venerdì 28 ottobre 2011

BERGAMO SERA - 28/10/11 - STUCCHI (LEGA): DA GOVERNO PERCORSO CONCRETO PER USCIRE DALLA CRISI

BERGAMO — “Bersani, Di Pietro e Casini, speravano che il premier non fosse neppure nelle condizioni di presentare proposte concrete a Bruxelles e quindi non vedevano l’ora di metterlo ko una volta per tutte. La responsabilità della Lega Nord, invece, ha fatto sì che tutto questo non avvenisse e anzi ha permesso di individuare un percorso verosimile per venire fuori da una situazione difficile”. Lo ha detto il parlamentare della Lega Nord, e Segretario dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi. “Adesso – continua l’esponente leghista – spetta al Parlamento, nella sua interezza, lavorare alacremente per tradurre in provvedimenti concreti le indicazioni che il presidente del Consiglio Berlusconi ha consegnato ai vertici dell’Ue. Ma se il buon giorno si vede dal mattino c’è da scommettere che le opposizioni non faranno nulla per assumersi le loro responsabilità dinanzi al Paese e, anzi, cercheranno di affossare in tutti i modi il percorso legislativo necessario per tradurre in fatti i provvedimenti annunciati”.

giovedì 27 ottobre 2011

BERGAMO SERA - 27/10/11 - STUCCHI (LEGA): FINI NON E' ALL'ALTEZZA DEL COMPITO

“Adesso basta. L’atteggiamento di parte del presidente della Camera Gianfranco Fini sta provocando lesioni gravissime alle istituzioni democratiche: i fatti accaduti a Montecitorio sono stati anche una diretta conseguenza della sua inopportuna presenza in televisione a Ballarò allo scopo di creare polemica, in un clima politico già abbastanza riscaldato”. Lo ha detto il parlamentare bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. “Il ruolo istituzionale di chi presiede l’aula di Montecitorio dovrebbe coincidere con un comportamento al di sopra delle parti, dentro e fuori l’istituzione che presiede. Una regola alla quale, in passato, tutti i presidenti si sono sempre attenuti. Al contrario di Fini che, invece, tutte le volte che lo ha ritenuto opportuno ha preso parte al dibattito politico, nella sua duplice e contemporanea funzione di presidente della Camera ma anche di leader di partito, con l’unica coerenza di essere di parte dentro e fuori l’aula parlamentare”, conclude Stucchi.

mercoledì 26 ottobre 2011

ECO DI BERGAMO - 26/10/11 - L'INTERVISTA A GIACOMO STUCCHI "COSI' DIFENDIAMO TUTTI I LAVORATORI"

La Lega non è disposta a cedere: le pensioni d'anzianità non si toccano. E su questo è disposta ad aprire una crisi di governo. Così Giacomo Stucchi, parlamentare bergamasco ed esponente di spicco del Carroccio, sintetizza la posizione del partito.Dunque, la Lega non molla? «La nostra convinzione è che le pensioni d'anzianità non debbano essere toccate nel modo più assoluto. Dopo di che siamo in una fase nella quale si sta ancora trattando e discutendo. Sono però convinto che una persona che ha iniziato a lavorare a 14 o 15 anni nei cantieri o svolgendo, magari, altri lavori duri, oggi abbia tutto il diritto di andare in pensione».Le pensioni d'anzianità sono concentrate soprattutto al Nord: la vostra battaglia è per difendere gli interessi del Paese o del Nord? «Lo facciamo per difendere i lavoratori veri, coloro che in questi anni hanno dato tanto alla crescita del Paese. Chi sta per andare in pensione con 40 anni di contributi sono proprio quelle persone che negli anni '70 e '80 hanno lavorato duro e hanno contribuito più di tutti alla crescita del sistema Paese. Su queste questioni di principio non veniamo meno: non possiamo mandare a "morire" in fabbrica sino a 67 anni le persone che vi sono entrate e hanno iniziato a lavorare a 14 anni».Ma l'Europa preme per un intervento strutturale sul sistema pensionistico.«Dall'Europa vogliono imporci una manovra, costringendoci a rivedere la possibilità di andare in pensione con i 40 anni di contributi, ma per noi questo non è assolutamente in discussione. E, poi, per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia osservo che prima di arrivare ai 67 anni ce ne corre. Del resto non è vero che in tutta Europa si va in pensione a 67: si tratta di un limite che vale solo per la Germania. Negli altri Paesi europei ci sono diversi standard e sono previsti vari sistemi d'incentivi».La Lega è disposta ad aprire una crisi di governo sulle pensioni? «Se le condizioni sono le pensioni di vecchiaia a 67 anni e l'abolizione dei 40 anni di contributi, allora il rischio di una crisi di governo c'è».Che alternative proponete per rispondere alle richieste dell'Europa, evitando di toccare il sistema pensionistico? «Ci sono varie alternative, come la possibilità di vendere gli immobili di proprietà dello Stato e una revisione complessiva del sistema fiscale».Se cade il governo Berlusconi, siete disponibili ad altri esecutivi? «Se cade Berlusconi, vogliamo che si vada subito al voto. La Lega non vuole governi tecnici, non accetta compromessi. Sulla questione della riforma pensionistica - ripeto - la Lega non ha intenzione di cedere. E lo abbiamo già dimostrato in passato. Berlusconi se lo ricordi bene». Gianluigi Rava

