Luigi Menditto per il Siulp, Maurizio Cester per il Sap, Gianluca Brembilla per il Siap, Sebastiano Piermattei per Silp-Cgil, Antonio Polisena per Ugl-Polizia, Claudio Lauricella per il Consap, Antonello Personeni per il Coisp e Mauro Sabetta per Sp).«pochi e sempre più vecchi»«Negli ultimi anni – scrivono i sindacati – la polizia di Stato ha subito una riduzione d'organico di 10 mila unità su scala nazionale, ha visto chiudersi l'opportunità di arruolare giovani attraverso la leva, non ha potuto bandire concorsi (l'ultimo è del 1996, ndr) e il decreto ministeriale che stabilisce gli organici è del 1989. Una dinamica di arruolamento che ha impedito il turn-over, fatto schizzare l'età media e messo in ginocchio molti uffici. A partire dalla questura di Bergamo che si trova schiacciata tra l'esigenza di garantire da un lato il servizio amministrativo (stranieri, passaporti, licenze), e dall'altro il controllo del territorio, passando per la stradale, che in una realtà economico-sociale così vivace, può offrire a malapena una pattuglia per turno. Per finire con l'ufficio di frontiera dell'aeroporto, che ha dovuto affrontare la crescita tumultuosa dei passeggeri senza alcuna maggiorazione d'organico: Orio – precisano i sindacati - quest'anno raggiungerà gli 8 milioni di passeggeri e scavalcherà Linate come terzo scalo italiano, ma l'organico era ed è di 75 unità contro i 150 dello scalo milanese». l'attacco ai politici«Vogliamo sottolineare – attaccano i sindacati – la mancata attività di "lobby" dei politici locali per l'incremento d'organico. Già, perché altre realtà territoriali hanno tratto grande giovamento dalla mobilità del personale. Si prenda ad esempio Varese: in quest'ultima tornata ha guadagnato 25 unità, in un contesto già piuttosto positivo. Ora, se l'attuale governo nazionale non può per ragioni economiche dar corso alle promesse di cui parlava quando era opposizione; se nemmeno la sempre maggior forza politica della Lega contribuisce a invertire la tendenza; se nemmeno l'avere nella compagine governativa alcuni notevoli esponenti politici bergamaschi giova in termini di organico; se, viceversa, altri politici, ministri, leghisti ce la fanno per le loro realtà di riferimento, che cosa possiamo fare? L'unico strumento è denunciare pubblicamente quello che sappiamo e sperare che la cittadinanza possa fare la propria parte sostenendoci».«fatichiamo a far le pattuglie»«Crediamo che a qualcuno possa interessare – illustrano i sindacati – che la questura fatica a mettere in strada due volanti per turno, che le code alla frontiera di Orio sono lunghe ma lo sarebbero molto di più se il personale di servizio non fosse, come accade, distolto dalla vigilanza della struttura aeroportuale. Che l'operatore telefonico della polizia stradale, a giusta richiesta della cittadinanza per un incidente, è costretto a rispondere per