mercoledì 25 febbraio 2009

L'ECO DI BERGAMO 25/02/09- I DEPUTATI BERGAMASCHI

Dopo l'appello lanciato lunedì dal sindaco di Nembro Eugenio Cavagnis, i parlamentari bergamaschi fanno sentire insieme la loro voce nel tentativo di evitare la chiusura della Comital e tutelare i diritti dei lavoratori: l'iniziativa è partita da un'interrogazione presentata dall'onorevole Antonio Misiani (Pd), presente in municipio a Nembro lunedì (insieme al collega Nunziante Consiglio della Lega Nord) e rivolta ai ministri dello Sviluppo economico e del Welfare. L'interrogazione è stata poi sottoscritta, oltre che dallo stesso Consiglio, da Giacomo Stucchi (Lega Nord), Gabriele Cimadoro e Sergio Piffari (Italia dei Valori), Savino Pezzotta (Udc) e Giovanni Sanga (Pd). Secondo Misiani «la vicenda Comital è l'ennesimo duro colpo per la Valle Seriana, una realtà già duramente penalizzata dalla crisi economica in atto. A Nembro sono a rischio cento posti di lavoro: è necessario far recedere la proprietà dall'intenzione di chiudere lo stabilimento, difendendo un insediamento produttivo di grande importanza per il territorio. Come parlamentari intendiamo fare la nostra parte, a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza e in stretto collegamento con le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali». Intanto venerdì è in programma l'atteso incontro tra azienda e sindacato.

DNEWS -25/02/09- TUTTI I DEPUTATI BERGAMASCHI IN PARLAMENTO UNITI PER EVITARE LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO COMITAL DI NEMBRO

Anche la politica scende in campo per evitare la chiusura dello stabilimento Comital di Nembro, specializzato nelle produzione di film in alluminio e al quale fanno capo marchi quali “Domopack” e “Cucki”. La notizia della cessazione delle attività e dell’avvio delle procedure di mobilità per tutti i 97 dipendenti dell’azienda ha allarmato i deputati bergamaschi che sono scesi in campo per ribadire la tutela dei diritti dei lavoratori interessati. Destra e sinistra per una volta dalla stessa parte: a parteggiare per il mantenimento dell’attività lavorativa nel comune orobico sono tutte le forze politiche bergamasche presenti in Parlamento. A firmare la deposizione inviata ai ministri dello sviluppo economico e del welfare sono stati Antonio Misiani e Giovanni Sanga del Pd, Giacomo Stucchi della Lega Nord, Gabriele Cimadoro e Sergio Piffari dell’Italia dei Valori e Savino Pezzotta, esponente dell’Udc. «La vicenda Comital - commenta Misiani - è l'ennesimo duro colpo per la Val Seriana, una realtà duramente penalizzata dalla crisi economica in atto. A Nembro sono a rischio cento posti di lavoro: è necessario far recedere la proprietà dall'intenzione di chiudere lo stabilimento, difendendo un insediamento produttivo di grande importanza per il territorio». Intanto la crisi economica non smette di mietere vittime: contratti non rinnovati, sempre più casse integrazioni, sia nuove che “allungate”. Come nel caso dell’azienda metalmeccanica “To ora”: ieri tina, una delegazione sindacale, ha firmato un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria a partire da questa mattina per le 176 persone che operano nei tre stabilimenti, quello di San Paolo d'Argon, di Costa di Mezzate e di Carobbio degli Angeli.