mercoledì 19 ottobre 2011

BERGAMO SERA - 19/10/11 - SCONTRI A ROMA STUCCHI (LEGA): OPPOSIZIONE IRRESPONSABILE

ROMA — “Negli episodi terroristici che hanno messo a ferro e fuoco il centro di Roma, è davvero difficile stabilire con certezza dove finisce la protesta spontanea e legittima di molti giovani, e dove comincia invece la strumentalizzazione politica. Una cosa però è sicura: dinanzi a certe forme di contestazione, e alla loro degenerazione violenta e criminale, la polemica politica non dovrebbe nemmeno esistere per lasciare spazio all’esecrazione unanime”. lo ha detto il deputato bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. “Tentare di mettere in croce il governo in carica, come hanno fatto diversi esponenti dell’opposizione, per presunte responsabilità di quanto accaduto è da irresponsabili” ha concluso il leghista.

venerdì 14 ottobre 2011

BERGAMO SERA - STUCCHI: OPPOSIZIONE DISPOSTA ATUTTO PER FAR CADERE IL GOVERNO

“Bersani, Di Pietro e Fini, pur di vedere soccombere il governo e il premier, sono davvero disposti a tutto”. Lo afferma il deputato bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. Secondo il leghista, “non importa quali siano le conseguenze per il Paese, non importa la circostanza che l’alternativa al governo in carica sia il nulla, non importa la priorità delle misure economiche da adottare: niente di tutto questo può scalfire il disegno di vecchi e nuovi oppositori del governo che rimane quello di farlo cadere prima della scadenza naturale della legislatura. Il mandato parlamentare, che la Costituzione stabilisce essere di cinque anni, è evidentemente un periodo troppo lungo per certe forze politiche da molto tempo fuori dalla stanza dei bottoni”.

martedì 11 ottobre 2011

BERGAMO SERA - 11/10/11 - STUCCHI: LA SINISTRA AL GOVERNO? CI CREDONO SOLO LORO

“Abbiamo da tempo scelto la via democratica per realizzare le riforme e siamo determinati a portarle a termine. Il governo è in carica sino a quando ha la maggioranza in Parlamento, tutto il resto sono solo chiacchiere. Come quelle che vorrebbero la sinistra pronta a governare questo Paese. Più che una possibilità concreta a noi pare solo un auspicio dei diretti interessati”. Lo ha detto il il parlamentare bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. “Il Pd – aggiunge l’esponente del Carroccio – prima ancora che con i suoi alleati di Sel e Idv, deve trovare al suo interno l’accordo sulle cose da fare. Bersani, dopo le difficoltà avute in Parlamento per l’elezione di Mattarella a componente della Consulta, ha dovuto di nuovo penare per far eleggere il presidente dell’Anci Graziano Delrio, e adesso deve rispondere al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha rilanciato l’azione dei cosiddetti ‘rottamatori’. Ma sarebbe questa – conclude Stucchi – l’alternativa all’asse Bossi- Berlusconi?”.

lunedì 10 ottobre 2011

ECO DI BERGAMO - 10/10/11 - INFORTUNI IN CALO, AUMENTANO LE MALATTIE PROFESSIONALI

I dati Inail alla Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro Il presidente Anmil: la sicurezza deve essere un valore condiviso