carità di patria che non può mandare la pattuglia perché è già impegnata, quando in realtà non ce l'ha perché non è stato possibile metterla in strada. Che la polizia ferroviaria non presidia di notte (e spesso nemmeno la sera) le stazioni di Bergamo e Treviglio perché dispone di un organico di appena 21 poliziotti. Che il dipartimento, per affrontare l'enorme carico di lavoro determinato dagli oltre 100 mila stranieri residenti, manda solo personale civile assunto tramite le agenzie interinali. Che nonostante tutto le personalità politiche da tutelare non restano mai senza scorta. Siamo stanchi di una gestione emergenziale della sicurezza. E il 15 maggio, festa della polizia, non abbiamo motivo per festeggiare».le reazioni dei parlamentari«Il problema è reale – dichiara Gregorio Fontana (Pdl) – i poliziotti svolgono il loro lavoro in condizioni difficili e, nonostante questo, con risultati importanti e positivi. È chiaro che tutti dobbiamo impegnarci e fare sempre di più. In questo senso il ministro Maroni ha assicurato attenzione al territorio bergamasco. Va però detto che qualcosa abbiamo ottenuto, negli ultimi tempi, per la sicurezza: penso ad esempio ai trenta militari inviati di pattuglia, che con il loro servizio sgravano almeno in parte i compiti degli agenti, penso ai poliziotti penitenziari in più, penso all'impegno profuso a Zingonia, dove lo Stato sta tornando presente. Certo, ancora molto c'è da fare e non ci tireremo indietro».«Siamo consapevoli delle criticità esistenti – afferma l'onorevole Giacomo Stucchi (Lega) – ed è per questo che il lavoro delle forze di polizia a Bergamo è ancora più encomiabile. Rinnoviamo il nostro impegno già dai prossimi giorni per ottenere un miglioramento della situazione attuale».Duro il centrosinistra: «Da tempo – dichiara Giovanni Sanga (Pd) – evidenziamo il problema con interrogazioni e ordini del giorno, ma questo governo al di là dei proclami non consegue alcun risultato concreto per Bergamo. Da parte nostra tutta la solidarietà agli operatori della polizia, ma la solidarietà non basta: adesso servono atti concreti».«Siamo di fronte – sostiene Antonio Misiani (Pd) – a una cruda e documentata denuncia dell'abbandono in cui sono state lasciate le forze dell'ordine nella nostra provincia e dell'inconsistenza di una classe politica di governo, Lega in primis, che a Bergamo sulla sicurezza fa tante chiacchiere ma non porta a casa nulla, a differenza di altre realtà come Varese. Con l'onorevole Sanga avevamo presentato il 25 settembre 2008 un'interrogazione parlamentare: è impressionante constatare come siano passati 20 mesi senza che il ministro dell'Interno Maroni si sia degnato di rispondere. Nel frattempo, a fronte di un carico di lavoro crescente, la dotazione di uomini e mezzi si sta indebolendo. Chi è al governo del Paese si deve assumere la propria responsabilità».

