sabato 30 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 30/10/10 - CONTRAFFAZIONE E PIRATERIA STUCCHI GUIDA L'INCHIESTA

Un punto di riferimento nella battaglia all'illegalità economica e alla concorrenza sleale: è stata costituita alla Camera dei deputati la «Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale».Presidente è stato eletto il parlamentare bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. La nomina ha raccolto consensi anche tra le fila dell'opposizione. «Ringrazio i colleghi della commissione per la fiducia nei miei confronti», ha rimarcato Stucchi. «Esorto tutti – ha proseguito – a mettersi al lavoro nell'ambito dei compiti e delle prerogative che il Parlamento riconosce alla commissione». L'esponente del Carroccio ha, quindi, sottolineato come «le aziende e i cittadini si aspettano un contributo rilevante nella lotta al fenomeno della contraffazione e della pirateria ai danni delle attività commerciali. La Commissione dovrà essere punto di riferimento nella battaglia all'illegalità economica e alla concorrenza sleale».Nel frattempo si è tenuta a Lamezia Terme una riunione dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) per discutere di legalità: l'assemblea ha, tra l'altro, approvato un documento contenente analisi, proposte e richieste avanzate al governo in tema di difesa della legalità nell'attività amministrativa. «L'insediamento della Commissione parlamentare sulla contraffazione – ha commentato Stucchi – non poteva avere migliore viatico del documento approvato a Lamezia Terme dall'Anci, che dà mandato al presidente Sergio Chiamparino di sottoscrivere gli impegni per la realizzazione del Programma nazionale anticontraffazione. «Troveremo modi e tempi – ha aggiunto – per una proficua collaborazione con l'Anci nella lotta alla contraffazione». Giacomo Stucchi, 41 anni, è già stato presidente della XIV Commissione per le Politiche dell'Unione europea della Camera durante la legislatura dal 2001 al 2006; attualmente ricopre l'incarico di segretario dell'Ufficio di presidenza di Montecitorio. La commissione d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale è costituita da 21 deputati: 8 del Pdl, 7 del Pd, 2 della Lega Nord, un parlamentare per ognuno dei gruppi di Futuro e libertà, Idv, Udc e gruppo misto. Fanno parte della commissione, tra gli altri, anche i parlamentari bergamaschi Gabriele Cimadoro (Idv) e Giovanni Sanga (Pd). Gianluigi Ravasio

mercoledì 27 ottobre 2010

BERGAMO SERA - 27/10/10 - CONTRAFFAZIONE: STUCCHI ELETTO PRESIDENTE COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA

ROMA — Il deputato bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi, già presidente della Commissione per le Politiche dell’Ue della Camera, dal 2001 al 2006, e attuale Segretario dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio, è stato eletto, anche con alcuni voti dell’opposizione, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta che sarà impegnata nella lotta alla contraffazione in ambito commerciale. “Ringrazio i colleghi per la fiducia – ha detto il neopresidente subito dopo l’elezione – ed esorto tutti a mettersi a lavoro nell’ambito dei compiti e delle prerogative che il Parlamento riconosce alla Commissione. Le aziende e i cittadini si aspettano un contributo rilevante nella lotta al fenomeno della contraffazione e della pirateria ai danni delle attività commerciali”. “La Commissione – ha concluso Stucchi – dovrà essere punto di riferimento nella battaglia all’illegalità economica e alla concorrenza sleale”.

martedì 26 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 26/10/10 - "E' LA SFIDA DEL FUTURO" "SI, MA PESI SU TUTTI"