I rappresentanti Anmil schierati in città per la 61ª Giornata per le vittime degli incidenti sul ... Francesco LamberiniSono stati 775.374 gli infortuni sul lavoro denunciati in Italia nel 2010, 980 i morti (in media tre al giorno) e 42.347 le malattie professionali. Questi i dati Inail resi noti ieri dall'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) durante la 61ª Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro. Nella nostra provincia il fenomeno resta preoccupante: lo scorso anno gli infortuni sul lavoro sono stati 14.886, quelli mortali 14. Nella triste statistica, la Bergamasca in Lombardia viene dopo Milano e Brescia. Queste le altre cifre, a livello nazionale, che quantificano i costi sociali ed economici: 832 mila persone con invalidità permanente; 14 milioni e 300 mila giornate di lavoro perse; cinque miliardi la spesa annua per gli indennizzi agli infortunati; tre miliardi e 400 milioni la spesa sanitaria annua per la cura di infortunati.L'appuntamento in città è iniziato alle 8,30 con la Messa nella chiesa di San Bartolomeo. Poi il corteo ha deposto una corona d'alloro alla Torre dei Caduti. Infine i partecipanti si sono ritrovati alla Camera di Commercio.Oltre al presidente provinciale dell'Anmil, Luigi Feliciani, e a una folta rappresentanza di associati, sono intervenuti Addolorata Malgieri dell'Inail, in rappresentanza della direttrice Maria Aurelia Lavore, e Amerigo Cortinovis, presidente del Coordinamento comitato provinciale Inail, Raimondo D'Avanzo in rappresentanza del Comune, Giorgio Luzzana dell'Asl, il segretario provinciale Cisl Ferdinando Piccinini, il consigliere regionale Pd Mario Barboni e il segretario regionale del Pd Maurizio Martina, gli assessori provinciali Silvia Lanzani ed Enrico Zucchi e gli onorevoli Alessandra Gallone, Nunziante Consiglio, Giacomo Stucchi e Giovanni Sanga.«Questa giornata – ha esordito Feliciani – intende rinnovare l'appello affinché la sicurezza sul lavoro diventi un valore condiviso, una ricchezza del nostro Paese e delle nostre aziende, una garanzia per i lavoratori e le famiglie. Un obiettivo raggiungibile con uno sforzo prima di tutto culturale, attraverso l'educazione delle nuove generazioni, la formazione continua alla prevenzione attraverso scuola e lavoro».«In realtà – ha aggiunto Malgieri – dal 2006 al 2010 è stata registrata una flessione del 27% degli incidenti denunciati all'Inail di Bergamo, passati da 20.098 a circa 15 mila. Per le malattie professionali, invece, è il contrario: stimabile in un più 17-20%». «Il calo degli infortuni – ha detto Zucchi – va probabilmente legato a un contesto occupazionale in grave difficoltà». L'appuntamento è finito con la consegna dei brevetti Inail e dei distintivi d'onore a 20 grandi invalidi.

BERGAMO SETTE - 10/10/11 - INAUGURATA LA NUOVA SEDE DI MONTEROSSO

Bergamo - E' stata inaugurata sabato la nuova sede Avis del Monterosso. I lavori di ristrutturazione sono durati due anni e costati due milioni e mezzo di euro, coperti dall'associazione dei donatori di sangue. La casa degli avisini è oggi una sede accogliente e efficiente in cui sono stati creati nuovi spazi per favorire momenti aggregativi e formativi per i soci. «Rimarrà un esempio“ ha ricordato il presidente provinciale di Avis, Oscar Bianchi“ una celebrazione visibile dell'operato della solidarietà di tanti volontari». «E' un punto di partenza“ ha commentato Mario Rivola, presidente di Avis comunale Bergamo - per continuare il nostro viaggio a servizio della comunità bergamasca». La nuova distribuzione dei locali vede svilupparsi il percorso dei donatori e l'attività di prelievo al solo piano rialzato, concentrando tutta la raccolta in una unica sala dedicata. Tutti gli uffici, sanitari e amministrativi, sono stati realizzati al primo piano. «Un impegno oneroso che, oltretutto, risponde con due anni di anticipo alle nuove normative della Comunità europea. Non solo siamo attenti“ ha concluso Oscar Bianchi - a ottimizzare costantemente la fase della donazione, ma lo facciamo puntando alla massima qualità e sicurezza». L'inaugurazione è stata festeggiata da oltre cento labari delle 157 sezioni comunali della provincia. E a sottolineare la vicinanza della comunità bergamasca a questa importante associazione sono state le numerose autorità intervenute. Dai presidenti nazionale e regionale di Avis, Vincenzo Saturni e Domenico Giupponi, agli onorevoli Giacomo Stucchi, Giovanni Sanga, Gabriele Cimadoro e Antonio Misiani, dagli assessori regionali Marcello Raimondi e Daniele Belotti, alla collega Silvia Lanzani in rappresentanza della Provincia, per concludere con il vicesindaco di Bergamo Gianfranco Ceci, accompagnato dagli assessori Alessio Saltarelli e Marcello Moro, e con numerosi rappresentanti del mondo del volontariato.Ringraziamenti doverosi sono andati alle imprese costruttrici e agli enti (Ubi Banca e Creberg) che hanno reso possibile la ristrutturazione.