lunedì 10 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 10/05/10 - "PER QUESTE STRADE SFILA L'ITALIA MIGLIORE"

La Russa: «Forte senso di coesione nazionale». Tentorio: «Giornata indimenticabile, sono un sindaco felice». Consenso bipartisan per gli alpini. Qualche mugugno quando il ministro e Di Pietro indossano il cappello
C'è chi pensa che i politici dicano tutti le stesse cose. E magari in qualche caso non sbaglia. Ma questa volta hanno ragione i politici, perché di fronte a questo popolo di alpini che marcia fieramente per le strade di Bergamo è impossibile pensarla diversamente: qui c'è l'Italia migliore. Quella capace di sfilare 12 ore filate in un'adunata semplicemente pazzesca. Roba da rimanere a bocca aperta, da brividi sotto pelle quando le Frecce Tricolori sfrecciano per una città che si ritrova naso all'insù e che esplode (letteralmente) quando tocca alle penne nere bergamasche. Piove, fa buio, ma persino la compassata tribuna autorità perde l'aplomb e si trasforma in una polveriera. «Sono un sindaco felice, sì...» ammette Franco Tentorio, poco dopo aver sfilato a seguito del gonfalone di Palafrizzoni in apertura dell'adunata e aver concesso il bis nell'apoteosi serale: «Un'esperienza indimenticabile, una festa purtroppo irripetibile, tutta da godere attimo dopo attimo». Anche abbracciato alla consorte, in prima fila con foulard tricolore d'ordinanza quando in piazza Vittorio Veneto sfilano gli alpini di Alassio, paese natio della signora Angela. A proposito, lo sapevate che il presidente della sezione Ana di Savona è bergamasco? Così, tanto per non farci mancare nulla...«Bergamo e gli alpini, un connubio migliore non si poteva immaginare», commenta il ministro alla Difesa Ignazio La Russa, che arriva a sfilata già iniziata, poco dopo il capo di Stato maggiore dell'esercito generale Giuseppe Valotto. «Da Bergamo parte, alla vigilia del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, un segnale forte di coesione nazionale e di amore per la Patria. L'adunata degli alpini è l'incontro tra gli italiani e i militari che più di ogni altro sanno rappresentare l'amore per la Patria, l'aiuto ai più deboli, il senso di amicizia e di corpo tra di loro», commenta il ministro. Poi uno sguardo alla città: «Un applauso, davvero: questi Tricolori dimostrano come il sentimento nazionale e l'amore per la patria appartengano nella stessa misura al sud, al centro e al nord» butta lì con chiari riferimenti politici ad uso interno degli alleati. Materia però poco tollerata dalle penne nere, neutre per definizione: e così dal corteo (in quel momento stanno sfilando le infinite sezioni del cuneese, terra di Resistenza con la erre maiuscola) parte qualche «nooo...» quando La Russa s'infila il cappello – «e pensare che da militare ero solo sottotenente» – del generale Armando Novelli. Medesimo destino per un silente Antonio Di Pietro, a conferma che per gli alpini quel copricapo è tutto tranne che un semplice ornamento. Più loquaci invece i colleghi di partito Ivan Rota («Qui si ritrova l'Italia capace di andare avanti oltre le appartenenze politiche») e Sergio Piffari: «Questa gente c'incoraggia ad andare avanti all'insegna dell'unità e dell'ottimismo, perché solo così si superano i momenti difficili». Perché «questi alpini sono il meglio del Paese e ci dicono che con ideali e valori si fanno grandi cose: una lezione importante per tutti», spiega Gigi Petteni, segretario regionale della Cisl.Il Pirellone è rappresentato dall'assessore all'Ambiente ed Energia, Marcello Raimondi: «Che emozione sfilare col gonfalone... Che gente questi alpini. È stata un'esperienza indimenticabile che dà senso ed orizzonte a tutti noi che facciamo politica. Qui c'è l'Italia migliore, i valori che ci fanno ancora andare avanti in questi tempi difficili». Ugualmente emozionato Ettore Pirovano, presidente della Provincia: «Una giornata fantastica, indescrivibile l'emozione di questa sfilata e averne fatto parte è un ricordo che non mi abbandonerà per molto tempo. Gli alpini? Una sola parola: entusiasmanti».Ma di penne nere in congedo (ex non è una parola contemplata nel loro vocabolario) ce ne sono pochine tra le autorità: l'ex consigliere regionale Pietro Macconi e il parlamentare Gabriele Cimadoro. Sigaro d'ordinanza (poco militare, decisamente...) e vagamente sull'imboscato: «La mia naia? Due mesi in Friuli e poi a Bergamo. Questa gente è grande: un segno concreto di unità, fratellanza, passione, amore e dedizione. Per Bergamo è il più grande evento degli ultimi 20 anni».Un evento dove ci ha messo lo zampino la nube islandese, che ha bloccato un