Sono contrastanti le reazioni del mondo politico bergamasco riguardo alle posizioni espresse dall'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, durante il suo intervento di domenica scorsa alla trasmissione televisiva di Fabio Fazio «Che tempo che fa». Se il Popolo della libertà vede nelle parole dell'amministratore delegato del Lingotto l'indicazione delle sfide del futuro, il Carroccio pone l'accento sulle specificità del mondo del lavoro del Nord del Paese. Partito democratico e Italia dei valori rimarcano invece la mancanza di una politica industriale nel Paese e la necessità di interventi per la ripresa economica che non pesino soltanto sui lavoratori.«Quella indicata da Marchionne – sottolinea Gregorio Fontana, parlamentare del Pdl – è una strada obbligata. Il modello di Pomigliano è moderno e collegato alle esigenze del territorio per rispondere ai bisogni di lavoratori e imprenditori». La posizione dell'amministratore delegato di Fiat, prosegue Fontana, «è la sfida del futuro del nostro Paese, che il governo e le organizzazioni sindacali responsabili devono raccogliere per rendere più competitivo il sistema Italia».Gli incentivi alla Fiat«Credo nel progetto di Marchionne e lo sostengo – ha commentato il ministro Roberto Calderoli –, però non con queste sue uscite da Fazio. Anche perché Marchionne non può oggi venire a dire ciò che dice quando in realtà anche durante il suo periodo la Fiat ha ricevuto gli incentivi del governo». «Ciascuno ha dato – ha sostenuto Calderoli – e ciascuno ha ricevuto. È evidente che qualcosa la Fiat ha ricevuto, e quindi la frase che la Fiat farebbe meglio senza l'Italia, Marchionne avrebbe fatto meglio a non dirla». Giacomo Stucchi, parlamentare della Lega, dal canto suo ricorda che «il problema vero non è che la Fiat farebbe meglio senza l'Italia, ma senza la nostra burocrazia. Non c'è da scandalizzarsi per quanto Marchione ha detto». Tuttavia, aggiunge Stucchi, il top manager del Lingotto «non deve giudicare tutti i lavoratori allo stesso modo: quello che non riesce a ottenere a Pomigliano fa parte della cultura lavorativa del Nord già da vent'anni. I nostri lavoratori non cercano il conflitto, ma la collaborazione, grazie anche a un sindacato più realista. A livello locale vedo un sindacato, Cgil compresa, più responsabile».Giovanni Sanga, parlamentare del Pd, osserva che «Marchionne pone questioni note, come la produttività e la competitività. Il Paese è privo di una politica industriale che da tempo il Pd chiede». Ma il Marchionne del Lingotto, prosegue Sanga, «dimentica il ruolo avuto dal nostro Paese e dai lavoratori nel successo della Fiat e nei suoi momenti più difficili. Oggi è giusto portare i salari a livelli europei legandoli alla produttività, ma senza far venir meno tutele e diritti dei lavoratori. Dietro al discorso di Marchionne c'è la sfida su contrattazione decentrata e nuove relazioni industriali da cogliere senza però paragonare lavoro e tutele del nostro Paese a realtà come Cina o Polonia». Salari e produttivitàAntonio Misiani, pure parlamentare del Pd, sottolinea che «quelle di Marchionne sono considerazioni che devono far riflettere; toccano le questioni della competitività e del rilancio dell'economia. Ma questo riguarda anche gli imprenditori: i problemi della competitività non possono essere caricati solo sulle spalle dei lavoratori». «Il Paese – aggiunge Misiani – deve raccogliere la sfida di legare salari e produttività. Occorre un patto sociale che chiami in causa istituzioni pubbliche e parti sociali; su questi temi i limiti non sono solo di politica o sindacato: anche gli imprenditori devono fare un riflessione profonda».Marchionne, osserva Gabriele Cimadoro, parlamentare dell'Idv, «è persona seria. Il suo intervento mi è sembrato in buona fede e quello che dice ha un senso di verità; per questo vorrei dargli credito. I veri problemi riguardano la fiscalità, l'evasione, la crisi economica; c'è un ritardo sulla politica industriale e abbiamo bassi livelli di produttività». La battuta di Marchionne sulla Fiat che «senza l'Italia farebbe meglio», conclude Cimadoro «è grave fatta da un italiano; ma l'amministratore delegato di Fiat ha il coraggio di dirlo. Non dobbiamo essere né presuntuosi, né permalosi. Se non c'è una politica industriale seria non ci sono le condizioni perché si venga a investire da noi».

venerdì 22 ottobre 2010

GIORNALE DI BERGAMO.COM - 22/10/10 - RABBIA "VALBREM" IN CORTEO. OPERAI, SINDACI E CONSIGLIERI REGIONALE CHIEDONO AL GOVERNO

