«Pensare
di legalizzare le droghe leggere è folle». Dalla presentazione a Treviglio dei risultati
della quarta campagna di monitoraggio dei consumi delle sostanze stupefacenti
nella Bassa Bergamasca, è arrivata la dura presa di posizione del senatore della
Lega Giacomo Stucchi contro i progetti di legge che propongono la
legalizzazione della cannabis. Progetti «a cui io – ha continuato Stucchi –
sono contrario
perché credo che siano l’opposto di quello che serve come riposta di un Stato
serio circa la problematica delle tossicodipendenze». Stucchi ha motivato la
sua posizione citando anche esperienze di amici che hanno avuto problemi di
droga e hanno iniziato la loro storia di tossicodipendenza partendo proprio dal
consumo di
droghe leggere. Stupefacenti che, a suo avviso, vanno viste come un primo passo
al consumo
di sostanze pesanti. Proprio la campagna di monitoraggio ha evidenziato che
oltre alla cannabis, per la quale si è registrato un aumento del 47%, anche il
consumo di cocaina e eroina è cresciuto o, meglio, raddoppiato. Del ritorno dell’eroina
il deputato del Pd Elena Carnevali, anche lei presente ieri alla presentazione
dei risultati della campagna di monitoraggio, si è detta molto preoccupata:
«Perché non c’è abbastanza consapevolezza della sua gravità». A suo dire,
fra i giovani non c’è abbastanza consapevolezza «nemmeno sui rischi neurologici
che il consumo di stupefacenti provocano. E alla diffusione di questa
consapevolezza tutti devono collaborare, dalle scuole, alle famiglie, dalle
comunità alle associazioni fino alle forze dell’ordine». Non tutti, però, hanno
anche coscienza delle dimensioni della
problematica del consumo di droghe sul territorio. Secondo il
consigliere regionale di Area popolare-Ncd Angelo Capelli, ben vengano
iniziative come la campagna di monitoraggio promossa dall’Aga. «Quello che – ha
continuato Capelli
– ancora oggi è sottovalutato dalla stragrande maggioranza della popolazione è
come i ragazzi siano facilitati a incontrare le droghe e farne uso. Il motivo è
che gli spacciatori puntano soprattutto ad agganciare loro perché sono più
fragili e garantiscono un tempo di consumo prolungato. Le scuole se ne devono
rendere conto e hanno il dovere morale di affrontare in maniera professionale
questo tema». Per il sindaco di Treviglio Juri Imeri, a cui ieri è spettato l’ultimo
intervento, è di conseguenza venuto il momento di «serrare i ranghi» sulla
prevenzione. L’Ats ha rilevato che non in tutte le scuole trova collaborazione nell’applicare
i suoi programmi di prevenzione. «Se siamo tutti d’accordo che questi programmi
sono necessari – ha concluso Imeri – allora li dobbiamo rendere obbligatori.
Altrimenti, a
furia di lasciare discrezionalità, buonismo e libertà, tra due anni a
commenteremo dati
ancora peggiori sui consumi di droghe nel territorio ».
martedì 27 giugno 2017
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