alpino doc come Franco Marini, già presidente del Senato e delegato dal suo successore Renato Schifani a rappresentare Palazzo Madama. Compito svolto dal parlamentare bergamasco Gregorio Fontana per la Camera: «Queste giornate entrano a pieno diritto nella storia di Bergamo e dei nostri valori: gli alpini sono l'Unità del Paese e nello stesso tempo forse il primo corpo federalista della storia, rappresentando in modo così orgoglioso il territorio. Gente di grande umanità e coraggio, e lo dimostrano ogni giorno» spiega. E sfilare tra due ali di folla deve essere un'esperienza davvero unica, anche se non sei un alpino, come nel caso del consigliere regionale Carlo Saffioti, al passo con i colleghi dell'ospedale da campo dell'Ana, un'altra perla di questo incredibile popolo: «Pazzesco, una cosa unica, un'emozione che non dimenticherò mai. Non sono frasi fatte, è qualcosa che ti rimane dentro».E allora forse è vero: «Questa è la gente migliore d'Italia, dobbiamo solo imparare da loro». Giorgio Jannone ha calato in testa il basco azzurro dell'aeronautica «ma mio nonno era un alpino», e sabato all'incontro con le autorità ha portato il suo cappello «perché so che lui ne sarebbe stato felice. Qui c'è un grande spirito, questa è gente pronta in ogni momento, su cui puoi contare». Ieri come domani, ma «quello di oggi è un giorno da non dimenticare: guardateli, questa è gente vera. Bergamo si conferma una grande comunità alpina, forte del suo senso di responsabilità e attaccamento alle tradizioni» commenta Giovanni Sanga. Una città che «ha spalancato le sue braccia per questa bellissima festa di popolo: abbiamo dato una grande prova d'accoglienza e gli alpini la stanno ricambiando con questa sfilata meravigliosa» è il parere di Antonio Misiani. Nel pomeriggio in tribuna autorità arriva anche Savino Pezzotta.«Diciamo che in questi giorni sono psicologicamente complessi per me» commenta Roberto Bruni: «Se mi dispiace non essere più sindaco? Eh sì, anche perché questa adunata nasce sotto la nostra amministrazione, i primi passi organizzativi li abbiamo compiuti noi. Comunque tutto bene, complimenti al Comune, la sola nota stonata è stata purtroppo il tempo». Ma per gente abituata a rimboccarsi le maniche e lottare è poco più che un dettaglio: «Gli alpini sono una risorsa inestimabile e un pilastro fondamentale: sono qui per il piacere di ringraziarli, glielo dobbiamo», sottolinea un applauditissimo Guido Bertolaso, responsabile della Protezione Civile.Mirko Tremaglia è invece semplicemente commosso: quando un alpino della delegazione olandese (con tanto di caratteristici zoccoli attaccati sul vessillo) si stacca e va a stringergli la mano. Ma soprattutto quando lo sguardo sfiora quelle bandiere tricolori messe sulle Mura dalla Fondazione che porta il nome dello scomparso figlio Marzio: «Era un ufficiale degli alpini, oggi è qui con noi». In una «Bergamo meravigliosa, come questi straordinari alpini», aggiunge la senatrice Alessandra Gallone. Una città che «riesce a ricevere un tale numero di persone dimostra di saper vivere un appuntamento del genere in modo positivo e costruttivo», rileva soddisfatto il prefetto Camillo Andreana.Compatto il fronte leghista: «Questa gente ci ricorda l'importanza delle tradizioni e di un modo di vivere semplice improntato alla solidarietà», commenta Giacomo Stucchi, mentre il collega d'aula Nunziante Consiglio guarda oltre: «Bergamo è stata grande, anche questo è un bellissimo segnale che fa ben sperare per il futuro: abbiamo investito sull'immagine della città». D'accordo il neoassessore regionale Daniele Belotti: «Grande organizzazione, bellissima giornata, stupendo sentire tanti dialetti padano-alpini». Ma dalla sfilata arriva soprattutto un grande senso d'unità: «Quello di noi alpini, un segnale importante per il Paese» commenta il comandante generale delle forze terrestri, Armando Novelli.Un Paese che si mette sull'attenti davanti«chi rappresenta un misto di senso del dovere e cameratismo che fa la differenza. Gente libera in ogni cosa che fa. E ne fa tante», spiega il sottosegretario Carlo Giovanardi, in rappresentanza del governo (insieme al collega alla difesa Guido Crosetto). Uno che con le sue mostrine da carabiniere «da qualche anno ha il privilegio di scortare il labaro». L'ha fatto anche ieri a Bergamo, dove per 12 ore filate è rimasto lì al suo posto a veder sfilare l'oceano di penne nere: «Me ne vado all'ammainabandiera, non prima». Quando gli alpini saranno già sulle strade d'Italia, tornando a casa. E la loro voglia di festa ci mancherà. Quella di fare, no. Quella resta qui, ogni giorno.