venerdì 7 ottobre 2011

ECO DI BERGAMO - 07/10/11 - IL SINDACO A BERLUSCONI "CI AIUTI PER IL CASINO'"

Da San Pellegrino lettera-appello al premier«Strumento efficace per combattere la crisi»


L'Italia è ormai piena di videopoker e slot machine, il gioco d'azzardo online è stato legalizzato. A breve, lo Stato emetterà il bando per autorizzare altri mille «poker live» in tutta Italia e ora anche i casinò con giochi elettronici sono legali (nel 2009 ha così riaperto quello storico di Bagni di Lucca). «A questo punto – dice il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi – non possono certo essere remore morali a frenare la riapertura delle case da gioco». Milesi ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedere la riapertura della casa da gioco a San Pellegrino (funzionante solo a inizio Novecento).Campione, 118 milioni l'annoOggi in Italia, in deroga al codice penale, sono aperti i casinò di Venezia, Campione d'Italia, Saint Vincent e Sanremo. Un esempio: il casinò di Campione d'Italia (2.000 abitanti) ha 550 dipendenti, nel 2009, con 673 mila presenze, ha incassato 118 milioni di euro, in parte destinati al Comune. Ovvio che numeri del genere sarebbero manna per San Pellegrino e la valle. Negli ultimi anni la richiesta di apertura di San Pellegrino è stata, da un punto di vista politico, bipartisan.Lo hanno fatto, tra gli altri, con proposte di legge, il senatore di Oltre il Colle Valerio Carrara, il deputato Giorgio Jannone e i leghisti bergamaschi Pirovano, Stucchi, Consiglio e Vanalli: in quell'occasione la Camera approvò un ordine del giorno che impegnava il governo a valutare la riapertura. L'ultimo disegno di legge, in ordine cronologico, è quello presentato recentemente dal deputato siciliano Domenico Scilipoti che ha chiesto la riapertura di San Pellegrino e Taormina. Nel 2009 il ministro del Turismo, Michela Brambilla, annunciò un decreto che avrebbe consentito l'apertura delle case da gioco negli hotel di lusso. Ma nonostante proposte e annunci, ancora nulla di concreto. E per San Pellegrino la roulette resta ancora lontana. «In un tempo difficile come quello che stiamo vivendo – scrive Milesi a Berlusconi –, la riapertura del casinò, per San Pellegrino Terme ma anche per altre realtà, costituirebbe uno strumento di particolare importanza ed efficacia per affrontare la gravi crisi che ha colpito ancora più pesantemente la Valle Brembana».La casa da gioco a San Pellegrino, peraltro, potrebbe trovare collocazione, più che nel casinò municipale, nel Grand Hotel (all'ultimo piano), il cui recupero appare oggi come il più complicato dell'operazione di rilancio avviata da Comune, Regione, Provincia e Gruppo Percassi. «La riapertura della casa da gioco – prosegue Milesi – consentirebbe di recuperare il Grand Hotel, obiettivo che finora si è rivelato arduo, per non dire proibitivo».«I danni dai videopoker»«In questi anni – dice ora Milesi – più parlamentari hanno proposto la riapertura delle case da gioco e, in particolare l'onorevole Giacomo Stucchi si è interessato di San Pellegrino. Ma, purtroppo, finora non si è ottenuto nulla. Nel frattempo nei bar si sono moltiplicati slot machine e giochi vari che, magari, mandano in rovina le famiglie. Non si capisce perché si continui a ostacolare le case da gioco che, invece, farebbero meno danni».

giovedì 6 ottobre 2011

BERGAMO ECONOMIA - 06/11/10 - STUCCHI: "IO FACCIO QUELLO CHE MI DICE BOSSI"

Nel 1996 il parlamentare bergamasco della Lega è stato il più giovane deputato eletto a Montecitorio con il maggioritario. Oggi si prepara ai prossimi impegni e chiarisce: «Nella Lega esiste un unico leader. E’ Umberto Bossi».

