martedì 27 giugno 2017

L' ECO DI BERGAMO - 27/06/17 - LA RISPOSTA DEI POLITICI TRA INFORMAZIONE E NO ALLA LEGALIZZAZIONE



«Pensare di legalizzare le droghe leggere è folle». Dalla presentazione a Treviglio dei risultati della quarta campagna di monitoraggio dei consumi delle sostanze stupefacenti nella Bassa Bergamasca, è arrivata la dura presa di posizione del senatore della Lega Giacomo Stucchi contro i progetti di legge che propongono la legalizzazione della cannabis. Progetti «a cui io – ha continuato Stucchi – sono contrario perché credo che siano l’opposto di quello che serve come riposta di un Stato serio circa la problematica delle tossicodipendenze». Stucchi ha motivato la sua posizione citando anche esperienze di amici che hanno avuto problemi di droga e hanno iniziato la loro storia di tossicodipendenza partendo proprio dal consumo di droghe leggere. Stupefacenti che, a suo avviso, vanno viste come un primo passo al consumo di sostanze pesanti. Proprio la campagna di monitoraggio ha evidenziato che oltre alla cannabis, per la quale si è registrato un aumento del 47%, anche il consumo di cocaina e eroina è cresciuto o, meglio, raddoppiato. Del ritorno dell’eroina il deputato del Pd Elena Carnevali, anche lei presente ieri alla presentazione dei risultati della campagna di monitoraggio, si è detta molto preoccupata: «Perché non c’è abbastanza consapevolezza della sua gravità». A suo dire, fra i giovani non c’è abbastanza consapevolezza «nemmeno sui rischi neurologici che il consumo di stupefacenti provocano. E alla diffusione di questa consapevolezza tutti devono collaborare, dalle scuole, alle famiglie, dalle comunità alle associazioni fino alle forze dell’ordine». Non tutti, però, hanno anche  coscienza delle dimensioni della problematica del consumo di droghe sul territorio. Secondo il consigliere regionale di Area popolare-Ncd Angelo Capelli, ben vengano iniziative come la campagna di monitoraggio promossa dall’Aga. «Quello che – ha continuato Capelli – ancora oggi è sottovalutato dalla stragrande maggioranza della popolazione è come i ragazzi siano facilitati a incontrare le droghe e farne uso. Il motivo è che gli spacciatori puntano soprattutto ad agganciare loro perché sono più fragili e garantiscono un tempo di consumo prolungato. Le scuole se ne devono rendere conto e hanno il dovere morale di affrontare in maniera professionale questo tema». Per il sindaco di Treviglio Juri Imeri, a cui ieri è spettato l’ultimo intervento, è di conseguenza venuto il momento di «serrare i ranghi» sulla prevenzione. L’Ats ha rilevato che non in tutte le scuole trova collaborazione nell’applicare i suoi programmi di prevenzione. «Se siamo tutti d’accordo che questi programmi sono necessari – ha concluso Imeri – allora li dobbiamo rendere obbligatori. Altrimenti, a furia di lasciare discrezionalità, buonismo e libertà, tra due anni a commenteremo dati ancora peggiori sui consumi di droghe nel territorio ».