giovedì 19 febbraio 2009

IL BERGAMO - 19/02/09 - BREMBOSUPERSKI, LA NUOVA SEGGIOVIA VALGUSSERA

Il carosello sciistico BremboSki, in Alta Valle Brembana, ha un nuovo e prestigioso sistema integrato di impianti di risalita e piste. Il 13 febbraio, è stata inaugurata la moderna seggiovia quadriposto valgussera. L’impianto, sul pendio percorso dalla vecchia monoseggiovia che partiva dai Ronchi foppolesi (Piazzale Alberghi), risale la famosa montagna della Val Carisole, dove giunge anche la seggiovia biposto Alpe Soliva che sale da Carona. Dopo sei mesi di lavori, la seggiovia è stata ultimata a tempo di record lo scorso dicembre, la nuova seggiovia ha cominciato a funzionare poco prima di Natale dopo i necessari collaudi. Sviluppato su 12 piloni di sostegno l’apparato funivia ricopre i 550 metri di dislivello dell’impianto (lungo 1400 metri) e 450 della nuova pista (che si chiama Cappelletta, è lunga 1500 metri ed è omologata per gare internazionali FIS di slalom gigante). La colossale opera, costata 2 milioni e 400 mila euro, permette agli sciatori un moderno collegamento sci ai piedi di Foppolo e Carona, sostituendo le sciovie Vago e Giretta, ora smantellate. Dalla cima del Valgussera si può ora scendere lungo due direttrici: direttamente nella conca Carisole bassa, appunto sulla pista Cappelletta, oppure con la tradizione Pista 5 che porta all’incrocio del Passo della croce. All’inaugurazione, accanto si sindaci dei tre comuni aderenti al consorzio BremboSuperSki (Giuseppe Berera di Foppolo, Lorenzo Cattaneo di Valleve San Simone, Tarcisio Migliorini di Carona) e all’amministratore delegato della Leitner, che ha realizzato la nuova struttura funiviaria, Sergio Lima, hanno presenziato i sottosegretari regionali Marcello Raimondi e Giosuè Frosio, il consigliere provinciale Bianco Speranza, gli onorevoli Cimadoro e Stucchi e il presidente della Comunità Montana Valle Brembana, Piero Busi.

martedì 10 febbraio 2009

IL BERGAMO -10/02/09- MORTE ENGLARO, PARLA DEFANTI "LA MORTE E' PIU' FORTE DI NOI"

La città è divisa. Domenica il Pdl ha raccolto 2mila firme per l'intervento di Napolitano
“Questa è la dimostrazione che la natura è sempre più forte e più imprevedibile di noi”. Sono state queste le parole pronunciate dal neurologo Carlo Alberto Defanti, il medico di Eluana Englaro, pochi minuti dopo la morte della donna. “ La mia prima reazione è stata di sorpresa, nessuno di noi si aspettava una fine così repentina”, ha detto Defani che nel pomeriggio di ieri ha partecipato al presidio organizzato dai laici di Bergamo di fronte alla prefettura. In via Tasso erano presenti 300 persone. Tra loro gli assessori comunali Valter Grossi e Francesco Macario e diversi consiglieri. All’iniziativa hanno partecipato anche Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione comunista e Alberto Vergalli, segretario cittadino del Partito democratico. “Naturalmente non posso dire di essere contento – ha detto il medico - perché alla fine si tratta di una tragedia che si è compiuta. L’unico senso di sollievo che provo è al pensiero di quello che i genitori di Eluana avrebbero dovuto passare se, come sembrava, sarebbe stato approvato il provvedimento in discussione in Parlamento”. A chi gli ricorda che si è parlato molto di “tutela della vita” Defanti risponde: “Quando mi agitano di fronte quelle due parole quasi a dirmi che io non tutelo la vita mi vengono i brividi. Io non sono un alfiere di morte, Beppino Englaro non tifa per la morte. Chi ha amato Eluana più di ogni altro sta solo rispettando le leggi e le sentenze. C’è troppa disinformazione sulle realtà cliniche e mediche come quella di Eluana. E giocando sulla scarsa informazione c’è chi ha colto l’occasione per distorcere la realtà. Sento parlare di sofferenza non calcolata, di una donna sofferente e spenta da 17 anni che potrebbe avere figli, sono troppe le idiozie di questo tipo, giocate sull’ignoranza”. Sul caso Englaro la città di Bergamo si è divisa. Mentre ieri molti cittadini si sono riuniti nel presidio promosso da Bergamolaica (al quale hanno aderito partiti, associazioni e sindacati di sinistra), domenica il Pdl ha avviato una raccolta di firme non soltanto in città ma anche nei paesi vicini. In tutto sono state raccolte duemila firme per promuovere un appello rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché intervenisse per ‘salvare’ la vita di Englaro. Tra le adesioni anche quelle di Giacomo Stucchi, Carlo Saffioti, Marcello Raimondi, Pietro Macconi, Daniele Belotti, Giosuè Frosio, Gregorio Fontana e Carolina Lussana. I cattolici bergamaschi, invece, si sono riuniti giovedì scorso in una serata di preghiera organizzata dal comitato Scienza e vita di Bergamo nella chiesa delle Grazie. I cattolici hanno recitato il rosario per “il diritto alla vita di Eluana”.