Marcia della disperazione da Lenna a Piazza Brembana per i 117 dipendenti della Valbrem, che la casa madre svizzera Ronal vorrebbe chiudere entro gennaio, a tre anni dall’acquisizione firmata nel 2007 con il gruppo Mazzucconi. La battaglia per salvare una delle tre ultime, grandi aziende metalmeccaniche della Val Brembana - le altre sono SMI e Cms - sta mobilitando anche le forze politiche e dopo l’intervento del Pd, che chiede misure di disincentivazione contro la Ronal, ieri è stata la volta della Lega Nord, in campo con un’interrogazione firmata dagli onorevoli Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Consiglio Nunziante e Pierguido Vanalli e rivolta al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi e al vicepremier Giulio Tremonti (Economia). «Quello della Valbrem è l’ennesimo scempio economico che si verifica nella Provincia di Bergamo - ha commentato l’onorevole Consiglio dopo l’incontro con i lavoratori, ieri mattina nella sede della Comunità montana - ci impegneremo a salvaguardare l’economia delle nostre Valli e il reddito dei nostri lavoratori, che pagano decisioni strategiche aziendali non sempre giustificate. Abbiamo presentato con gli altri deputati bergamaschi della Lega Nord un atto di sindacato ispettivo, con il quale chiediamo al ministro Sacconi e al ministro Tremonti che si faccia chiarezza sull’annunciata decisione della chiusura degli stabilimenti di Lenna e Presezzo e si tutelino i lavoratori coinvolti. Inoltre - conclude l’onorevole Consiglio - tali gravi scelte imprenditoriali rischierebbero di vanificare il positivo ritorno socioeconomico sotteso allo sforzo sostenuto dalla Lega Nord in Regione Lombardia e in Provincia di Bergamo per la costruzione di importanti infrastrutture in Valle Brembana». Oltre a ribadire la desertificazione industriale dell’area, l’interrogazione prende le mosse dall’accordo sottoscritto nel 2009 con i sindacati per un processo di ristrutturazione che riguardava i 160 lavoratori allora in forza, grazie al quale si garantiva, comunque, il mantenimento dei siti produttivi di Presezzo e Lenna, chiedendo a Tremonti e Sacconi di invitare la Ronal a valutare soluzioni alternative alla chiusura attraverso l’istituzione di un tavolo di confronto, mettendo a disposizione tutte le risorse necessarie per garantire comunque la continuità del reddito ai lavoratori interessati. «Serve assolutamente prorogare la cassa in deroga fino al 2011 - dichiarano Margherita Dozzi della Fiom e Gianfranco Maifredi della Fim - per consentire ai lavoratori di agganciare una nuova fare di cigs nei prossimi due anni».

BERGAMO NEWS - 22/10/10 - E' STUCCHI IL DEPUTATO PIU' ATTIVO TRA I BERGAMASCHI

Parlamento - Il politico della Lega è al decimo posto tra gli onorevoli che lavorano di più nella classifica stilata da "L'Espresso".

Il luogo comune vede il bergamasco sgobbone e gran lavoratore. Una considerazione che trova conferma anche in Parlamento, secondo la classifica de “L’Espresso” sui deputati e senatori che lavorano di più. Nella Top Ten di Montecitorio, in decima posizione, troviamo Giacomo Stucchi della Lega Nord con un indice di attività del 4.28 (un indice puramente quantitativo che prende in esame il numero e la tipologia e di atti prodotti dai parlamentari in modo da poterli confrontare tra di loro). Gli altri bergamnaschi navigano attorno alla metà della classifica, l'ultimo, ma è 463° su 630 è l’onorevole Gregorio Fontana del Pdl. Tra i senatori non ci sono orobici di spicco, il primo che s'incontra nella particolare hit parade è Valerio Carrara (Pdl) che occupa la posizione numero 110.

ECO DI BERGAMO - 22/10/10 - I DEPUTATI LEGHISTI INTERROGANO IL MINISTRO

I deputati Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Consiglio Nunziante e Pierguido Vanalli (Lega Nord) hanno presentato un'interrogazione a risposta orale al ministro del Lavoro e al ministro dell'Economia e delle Finanze sulla chiusura annunciata dalla Ronal della Valbrem che mette a rischio 117 posti di lavoro (96 a Lenna e 21 a Presezzo).Nel documento si ricorda che la cessazione dell'attività «colpirebbe duramente la comunità brembana, in particolare la zona dell'alta valle, già seriamente in difficoltà e gravemente impoverita del tessuto produttivo» e che alla Valbrem è in corso «cassa in deroga» fino al 26 novembre, dopo che a luglio era terminato il periodo di cassa integrazione straordinaria. La chiusura inoltre è stata paventata nonostante che l'azienda avesse sottoscritto con i sindacati «un processo di ristrutturazione che riguardava i 160 lavoratori allora in forza, grazie al quale si garantiva comunque il mantenimento dei siti produttivi di Presezzo e Lenna».Ai ministri si chiede se «intendono invitare la multinazionale Ronal, proprietaria di Valbrem, a valutare soluzioni alternative alla chiusura attraverso l'istituzione di un tavolo di confronto, richiamandola al doveroso rispetto dell'accordo siglato nel 2009, cui far partecipare anche i rappresentanti istituzionali delle comunità coinvolte oltre che quelli dei lavoratori, mettendo a disposizione tutte le risorse necessarie per garantire comunque la continuità del reddito ai lavoratori interessati».