domenica 9 maggio 2010

ECO DI BERGAMO 09/05/10 - "GRAZIE BERGAMO PER QUEST' ARIA ALPINA"

Le autorità al Donizetti: abbiamo gli stessi valori
L'Ana: siamo gente libera, se avete bisogno siamo qui
La sintesi la tira il (monumentale, una montagna d'uomo) sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto «alpino artigliere di montagna» come si definisce con malcelato orgoglio: «Se 400 mila persone invadono una città è un disastro: se sono 400 mila alpini è un momento di festa». A Bergamo due volte «perché alpini e bergamaschi hanno gli stessi valori: impegno, tenacia e tanto volontariato», spiega il sindaco Franco Tentorio, che getta lo sguardo fuori dalla platea del Teatro Donizetti: «Quei Tricolori che vedete alle finestre sono figli di un sentimento profondo, uno spettacolo unico e irripetibile». E poi «ricordatevi, cari alpini, che ogni Tricolore è un bacio di una donna...».Bella gente, questi alpini, «a volte strani, duri ma non cocciuti: abbiamo voglia di fare» come li definisce il presidente nazionale dell'Ana Corrado Perona. Un esercito di pace che oggi sfilerà per le vie di Bergamo «per dire grazie alla città, alla provincia e alla regione». Ma non solo: «Vedete, esiste un'Italia che cammina per ore per salutare le istituzioni, perché noi di questo siamo fieri. Siamo alpini, siamo liberi: se avete bisogno di qualcuno, noi siamo qui». Con lo sguardo indietro ad un passato «glorioso e di sacrifici, che ci fa camminare e soprattutto non ci permette di sbagliare»: ma soprattutto avanti, a quegli alpini ora soldati di professione «perché c'è continuità se noi crediamo in chi ora ci precede in sfilata».Perché «alpini in uniforme e in congedo sono un tutto unico, una grande famiglia», ricorda il comandante delle truppe alpine Alberto Primicerj. Qui a Bergamo «dove si respira un'aria alpina particolare, grazie di cuore per l'accoglienza che ci avete dato», ma anche a Kabul o Herat, nell'Afghanistan martoriato «dove i nostri soldati non rappresentano loro stessi, ma un Paese che ha dato loro un mandato», aggiunge Crosetto. A quegli alpini che hanno saputo «tenere alti i valori militari di un Paese quando non erano di moda...».Insomma un esempio nazionale, che merita una voce da nazionale, quella dell'alpino Bruno Pizzul, storico telecronista degli azzurri, ieri sul palco del Donizetti a condurre la danze dell'incontro sulla carta più formale, quello con le autorità: «Sentiamoci tutti penne nere: non so se saremo 400 mila, ma di certo siamo tutti contenti di essere qui». La platea di autorità militari, religiose (con il vescovo Francesco Beschi) e civili applaude: ci sono i parlamentari Nunziante Consiglio, Alessandra Gallone, Gregorio Fontana, Giorgio Jannone, Antonio Misiani, Savino Pezzotta, Giovanni Sanga, Giacomo Stucchi e Mirko Tremaglia, l'assessore regionale Daniele Belotti e i consiglieri Mario Barboni, Valerio Bettoni, Maurizio Martina e Carlo Saffioti. Sul palco, in rappresentanza del Pirellone c'è l'assessore regionale all'Ambiente ed Energia, Marcello Raimondi: «Vi siamo vicini per quello che siete e siete stati: coraggiosi, forti e generosi, vicini nei bisogni semplici e grandi». Con il loro patrimonio di umanità e semplicità, come quello del beato don Carlo Gnocchi, la cui urna è in Duomo in occasione degli alpini: «Cappellano degli alpini, è qui con noi e lo sentiamo nel cuore e nell'anima: il nostro compito è il suo, lavorare per gli altri, perché ci possa essere un mondo migliore e più giusto» ricorda Antonio Sarti, presidente della sezione Ana di Bergamo.Ed è questo il segreto degli alpini, il sacrificio, la dedizione «il saper tradurre i loro principi in fatti concreti, anche nelle grandi calamità» ricorda il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio per questa 83ª adunata, letto da Pizzul. Ogni giorno, nelle piccole e grandi cose: nel terremotato Abruzzo nella ricostruzione di Fossa, come nel contributo a tre realtà bergamasche: il monastero Matris Domini, l'associazione Cure palliative e l'onlus Seconda luna. Niente cifre od ostentazione, non è cosa da alpini: questa è gente che guarda in avanti. E magari oggi anche un po' all'insù, quando in cielo sfileranno le Frecce Tricolori: «Nube islandese permettendo», spiega il comandate della pattuglia acrobatica, Marco Lanter. Ci sarà anche il sottosegretario alle politiche della famiglia, Carlo Giovanardi, arrivato sul filo di lana al Donizetti. Sarà uno spettacolo vedere sfilare questo popolo in festa. «Uomini pacatamente forti, con una calma che li aiuta a vincere la paura: ed è questo l'eroismo», ricorda il presidente della Provincia Ettore Pirovano: «La vostra è la forza di chi non ha bisogno di esagerare». Ma magari per una sera sì: «Scusate, ma io vado a fare bisboccia con i miei alpini», ricorda Perona, presidente nazionale di «un esercito speciale». Perché fatto di gente semplice. Vera.