lunedì 9 febbraio 2009

BERGAMO NEWS - 09/02/09 - IL MEDICO DI ELUANA IN PIAZZA "SE NE SONO DETTE TROPPE"

In trecento - ll neurologo, che vive a Bergamo, al presidio di fronte alla prefettura: "Si è giocato in modo strumentale su tutta la vicenda, senza rispetto, anche il presidente del Consiglio ha colto l'occasione per nuove sparate contro la magistratura. Io ho fatto il mio dovere. Si è parlato troppo delle posizioni del padre Beppino". Alla manifestazione circa 300 persone, a difesa della costituzione e delle sentenze.

“Non mi sento certo un alfiere di morte, ma un professionista che sta facendo il suo dovere con responsabilità”: con queste parole il neurologo Carlo Alberto Defanti (nella foto sotto), che vive a Bergamo e da anni segue Eluana Englaro su richiesta della famiglia, è intervenuto al presidio organizzato dai laici di Bergamo davanti alle prefettura, alle 18,30 del 9 febbraio. In una breve intervista il professor Defanti si è espresso con fermezza: “Oggi continuo a sentirmi come una persona che sta facendo il suo dovere, per aiutare un’altra persona e rispettare una sua volontà precisa. Lo faccio perché sono autorizzato, perché sono nel giusto”. Quanto all’ingerenza della politica il giudizio del neurologo è netto: “Prendiamo il caso più eclatante, ovvero il crescendo di prese di posizione del presidente del Consiglio. Mi pare abbia trovato un’altra volta lo spunto per giocare una delle sue tante battaglie contro la magistratura. Questo è quanto, poi ognuno tragga le sue conclusioni su tutte le altre posizioni politiche assunte in questi mesi sulla situazione di Beppino Englaro, sulla sua sofferenza, sul suo ruolo di testimonianza rispetto a quelle che erano le posizioni di sua figlia, quando era in salute. Se ne sono dette troppe su tutto questo”. In questi anni, però, la famiglia Englaro qualcosa ha tratto, ha estrapolato la sua lezione dall’assalto mediatico e politico a cui è stata sottoposta: “Un primo insegnamento – dice Defanti – è però sulle competenze. C’è ancora molta disinformazione sulle realtà cliniche e mediche come quella di Eluana. E giocando sulla scarsa informazione c’è chi ha colto l’occasione per distorcere la realtà. Sento parlare di sofferenza non calcolata, di una donna sofferente e spenta da 17 che potrebbe avere figlie, sono state troppe le idiozie di questo tipo, giocate sull’ignoranza. Ricordo solo che non c’è stato mai nella storia un solo caso di stato vegetativo durato più di dieci anni al quale sia seguito un risveglio. Questo dice l’esperienza della medicina”. Il neurologo, però, ricorda che l’argomento principale utilizzato in questi giorni contro la posizione della famiglia Englaro è quello della “tutela della vita”. “Quando mi agitano di fronte quelle due parole quasi a dirmi che io non tutelo la vita mi vengono i brividi. Io non sono un alfiere di morte, Beppino Englaro non tifa per la morte. Chi ha amato Eluana più di ogni altro sta solo rispettando le leggi e le sentenze”.Così ha parlato Carlo Alberto Defanti, durante il presidio di fronte alla prefettura per il quale sono scesi in piazza i laici di Bergamo, chi da “spirito libero” e chi sotto le sigle di partiti, associazioni o movimenti, Bergamo Laica ad esempio, o anche la Cgil. Davanti alla prefettura si sono radunate almeno 300 persone, tra le quali amministratori comunali come l’assessore all’Urbanistica Valter Grossi, liberale (nel Pd) di vecchia data, l’assessore all’Edilizia Francesco Macario, di Rifondazione comunista, e i consiglieri Luigi Riccardi, Eugenio Aversa (lista Bruni), Stefano Mologni (Pd), Paolo Scanzi (Rifondazione) e Simone Paganoni, “battitore libero” dell’associazione Radicali. Tra i rappresentanti di partito Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione comunista, Alberto Vergalli, segretario cittadino del Partito Democratico, Elisabetta Olivari, candidata alle politiche per lo stesso partito. Tutti d’accordo con l’appello lanciato al megafono, sotto la prefettura in via Tasso, dallo speaker della manifestazione: “L’ottusità della politica di oggi ha portato il governo ad intervenire per porsi contro un provvedimento a cui ha dato il via libera la Corte di Cassazione. La vicenda giudiziaria sul caso Englaro si è chiusa con la sentenza di luglio della Corte d’Appello di Milano, confermata dalla Cassazione. Questa sentenza è passata in giudicato e basata sulla Costituzione; è dovere di tutti i cittadini rispettarla e non ostacolarne l’esecuzione. Ciò indipendentemente dalle opinioni bioetiche di ciascuno. Perciò troviamo eversivo dell’ordine democratico l’atto compiuto dal Consiglio dei Ministri”. E’ la risposta laica alla raccolta di firme che domenica gli azzurri di Bergamo hanno effettuato in centro città per promuovere un appello rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "perché intervenga a salvare la vita di Eluana Englaro" raccogliendo duemila adesioni tra cui quelle dei parlamentari del Pdl e Lega Gregorio Fontana, Carolina Lussana, Giacomo Stucchi, dei consiglieri regionali Carlo Saffioti, Marcello Raimondi, Pietro Macconi, Daniele Belotti e Giosuè Frosio. E nel Partito democratico, la segretaria provinciale Mirosa Servidati, si schiera con Franceschini e Andreotti: “Berlusconi sta usando la vicenda Eluana per stravolgere il sistema democratico, aprendo per questo un gravissimo conflitto istituzionale che non ha precedenti nella storia repubblicana, fondata sulla Costituzione frutto delle migliori culture del nostro Paese. Di fronte a questioni come questa che interpellano la coscienza di ognuno di noi è bene ricordare le parole del cardinale Martini: per il progresso della scienza e della tecnica si creano zone di frontiera o zone grigie, dove non è subito evidente quale sia il vero bene dell’uomo e della donna, sia di questo singolo sia dell’umanità intera, è buona cosa astenersi anzitutto dal giudicare frettolosamente e poi discutere con serenità, così da non creare inutili divisioni”.E un’altra bergamasca, stavolta all’Europarlamento, Pia Locatelli commenta invece le dichiarazioni sulla compattezza del Pdl: “La notizia che nel gruppo del Pdl al Senato ci sono solo due voti contrari, è indice di una compattezza di consensi veramente inquietante. Evidentemente la vicenda di Eluana Englaro scuote le coscienze degli italiani, ma non quelle dei senatori del Pdl”.

