sabato 31 marzo 2012

ECO DI BERGAMO - 31/03/12 - COSTI DELLA POLITICA. SUI BENEFIT E' SCONTRO TRA CASINI E VIOLANTE

Pier Ferdinando Casini rinuncia. Da ieri niente più benefit da ex presidente della Camera. Il leader dell'Udc non usufruirà più dell'apposito staff di segreteria, dell'auto di servizio, dell'ufficio con vista mozzafiato all'ultimo piano di Montecitorio, a sua disposizione dal 2006. Il leader dell'Udc spiazza così tutti e scavalca le polemiche per le nuove norme che gli riserverebbero i benefit fino al 2023. Faranno lo stesso anche gli altri ex presidenti? «Non intendo compiere esibizionismi», dice tranchant Luciano Violante. Mentre Fausto Bertinotti fa sapere che si atterrà alle regole. La polemica segue la decisione dell'Ufficio di presidenza della Camera di conservare fino al 2023 i benefit agli ex presidenti (Bertinotti, Violante, Casini e naturalmente Fini) che siano stati deputati nelle ultime due legislature. Mentre con la regola adottata dal Senato (stop a dieci anni dalla fine dell'incarico), Violante avrebbe dovuto lasciare subito l'ufficio di Montecitorio, Casini nel 2016, Bertinotti nel 2018. Ma Casini decide di non prestare il fianco a critiche e, con una lettera a Gianfranco Fini, rinuncia «con effetto immediato a ogni attribuzione». Con una scelta cui plaude l'Idv, che chiede anche agli altri ex presidenti, incluso Fini (che però è ancora in carica), di fare lo stesso. Mentre la Lega, con il bergamasco Giacomo Stucchi, rinfaccia a Casini di mantenere comunque i benefit di capogruppo Udc: «E allora sai che rinuncia...». Intanto protesta Irene Pivetti, unica ex presidente cui le norme tolgono da subito il beneficio, insieme a Pietro Ingrao (amaro regalo per i 97 anni compiuti oggi). Pivetti definisce «ingiusta» la «forca», non per sé, ma per le persone assunte nel suo staff, che perdono il lavoro. Di certo, l'accusa di esser «casta» e la mossa di Casini non piacciono però a Violante. Che verga una nota di fuoco: «Non ho mai partecipato a fiere dell'ipocrisia. Né intendo compiere esibizionismi». Dunque per ora l'esponente del Pd non rinuncia ai benefit. E Bertinotti? Dal suo entourage fa trapelare l'intenzione di «attenersi rispettosamente» alle regole. La novità è che inizia a farsi largo l'idea di cambiarle (e irrigidirle), quelle regole. «Casini solleva un problema politico», dice il questore Antonio Mazzocchi. E rinvia la palla a Fini: «Sta a lui decidere». Ma dalla presidenza della Camera fanno sapere che le norme sono state votate dall'Ufficio di presidenza e spetta a esso eventualmente cambiarle. Nella prossima riunione se ne potrà ridiscutere, se verrà sollevata la questione. Ma Fini manterrà la sua posizione terza. Intanto, di fronte allo stupore generale nell'apprendere che ogni deputato ha diritto tra l'altro a 1,5 chilogrammi di colla l'anno, Mazzocchi assicura che i questori daranno una sforbiciata alla dotazione di cancelleria già nella riunione del 4 aprile. A suo modo antipolitica, irrompe poi la dichiarazione del deputato del Pd Massimo Calearo: «Fino a fine legislatura non andrò più alla Camera», annuncia. «Premere un pulsante non serve a niente, meglio fare l'imprenditore». E confessa che lui, con lo stipendio da parlamentare, riesce però a pagarsi un «mutuo di 12 mila euro al mese». In serata, poi, Calearo ha corretto il tiro, spiegando che i commenti rispetto alla sue risposte «non corrispondono» al suo «vero pensiero, che è invece di grande rispetto per le istituzioni».

venerdì 30 marzo 2012

L'ECO DI BERGAMO - 30/03/12 - CIG IN DEROGA, EMANAZIONE LENTA. "A BERGAMO 1700 ASPETTANO L'ASSEGNO"