BERGAMO NEWS - 22/10/10 - "FELICE PER IL RISULTATO, RINGRAZIO I MIEI STAFF DI ROMA E DI BERGAMO"

Stucchi - "Ma per raggiungere obiettivi concreti l'impegno personale molte volte non basta", le parole del leghista, nella top ten dei parlamentari più attivi.

“Faccio semplicemente quello che devo fare senza pubblicizzarlo troppo. Se ho raggiunto questo risultato devo ringraziare anche il mio staff di Roma e Bergamo: ho una segreteria che lavora in maniera eccezionale e ho persone che mi suggeriscono gli interventi come i sindaci e presidenti di associazione che incontro costantemente sul territorio bergamasco”. Giacomo Stucchi, al decimo posto nella classifica dei deputati che lavorano di più secondo “L’Espresso”, tiene il basso profilo e spiega a cosa sta lavorando in questo momento. “Oltre ai temi orobici, ora ci sono due proposte per agevolare la condizione degli invalidi civili che diventeranno legge presto – spiega -. Cosa mi chiedono i sindaci? Per prima cosa mi raccontano i problemi reali e pratici con cui devono fare i conti ogni giorno e mi chiedono delle soluzioni pratiche”. In futuro la mole di lavoro aumenterà ancora (“La prossima settimana diventerà presidente di una nuova commissione, quella “anti-contraffazione”) ma ciò che conta per Stucchi sono i risultati: “E’ inutile produrre molte scartoffie, l’importante è raggiungere degli obiettivi concreti; a volte ci si arriva, altre no, perché il risultato finale non dipende solo dall’impegno personale”.

giovedì 21 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 21/10/10 - CONSIGLIO (LEGA): ALTRO SCEMPIO ECONOMICO

Terminato il raduno organizzato a Lenna, a cui hanno partecipato anche i lavoratori della Valbrem davanti l'azienda, l'on. Nunziante Consiglio, deputato del Carroccio, ha ribadito la necessità di mantenere la produzione negli stabilimenti bergamaschi : «E' l'ennesimo scempio economico che si verifica nella Provincia di Bergamo. Ci impegneremo a salvaguardare l'economia delle nostre Valli e il reddito dei nostri lavoratori, che pagano decisioni strategiche aziendali non sempre giustificate» – continua l'on. Consiglio – «Abbiamo presentato oggi con gli altri deputati bergamaschi della Lega Nord un atto di sindacato ispettivo, a prima firma dell'on. Giacomo Stucchi, con il quale chiediamo al Ministro Sacconi e al Ministro Tremonti che si faccia chiarezza sull'annunciata decisione della chiusura degli stabilimenti di Lenna e Presezzo dalla proprietà della Valbrem e si tutelino i lavoratori coinvolti». «Inoltre - aggiunge infine l'on. Consiglio – tali gravi scelte imprenditoriali rischierebbero di vanificare il positivo ritorno socio economico sotteso allo sforzo sostenuto dalla Lega Nord in Regione Lombardia e in Provincia di Bergamo per la costruzione di importanti infrastrutture in Valle Brembana». Presenti alla riunione anche il Consigliere Regionale Frosio della Lega Nord, l'Assessore Provinciale Milesi, il Presidente della Comunità Montana della Valle Brembana, i sindaci ed altri esponenti.

lunedì 18 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 18/10/10 - SCUOLA DI MAGISTRATURA NON APERTA LE OPPOSIZIONI INTERPELLANO TENTORIO

