martedì 23 dicembre 2008

ECO DI BERGAMO - 23/12/08 - AZIENDE AGRICOLE MONTANE CONFERMATE LE AGEVOLAZIONI

«Confermata, da parte della Camera, l'agevolazione per le imprese agricole di montagna particolarmente svantaggiate: resta infatti la riduzione del 75% dei contributi previdenziali e assistenziali versati per i dipendenti, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato». Ad annunciarlo è Giacomo Stucchi, deputato bergamasco della Lega Nord. La proroga delle facilitazioni, che interessano 141 Comuni della Bergamasca, è stata appunto approvata dalla Camera nel corso dell'esame delle misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare. Contestualmente, sono stati introdotti anche notevoli vantaggi destinati alle imprese agricole e agroalimentari soggette al regime obbligatorio di certificazione e controllo della qualità, «che potranno godere di un credito d'imposta pari al 50% del totale delle spese sostenute ai fini dell'ottenimento dei previsti certificati e delle relative attestazioni di conformità», spiega Stucchi. Una notevole semplificazione nella gestione del territorio bergamasco, poi, è l'esclusione dalla valutazione ambientale strategica (Vas) dei piani di gestione forestale riferiti ad un ambito aziendale o sovraziendale di livello locale che sono redatti secondo i criteri della gestione forestale sostenibile e approvati dalle Regioni. «La Vas - ricorda Stucchi - riguarda i piani e programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale e ha la finalità di garantire che gli effetti ambientali da essi determinati vengano presi in considerazione e valutati in fase di elaborazione, prima della loro adozione. L'esclusione da tale procedura per i piani che determinano l'uso di piccole aree a livello locale, nonché per le modifiche minori dei piani e dei programmi - conclude -, consentirà una notevole semplificazione delle procedure e renderà più semplice la vita dei nostri agricoltori».

domenica 21 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 21/12/08 - ALLA CAMERA DI COMMERCIO LA REGIA DELLA CRISI