Un'interrogazione a risposta scritta è stata depositata al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali dall'onorevole bergamasco Giacomo Stucchi insieme a Nunziante Consiglio sui problemi che derivano dalla Cig in deroga. «Premesso che l'attuale momento di drammatica crisi internazionale sta costringendo numerosissime aziende della Provincia di Bergamo a pesanti ristrutturazioni dell'attività, con conseguenti riduzioni del personale e richieste di ammortizzatori sociali, le aziende che non hanno diritto alla cassa integrazione ordinaria devono attendere le necessarie autorizzazioni regionali che consentono di usufruire della cassa integrazione in deroga - si legge nell'interrogazione -. Nella sola Provincia di Bergamo sono circa 1700 le persone coinvolte che attendono, anche da sei mesi, di ricevere l'assegno loro spettante». Da qui la richiesta di conoscere «quali iniziative intenda intraprendere il Ministero al fine di verificare le motivazioni che causano un rallentamento all'emanazione dei decreti di autorizzazione della cassa integrazione in deroga, evitando di appesantire il già povero bilancio familiare dei lavoratori coinvolti nella bergamasca».

mercoledì 28 marzo 2012

L'ECO DI BERGAMO - 28/03/12 - GIBELLI LANCIA IL LOMBARDISMO


Il leghista, vicepresidente della Regione, faccia a faccia con gli imprenditori della Val Calepio. L'ex ministro Maroni rilancia sul fisco: «Per due anni giù di 15 punti la pressione sulle aziende»

Mariagrazia Mazzoleni
È il «lombardismo» una delle carte vincenti sui cui giocare per sconfiggere l'attuale crisi economica. A dichiararlo è Andrea Gibelli, vicepresidente e assessore all'industria e artigianato di Regione Lombardia, ieri a Telgate per incontrare gli imprenditori del territorio a conclusione della cinquantesima tappa di «Assessorato Itinerante». «Si tratta - ha spiegato Gibelli - di un vero e proprio blocco padano a difesa del sistema produttivo. Penso alla misura Start-up di impresa che dallo scorso anno prevede l'accessibilità ai finanziamenti per l'avvio di una nuova attività solo ai residenti da almeno cinque anni e la recente legge Harlem che regola l'apertura di attività del settore del commercio e artigianato. Quest'ultima si occupa in particolare - ha proseguito Gibelli - della produzione e vendita di alimentari, e lascia la possibilità al sindaco, in caso di eccesso di concorrenza e concentrazione, di selezionare le aperture secondo il principio di qualità delle nostre città. In questo modo è possibile salvaguardare il giusto equilibrio tra la presenza di attività tradizionali e le nuove aperture». E il vicepresidente di Regione Lombardia chiude con un auspicio: «I sindacati, le associazioni di categoria e le istituzioni devono fare la stessa battaglia per la tutela del territorio in maniera tale che non ci siano solo le istituzioni che tengono una certa barra ma tutto un sistema che tutela la nostra economia». Sul modello federale è ritornato anche l'ex ministro Roberto Maroni, accompagnato dallo stato maggiore della Lega: erano presenti gli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio, il presidente della Provincia, Ettore Pirovano, e il segretario provinciale Cristian Invernizzi. Davanti ad una sala gremita – circa 170 i presenti, per il 30% imprenditori locali – Maroni ha illustrato la ricetta padana per uscire dalla crisi. «I problemi strutturali sono principalmente tre: la pressione fiscale, l'eccesso di burocrazia e il sistema bancario lontano dalle imprese. Da soli rappresentano l'80% delle difficoltà degli imprenditori. Nel primo caso - ha spiegato l'ex ministro all'Interno - occorre ridurre da subito e per 2 anni la pressione sulle imprese almeno di 15 punti percentuali, lasciando alle Regioni l'articolazione su come intervenire». Ripropone invece l'applicazione dei costi standard, soprattutto in sanità, con il conseguente rimborso sulla media delle spese, per abbattere la burocrazia, e auspica che le banche più che ai loro conti, comincino a prestare attenzione all'imprenditoria. «Sono soluzioni concrete, ma il governo Monti si rifiuta di ascoltare. Adesso - ha concluso Maroni - tocca alle imprese fare sentire la propria voce». E gli imprenditori locali, durante il dibattito, non si sono fatti pregare, se non altro per cercare di capire cosa è possibile fare. «Avete a disposizione il voto - è stata la replica di Maroni - la possibilità di indire manifestazioni e tra poco anche una nuova presidenza di Confindustria. Spero che i nuovi vertici considereranno quello di Monti semplicemente come un governo e non un governo "amico"».

martedì 27 marzo 2012

L'ECO DI BERGAMO - 27/03/12 - "PATTO DI STABILITA' DA AMMORBIDIRE"

La Cancellieri ai sindaci: "Chiederò almeno la possibilità di pagare fornitori e servizi sociali".