Un contratto d'affitto pagato per due anni per una proprietà mai utilizzata. La Scuola superiore di Magistratura a Bergamo torna al centro dell'attenzione, e delle polemiche, con un'interpellanza a risposta orale consegnata negli scorsi giorni a Palazzo Frizzoni e sottoscritta da tre consiglieri comunali dell'opposizione: Giuseppe Mazzoleni dell'Udc, Elena Carnevali del Pd e l'ex sindaco Roberto Bruni della Lista Bruni.«Considerando che il Comune di Bergamo non ha prorogato il contratto di locazione alla scadenza del 30 settembre e sottolineando come il Comune di Bergamo e la Provincia avevano prontamente accolto le sollecitazioni dell'ex Ministro Castelli alla rapida individuazione di una sede per la Scuola di Magistratura in quanto un ritardo nel reperimento dei locali avrebbe comportato il rischio della assegnazione della sede della prestigiosa istituzione ad altra città - si legge nel testo dell'interpellanza - si chiede al sindaco di conoscere i tempi di avvio della Scuola di Magistratura». Questo considerando che, «stando alle dichiarazioni del Ministro Calderoli dell'agosto scorso avrebbe dovuto aprire i battenti “in autunno, come tutte le scuole”» continuano i tre politici che interpellano Tentorio anche sulle «responsabilità del Ministero della Giustizia per i ritardi nell'avvio della Scuola di Magistratura e lo sperpero di denaro pubblico originato dagli impegni disattesi dello stesso Ministero della Giustizia».Con questa interpellanza, inoltre, si vuole conoscere «l'ammontare esatto delle spese sostenute dal Comune di Bergamo per il 50% del canone di locazione dei locali siti in Via Garibaldi per il periodo dall'01/10/2008 al 30/09/2010» oltre che sapere se il primo citatdino «intende avviare, in accordo con la Provincia di Bergamo, un'azione di responsabilità per il recupero delle spese inutilmente sostenute per il pagamento del canone d'affitto per locali mai utilizzati».Si chiede inoltre di far luce sulla sede definitiva della scuola: «Se è tuttora da considerarsi valida la previsione di collocare la sede definitiva della Scuola di Magistratura presso il Palazzo Lupi di proprietà dell'Agenzia del Demanio - continuano i tre consiglieri - o se, anche alla luce delle travagliate vicende vissute, l'attuale collocazione non debba più essere considerata soltanto provvisoria», ma anche se «per il fatto che non è stato rinnovato dal Comune il contratto di locazione, ciò significa il totale abbandono della presenza della Scuola Superiore della Magistratura a Bergamo».La vicenda della Scuola di Magistratura a Bergamo è abbastanza complessa e tutto ha inizio quattro anni fa quando l'allora ministro della Giustizia Roberto Castelli indicò le sedi per la nuova struttura dedicata alla formazione dei magistrati: Bergamo per il Nord, Latina per il Centro e Catanzaro per il Sud. Nella nostra provincia inizialmente si puntò sul Collegio Celana, poi l'operazione fallì e si decise di ripiegare su Palazzo Lupi, una volta pronto: nell'attesa venne identificata come sede provvisoria un'ala del Collegio Sant'Alessandro in città. L'affitto venne sostenuto da Provincia e Comune di Bergamo, per un importo complessivo di 242.800 euro all'anno, più 50 mila forfettari per le spese di gestione. Con il governo Berlusconi attualmente in carica, il ministro della Giustizia Angelino Alfano mandò i vertici del ministero a chiudere la pratica Bergamo. Per funzionare, la scuola aveva però bisogno del Comitato direttivo: i 5 membri indicati dal ministero di Giustizia (Pietro Pelingieri, Angelo Del Vecchio, Chiara Cacciavillani, Fernanda Contri e Alberto Macchia) erano in carica dal 2007, appena varata la legge istitutiva dei corsi, mentre di quelli del Csm, fino alla dichiarazione del ministro Calderoli, non c'era traccia. Il deputato bergamasco Gregorio Fontana (Pdl) decise quindi di promuovere un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affinché venisse data piena attuazione all'istituzione della Scuola superiore della magistratura. L'appello venne sottoscritto anche dal presidente della Provincia Ettore Pirovano, dal sindaco Franco Tentorio e da alcuni parlamentari, tra cui Giorgio Jannone, Giacomo Stucchi, Alessandra Gallone e Nunziante Consiglio. Il Pd, dal canto suo, tramite i deputati bergamaschi Antonio Misiani e Giovanni Sanga, presentò alla Camera due interrogazioni parlamentari sull'avanzamento dell'iter della Scuola di magistratura, peraltro senza ottenere risposta dal ministro Alfano. La vicenda fu anche al centro di aspre polemiche durante la seduta del Consiglio provinciale di fine giugno, quando il presidente Pirovano rispose a un'interpellanza sulla questione e, a distanza, agli interventi dell'ex inquilino di via Tasso Valerio Bettoni e di Palafrizzoni Roberto Bruni (che lo accusavano di essere più impegnato a difendere Roma che a prodigarsi per portare qui i corsi di alta specializzazione), sottolineando che vi erano alcune falle negli atti amministrativi approntati dalle precedenti amministrazioni di via Tasso e Palazzo Frizzoni. Ora questa nuova interpellanza che vuole nuovamente smuovere le acque per avviare l'iter definitivo che permetta di insediare ufficialmente la scuola.