sabato 8 maggio 2010

ECO DI BERGAMO - 08/05/10 - IL SALUTO DEL SINDACO AL DONIZETTI: ALPINI E BERGAMASCHI, STESSI VALORI

Saluto agli alpini e discorso delle autorità al teatro Donizetti. La sintesi è stata del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto «alpino artigliere di montagna» come si definisce: «Se 400 mila persone invadono una città è un disastro: se sono 400 mila alpini è un momento di festa». A Bergamo due volte «perché alpini e bergamaschi hanno gli stessi valori: impegno, tenacia e tanto volontariato - ha spiegato il sindaco Franco Tentorio -. Quei Tricolori che vedete alle finestre sono figli di un sentimento profondo, uno spettacolo unico e irripetibile». Bella gente, questi alpini, «a volte strani, duri ma non cocciuti: abbiamo voglia di fare» come li definisce il presidente nazionale dell'Ana Corrado Perona. Un esercito di pace che oggi sfilerà per le vie di Bergamo «per dire grazie alla città, alla provincia e alla regione». Con lo sguardo indietro a un passato «glorioso e di sacrifici, che ci fa camminare e soprattutto non ci permette di sbagliare»: ma soprattutto avanti, a quegli alpini ora soldati di professione «perché c'è continuità se noi crediamo in chi ora ci precede in sfilata». Perché «alpini in uniforme e in congedo sono un tutto unico, una grande famiglia», ricorda il comandante delle truppe alpine Alberto Primicerj. Qui a Bergamo «dove si respira un'aria alpina particolare, grazie di cuore per l'accoglienza che ci avete dato», ma anche a Kabul o Herat, nell'Afghanistan martoriato «dove i nostri soldati non rappresentano loro stessi, ma un Paese che ha dato loro un mandato», aggiunge Crosetto. La platea di autorità militari, religiose (con il vescovo Francesco Beschi) e civili applaude: ci sono i parlamentari Nunziante Consiglio, Alessandra Gallone, Gregorio Fontana, Giorgio Jannone, Antonio Misiani, Savino Pezzotta, Giovanni Sanga, Giacomo Stucchi e Mirko Tremaglia, l'assessore regionale Daniele Belotti e i consiglieri Mario Barboni, Valerio Bettoni, Maurizio Martina e Carlo Saffioti. Sul palco, in rappresentanza del Pirellone c'è l'assessore regionale all'Ambiente ed Energia, Marcello Raimondi: «Vi siamo vicini per quello che siete e siete stati: coraggiosi, forti e generosi, vicini nei bisogni semplici e grandi». Con il loro patrimonio di umanità e semplicità, come quello del beato don Carlo Gnocchi, la cui urna è in Duomo in occasione degli alpini: «Cappellano degli alpini, è qui con noi e lo sentiamo nel cuore e nell'anima: il nostro compito è il suo, lavorare per gli altri, perché ci possa essere un mondo migliore e più giusto» ricorda Antonio Sarti, presidente della sezione Ana di Bergamo. Oggi tutti guarderanno anche un po' all'insù, quando in cielo sfileranno le Frecce Tricolori: «Nube islandese permettendo», spiega il comandate della pattuglia acrobatica, Marco Lanter. Ci sarà anche il sottosegretario alle politiche della famiglia, Carlo Giovanardi, arrivato sul filo di lana al Donizetti. Sarà uno spettacolo vedere sfilare questo popolo in festa. «Uomini pacatamente forti, con una calma che li aiuta a vincere la paura: ed è questo l'eroismo», ricorda il presidente della Provincia Ettore Pirovano: «La vostra è la forza di chi non ha bisogno di esagerare».