«Non so se sia una iattura o una semplice combinazione, ma da quando ho assunto le redini della Cisl è iniziato il vero patatrac, questa crisi pesantissima di cui nessuno per ora vede uno sbocco. Pazienza, le grandi sfide mi hanno sempre affascinato». Non si tira indietro Ferdinando Piccinini: da neo segretario generale della Cisl bergamasca, in neanche tre mesi, non è passato giorno in cui sul suo tavolo non siano comparsi una vertenza, un avviso di cassa integrazione, esuberi e persino chiusure di aziende. Un periodaccio, insomma: come si fa a navigare così controvento? «Ci vuole senso di responsabilità, da parte di tutti. D'altronde i segnali di questa mareggiata li cogliemmo già mesi fa nel costruire l'assemblea unitaria su sviluppo e occupazione a Bergamo». Infatti la crisi si è allargata a macchia d'olio. «Dal meccanotessile, al meccanico, dal chimico fino al terziario, comincia ad essere dura per tutti. Ma quello che impressiona di più è la percezione d'insicurezza e incertezza verso il futuro che persino un lavoratore della Albini, della Fassi o di altre aziende con trend più che positivi, ormai prova sulla sua pelle». Miro Radici ha fatto un appello ai parlamentari bergamaschi, perché impegnino il governo ad allargare gli ammortizzatori sociali. «Una misura sacrosanta, che però ha bisogno di tempo. Nel breve ci vogliono segnali immediati, come la conferma che le risorse verranno gestite da Regione e Provincia anziché dallo Stato. Inoltre, le stesse risorse messe a disposizione andranno sicuramente potenziate: il miliardo e 200 milioni di euro messi sul tavolo finora non bastano. Il governo può e deve fare di più». Di previsioni se ne fanno tante, ma voi riuscite a capire quanti bergamaschi rischieranno realmente di perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi? «Secondo gli ultimi calcoli, per il 2009 sono a forte rischio diretto 4 mila posti. Quasi duemila saranno quelli coinvolti dalla cassa integrazione in deroga, ma almeno altrettanti sono quelli, ancora più esposti, che non si vedranno riconfermare i contratti a termine, interinali o a progetto. Già oggi alcune fasce d'età come gli ultraquarantenni e le donne fanno fatica a trovare un impiego. Ci vorranno svariati milioni di euro per la sola Bergamasca per far fronte all'emergenza ed è giusto, come sostiene Miro Radici, che l'ombrello degli ammortizzatori possa coprire anche queste figure che in tempi floridi hanno fatto spesso la fortuna di tante aziende. Per quanto riguarda il numero complessivo dei posti di lavoro in pericolo, occorre precisare che ai 4 mila ricordati vanno aggiunte anche tutte le figure professionali che già ora sono in seria difficoltà. Quindi, se dobbiamo quantificare, sia pure in modo approssimativo, l'area a rischio, potremmo arrivare a quota 8 mila. Un dato per ora solo stimato e che, evidentemente, ci auguriamo non possa essere raggiunto». Per gli interinali e tanti lavoratori a termine, il 31 dicembre, data di scadenza di molti contratti, rischia davvero di diventare lo spartiacque verso l'ignoto. «Per farsi un'idea del clima in atto, basti pensare che persino l'Adecco, una delle aziende leader del lavoro somministrato, ha aperto procedure nei confronti del proprio personale. Il mercato è crollato». Si parlava di dati e cifre a volte contrastanti tra loro: ma è così difficile mettersi d'accordo? «Proprio qui sta il punto: manca sul territorio un Osservatorio che fornisca dati precisi con tempestività, in modo da capire dove sono in quel momento le maggiori criticità e provare ad agire di conseguenza. Credo sia la Provincia, dove peraltro l'assessore Giuliano Capetti ha lavorato bene, che debba tirare le fila. Invece qui ciascuno butta fuori dati per conto proprio: l'Università fa la sua ricerca, poi arrivano le stime della Camera di commercio. Ci vogliono maggiori sinergie». Lei parla di sinergie, ma intanto tra i sindacati, dopo l'ultimo sciopero targato Cgil, un po' di gelo è tornato a calare sui vostri rapporti, dopo mesi di collaborazione. «Non nego che qualche attrito ci sia stato: a nostro giudizio, la Cgil, per una sua esigenza di pacificazione interna, ha preferito fare lo sciopero anche contro il parere di Cisl e Uil. D'altronde credo che in un sindacato moderno ci sia sempre meno spazio per una certa ideologia o certi slogan del passato e occorra invece una sempre maggiore aderenza ai problemi reali». Allora, come si riparte? «Ma, in realtà, non ci siamo mai fermati. Un sindacato diviso in un momento così delicato sarebbe una scelta irresponsabile. E poi a livello territoriale, abbiamo condiviso anche recentemente molti momenti unitari. La mobilitazione in Valle Seriana, tanto per fare un esempio, ha mostrato un grande segno di coesione e una forte volontà da parte di tutti, lavoratori e sindacati, di non assistere inermi a questa recessione. Ci vuole grande rispetto e maturità non soltanto tra noi, ma anche tra tutte le altre componenti territoriali». A proposito: il presidente della Provincia Bettoni ha in mente di rilanciare il Patto per Bergamo che a un certo punto il suo predecessore alla guida della Cisl, Gigi Petteni, aveva liquidato con un laconico: «Non serve»."