venerdì 15 ottobre 2010

BERGAMO SERA - 15/10/10 - LA LEGA: DIFENDIAMO IL NOSTRO TESSILE, NO AIUTI AL PAKISTAN

ROMA — La Lega è contraria ad estendere gli aiuti economici alle imprese tessili e d’abbigliamento del Pakistan che non si trovano nelle aree alluvionate. E’ quanto emerge da un’audizione che i deputati Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Gianluca Pini e Giovanni Fava hanno chiesto al presidente della commissione Politiche dell’Unione Europea Mario Pescante. “La Commissione europea ha concordato le decisioni nell’ambito delle politiche di aiuto umanitario verso il Pakistan, a seguito degli ultimi eventi alluvionali” si legge nel documento inviato a Pescante. “Ma occorre far presente che le imprese pakistane del settore tessile e abbigliamento non insistono su aree alluvionate, ma al contrario si tratta di un’industria in piena efficienza, che metterebbe in crisi l’occupazione e l’ottima reputazione che ancora corona il made in Italy nel mondo”.

mercoledì 13 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 13/10/10 - IL CASO INDESIT FINISCE SU LA 7 STASERA "EXIT" IN DIRETTA DA BREMBATE

«Exit», programma di approfondimento giornalistico de La7 nella serata di mercoledì 13 ottobre a partire dalle 21.10 si occuperà di lavoro, crisie conomica e precarietà e si collegherà anche con la Bergamasca.Al centro dell'attenzione il caso Indesit. La trasmissione condotta da Ilaria D'Amico si collegherà in diretta con Brembate Sopra dove i lavoratori dell'azienda stanno scioperando. Al microfono della giornalista Francesca Nava alcuni dipendenti, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil Mirko Rota, Ferdinando Iuliano e Angelo Nozza, l'onorevole Giacomo Stucchi, il sindaco Diego Locatelli e il vicesindaco Giacomo Rota, oltre al consigliere comunale Sergio Gandi, del gruppo Economia e lavoro del Pd Bergamo.

lunedì 11 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 11/10/10 - MORTI SUL LAVORO, BERGAMO TERZA "I SOPRAVVISSUTI? DIMENTICATI"

DalmineDesirée CividiniLe morti sul lavoro hanno toccato nel 2009 il minimo storico. Secondo i dati Inail, mai dal dopoguerra (dal 1951, inizio delle rilevazioni statistiche) i numeri erano stati così bassi. Significa che sulla sicurezza l'Italia si è mossa, ma che certo non si può abbassare la guardia: l'anno scorso le donne e gli uomini morti nei luoghi di lavoro sono stati 1.050 (complessivamente gli infortuni 790 mila). Più colpita la Lombardia, con tre province che guidano la triste classifica delle morti bianche: Milano, poi Brescia e Bergamo. Qui dal 2008 al 2009 gli infortuni sono scesi da 18.593 a 12.838, ma quelli mortali sono purtroppo invariati: 19 l'anno scorso, altrettanti quello precedente.La guardia deve rimanere altissima. È questo l'appello lanciato ieri, a Dalmine, nel corso della 60ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: un'occasione per l'Anmil – Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro –, per richiamare l'attenzione sulla gravità del fenomeno e sui numeri sempre troppo alti delle vittime. La giornata commemorativa, iniziata con la Messa di suffragio per i Caduti e proseguita con la cerimonia civile, si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime nei luoghi di lavoro. «Siamo qui – ha esordito il presidente provinciale Anmil, Luigi Feliciani – perché non possiamo accettare che l'infortunio sia al centro dell'attenzione mediatica solo quando si muore, per essere poi declassato a un "requisito" per interventi sociali, e nemmeno in prima fila, come la riserva delle assunzioni obbligatorie. Non chiediamo più soldi, non vogliamo interventi a pioggia. Chiediamo scelte chiare su questo terreno, in funzione delle quali proporci con impegno finanziario, professionale e appassionata partecipazione dei soci. Non dimentichiamo – ha proseguito il presidente di fronte a una folta platea che ha raggiunto il Teatro civico in corteo –, che l'infortunio è un'esperienza che tocca ogni anno quasi 900 mila persone. Un'esperienza sempre dolorosa, fatta di cure, rieducazione, disagio familiare ed economico, oltre che dell'attesa di un indennizzo quasi mai corrispondente alle attese». Un pensiero condiviso anche dalla direttrice di Inail Bergamo, Maria Aurelia Lavore, e dall'assessore provinciale a Istruzione, Formazione e Sicurezza sul lavoro, Enrico Zucchi, il quale ha puntato l'attenzione sulla necessità di «continuare a fare in modo che le aziende investano in formazione e prevenzione anche in un momento di crisi come quello attuale». Concetto ribadito da Angelo Cortinovis, responsabile Sicurezza e lavoro della Uil, il quale ha anche invitato a riprendere l'attività, da tempo ferma, del tavolo della legalità e della sicurezza. «La politica – ha commentato il consigliere regionale Mario Barboni – deve fare la sua parte e in maniera trasversale: non c'è colore politico dietro a un infortunio». «La sicurezza – ha aggiunto Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl – è un elemento essenziale della qualità del lavoro. Ecco perché sarebbe utile introdurre un sistema per premiare le imprese virtuose e penalizzare quelle che non investono sulla sicurezza». A sottolineare l'importanza del ricollocamento nel mondo del lavoro è intervenuto l'onorevole Giovanni Sanga, componente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo, presente insieme agli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio: «Non basta essere vicini agli infortunati al momento dell'incidente, ma occorre accompagnarli in un percorso più complesso, che li porti a essere reinseriti nel mondo del lavoro – ha dichiarato Sanga, socio onorario Anmil –. Bergamo da questo punto di vista vive una situazione piuttosto buona, ma l'impegno deve essere costante e l'attenzione deve rimanere alta».