domenica 8 febbraio 2009

L'ECO DI BERGAMO -08/02/09- «CARO PRESIDENTE, SALVI ELUANA»

Un appello al presidente della Repubblica per salvare la vita a Eluana Englaro è stato lanciato da un gruppo di personalità cattoliche e laiche tra le quali spiccano il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga e i parlamentari del Partito democratico Paola Binetti e Guglielmo Vaccaro. «Signor presidente - si legge nell'appello - la tragica fine che si prospetta per Eluana Englaro non lascia indifferente la coscienza civile dell'Italia. Eluana è portata a morte senza che sia stata accertata in maniera incontrovertibile la sua volontà, né l'irreversibilità del suo stato vegetativo. Eluana rischia dunque di morire sulla base di una volontà solo presunta, e sarebbe l'unica persona a subire una tale sorte, poiché nessuna delle leggi sul fine vita in discussione in Parlamento permetterà più questo obbrobrio. Le chiediamo fermamente di non permettere questa tragedia, che sarebbe un insulto sanguinoso alla storia, alla cultura, all'identità stessa del nostro Paese, convinti come siamo che nessuno deve essere costretto a morire per un formalismo giuridico». «Le chiediamo - si legge ancora - un intervento perché sia data una moratoria alla sospensione dell'alimentazione e idratazione cui è sottoposta Eluana, in attesa che il Parlamento possa pronunciarsi su un'adeguata legge». Tra i primi firmatari anche Vittorio Feltri, Giancarlo Cesana, Antonio Baldassarre, Dino Boffo, Luigi Amicone, Giuliano Ferrara, Rocco Buttiglione, Renato Pozzetto, Mario Melazzini, Carlo Casini, Giampiero Cantoni, Bernard Scholz. Numerose le adesioni bergamasche. Tra gli altri, quelle dei parlamentari Gregorio Fontana, Carolina Lussana, Giacomo Stucchi e dei consiglieri regionali Marcello Raimondi, Marco Pagnoncelli, Pietro Macconi, Daniele Belotti, Giosuè Frosio. Altre firme saranno raccolte oggi in città, presso la chiesa di San Bartolomeo, dalle 9 alle 13. Inoltre, all'indirizzo internet www.appelloanapolitano.enter.it chiunque potrà dare la propria adesione all'iniziativa apponendo la propria firma che verrà presentata al capo dello Stato.