«Un patto "numero due" credo infatti serva a poco. Ora però occorre affrontare in termini nuovi la concertazione territoriale. Mi auguro che la Provincia e i Comuni accrescano ancor di più il loro senso responsabilità, senza contare che c'è una forza che potrebbe aspirare in un momento come questo ad un ruolo di leadership». Quale? «La Camera di commercio. Io la vedo come fulcro e sintesi di tutte le attività economiche del territorio e quindi auspicherei che provasse a rivestire un ruolo di grande respiro, super partes, ancora più operativo». Non è così? «Mah, io per ora vedo questi due blocchi contrapposti al suo interno, queste rivalità tra "Imprese e Territorio" e Confindustria, che non hanno senso in un momento come questo, e limitano le potenzialità dell'ente. Invece la Camera, a mio giudizio, dovrebbe farsi interprete, per il futuro, di un'azione di coordinamento per tutto il territorio. Bisogna superare queste divisioni che limitano l'impegno, remare tutti nella stessa direzione». Anche il presidente Sestini ha dichiarato che la diatriba tra Confindustria e «Imprese e Territorio» gli pare solo una questione di personalismi. A proposito, come dovrebbe essere il suo successore al timone di largo Belotti? «L'importante è che sia una personalità carismatica, che possa unificare e non dividere, che sia davvero espressione di Bergamo e della sua terra. Concordo con Sestini: ce ne sono ancora di questi personaggi, mi creda, e non solo all'interno dell'attuale Camera di commercio». Torniamo alla crisi: ci può indicare tre passi obbligati per tentare di contrastarla? «Sembrerà scontato, ma anzitutto ci vuole più innovazione: soprattutto nel manifatturiero l'arretratezza in molte nostre aziende è palpabile. Poi occorre valorizzare maggiormente il territorio, ad esempio ridando dignità a molte delle aree industriali dismesse. Qui i sindaci dovrebbero farsi maggiormente guidare dalla Provincia, invece spesso vanno in ordine sparso, perdendo delle occasioni per mantenere i propri residenti e lavoratori radicati sul territorio. Inoltre lo Stato o la Regione dovrebbero incentivare maggiormente le nuove aziende intenzionate a insediarsi in quelle aree. Infine è necessario un maggior sostegno da parte dei deputati bergamaschi. Ai sindacati, il 70% dei nostri parlamentari è pressoché sconosciuto». Allora proviamo a fare qualche nome di quelli che invece si danno da fare. «Beh, non credo sia un mistero ad esempio che Giacomo Stucchi, della Lega, abbia fatto molto in passato sul fronte delle problematiche economico-sociali, così come Giovanni Sanga e Antonio Misiani, entrambi del Partito democratico. Senza dimenticare naturalmente Savino Pezzotta, che, grazie anche al suo ruolo nazionale, può offrire un contributo autorevole alla nostra terra». A proposito di governo centrale, la social card sembra aver avuto un effetto limitato. «Intanto, dopo che si era creata una grande aspettativa, tante persone che sembravano poterne usufruire, scoprono di non averne diritto. Ma anche per chi se l'è vista assegnare, non è così facile usarla. La gente è delusa, si poteva trovare un meccanismo più snello per il suo utilizzo, così invece bisogna andare a caccia dei negozi convenzionati: figuratevi l'anziano che vive in Valle Seriana o Brembana e può spostarsi poco: cosa se ne fa?». Molti invocano il federalismo, fiscale e non, come panacea di tutti i mali, altri pensano ad abolire le Province giudicandole enti inutili: cosa ne pensa? «Non vorrei soltanto si passasse da un centralismo romano ad un centralismo milanese. È molto semplice: la Lombardia è una regione con dieci milioni di abitanti, troppi per essere amministrati da un solo ente. Poi tutto è migliorabile: la Provincia di Bergamo, ad esempio, dovrebbe adeguarsi maggiormente al cambiamento. Cito i centri per l'impiego: il sistema informativo è arretrato e soprattutto c'è poco coordinamento con Abf, l'azienda bergamasca per la formazione. In futuro, ai lavoratori in cerca di un impiego o che l'hanno perduto, occorrerà dare risposte più rapide, se non proprio in tempo reale». Anche il sindacato però, nel suo insieme, avrà pur qualcosa su cui deve lavorare per migliorarsi. «Certamente. Insisto sull'aspetto della formazione, perché è legato a filo doppio al concetto di qualità, che deve ancora crescere se vogliamo restare competitivi in alcuni comparti nevralgici della nostra economia. Anche da parte nostra deve aumentare ancora la spinta per convincere lavoratori e aziende, ma un po' tutto l'intero sistema, che l'aggiornamento continuo è uno degli aspetti più importanti. Oggi, invece, Bergamo utilizza all'anno in formazione solo il 50% delle risorse che le imprese versano per questa voce». E dalle banche, che segnali arrivano? «Finora alcune assunzioni di responsabilità sono arrivate: a giorni firmeremo gli accordi per il sostegno alle piccole e medie imprese e sull'anticipo della cassa integrazione da parte degli istituti di credito. Obiettivamente però, in un momento critico come questo, tutto ciò non basta. Mi aspetto maggior dinamismo dal sistema bancario: spetta anche agli istituti di credito, insieme all'industria e al commercio, tentare di far ripartire l'economia». In un momento in cui sarebbe necessaria una grande coesione sociale, arrivano però segnali anche contraddittori: è vero che alcuni cassintegrati preferiscono restare in quella condizione anziché cercare un nuovo lavoro? «È vero, accade anche questo, ma in un momento simile, restare a casa nonostante tutto è estremamente rischioso, perché se prima già si faceva fatica a rientrare nel giro, adesso tutto diventa ancor più maledettamente complicato. Inoltre è un fenomeno che fatalmente si lega alla crescita del lavoro nero, altra piaga, mai debellata del tutto nella Bergamasca». Per concludere, quale sarà l'atteggiamento del leader della Cisl nei prossimi mesi? «Io, per natura, resto ottimista: magari non subito ma a medio termine sono convinto che, se tutti metteranno in campo decisione e senso di responsabilità, anche stavolta Bergamo ha tutte le possibilità per uscire dal tunnel».

