domenica 4 ottobre 2009

ECO DI BERGAMO - 04/10/09 - L'EMOZIONE DEL CARROCCIO AL GRAN COMPLETO

«Non mangerò più carne al sangue», commenta in una battuta il Senatur ai giornalisti dopo aver visto il film Barbarossa. In quella notte tutta sua e dei suoi. Al Castello Sforzesco, tra politici del centrodestra, la Lega al completo, e buona parte del Pdl, compreso il premier. E tra un parterre di vip, per tutti i gusti, da Simona Ventura a Renato Pozzetto. Anche Federico Confalonieri e Fabrizio Del Noce, ovvero Mediaset e Rai. Intellettuali pochi, per il lancio in grande stile del film. C'è il premio Strega Antonio Scurati: «Sono qua perché ho un forte interesse per la materia etica. Verifico il fallimento dell'aspirazione etica nell'arte contemporanea».La serata si apre. L'atmosfera è medioevale. Luci basse. Novecento invitati. Ignazio La Russa abbraccia Daniela Santanchè sul red carpet che ha tappezzato il pavimento degli spazi nel cuore del Castello. Mentre i Berghem Baguette intonano «Noter de Berghem, de Berghem de sura». E la Confraternita del Leone di Brescia in costume presenzia: ha partecipato alla produzione del film nei combattimenti in cui è coinvolta la Compagnia della Morte di Alberto da Giussano. Berlusconi arriva di corsa col solito argento vivo addosso e, quando entra al Castello, si ferma davanti a Lori Del Santo e le dice: «Sei bellissima!», poi le fa il baciamano. Lori s'incanta e poi confessa: «È l'uomo più charmant d'Italia, per intelligenza, carisma e galanteria». Lei che c'entra con la serata, le chiediamo: «Ho studiato la storia. Io sono una nordica. Adesso c'è l'invasione dei barbari. È difficile trovare la propria identità», afferma l'attrice veronese.In prima fila Maroni con il figlio, accanto Berlusconi. Poi, più di lato, Bossi, Tremonti, Calderoli, Formigoni, la Moratti. Il sindaco di Milano prende la parola e parla di un «film simbolo per la nostra città, che mostra la nostra capacità di lottare per cause sempre giuste». Bossi urla: «Brava!». Letizia Moratti prosegue sul fatto che il film è un inno alla «libertà preziosa da consegnare ai nostri figli. Ringrazio Martinelli per questo regalo». Il regista ringrazia gli amici. Da Bossi «per la tua testardaggine, per avermi dato coraggio in questi quattro anni». All'assessore alla Cultura della Regione, Massimo Zanello, «per le tue serate in giro per la Lombardia a promuoverlo».Gli attori principali sono i grandi assenti. Non manca però Alberto da Giussano, il simbolo del Carroccio, Raz Degan, che spiega: «Questo personaggio complesso mi ha dato la possibilità di crescere come attore. È questo che conta. Il resto non mi interessa». E sulle dichiarazioni polemiche di Cécile Cassel, sul fatto che il film sarebbe il manifesto della Lega e che non sarebbe stata messa al corrente di questo prima di girare: «Le etichette possono rovinare il film, che va guardato con l'occhio del non pregiudizio. Per me Alberto da Giussano è il simbolo di tutti popoli che anche oggi non hanno voce. La morte per la libertà è un concetto bello e forte». Secondo Zanello «questo kolossal girerà Europa e America». Il ministro Calderoli crede incontri più «il gusto degli americani. È un bellissimo film: è riuscito ad esprimere quel simbolo di eroe della libertà che è stato Alberto da Giussano. Per me è esistito. Ma anche se non fosse vissuto, il suo valore simbolico non muta». Qualche dubbio sulla sua esistenza dal sindaco di Pontida, il deputato Pierguido Vanalli: «Non è provata la sua storicità. Ma Pontida è la capitale della storia moderna. E la scena nel film di quando Alberto da Giussano irrompe nella sala del monastero di Pontida, incitando le città lombarde a unirsi nel nome della libertà, mi fa venire i brividi. Sono emozionato, sto vivendo una serata storica». Altri bergamaschi, l'onorevole Giacomo Stucchi, Daniele Belotti, consigliere regionale, il collega Giosuè Frosio, l'onorevole Nunziante Consiglio. Berlusconi tiene il pallino in mano tra gli amici della Lega a tavola, scortatissimi, mentre mangiano. Il resto degli invitati è a mangiare in piedi a buffet. Cibi nostrani, pizzoccheri, polenta e zola, bresaola, panettone farcito. Il premier a notte inoltrata lascia il convivio: «Sono qui, ma ho fatto un'eccezione solo perché l'avevo promesso. In questo momento il Paese è costernato e isolato».

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