di Benedetta Ravizza
«Ho letto il suo curriculum. L'articolo 84 della Costituzione fa per lei». Per il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri c'è anche l'augurio (espresso dal sindaco di Ciserano Enea Bagini e sostenuto dalla platea) di vederla presto presidente della Repubblica. Nell'incontro con gli amministratori locali all'ex Borsa Merci - nel ricordo dell'indimenticato Giuseppe Longhi, l'esponente della Dc primo cittadino di Romano per 28 anni - il tema è la sicurezza. «Bisogna stare accanto ai nostri sindaci, spesso molto soli di fronte a problemi molto grandi», dice l'ex prefetto. Patto di stabilità e sicurezza. Ma l'annosa questione (ribadita da alcuni sindacati di polizia alla vigilia della visita del ministro) del risicato organico (fanalino di coda nelle classifiche nazionali) delle forze dell'ordine in dotazione alla Bergamasca è tabù. Resta sottotraccia, col ministro che si limita a dire che farà il possibile, e che comunque «la sicurezza non sono solo le forze dell'ordine. Sono preziose e guai a non averle, ma la risposta non è la militarizzazione del territorio, mettendo uno-dieci-cento uomini a ogni angolo. La sicurezza è la capacità di vivere una vita integrata solidale». Prevenzione, quindi - come dice il sindaco Franco Tentorio - e non solo repressione: «Una città illuminata e più viva, con feste e movida, è una città più sicura».
La lady di ferro - abituata «a fare le cose, poi a raccontarle», come lei stessa dichiara - lascia qualche spiraglio in più sul possibile ammorbidimento del Patto di stabilità. «Presiedo la commissione che se ne occupa – fa un excursus –. Dobbiamo fare qualcosa di miracoloso, quando si tratta di temi economici ci muoviamo sull'orlo di un baratro in cui non dobbiamo cadere. Ma stiamo lavorando per dare ai Comuni più virtuosi margini d'azione almeno per pagare imprese e fornitori, e i servizi sociali». Le richieste dei Comuni. Le richieste dei Comuni le mette sul tavolo il sindaco di Solza (nonché responsabile dei piccoli comuni per l'Anci) Maria Carla Rocca. «Non capita tutti i giorni che chi rappresenta 2 mila abitanti possa rivolgersi direttamente a un ministro», esordisce, prima di passare ai cinque punti: «Ci preoccupa la liberalizzazione degli orari delle attività commerciali, anche perché, ad esempio, consente alle sale gioco, con i problemi sociali che comportano, di restare aperte 24 ore su 24; siamo da soli di fronte al problema dei nomadi: serve un coordinamento per affrontare la questione che viene rimpallata da Comune a Comune; va chiarita la questione della residenza per i cittadini extracomunitari, perché sul gioco dei "cittadini irreperibili" non abbiamo potere di controllo; bisogna affrontare il disagio della dispersione scolastica, molto elevata anche in Bergamasca; non si taglino le poltrone di assessori e consiglieri comunali in Comuni piccoli come i nostri, perché così si toglie ai cittadini la possibilità di maturare un'esperienza democratica e di partecipare alla vita politica». Tocca poi al sindaco di Ciserano Enea Bagini raccontare la sua vita da sindaco di frontiera: dalla necessità di protezione («Ho capito cosa voleva dire quando ho visto la Digos piantarsi nel mio ufficio») ai condomini fantasma di Zingonia, ai «corazzieri-viados» e relativi clienti che tutte le sere si riversano in strada, fino alla prima ordinanza in Bergamasca contro la deregulation degli orari dei negozi. «Ma parlarne con lei – si è rivolto al ministro – è come parlarne in famiglia, perché proprio quand'era prefetto sono partiti i primi interventi a Zingonia, proseguiti con quello che chiamo il mio "angelo custode", l'attuale prefetto Camillo Andreana». Il ricordo di Longhi. In sala anche alcuni deputati (da Giovanni Sanga del Pd a Giacomo Stucchi della Lega), esponenti di Provincia, Regione, tantissimi ex Dc e soprattutto una folta delegazione da Romano, arrivata con due bus. Il fil rouge dell'incontro - narrato dal portavoce del Comitato Giuseppe Longhi, Gianfranco Dodesini - è proprio la figura di Longhi, tratteggiata con intensità dal deputato Savino Pezzotta (Udc). «Andare alla verità della vita di Longhi – interviene, sostenendo anche la necessità di una nuova legge elettorale e di allargare la cittadinanza agli immigrati – è andare al senso della politica e del Comune. Longhi non ha mai fatto a meno della politica e non se ne può fare a meno neanche ora, che non gode di grandi favori, perché l'uomo non può vivere da solo, e ha bisogno di regole per vivere nel migliore modo possibile. E il primo luogo in cui ci si allena alla vita politica è il Comune, bisogna ripartire da lì». Infine il ricordo personale della Cancellieri: «Longhi otteneva quello che voleva, sempre con correttezza e senso istituzionale, grazie a una tattica frutto di una lunga scuola, perché era cresciuto nella politica. Mi fece visitare Romano: le scuole, le case per gli anziani in piazza, il centro sociale. Ricordo che alla fine gli dissi: "Se dovessi scegliere un posto dove vivere sceglierei Romano"».