mercoledì 17 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 17/12/08- DOPO IL LUNEDI' NERO, PARLAMENTARI IN CAMPO. LEGA, PD E FORZA ITALIA CHIEDONO CHIARIMENTI

Il day after dei politici bergamaschi è di quelli passati a picchiare sui tasti del Pc per preparare interrogazioni a destra e manca, o per esprimere l’indignazione di prammatica, condita con quella sana dose di vis polemica. Pronti via, e a dare fuoco alle polveri ci pensa il tandem Pd Antonio Misiani-Giovanni Sanga, che già aveva disertato per protesta il taglio del nastro dell’alta velocità ferroviaria: “ Abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministero dei Trasporti quali interventi urgenti intende promuovere nei confronti di Trenitalia e della Regione Lombardia, ivi compresa la sospensione dell’erogazione a Trenitalia dei 480 milioni stanziati in suo favore dal decreto legge anti-crisi, per risparmiare agli utenti delle ferrovie locali lombarde, a partire dalle tratte che ricadono nel territorio della provincia di Bergamo, gli inaccettabili disagi derivanti dai nuovi orari invernali”. Per Misiani e Sanga “i problemi prodotti dalla riorganizzazione del servizio ferroviario lombardo erano stati denunciati con largo anticipo dal Pd e dalle associazioni dei pendolari. Dove erano allora i rappresentanti della Lega e del Pdl, che erano al governo sia in Regione che a livello nazionale?” Che risultati ha ottenuto per i lombardi l’ineffabile Formigoni, sabato presente in prima fila a Milano all’inaugurazione della linea ad alta velocità, e oggi pronto addirittura a bloccare la Freccia Rossa?”. Dal lato del Carroccio, scende in campo un altro tandem, quello composto da Ettore Pirovano e Giacomo Stucchi che in un’interrogazione al ministero chiedono “se ritiene di intervenire con tempestività al fine di verificare quanto sopra e, nel caso risponda a vero, di rivedere la programmazione degli orari dei treni in modo da rispondere alle esigenze dei cittadini pendolari”. La definizione “quanto sopra” abbraccia tutta l’ampia serie dei problemi conseguenti all’introduzione del nuovo orario dove “la provincia di Bergamo è risultata la più penalizzata in tutta la regione”. Con “la linea Brescia- Bergamo ha perso tutti i collegamenti diretti con Milano e, tutti coloro che provengono dalla parte est della Provincia di Bergamo, dovranno inevitabilmente cambiare treno a Bergamo, ma non sempre le coincidenze saranno compatibili”. La Treviglio-Bergamo per contro “ha perso tantissimi treni, soprattutto in fascia di punta” e ora “chi dalla Bassa deve raggiungere Bergamo prima delle 8, deve prendere necessariamente l’unico treno disponibile alle 7.28 da Treviglio Centrale oppure si troverà costretto ad utilizzare mezzi propri”. La Bergamo-Lecco “ha visto i propri orari aumentare di 10 minuti, a causa di lavori/coincidenze a Calolziocorte” e su quella per Milano –“declassata a servizio metropolitano”- i treni “impiegano moltissimo tempo per percorrere quei 56 km che separano Bergamo da Milano”. In campo anche l’azzurro Gregorio Fontana che parla di “insensata gestione da parte di Trenitalia delle questioni riguardanti il trasporto locale” e chiede al Governo “di intervenire su questa vicenda affinché la società che gestisce il trasporto ferroviario possa essere sensibilizzata a correggere le scelte sbagliate”. Con una richiesta: “Tutte le forze politiche in questo momento devono essere accanto a Formigoni, Cattaneo e quindi a tutti i pendolari lombardi. Sono certo che anche il Governo darà le opportune risposte in tempi brevi”.

lunedì 15 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 15/12/08- "VALLE BREMBANA, SFIDA DA VINCERE INSIEME"