"Ho conosciuto la Lega a scuola guida. Il mio istruttore era abruzzese, accanito sostenitore della Lega Lombarda, e così una mattina ho bigiato scuola e sono andato alla sede provinciale». Era il 1987

"La Lega per me è come una famiglia. Dentro al gruppo mi sono anche innamorato (il pensiero va a Silvia Lanzani, assessore in Provincia, ndr)»

"La Lega è Bossi e Bossi è la Lega". Giacomo Stucchi, parlamentare bergamasco della Lega, possibile prossimo capogruppo alla Camera, secondo quanto apparso sui media nazionali, libera subito il campo da dubbi su tensioni interne al partito e polemiche legate al cosiddetto "cerchio magico" e anticipa, con estrema chiarezza il suo pensiero: "Non ci sono lotte intestine ma solo diversità di opinioni. Nella Lega esiste un unico leader che è Umberto Bossi. Bossi è il capo, è intoccabile". Tra un incontro con due sindaci bergamaschi e un appuntamento con il ministro Calderoli con il deputato del Carroccio abbiamo parlato di federalismo e secessione, di lavoro e immigrazione, degli umori della base e del Giro di Padania, di Alfonso Papa partendo dal voto su Marco Milanese (l'incontro è avvenuto prima del voto sulla mozione di sfiducia al ministro dell'Agricoltura Saverio Romano)."A me non piace far arrestare la gente". E' quanto ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, commentando la decisione della Lega di votare contro l'arresto di Marco Milanese. Nemmeno a lei?"Bossi ha detto che non giustifica un uso così ampio della custodia cautelare in carcere, perché un utilizzo così largo ed eccessivo va a svuotare l'importanza e il valore dello strumento stesso. La stessa misura in Inghilterra, ad esempio, non è prevista. I dati su cui basare gli elementi di giudizio sono già in possesso della magistratura e se alla fine del processo Milanese sarà colpevole, andrà in carcere. Alfonso Papa è in carcere da due mesi e i magistrati, rispetto al giorno del suo arresto, non hanno uno straccio di informazione di più". Secondo i giornali sette sono stati i franchi tiratori che hanno votato con le opposizioni per l'arresto. Lei è tra quelli? "No, non ero tra quelli e poi i cosiddetti "franchi tiratori" non sono stati sette. Basta fare due conti. In Aula la maggioranza conta su 316 potenziali sostenitori. Senza tener conto degli 8 assenti: 6 del Pdl, uno dei nostri e Gaglione del Misto, erano presenti 213 del Pdl, 58 della Lega, 29 dei Responsabili, tre repubblicani, 13 appartenenti al Misto, sostenitori del centrodestra ma non appartenenti ad alcuna componente. Milanese ha ottenuto 312 voti e la differenza non è sette ma quattro". Sono stati 29 i deputati che il 20 luglio scorso hanno fatto la differenza votando per mandare in carcere Alfonso Papa. Lei era tra quelli? "Si". In quell'occasione, su Facebook, l'abbiamo vista mentre votava si. Quando ha votato per Milanese non ha caricato nessuna foto su Facebook. "La situazione è diversa. Per Milanese alla Camera c'è stato un voto segreto e una chiara indicazione del gruppo. Le indicazioni di Bossi sono state quelle di votare no all'arresto senza se e senza ma e così è stato". Che differenza c'è tra Marco Milanese(salvato) e Alfonso Papa (mandato in carcere)? "Milanese è un caso diverso da Papa. I reati contestati ad Alfonso Papa sono pesanti: corruzione, rivelazione ed utilizzo di segreti di ufficio, favoreggiamento personale. E poi Papa è un magistrato e che un magistrato commetta determinati reati è molto più grave. Nel caso di Papa il gruppo si è espresso per l'arresto - salvo posizioni personali - e io ho votato per l'arresto. Aver votato contro l'arresto di Milanese nonsignifica che le indagini si fermino. Io faccio quello che mi dice Bossi". Per Milanese se lei avesse avuto libertà di coscienza? "Non è stato così. Forse per l'arresto. Ma i voti si dichiarano prima e non dopo". Eppure le accuse che coinvolgono Milanese sono gravi tanto quanto quelle rivolte dai Pm ad Alfonso Papa: in uno dei due filoni dell'inchiesta sulla P4 è accusato di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere. "Chi ha letto le 11 mila pagine? Nella relazione che ci hanno fatto Luca Paolini e Fulvio Follegot, i nostri rappresentanti all'interno della giunta per le autorizzazioni a procedere, dopo aver letto attentamente le carte si mettono in luce delle incongruenze incredibili. Ci sono dei passi che rivelano come l'accusatore cerchi chiaramente di "inguaiare" Milanese e si desume un'acredine personale. Dal punto di vista formale non ci sono errori nella richiesta di arresto per Milanese, ma che non ci sia fumus persecutionis