L'ECO DI BERGAMO - 27/03/12 - L'APPELLO DEI POLITICI "NOVEM RESTI A BAGNATICA"

Assemblea fuori dall'azienda con gli esponenti bergamaschi. I sindacati: avviare subito un confronto a livello europeo.

Si sono fatti avanti uno ad uno, prendendo la parola di fronte a un centinaio di lavoratori Novem, sotto il sole caldo che tradiva un clima quasi estivo. Gli esponenti politici bergamaschi ieri hanno testimoniato la loro vicinanza ai dipendenti dell'azienda di Bagnatica, che circa un mese fa ha aperto la procedura di mobilità per 117 dipendenti su 289. L'assemblea si è svolta all'aperto, per la precisione all'esterno dei cancelli dell'azienda, dopo che questa aveva negato l'ingresso ai politici, motivo per cui sono state indette due ore di sciopero (stando al sindacato l'adesione è stata del 98%). Chi in giacca e cravatta, chi in polo (grigia quella dell'onorevole Giacomo Stucchi, sguarnito dell'abituale pochette verde posizionata nel taschino), gli esponenti bergamaschi hanno ricordato le «recenti aperture della Novem (a valutare il ricorso agli ammortizzatori sociali, ad esempio, ndr)» e l'importanza di «restare uniti in situazioni come questa». Un «bagno di umiltà» Il segretario provinciale del Pd Gabriele Riva ha parlato di un «bagno di umiltà», perché «la politica deve anche avvicinarsi ai problemi reali delle persone», come ha poi sottolineato Savino Pezzotta, deputato dell'Unione di centro. L'«orso bergamasco», richiamando le sue origini da operaio, ha sottolineato che «il lavoro è un elemento centrale in una società bene ordinata ed è importante affermarne il senso e il diritto». Rivolgendosi direttamente ai lavoratori, che formavano un semicerchio davanti a un tavolino di plastica bianco con sopra i caschi rossi degli operai e qualche bandiera del sindacato, Pezzotta ha detto: «Non me la sento di farvi gli auguri; vi dico piuttosto che bisogna andare avanti a batterci». «Bravo», applausi, riprese con i videofonini. Sulla stessa linea il parlamentare Pd Giovanni Sanga, che ha messo l'accento sul fatto che «occorre fare delle scelte che garantiscano tutele ai lavoratori e sviluppo alle imprese».
Il dibattito sull'articolo 18. Qualcuno ha chiamato in causa l'articolo 18 (vedi i segretari provinciali Gino Gelmi di Sel, Francesco Macario di Rifondazione comunista e Rochy Geneletti dei Carc), ma qualcun altro non ci è stato. «Il vero problema non è l'articolo 18 - ha affermato Francesco De Lucia, segretario provinciale del Psi - ma la stretta sul credito». E il leghista Stucchi ha detto: «Mi verrebbe facile fare un po' di polemica sull'articolo 18, ma non è questa la sede». Perché «non è mai facile parlare di fronte a persone che rischiano di perdere il posto di lavoro», anche se il parlamentare si è detto se non ottimista, almeno possibilista sul futuro della Novem: «Quando sono intervenuto sul caso Indesit di Brembate Sopra ho parlato subito di chiusura, mentre riguardo questa azienda dico che ci sono delle possibilità». Oggi, fra l'altro, «incontrerò il vicepresidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli e gli sottoporrò il caso Novem, raccontandogli dei tanti volti che adesso ho di fronte». Per ottenere risultati positivi «dobbiamo lavorare tutti insieme, senza distinzioni politiche», come hanno evidenziato Nicola Gritti, segretario provinciale dell'Udc, e Mario Barboni, consigliere regionale del Pd. Matteo Rossi, consigliere provinciale Pd, ha precisato che «in questa situazione è importante che restiate uniti; dal canto nostro ci impegneremo per non far spegnere i riflettori sulla vicenda». In viaggio verso Vorbach. Intanto, in attesa dell'incontro di domani con l'azienda, i sindacati si preparano ad un viaggio a Vorbach, il quartier generale tedesco della Novem, per attivare il Cae (Comitato aziendale europeo) in modo da «avere un'interlocuzione a livello europeo», hanno spiegato Ivan Comotti della Fillea-Cgil e Gabriele Mazzoleni, segretario della Filca-Cisl. I politici bergamaschi sono disponibili «a confrontarsi a qualsiasi livello istituzionale perché, una volta trovato l'accordo sindacale, lo si ratifichi nelle varie sedi istituzionali con l'obiettivo che la multinazionale non abbandoni l'Italia». Allo sciogliersi dell'assemblea, con i politici che ripartivano sulle loro auto, una lavoratrice ha chiesto a un collega: «Ma cosa fanno, poi?».