LA PROVINCIA DI SONDRIO -08/02/09- PRIMOLO ISOLATA DALLA SOLITA VALANGA

Quattrocento metri cubi di neve sulla strada, problemi anche a Chiareggio - Sopralluogo della Regione
Chiesa- Puntuale come ogni anno, o quasi, anche quest'anno è caduta la valanga nel profondo canalone che si incontra sulla strada da Chiesa per Primolo. È successo sabato notte, quando una massa di neve da 400 metri cubi ha invaso la sede stradale. A provocare il distacco sono state le eccezionali precipitazioni di questi giorni. Tenuto conto della nota instabilità del versante, in quel punto già negli anni scorsi sono stati installati dei paravalange proprio con la funzione di bloccare l'accumulo della neve. Precauzioni che hanno sempre dato i propri frutti, impedendo che si staccassero delle valanghe di grosse proporzioni. Diverso però il caso della notte scorsa. In poche ore, in alta quota è caduto anche più di un metro e mezzo di neve, tanto che ieri è stato necessario chiudere alcuni degli impianti del comprensorio di Chiesa proprio per il pericolo di slavine. In presenza di situazioni tanto eccezionali, la ripidità del pendio a monte della strada per Primolo e la particolare conformazione del canalone hanno giocato un ruolo determinante. Ancora una volta, quindi, ci si è trovati alle prese con il problema di circa 150 persone isolate. Nel pomeriggio di ieri, però, grazie all'intervento degli specialisti del corpo dei pompieri e agli uomini delle amministrazioni locali, è stato possibile quantomeno ristabilire temporaneamente la percorribilità della strada. Primolo non è, però, l'unica località malenca a soffrire i problemi legati al maltempo. Alle 8.30 di ieri mattina, infatti, una valanga di notevoli dimensioni è scesa dal torrente Nevasco, a Chiareggio, poco prima dell'abitato, interrompendo i collegamenti fra Chiareggio e Pian del Lupo già vietati, peraltro, a scopo cautelare con un'ordinanza emessa dal sindaco venerdì. Per accertare la situazione e valutare eventuali interventi futuri a salvaguardia dell'ambiente montano, ieri hanno raggiunto Chiesa in Valmalenco anche l'on. Giacomo Stucchi e l'assessore regionale al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, che hanno effettuato un sopralluogo nelle zone interessate dalle valanghe alla presenza del sindaco di Chiesa, Miriam Longhini. «Un sopralluogo che riteniamo positivo -hanno detto tanto l'on. Stucchi, quanto l'assessore Boni- non solo per prendere atto dei problemi che stanno interessando Chiesa in Valmalenco, ma anche per riaffermare l'impegno delle istituzioni nel tutelare le nostre aree montane». L'incontro, infatti, si è rivelato utile anche nell'ipotizzare l'avvio di un progetto di salvaguardia e di riqualifica del paesaggio montano lombardo. «Vista la situazione -sottolinea il sindaco Longhini - è per noi molto importante sentire concretamente vicine le istituzioni per cui ringraziamo sia l'on. Stucchi sia l'assessore Boni per la visita».

domenica 1 febbraio 2009

ECO DI BERGAMO - 01/02/09 - POLITICI IN AULA, MA AI TEMPI DEL GREMBIULINO

Amarcord Ecco come erano a scuola i nostri vertici istituzionali: Reduzzi con le treccine e Belotti con i pantaloni a zampa
La Gallone un maschiaccio, Misiani secchione, stucchi troppo curioso. Voti fantasma per Bruni e Bettoni
Il leghista era in classe con l'onorevole del Pd, e nello stesso istituto (la Diaz) c'era pure la senatrice di An