è difficile da dimostrare". Cosa risponde a chi scrive che la Casta applica, ancora una volta, "due pesi e due misure"? "Rispondo che Milanese verrà processato come tutti gli altri. Se fosse capitato a qualunque altro cittadino l'avrebbero messo al massimo agli arresti domiciliari e non in galera". Ci sono pezzi di popolo padano che mantengono una verve giustizialista, non crede che con questo voto la Lega si sia giocata un bel po' di credibilità verso il suo elettorato? "Spero di no. Noi siamo un gruppo che crede nella giustizia, ma deve essere una legalità che va di pari passo alla corretta applicazione delle norme". A dicembre lei potrebbe essere il nuovo capogruppo della Lega alla Camera. Ma già un anno fa lei è si visto sfilare l'incarico, lasciato in eredità da Roberto Cota, dalla decisione di Umberto Bossi. Questa sarà la volta buona? "Bossi ha detto che la decisione verrà assunta a fine anno, se me lo chiedono io sono disponibile. In tutti i casi io sto bene dove sono. Il ruolo che oggi ricopro - segretario di presidenza - è più strategico ad esempio rispetto a quello di un sottosegretario. Il lavoro del segretario di presidenza è sottotraccia e poco visibile ma permette di costruire una serie di relazioni fondamentali per districare problemi articolati e complessi. Io sono stato vicecapogruppo della Lega a 28 anni e poi nel 2001 ho fatto il presidente
di commissione. Il più giovane presidente nella storia della repubblica. Ho già avuto molto ma, se Bossi vuole, sono a disposizione". La sua agenda è sempre fitta di appuntamenti e incontri pubblici. Quali sono gli umori della base? "Gli umori spesso dipendono dal fatto contingente, dal momento. La preoccupazione più forte è il lavoro e la mancanza di certezze che ne deriva. Penso soprattutto alle crisi aziendali. Può sembrare strano ma siamo il movimento politico che a Bergamo ha più voti tra gli operai, anche perché abbiamo una matrice popolare e popolana. Occuparsi dei problemi dei lavoratori significa, per noi, occuparsi anche dei problemi delle aziende, grandi o piccole che siano". L'insoddisfazione della base nei confronti del governo cresce ogni giorno di più. Come mai continuate a tenere in piedi il governo? E, soprattutto, fino a quando? "Fino a quando lo decide Bossi. L'insoddisfazione della base è comprensibile perché si aspettano dei risultati il più velocemente possibile e in tutti i settori a volte però otteniamo risultati incredibili, ma non siamo in grado di "venderli". Un caso esemplare può essere Lampedusa". Si riferisce all'accordo stipulato da Maroni con la Tunisia? "Si. Lo scorso 12 settembre Maroni è andato a Tunisi dove ha concordato un incremento delle operazioni di rimpatrio passando da due a dieci voli a settimana, aumentando da ottanta a cinquecento i tunisini irregolari rimpatriati ogni sette giorni. Nessuno lo scrive ma gli atti vandalici e le rivolte dei migranti nel Centro di Lampedusa sono avvenute quando i tunisini hanno capito che venivano rimpatriati". Come si concilia la Lega come partito di lotta e partito di governo? "C'è solo una Lega che ragiona con la testa anche se dentro di noi c'è l'anima rappresentata da Borghezio e altri che è più movimentista. Si concilia perché i nostri amministratori si confrontano quotidianamente con la base per cercare soluzioni ai problemi esistenti. Credo che si debba governare volendo bene alle proprie comunità, difendendo gli interessi della propria gente e soprattutto ascoltandola". L'ultima manovra sembrerebbe testimoniare il contrario. "In un articolo il quotidiano Italia Oggi, numeri alla mano, ha spiegato che con l'ultima manovra gli unici comuni che beneficeranno di risorse aggiuntive saranno quelli virtuosi del Nord, in quella fascia che va dai 5 mila ai 20 mila abitanti". Come si concilia federalismo e secessione? "Io parlo di federalismo, autonomia, indipendenza, autogoverno, libertà. La secessione è uno dei mezzi possibili per arrivare ad un fine: la libertà. Tanto si discute di federalismo, ma spesso non si conoscono i fondamenti di un sistema costituzionale. In un mio libretto "Essere federalisti" edito nel 1995 ho ripercorso le ragioni storiche e i motivi per cui l'Italia ha assolutamente bisogno di una riforma in senso federale. Serve autonomia vera per tutte le comunità che vada al di là del decentramento che auspica la sinistra". Chiudiamo con il giro della Padania. Ci sarà ancora il prossimo anno? "Bossi era molto soddisfatto e vorrebbe si ripetesse, magari con una tappa in bergamasca. Del resto è una manifestazione puramente sportiva". Livio Casanova