Confrontarsi per lavorare insieme su un obiettivo comune: una Valle Brembana che guarda al futuro con prospettive nuove e ambiziose. Questa in sintesi l'indicazione, e l'invito, che ieri mattina sono arrivati al termine della tavola rotonda che ha chiuso il corso base di Formazione per amministratori comunali organizzato dall'Ufficio per la pastorale sociale della Diocesi di Bergamo. Presenti all'incontro Piero Busi, presidente della Comunità montana Valle Brembana, Vittorio Milesi, vicesindaco di San Pellegrino, don Andrea Mazzucconi, parroco di Santa Brigida e di Cusio, e il parlamentare della Lega Nord, Giacomo Stucchi. I lavori, che si sono svolti nella Sala Nembrini della Casa del giovane, sono stati aperti da don Francesco Poli, direttore dell'Ufficio per la pastorale sociale, e sono stati coordinati dal direttore de «L'Eco di Bergamo», Ettore Ongis. «L'interesse pubblico – ha ricordato don Poli – deve essere declinato come bene comune che si regge sulla verità, la lealtà, la giustizia e la solidarietà». Dai dati elaborati in occasione di questo incontro, che ha posto il caso della Valle Brembana come una delle tante esperienze amministrative del nostro territorio, è emerso il ritratto di una valle segnata dal progressivo spopolamento, con l'indice di vecchiaia più alto della provincia, con il primato per la presenza di persone non autosufficienti e un saldo negativo della crescita della popolazione non compensato dalla presenza di stranieri. Molti gli spunti di riflessione proposti ai relatori da Ettore Ongis: dalla necessità di superare la diffidenza tipica della gente bergamasca, alla partita del federalismo, alla grande opportunità della Valle offerta dal progetto di sviluppo di Percassi. «È vero che siamo chiusi – ha commentato Stucchi – ma siamo anche concreti e non aspettiamo che altri vengano a fare ciò che in prima battuta tocca a noi. Detto questo però – ha precisato il parlamentare della Lega – oggi abbiamo bisogno degli altri, di conoscere e implementare le esperienze positive fatte altrove». E sul federalismo Stucchi ha dichiarato: «Oggi è il modello di riferimento delle economie più avanzate, naturalmente il federalismo deve essere accompagnato dalla sussidiarietà». D'accordo sulla prospettiva federalista anche Piero Busi che però ha specificato: «Purché la ricchezza venga distribuita correttamente». In chiusura della tavola rotonda il dibattito è confluito sulle prospettive future della valle: «La scommessa dell'imprenditore Percassi – ha sottolineato Vittorio Milesi – parte dal valore che al marchio San Pellegrino è riconosciuto in tutto il mondo. Dal riconoscimento di questo marchio parte la valorizzazione della valle, di tutta la valle e non solo di San Pellegrino. Perché San Pellegrino da sola non va da nessuna parte, così come la valle da sola non va da nessuna parte». «Superate le prime perplessità – ha ribadito Busi – la valle adesso è compatta su questa operazione perché pensiamo che ci saranno delle ricadute positive per tutti». Cultura dell'accoglienza, dell'ospitalità, ma anche valorizzazione della formazione professionale rappresentata dall'Istituto alberghiero di San Pellegrino. Questi e altri ancora i temi di riflessione lanciati dai relatori ai presenti che non hanno mancato di intervenire: «A Bergamo non mancano le idee – è stato fatto notare – ci vuole solo maggior attitudine a parlarsi per lavorare insieme».

mercoledì 10 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 10/12/08- IL MINISTRO SACCONI RASSICURA I DEPUTATI LEGHISTI:"FONDI ADEGUATI PER LA CRISI IN BERGAMASCA"

I parlamentari bergamaschi della Lega Nord, Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano e Nunziante Consiglio hanno incontrato ieri pomeriggio a Roma, presso la sede del Ministero del Lavoro, il ministro Maurizio Sacconi e il sottosegretario Pasquale Viespoli, per affrontare le problematiche delle crisi aziendali in corso nella provincia di Bergamo: un'emergenza che è stata affrontata a vari livelli sul fronte locale, ma che deve trovare corrispondenza nelle scelte del governo centrale. «Il ministro Sacconi - hanno spiegato i deputati bergamaschi dopo l'incontro - ha garantito anche per il 2009 lo stanziamento di fondi adeguati ad affrontare le crisi occupazionali della Bergamasca, sia con gli strumenti ordinari, che attraverso lo strumento della cassa in deroga». Sacconi ha inoltre espresso un parere favorevole al mantenimento di un ruolo fondamentale delle istituzioni locali (regione e provincia) e delle parti sociali, nella gestione delle procedure per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, compresa la definizione dei beneficiari. Uno snodo fondamentale questo, dal momento che da Roma, in un primo momento, erano arrivati segnali diversi, che parevano voler gestire i fondi dell'emergenza a livello centrale.Gli onorevoli Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio e Ettore Pirovano nell'esprimere soddisfazione per le rassicurazioni ottenute dal ministro, «continueranno a seguire la delicata questione occupazionale della Bergamasca, anche con ulteriori incontri, in calendario già dalla prossima settimana».