mercoledì 5 maggio 2010

BERGAMO SERA - 05/05/10 - CRISI: LA LEGA PORTA IL CASO MECCANICA VALBONA IN PARLAMENTO

ROMA — Riceviamo e pubblichiamo questa interrogazione parlamentare presentata dai deputati della Lega Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano e Pierguido Vanalli in merito alla crisi dell’azienda Valbona, in Val di Scalve, indirizzata al ministro del Lavoro Sacconi e al suo collega allo Sviluppo Economico.“Come reso noto dai media della Provincia di Bergamo, un altro colpo terribile sta per abbattersi sull’economia vallare, stavolta Scalvina, in Bergamasca;dopo mesi di sofferenza gestionale e produttiva, la proprietà della Meccanica Valbona, ditta specializzata in carpenterie metalliche, una delle realtà più importanti e prestigiose di Vilminore, avrebbe deciso di cessare l’attività;se davvero arrivasse la chiusura, sarebbe un colpo durissimo: prima di tutto per le 32 famiglie dei dipendenti interessati e poi per l’intera Valle di Scalve, già alle prese con importanti emergenze occupazionali e non in grado, in un momento in cui la crisi è ancora in una fase acuta, di riassorbire in tempi brevi i lavoratori;nata nel 1991 nella zona di Ponte Formello di Vilminore, Meccanica Valbona è controllata al 100% dal Gruppo Cassina a sua volta detenuto da Poltrona Frau (la cui proprietà fa capo alla famiglia Montezemolo): è una delle realtà più significative dell’economia vallare (insieme a GraphicScalve e al Gruppo Piantoni) ed è particolarmente apprezzata nel mondo del lusso e del design per le sue lavorazioni, di altissima qualità, molte delle quali create ancora manualmente;fin dall’avvio della crisi, la Valbona, la cui organizzazione è fortemente legata all’attività del gruppo, ha risentito del calo delle commesse, al punto da utilizzare in maniera massiccia la cassa integrazione ordinaria;la proprietà pensava ad una ristrutturazione del sito di Vilminore, riconducibile a una riduzione significativa del personale, ma l’ulteriore calo dei profitti l’ha indotta a pensare addirittura alla cessazione dell’attività;nella giornata di domani 5/05/2010 è previsto un presidio (con sciopero) a cui parteciperanno lavoratori, sindacati, parroci e sindaci della Valle, mobilitati contro la possibile chiusura della Meccanica Valbona e per manifestare tutta la solidarietà alla comunità Scalvina;anche Ettore Ongis, direttore de “L’Eco di Bergamo” – il più importante organo di informazione bergamasco – ha indirizzato una lettera alla proprietà della Meccanica Valbona, affinchè non chiuda, definendola “un polmone produttivo che è strategico per la Valle di Scalve (…), una straordinaria valle baciata dalla natura che merita di essere vissuta e salvaguardata, sia nei boschi si nelle ultime fabbriche rimaste, che sono ancora il segno di una memoria fatta di sudore e di fatica”; se non ritengano opportuno convocare urgentemente la proprietà della Meccanica Valbona per valutare se sono state effettivamente esaminate tutte le possibili ipotesi per permettere la continuità della produzione nello stabilimento bergamasco, prima di deciderne l’eventuale chiusura; quali interventi si intendano attivare, al fine di mettere nella condizione la Meccanica Valbona con i propri dipendenti, di poter continuare ad operare, garantendo transitoriamente i lavoratori interessati dalla situazione di crisi con adeguati ammortizzatori sociali”.