CORRIERE FIORENTINO - 06/10/11 - PANINO VIETATO A SCUOLA, C'E' LA MENSA ALLA CAMERA LA GUERRA DELLE MAMME

SOVICILLE (Siena) - Non si placano le polemiche sull'istituto «Lorenzetti» di Sovicille, dopo la decisione di innalzare il contributo mensa, da 5 a 7,2o euro a pasto (quota prevista per un reddito Isee superiore a 30.000 euro), e di vietare di consumare il cibo portato da casa. Il Codacons di Siena, in una lettera indirizzata agli organi politici e scolastici provinciali e regionali ha accusato il Comune di «violenza istituzionalizzata». Sul fatto, Giacomo Stucchi (Lega Nord) ha presentato un'interrogazione alla Camera e in Consiglio regionale lo ha fatto Antonio Gambetta Vanna (Lega Nord): «Dicono che non si può portare il cibo da casa per motivi igienici, ma quale genitore vuol faremale a suo figlio?». Il sindaco di Sovicille, Alessandro Masi, spiega: «Rispetto le loro opinioni, ma io difendo la scuola pubblica e il tempo pieno». E i genitori sono su due fronti contrapposti. «Non sono stati trasparenti e ci hanno imposto un servizio che noi avevamo rifiutato, quando ci era stata data la possibilità di scegliere», dice Luisa Altomare, madre di una bambina che frequenta la V elementare. Di parere contrario, altri genitori: «Esistono delle regole per la corretta convivenza e queste regole non possiamo applicarle solo quando ci torna comodo». Nessun commento dal dirigente scolastico Sandro Marsibilio.

martedì 4 ottobre 2011

BERGAMO SERA - 04/10/11 - LEGA RAZZISTA? STUCCHI COSTRINGE I SOCIALISTI A RITIRARE IL RAPPORTO FARSA

STRASBURGO, Francia — “Se mi cita un solo caso di accanimento politico o mediatico contro un immigrato regolare in Italia, accetto e sottoscrivo l’accusa di razzismo. Da noi le disposizioni sono rigide, ma non razziste: intendiamo solo combattere l’illegalità non danneggiare la povera gente”. Lo ha detto questo pomeriggio il parlamentare bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi al Consiglio d’Europa a Strasburgo, a conclusione del rapporto della parlamentare Daphne Dumery, durante un dibattito sull’emigrazione. La socialista belga aveva elencato una serie di partiti – secondo il parlamentare leghista ricavati da articoli di media amici della relatrice – che strumentalizzano la situazione degli immigrati a fini elettorali. Tra i partiti europei, molti dei quali al governo, accusati dalla signora Dumery di razzismo e xenofobia c’era la Lega Nord. Al termine della relazione, Stucchi prendeva la parola e, sostenuto dall’intervento successivo di altri parlamentari di vari paesi e tendenze, costringeva la relatrice a ritirare il rapporto e a ripresentarlo alla prossima sessione parlamentare di gennaio con i dovuti emendamenti.

lunedì 3 ottobre 2011

BERGAMOSERA - 03/10/11 - AVIS, INAUGURATA LA NUOVA SEDE AL MONTEROSSO

BERGAMO — E’ stata inaugurata sabato la nuova sede Avis del Monterosso. I lavori di ristrutturazione sono durati due anni e costati due milioni e mezzo di euro, coperti dall’associazione dei donatori di sangue. La casa degli avisini è oggi una sede accogliente e efficiente in cui sono stati creati nuovi spazi per favorire momenti aggregativi e formativi per i soci. “Rimarrà un esempio, – ha ricordato il presidente provinciale di Avis, Oscar Bianchi – una celebrazione visibile dell’operato della solidarietà di tanti volontari”. “E’ un punto di partenza – ha commentato Mario Rivola, presidente di Avis comunale Bergamo – per continuare il nostro viaggio a servizio della comunità bergamasca”. La nuova distribuzione dei locali vede svilupparsi il percorso dei donatori e l’attività di prelievo al solo piano rialzato, concentrando tutta la raccolta in una unica sala dedicata. Tutti gli uffici, sanitari e amministrativi, sono stati realizzati al primo piano. “Un impegno oneroso che, oltretutto, risponde con due anni di anticipo alle nuove normative della Comunità europea. Non solo siamo attenti – ha concluso Oscar Bianchi – a ottimizzare costantemente la fase della donazione, ma lo facciamo puntando alla massima qualità e sicurezza”. L’inaugurazione è stata festeggiata da oltre cento labari delle 157 sezioni comunali della provincia. Presenti numerose autorità. Dai presidenti nazionale e regionale di Avis, Vincenzo Saturni e Domenico Giupponi, ai parlamentari Giacomo Stucchi, Giovanni Sanga, Gabriele Cimadoro e Antonio Misiani, dagli assessori regionali Marcello Raimondi e Daniele Belotti, alla collega Silvia Lanzani in rappresentanza della Provincia, per concludere con il vicesindaco di Bergamo Gianfranco Ceci, accompagnato dagli assessori Alessio Saltarelli e Marcello Moro, e con numerosi rappresentanti del mondo del volontariato.