martedì 9 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 9/12/08- STUCCHI: "ABOLIRE LE PROVINCE?IL PD SEMINA SOLO ZIZZANIE"

La lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione è il tema dell'intervento dell'onorevole Giacomo Stucchi (Lega), segretario dell'ufficio di presidenza della Camera, che commenta la campagna di Libero per l'abolizione delle Province. «Vogliamo credere alla buona fede di chi ha voluto intestarsi l'iniziativa per l'abolizione delle Province, in nome della lotta agli sprechi nella spesa pubblica – afferma Stucchi – ma ci riesce decisamente un po' difficile pensare allo stesso modo di alcuni partiti che, dopo la sconfitta elettorale hanno davvero perso la bussola nella loro azione politica».«Se i dirigenti del Pd – continua l'esponente del Carroccio – avessero voluto veramente contribuire a una radicale riforma dello Stato e quindi a una razionalizzazione delle spese, nel 2006, anziché boicottare il referendum consultivo sulla riforma costituzionale, avrebbero potuto contribuire a determinarne la vittoria. Invece, hanno fatto di tutto per farlo bocciare». «Sono passati più di due anni – ricorda Stucchi – e sarebbe stupido, oggi, non far tesoro dell'esperienza. Quest'ultima ci suggerisce infatti che quando nel Pd si dice di voler condividere con il Pdl la battaglia per l'abolizione delle Province, anche "aggirando Bossi", a muovere i dirigenti di quel partito non è certo un'improvvisa conversione alla causa dei tagli agli sprechi nell'amministrazione dello Stato, ma più verosimilmente un altro sterile tentativo di mettere zizzania nella maggioranza».

L'ECO DI BERGAMO 9/12/08-PARLAMENTARI, BERGAMO FA 22. LA GALLONE A PALAZZO MADAMA

«Come mi sento? Come se parlassi di un'altra persona e non di me...». La notizia l'ha raggiunta un attimo fuori mano, in quel di Casale Monferrato, dove era al seguito della figlia Maria Beatrice, 12 anni, impegnata in un torneo della Foppapedretti di volley: Alessandra Gallone va a Roma, subentra a Palazzo Madama a Luigi Scotti, senatore azzurro scomparso improvvisamente ieri mattina all'età di 72 anni. L'esponente di An era la prima dei non eletti e quindi il subentro nel collegio regionale è automatico: martedì ci sarà la seduta della Giunta per le elezioni e mercoledì il debutto romano.Dal 1995 in Consiglio comunale«Speravo che prima o poi sarebbe successo, ma non avrei mai voluto che capitasse in questo modo...» spiega la neo-senatrice con riferimento alla scomparsa di Scotti «carissimo amico del nostro presidente Silvio Berlusconi al quale va tutta la mia vicinanza». Ma il momento è arrivato, annunciato da una telefonata del ministro Ignazio La Russa e confermata poco dopo dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Sposata con Stefano, anni 42 («Visto che il limite per la candidatura al Senato è di 40, non posso nemmeno bluffare, ormai il danno è fatto...»), laureata all'Università di Bergamo in Lingue e letterature straniere, insegnante, Alessandra Gallone fa il suo debutto in politica nel 1995 quando viene eletta consigliere comunale di An a Palafrizzoni. Sono quattro anni di dura opposizione fianco a fianco a Franco Tentorio e Pierluigi Buzzanca: nel 1999 il centrodestra vince le elezioni ed il trio di An passa tra i banchi della Giunta Veneziani in blocco. Alla Gallone va l'assessorato ai Servizi educativi che regge per 5 anni. Nel 2004 vince il centrosinistra e c'è il ritorno tra i banchi dell'opposizione dove siede ancora oggi «e dove martedì sarò ancora a dare battaglia». Tra l'altro la carica di consigliere comunale non è incompatibile con quella di senatrice, ma le valutazioni su un eventuale passaggio di consegne con Buzzanca (hai visto mai...) saranno fatte di concerto con il partito, e tenuto conto che siamo agli sgoccioli del mandato potrebbero non esserci novità in tal senso.«Facciamo più forte Bergamo»Con la Gallone, la variegata presenza nostrana a Roma raggiunge quota 22, ma l'esponente di An è la prima senatrice bergamasca della storia: prima di lei il tabellino segna Ernesta Belussi, Luciana Frosio Roncalli, Valentina Lanfranchi, Carolina Lussana, Mariolina Moioli, Silvana Mura, Maddalena Perquis, Vittoria Quarenghi e Giuliana Reduzzi, in rigoroso ordine alfabetico. Tutte elette però alla Camera.«Il mio obiettivo è rafforzare la presenza bergamasca a Roma, perché fare squadra è ancora più importante in momenti difficili come questo. Da parte mia cercherò di continuare a lavorare come ho sempre fatto in questi 14 anni di politica attiva, col massimo impegno, con tanta curiosità e stando il più possibile vicino alla gente, ai suoi problemi veri», spiega. Ma c'è anche una sfida di puro sapore politico «ed è quella del Pdl, che ora possiamo giocare ancora più da protagonisti». Certo, passare da Palafrizzoni a Palamadama in quattro e quattr'otto e decisamente un bel salto «e non nascondo che mi spaventi un po', ma conto anche sulla collaborazione dei colleghi bergamaschi». Dal leghista Giacomo Stucchi arriva subito un «benvenuto e in bocca al lupo alla neosenatrice». A Palazzo Madama troverà sul lato dell'opposizione Mauro Ceruti e da quello della maggioranza Valerio Carrara e Roberto Castelli. Oltre tecnicamente a Roberto Calderoli che però siede sul lato del governo. Un altro dato storico, e il secondo esponente bergamasco doc che la destra manda a Roma, dopo l'eterno Mirko Tremaglia, sulla breccia no stop dal 1972. Il terzo se ci aggiungiamo l'adottato (nel senso di residenza) Massimo Corsaro, già alla Camera da qualche mese.