ECO DI BERGAMO - 05/05/10 - CENTRO DI MAISCOLTURA: LE GARANZIE DEL MINISTRO

Galan risponde all'interrogazione di Stucchi (Ln): «Ad oggi nessun piano di trasferimento»
«Ad oggi nessuna ulteriore proposta di razionalizzazione in cui si sancisca il trasferimento, è stata approvata da questo ministero». È uno dei passaggi fondamentali che il ministro delle Politiche agricole ambientali e forestali, Giancarlo Galan, esprime nella sua risposta scritta all'interrogazione dell'onorevole della Lega Nord, Giacomo Stucchi, ha recentemente presentato sul «caso» Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo.In particolare il ministro, ricordando il percorso virtuoso che dall'ottobre '99 impegna il consiglio per la Ricerca e sperimentazione in agricoltura (Cra) a «definre tempi e modalità per la razionalizzazione degli ex Istituti di ricerca e sperimentazione agraria, ricorda che ad oggi esiste solo il piano del 2006 approvato dallo stesso ministero e che prevede «una nuova struttura costituita da 15 Centri e 32 unità di ricerca tra cui l'Unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo (con 22 persone in servizio di cui 9 ricercatori e tecnologi».Da qui l'assicurazione che, ad oggi, non esiste «nessuna ulteriore proposta di razionalizzazione», in considerazione anche del fatto che «a breve saranno rinnovate le carica del consiglio di amministrazione e la presidenza, dello stesso Cra».«L'obiettivo di questa amministrazione - spiega il ministro Galan - è quello di tutelare gli interessi di gruppi di ricercatori e Unità che dimostrano competenze e capacità del loro ambiti di attività di ricerca e rappresentano per il territorio su cui operano un valore aggiunto da preservare». Ma c'è di più: «Questo Ministero - spiega Galan - attribuisce molta importanza all'Unità di Bergamo, tanto che spesso si avvale delle competenze degli esperti che vi lavorano», assicurando quindi che ogni «razionalizzazione e riorganizzazione» saranno «valutate» dal ministero.

ECO DI BERGAMO - 05/05/10 - LEGA E PD. DUE INTERROGAZIONI A SOSTEGNO DELL'AZIENDA SCALVINA

Al di là del deprecabile malinteso sul cambiamento di sede (che non è stato affatto digerito a cuor leggero non solo dai sindacati ma anche dagli altri partecipanti al presidio di oggi), si moltiplicano le iniziative a favore della Valbona. Ieri al riguardo due interrogazioni parlamentari sono state inviate al ministro del Lavoro Sacconi e al dimissionario ministro dello Sviluppo Economico Scajola. La prima porta la firma dei deputati del Pd Giovanni Sanga e Antonio Misiani e la seconda dei deputati bergamaschi della Lega Nord Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Guido Vanalli.Per Sanga e Misiani «Valbona costituisce una realtà produttiva strategica per la Valle di Scalve, una delle poche fabbriche rimaste in un'area di montagna e profondamente legata alla storia umana e lavorativa di quella comunità: se veramente si arrivasse alla chiusura, sarebbe un colpo terribile, in primo luogo per le 32 famiglie dei dipendenti interessati e poi per l'intera valle di Scalve». Ecco perché i parlamentari del Pd chiedono ai ministri «quali misure intendano adottare per evitare la chiusura di una realtà produttiva così importante per l'economia scalvina; quali iniziative ritengano di assumere per garantire gli ammortizzatori sociali necessari nel periodo di crisi e in attesa di un piano aziendale di rilancio e se intendano attivarsi per creare un ampio tavolo di consultazione per affrontare la crisi della Valbona ed in generale le crisi che colpiscono le realtà produttive nei territori montani della provincia di Bergamo».Da parte loro i deputati leghisti chiedono ai due ministri Sacconi e Scajola «se non si ritiene opportuno convocare urgentemente la proprietà della Meccanica Valbona per valutare se sono state esaminate tutte le possibili ipotesi per permettere la continuità della produzione nello stabilimento bergamasco e quali interventi si intendano attivare, per mettere in condizione l'azienda di poter continuare ad operare, garantendo transitoriamente i lavoratori con adeguati ammortizzatori sociali».