venerdì 24 marzo 2017

L'ECO DI BERGAMO - 24/03/17 - STUCCHI.INTELLIGENCE IMPOTENTE DI FRONTE ALLE AZIONI DEI CANI SCIOLTI

Imprevedibili, improvvisati, radicalizzati in casa, pronti a colpire senza alcuna direttiva specifica. e' il profilo dei jihadisti che hanno seminato sangue e morte in europa negli ultimi 12 mesi, man mano che l'isis perdeva terreno in Siria e Iraq e la sua rete di "intelligence" veniva smascherata. Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, ha evidenziato i pericoli collegati al terrorismo dei cani sciolti: "Il soggetto che si auto-attiva è imprevedibile, un pericolo difficilissimo da prevenire". Gli 007 italiani, nella relazione annuale presentata il 27 febbraio scorso in Parlamento, avvertivano che uno tra i pericoli principali è quello dei "radicalizzati in casa", persone che si sono auto-indottrinate, magari on line. Li chiamano "self-starters": non legati a reti strutturate ma che abbracciano autonomamente la jihad. Elementi che l'intelligence ha evidenti difficoltà a monitorare, perchè al di là dei proclami neppure l'Isis o Al Qaeda sanno chi siano questi cani sciolti.

martedì 7 marzo 2017

BERGAMO NEWS - 07/03/17 - “DAI LUPI SOLITARI AI BIMBI-SOLDATO DELL'ISIS, ECCO PERCHE' SIAMO ANCORA A RISCHIO”

Se l’Europa resta nel mirino del terrorismo jihadista, in Italia il rischio aumenta per via dei potenziali foreign fighter che scelgono di non partire e preparare i loro attacchi sul territorio. È quel che emerge dalla relazione annuale dell’intelligence. Nel documento di 124 pagine redatto dal Dis (il Dipartimento di informazione per la sicurezza) sono contenute le principali minacce alle quali risulta esposto il nostro Paese. Il rapporto dei servizi segreti spazia dall’allarme riguardante i “lupi solitari” all’azione di elementi auto-radicalizzati, fino a quella dei cosiddetti “leoncini del Califfato”, i bambini soldato dell’Isis. Alla relazione annuale, illustrata a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, c’era anche il bergamasco Giacomo Stucchi, presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Lo abbiamo intervistato. Il 2017, si legge nella relazione, potrebbe essere l’anno della sconfitta del Califfato inteso come sistema di controllo e governo del territorio compreso tra Iraq e Siria. Cosa comporterebbe questa prospettiva?Non ridimensionerebbe il rischio di attentati terroristici in Europa. Al contrario, se il Califfato venisse sconfitto e limitato a poche realtà geografiche, significa che tutti coloro che prima raggiungevano le zone di battaglia rischierebbero di non partire più. Nel rapporto si legge che, viste le difficoltà sempre maggiori di raggiungere la Siria e l’Iraq per combattere, la tendenza di individui auto-radicalizzati è sempre più quella di restare nei rispettivi paesi europei per partecipare al jihad con azioni di tipo terroristico. Basti pensare a quanto accaduto a Nizza e Berlino. E l’Italia? Non è certo immune ad eventuali attacchi. Ma, oltre a rappresentare un potenziale target di attacchi diretti al pari di altri stati europei, il nostro paese potrebbe costituire un approdo o una via di fuga verso l’Europa per quei militanti del Califfato presenti in Libia o provenienti da altre aree di crisi. Secondo la relazione, il rischio maggiore è sempre dato dall’attivazione sul territorio dei cosiddetti “lupi solitari”. Lupi solitari, ma non solo. Ci sono anche elementi che si auto-radicalizzano e decidono autonomamente di compiere azioni terroristiche. E poi ci sono le piccole cellule presenti sul territorio. Il documento parla dei Balcani come un vero e proprio“hub” europeo di addestramento al jihad. Il vero luogo di addestramento è internet, in quanto permette agli aspiranti jihadisti europei di essere collegati in qualsiasi momento ai gruppi terroristici attivi in Siria piuttosto che in Iraq, oltre che di affiliarsi ai network presenti in Europa. È in rete che queste persone cercano e trovano la stragrande maggioranza delle informazioni. Sul fronte mediorientale, si legge nel report, aumenta per qualità e quantità il ruolo dei bambini-soldato. I “leoncini” del Califfato sono minaccia presente e non solo del futuro? I baby-soldati giocano un ruolo fondamentale nell’orizzonte strategico dell’organizzazione di Al Baghdadi. Vengono educati sin da subito al confronto bellico, all’intolleranza e all’eliminazione fisica dell’avversario. Questo attraverso una costante esposizione alla violenza e al forte condizionamento ideologico che subiscono in una fase tanto delicata dell’esistenza. Sradicare certe convinzioni non sarà un lavoro facile, ma certamente fondamentale. Altro punto. Il testo ridimensiona l’esistenza di una strategia del Califfato mirata a sfruttare la rotta mediterranea dei migranti per infiltrare terroristi nel nostro paese. Non esistono le prove di una strategia ad hoc. Ovvero, non esistono elementi di connessione con un piano jihadista che vuole utilizzare i migranti per infiltrare e inviare terroristi in Italia. Rimane un rischio potenziale e la guardia, per forza di cose, deve restare molto alta.