venerdì 5 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 5/12/08- ANMIL:FRANCO BETTONI ELETTO PRESIDENTE NAZIONALE

Il nuovo Consiglio nazionale Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro) ha eletto ieri il nuovo presidente nazionale designando il bergamasco Franco Bettoni, 47 anni, alla presidenza dei prossimi cinque anni. Bettoni, di Tavernola, succede a Pietro Mercandelli che, dopo 15 anni, ha lasciato la presidenza per cedere il passo «a un giovane e determinato dirigente – come spiegano dall'Anmil – che ha lungamente militato nell'Associazione con un impegno straordinario. Il suo lavoro garantirà prosecuzione della politica associativa e continuità nell'impostazione data dalla precedente presidenza, secondo le linee guida dettate dal Congresso».Bettoni all'età di 15 anni, lavorando in un bottonificio, subì un grave infortunio: si è iscritto nel 1980 all'Anmil, dove ha ricoperto numerosi incarichi dirigenziali. Dal 1982 è stato consigliere provinciale della sezione di Bergamo e consigliere regionale Lombardia; dal 1998 consigliere nazionale; dal 1998 al 2005 presidente provinciale della sezione di Bergamo; da dicembre 2003 componente del Comitato esecutivo Anmil onlus e coordinatore della Commissione ottimizzazione risorse; dal 2004 al maggio 2007 è stato consigliere d'amministrazione dell'Anmil Servizi srl con delega allo sviluppo e convenzioni; dal 2007 responsabile dell'Istituto di formazione e riabilitazione (Irfa) e responsabile dell'Agenzia per il lavoro dell'Anmil. Da settembre 2005 a giugno 2007 Bettoni è stato reggente sezione Anmil di Brescia, da giugno 2007 a novembre 2008 reggente sezione Anmil di Varese. Dal 2001 ricopre la carica di presidente provinciale e dal 2005 anche quella di presidente regionale della Fand (Federazione tra le associazioni dei disabili).Oltre agli incarichi in Anmil, Bettoni è componente della commissione Politiche del lavoro della Regione Lombardia e della Provincia di Bergamo, componente della commissione Provinciale Asl ex articolo 27 legge 626/94 (Tavolo della prefettura sui temi inerenti gli infortuni sul lavoro) e da settembre 2007 è stato nominato presidente del Co.Co.Pro (Comitato consultivo provinciale) Inail di Bergamo.«Grande soddisfazione» è stata espressa dal deputato della Lega Giacomo Stucchi, segretario di presidenza della Camera dei deputati, nonché socio onorario della Federazione associazioni nazionali dei disabili (Fand), per l'elezione di Franco Bettoni.