domenica 2 ottobre 2011

ECO DI BERGAMO - 02/10/11 - "SITUAZIONE DELICATA CAPISCO IL MALESSERE"

«Io esisto e sono padano», apriva ieri la «voce del Nord», ovvero La Padania, in merito alle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, in visita a Napoli, ha detto: «Il popolo padano non esiste».Deputato Giacomo Stucchi (Lega), si sente in linea col titolo del vostro quotidiano?«Certo, per me è una certezza essere bergamasco, lombardo, padano. È una follia che le persone che vivono qui non possano definirsi così, negare loro la propria identità storica e culturale».Il presidente della Repubblica faceva riferimento, però, alla necessità che l'Italia rimanga unita.«Esiste un diritto all'autodeterminazione dei popoli. E quando i popoli sono in movimento, con gli strumenti democratici che hanno a disposizione, nessuno può fermare la volontà dei cittadini di aggregarsi in una nuova realtà statale».Il Carroccio ha fin qui mantenuto un buon rapporto col Quirinale. Queste ultime affermazioni hanno compromesso il feeling con Napolitano?«Non mi sembra il caso di ingigantire la portata delle affermazioni di Napolitano, dette peraltro in un contesto particolare: a Napoli, nella sua vecchia università e non in una cerimonia ufficiale. Lui è liberissimo di esprimersi, e noi di avere posizioni diverse. Noi andremo avanti per concludere il federalismo istituzionale e perché le nostre comunità possano gestirsi con strumenti a livello locale».Ma proprio il ritardo nell'attuazione del federalismo non è tra le principali cause di malcontento della vostra base?«La bocciatura del referendum sulla devolution ha sicuramente segnato il passo delle riforme istituzionali. Dentro c'erano delle cose buone e ora stiamo recuperando sul cammino delle modifiche costituzionali, come il Senato federale. Va bene anche alle opposizioni, che hanno mostrato di volere fare certe modifiche, per dare veri poteri alle realtà periferiche».Quelle realtà – come i Comuni (anche del vostro colore politico) – che sono sul piede di guerra.«Capisco perché i nostri sindaci che stanno lavorando al meglio recriminano: per mancanza di soldi e strumenti non riescono a dare risposte. Col federalismo si cambia».È però evidente che la Lega, fin qui granitica, stia attraversando una crisi pesante.«La situazione è delicata. Abbiamo vissuto un lungo periodo in cui la Lega ha avuto risultati splendidi. Risultati che peraltro, nella Bergamasca, sono stati confermati negli ultimi anni, per merito dei nostri militanti e della nostra base che lavorano sui territori e arrivano alla gente».Sono proprio loro, però, militanti e base a esprimere il malessere più forte.«Capisco il malessere di chi, come i nostri militanti, deve spiegare "de visu" alla gente arrabbiata determinate scelte prese a livello centrale. E non posso dare torto a certe posizioni. Il discorso è però complesso, e a volte bisogna accettare taluni compromessi per raggiungere certi risultati».Il governo arriverà al 2013?«È interesse di tutti che la legislatura arrivi al 2013. Il rispetto di questa scadenza significa arrivare a concludere il processo di modifiche costituzionali. Se si procede rapidi, in otto-dieci mesi si possono fare le riforme. Anche il centrosinistra, vista la situazione internazionale di difficoltà economica, non ha alcun interesse a prendere in mano la gestione del Paese».Come vede la Lega nel 2013?«Anche i peggiori sondaggi ci danno in crescita del 2% rispetto ai risultati del 2008. Certo, non è un motivo per stare tranquilli e non riconoscere le difficoltà».Benedetta Ravizza