Giuliana Reduzzi Come i giornalisti (sportivi) elaborano un loro personalissimo calendario (secondo cui la domenica prima dell'inizio del campionato è una specie di Natale), così anche per il leghista Daniele Belotti il '76/'77 non fu l'anno della terza elementare (frequentata alla cittadina Diaz), ma la stagione dello spareggio di Genova con il Cagliari. L'Atalanta fu promossa in Serie A, il Daniele in quarta elementare con una sfilza di otto e di nove (nessun dieci, però). Per lui la pagella non è mai stata un problema: ad alzare la media ci pensava il voto in ginnastica, per la cui pratica il nostro si era dotato di un paio di mitiche «Tepa», appena visibili sotto pantaloni dal risvoltone chilometrico. Una bizzarria anagrafico-residenziale ha fatto sì che, proprio sui banchi di scuola elementare, il suo destino si incrociasse con quello dell'onorevole del Pd Antonio Misiani, il secchione della classe. «Non era difficile capirlo - rimarca il Pierino lumbard -, basta vedere la sua circonferenza cranica: per misurarla serviva la bindella!». Misiani, al di là di questo particolare anatomico, accentuato da due occhialoni tipo fanali, era davvero un alunno modello, bravo in tutte le materie, soprattutto in geografia, ma con un carattere estremamente sensibile: la prima nota «chiacchierone» per lui fu un trauma dal quale faticò a riprendersi. Se tutti cercavano di copiare da Misiani, Belotti cercava di copiare da tutti (eccetto disegno, in cui era una frana).Sempre alla Diaz (sfuggendo miracolosamente alla corte di Belotti, che, quanto a conquiste femminili non aveva rivali, e che in questo ambito, già allora, avrebbe potuto meritarsi il dieci che gli mancava in pagella) ha frequentato le elementari la senatrice di An Alessandra Gallone, una scolara non tutta fiocchi e boccoli, come si potrebbe pensare, ma grinta e giochi da maschiaccio. Per lei elementari in carrozza, medie buone e superiori faticosissime: perché non si capisce come mai pur essendo bravissima in italiano («Per me un tema non era da considerare un compito in classe, ma un momento di gioia») fosse finita (per seguire l'amica del cuore!) a frequentare il Vittorio Emanuele: ragioneria per una che odiava la matematica era una bella sfida, vinta con malavoglia e mitigata da una più consona laurea in Lingue. Ligia alla sua propensione letteraria dalle elementari all'Università è invece rimasta la già onorevole della Margherita, e sindaco di Ponte San Pietro, Giuliana Reduzzi: che, come si conviene a un'insegnante di lungo corso - come lei - ha recuperato foto e pagella con la stessa nonchalance con cui avrebbe tolto da una cartella astuccio e sussidiario; ordine, precisione e metodo, le parole chiave di una carriera scolastica costellata solo di bei voti e ineccepibile nel comportamento (anche tricologico, mai un capello fuori posto dalle treccine in poi).Parte invece con un ringraziamento l'amarcord scolastico dell'onorevole leghista Giacomo stucchi: «A tutte le maestre che hanno contribuito alla mia formazione e che portavano una pazienza infinita, dato che le mitragliavo con domande improponibili». Quali fossero, 'ste domande improponibili, non è dato sapere, ma lui rimarca: «In quel periodo la curiosità e la voglia di capire e conoscere la facevano da padrone». stucchi assicura: «Mi appassionavo alla matematica, come alla storia o all'italiano o, specialmente quando ci lasciavano giocare a calcio, all'educazione fisica: in quest'ultima materia, con mio grande disappunto, i risultati non erano certamente spettacolari e, fin da allora, capii che percorrere la carriera di EzioGoool sarebbe rimasto un sogno irrealizzabile!». Fasciato nella sua bella blusina azzurra d'ordinanza (e sottolineiamo azzurra), stucchi poteva vantare già una pagella senza voti e con giudizi più che confortanti. Ci fossero stati i numeri, anche lui si sarebbe comunque meritato un bel dieci. Non come voto, ma come minuti: quelli che gli bastavano per fare i compiti e correre come una lippa a giocare all'oratorio. Donatella Tiraboschi