L'ECO DI BERGAMO 5/12/08- STUCCHI: ASILI NIDO AIUTI ALLE FAMIGLIE

«La Finanziaria 2009 riconosce definitivamente, e non più come proroga annuale, uno sgravio fiscale sul pagamento delle rette degli asili nido». Ad annunciarlo è l'onorevole bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati.«Si tratta – spiega il deputato – di una detrazione dall'imposta lorda del 19%, ai fini dell'Irpef, per le spese sostenute dai genitori per il pagamento di rette per gli asili nido, per un importo non superiore a 632 euro annui per ogni figlio». Il parlamentare del Carroccio precisa che «sono state ripristinate le detrazioni fiscali previste dalla manovra 2005, stabilendone l'applicazione per il periodo d'imposta in corso, fino al 31 dicembre 2008, e per quelli successivi».Nel 2006, quando venne applicata per la prima volta quest'agevolazione (per il solo 2005), ne usufruirono 175 mila contribuenti a fronte di un bacino di utenza pari a 1.394.102 possibili beneficiari. «Per questo – aggiunge Stucchi – è importante che le madri lavoratrici, le famiglie e gli operatori vengano a conoscenza dell'esistenza di quest'opportunità».

giovedì 4 dicembre 2008

L'ECO DI BERGAMO 4/12/08- 'TROPPE OSTILITA''. IL SEGRETARIO SE NE VA

Ha lasciato il suo incarico a Stezzano, Giovanni Barberi Frandanisa, il segretario comunale e direttore generale che nei mesi scorsi era balzato agli onori delle cronache locali e nazionali in seguito alla bufera politica che si era scatenata sul suo stipendio (un costo complessivo, per le casse del Comune, di 247 mila euro annui, al lordo di tasse e spese). Una bufera sollevata dal gruppo della Lega Nord, attraverso un'interpellanza parlamentare del deputato Giacomo Stucchi, a seguito della quale si era attivata anche la Corte dei Conti, chiedendo agli uffici la relativa documentazione. Dal 1° dicembre Barberi ha infatti assunto un nuovo incarico in due Comuni della provincia di Milano, Vittuone e Robecchetto con Induno.La notizia è stata confermata dal sindaco Stefano Oberti (lista civica «Stezzano 99»), che in serata ha divulgato una lettera alla cittadinanza per spiegare le ragioni dell'avvicendamento. «Il precedente segretario – scrive il primo cittadino – ha deciso di accettare una proposta lavorativa da lui ritenuta più vantaggiosa, in altro Comune. Il dottor Giovanni Barberi Frandanisa ha avvertito, fuori dalle mura del Comune, un sentimento di ostilità nei confronti suoi e, di riflesso, nei confronti dell'intera amministrazione». «Il clima che si era venuto a creare – conclude Oberti – pur essendo riconducibile solo a una parte politica, non consentiva una serena continuazione del rapporto professionale». Secondo quanto si è potuto sapere, nei due nuovi Comuni di Vittuone e Robecchetto con Induno, Barberi assumerà il solo incarico di segretario, e non anche quello di direttore generale che ricopriva a Stezzano, e per il quale lo stipendio può essere oggetto di libera contrattazione con l'amministrazione comunale (gli emolumenti del segretario comunale sono invece regolati dalla legge). Tutta la vicenda è iniziata lo scorso settembre dall'interrogazione parlamentare di Stucchi, che aveva criticato l'emolumento del segretario di Stezzano definendolo «esorbitante per un Comune di 12.000 abitanti, superiore perfino a quello delle più alte cariche dello Stato». Era poi seguito un infuocato consiglio comunale, dove il gruppo di minoranza «Lega Nord Forza Stezzano» aveva presentato un'interpellanza, in cui contestava, oltre all'entità della cifra stanziata dal Bilancio di previsione 2008 per l'incarico di direttore generale, la regolarità della procedura seguita per la sua nomina, accusando la maggioranza di atteggiamento poco rispettoso dell'etica e della morale politica. Tutte critiche che il sindaco aveva rispedito al mittente accusando la minoranza di malafede e faziosità, e di avere volutamente divulgato notizie false; il primo cittadino aveva inoltre raccontato di essere stato oggetto di attacchi personali lesivi della sua dignità, annunciando l'intenzione di valutare il ricorso a vie legali per tutelare l'onorabilità della sua persona e dell'amministrazione comunale.