domenica 10 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 10/10/10 - MEZZANOTTE, SI STAMPA. TUTTI IN TIPOGRAFIA IN ATTESA DEL NUOVO ECO

Autorità, politici e istituzioni ad Erbuscoper la nuova tappa di una storia lunga 130 anniIl vescovo: «Grande soddisfazione per il lavoro»

Dino NikpaljCentotrent'anni di storia e una notte d'attesa. Quella che al Centro Stampa Quotidiani di Erbusco ha scandito la nascita, fresco fresco di rotativa, de L'Eco di Bergamo nuova versione. Una grafica accattivante e un formato tutto da scoprire: pagina dopo pagina.Un giornale fruibile e moderno che il vescovo Francesco Beschi ha definito «non solo un'opera di riorganizzazione grafica, ma un enorme lavoro apprezzabile anche per la riflessione che l'ha accompagnato: riuscire cioè a proporsi ai lettori e al territorio in modo nuovo, rispettando le proprie caratteristiche fondamentali. Non posso che esprimere grande soddisfazione per il lavoro fatto».Diretta su Bergamo TvLa serata è stata seguita passo a passo dalle telecamere di Bergamo Tv, che hanno dedicato uno speciale in diretta da Erbusco, condotto da Max Pavan e Francesca Manenti. Un evento che ha visto la partecipazione delle principali autorità bergamasche in una cena che ha accompagnato l'attesa del via alle rotative, a mezzanotte: da monsignor Francesco Beschi al presidente della Sesaab (la nostra società editrice) Emilio Moreschi, passando per l'amministratore delegato Massimo Cincera e monsignor Lucio Carminati, vicepresidente del gruppo e delegato vescovile per le attività economiche. Anche il sindaco di Bergamo Franco Tentorio non ha voluto mancare all'appuntamento, insieme al presidente del Consiglio di gestione di Ubi Banca Emilio Zanetti e al presidente del Tribunale Ezio Siniscalchi e a monsignor Alberto Carrara, delegato vescovile per la comunicazione e cultura. Molto nutrita la rappresentanza parlamentare, decisamente bipartisan: dal decano Mirko Tremaglia, alle «matricole» Alessandra Gallone, Sergio Piffari, Mauro Ceruti e Ivan Rota, passando per Giorgio Jannone, Gregorio Fontana, Valerio Carrara, Giovanni Sanga, Antonio Misiani, Giacomo Stucchi, Carolina Lussana e Savino Pezzotta. Assente causa indisposizione, Gabriele Cimadoro. Il Pirellone era rappresentato dagli assessori made in Bg Marcello Raimondi e Daniele Belotti, nonché da Valerio Bettoni, past president in Provincia, rappresentata per l'occasione da Silvia Lanzani. Il mondo economico e socialePer l'Università c'era il rettore Stefano Paleari, per la Camera di Commercio il presidente Paolo Malvestiti, per i Riuniti il direttore generale Carlo Bonometti, per l'aeroporto il presidente Mario Ratti. Presenti anche il segretario regionale Cisl Gigi Petteni e quello provinciale Ferdinando Piccinini, il provveditore Luigi Roffia, l'ex sindaco Roberto Bruni, il direttore del carcere Antonino Porcino, il comandante provinciale dei carabinieri Roberto Tortorella e quello della Guardia di Finanza Giancarlo Trotta. Numerosi gli esponenti del mondo imprenditoriale: il presidente di Confindustria Carlo Mazzoleni, Antonio Percassi, Alberto Bombassei, Tito Lombardini, i presidenti dell'associazione artigiani Angelo Carrara, di Confcooperative Sergio Bonetti e di Confesercenti Giorgio Ambrosioni. C'erano anche don Fausto Resmini, il presidente del Cai Paolo Valoti, quello del Csi Vittorio Bosio. Tra i giornalisti, oltre al nostro direttore Ettore Ongis, quelli delle altre testate del gruppo: Giorgio Gandola (La Provincia) e Luigi Losa (Il Cittadino) più gli «ospiti» Giacomo Scanzi del Giornale di Brescia (che stampa al Csq) e Paolo Agnelli, editore del Giornale di Bergamo, insieme a Giorgio Gori e alla moglie Cristina Parodi. Ma in una serata che guardava al futuro non potevano mancare le colonne dell'Eco che fu, come lo storico proto Paolo Tarchini, Giuseppe Belloli, direttore amministrativo dell'allora Sesa, insieme a Renzo Testa, già vicepresidente della Spm. Passato, presente e futuro: 130 anni dopo, la storia continua.

