Lo sviluppo
delle tecnologie è velocissimo, le persone e i luoghi da controllare aumentano
ogni giorno e bisogna trovare più risorse, uomini e mezzi se vogliamo stare al
passo con la lotta al terrorismo". A dirlo è Giacomo Stucchi, bergamasco
presidente del Copasir. Dall'inizio del
2015 a oggi sono 103 gli espulsi dal ministro Alfano con proprio decreto, tra
cui 9 imam. "E' uno strumento previsto dall'ordinamento giudiziario
fin dal 2005 che prevede l'espulsione coattiva con rimpatrio immediato e
divieto di reingresso, per motivi di sicurezza, di quei soggetti ritenuti attigui
ad ambienti radicalizzati e che sostengono la jiad. Il provvedimento vale per
tutta Europa ed è una misura preventiva e rapida, mentre nei casi più complessi
si va avanti nelle indagini ei tempi sono ovviamente più lunghi". Dopo gli
ultimi attentati i controlli sono aumentati? "C'è un monitoraggio di tutte
le realtà in cui c'è un'alta presenza islamica. Non si pensi solo alle moschee,
che sono meno difficili da osservare, ma a tutti quei luoghi da controllare in
quanto siti di ritrovo abituale di cittadini islamici in cui può essere
veicolato il messaggio positivo verso la jiad, dai sottoscala ai bar, dai
negozi etnici ai centri culturali. I controlli avvengono utilizzando vari
mezzi, tecnologici o umani, e servono per capire quanto accade e ciò che viene
detto riservatamente". C'è collaborazione da parte del mondo islamico?
"Non è ancora sufficiente. Quando qualcuno, ad esempio, condanna
ufficialmente un attentato e prende le distanze, c'è chi dice che non è
d'accordo - e in quel caso è giusto andare subito ad approfondirne la
conoscenza - ma ce ne sono tantissimi che stanno in silenzio. E questo mi
preoccupa, perchè il silenzio è sempre ambiguo". Molti attentatori sono
"addestrati dal web e la propaganda passa più dai social che dalle
moschee. "Facciamo sforzi enormi ma la sfida è impari perchè lo sviluppo
delle tecnologie è velocissimo. Per stare al passo dobbiamo avere più risorse,
la mole di persone e di luoghi da controllare è aumentata e non si può più fare
lo stesso lavoro di prima, garantire cioè la stessa qualità ed efficacia, se
non si aumentano il personale e i mezzi: non solo dell'intelligence ma di tutto
il comparto sicurezza".
lunedì 1 agosto 2016
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