sabato 9 ottobre 2010

ECO DI BERGAMO - 09/10/10 - VENT'ANNI DI LEGA NORD. FESTA AL XX SECOLO

«Festeggiamo. Vent'anni di Lega Nord a Seriate, un evento che ha cambiato lo scenario politico della città di Seriate». Simone Matti da un paio di mesi segretario della Lega Nord seriatese non ha atteso molto a intraprendere iniziative per dare un senso politico e pratico a una sezione da cui sono usciti big della Lega Nord come Marco Sisana (10 anni di sindaco a Seriate), e come l'attuale primo cittadino Silvana Santisi Saita. Oggi pomeriggio, nella discoteca XX Secolo in via Cassinone, dalle 18 si fa festa. L'ingresso è libero. In programma mostre, musica e grigliata. Intervengono, tra gli altri, Daniele Belotti, Giosuè Frosio, Giacomo Stucchi.Em. C.

ECO DI BERGAMO - 09/10/10 - SI RICORDANO LE VITTIME SUL LAVORO

Dalmine Domani in occasione della Giornata nazionale dell'Anmil

In Italia oltre mille persone hanno perso la vita nel 2009 per incidenti sul lavoro, circa 300 sono morte a seguito di una malattia professionale mentre 790 mila sono stati gli infortunati. Queste cifre dimostrano, purtroppo, che l'impegno comune finora profuso non è assolutamente sufficiente a tutelare la salute dei lavoratori e per questo merita un'attenzione particolare nel nostro Paese, sia da parte della società civile che dalle istituzioni. Con questo obiettivo l'Anmil intende richiamare l'attenzione sulla gravità di questo fenomeno, nell'ambito delle manifestazioni che si svolgeranno contemporaneamente in tutte le province d'Italia domenica 10 ottobre per la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. La sezione Anmil di Bergamo ha organizzato, per questa giornata, una manifestazione che si svolgerà a Dalmine. Alle 8 Messa in suffragio delle vittime degli incidenti sul lavoro presieduta da monsignor Ilario Girelli, nella chiesa di San Giuseppe, alle 9 corteo e deposizione di una corona d'alloro al monumento ai Caduti, alle 9,30 cerimonia civile nel teatro civico con introduzione del presidente provinciale Anmil Luigi Feliciani e con la partecipazione del sindaco di Dalmine Claudia Maria Terzi. Sono inoltre attesi numerosi rappresentanti istituzionali tra cui il prefetto di Bergamo Camillo Andreana, la direttrice dell'Inail di Bergamo Maria Aurelia Lavore, l'assessore all'Istruzione, formazione e sicurezza sul lavoro della Provincia di Bergamo Enrico Zucchi, l'assessore provinciale alle Politiche sociali e alla salute Domenico Belloli, il responsabile sicurezza e lavoro Uil Amerigo Cortinovis, il consigliere regionale Mario Barboni, l'assessore regionale all'Ambiente Marcello Raimondi, il componente della decima commissione Attività produttive, commercio e turismo onorevole Giovanni Sanga, il segretario di presidenza della Camera dei deputati onorevole Giacomo Stucchi, e il presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano. Durante la cerimonia saranno consegnati i brevetti e distintivi d'onore Inail. Per rappresentare questa 60ª Giornata il soggetto del manifesto voluto dal Presidente della Repubbica è stato realizzato dal fotoreporter Riccardo Venturi, ed è stato scattato all'interno di uno stabilimento della multinazionale Trelleborg, azienda specializzata nella produzione di pneumatici per veicoli industriali con sede vicino Roma. Quanto ai soggetti fotografati si tratta di vittime del lavoro, familiari e operai, proprio per attestare la necessità di collaborazione e coinvolgimento che deve esserci per portare avanti la cultura della sicurezza in ambito lavorativo.