BERGAMO SERA - 27/03/12 - STUCCHI (LEGA): LA MAGGIORANZA E' AL CAPOLINEA

“Se per un verso è vero che saranno le forze politiche presenti in Parlamento a legiferare sulla riforma del lavoro, dall’altro l’incertezza dimostrata nel decidere il percorso legislativo da adottare dà l’idea dell’approssimazione della maggioranza, e nella fattispecie del Pd, nell’affrontare temi molto delicati come quelli della riforma del mercato del lavoro”. Così in una nota il deputato bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. “A questo punto però – continua l’esponente del Carroccio – c’è da chiedersi se la riforma del mercato del lavoro andrà in porto perché, dopo le dichiarazioni di Monti a farsi da parte, ci si potrebbe davvero avvitare in una crisi politica il cui esito sia quello di costringere Pdl, Pd e Terzo Polo ad assumersi le proprie responsabilità dinanzi al corpo elettorale”. “Staremo a vedere cosa accadrà – conclude Stucchi – di certo però tra coloro che hanno appoggiato il governo Monti in molti già si chiedono se ne sia valsa davvero la pena aver provocato una sospensione della democrazia con l’insediamento di un governo tecnico, che ha varato solo misure punitive per i cittadini e incrementato la pressione fiscale, ma soprattutto come fare per uscire dal vicolo cieco nel quale si sono cacciati”.

venerdì 23 marzo 2012

BERGAMO SERA - 23/03/12 - STUCCHI (LEGA): LIBERALIZZAZIONI, NUOVO SFREGIO ALLA DEMOCRAZIA

“Siamo dinanzi ad un governo-mostro non solo perché non è stato eletto dai cittadini, o perché ha alla base un’alleanza tra il diavolo e l’acquasanta, ma soprattutto perché se ne infischia ogni giorno delle più elementari regole della democrazia”. Così in una nota il deputato della Lega Nord, e Segretario dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, Giacomo Stucchi. “Una disposizione costituzionale chiara e vincolante – continua l’esponente del Carroccio – obbliga alla copertura finanziaria ogni norma legislativa. Il governo Monti invece non solo nel decreto sulle liberalizzazioni è andato in deroga al suddetto obbligo ma, come ulteriore atto di disinteresse al rispetto delle regole istituzionali in un sistema parlamentare, ha pure posto l’ennesima questione di fiducia. Insomma – si domanda Stucchi – a quale altro sfregio alla democrazia dovremo assistere, prima che chi di dovere stacchi la spina a questo Governo antidemocratico e illiberale?”.

mercoledì 21 marzo 2012

BERGAMO NEWS - 21/03/12 - LA LEGA NORD INCONTRA IL MONDO DELLE IMPRESE

Martedi 27 marzo al centro monsignor Biennati di Telgate si terrà l’incontro tra gli esponenti della Lega Nord nelle istituzioni e gli imprenditori del territorio. L’incontro organizzato dalla sezione di Telgate - con la partecipazione delle sezioni di Grumello del Monte, di Chiuduno e di Bolgare - vedrà la partecipazione dell'ex Ministro degli Interni Roberto Maroni, del vice presidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli, del presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano, degli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio, dell’assessore regionale al territorio Daniele Belotti, e dai consiglieri regionali Giosuè Frosio e Roberto Pedretti. L’incontro vuole essere un confronto tra gli imprenditori e i politici della Lega Nord a livello provinciale regionale e nazionale,con gli imprenditori della piccola,media e grande impresa impegnati a far presente i problemi che incontra chi oggi fa impresa in terra bergamasca. L’iniziativa ha suscitato un notevole interesse: gli inviti disponibili sono stati esauriti nel giro di due giorni. Intanto a Telgate sono apparsi in questi giorni numerosi manifesti inneggianti a Maroni e alla Leganord. “Per noi è un onore ospitare un incontro di questo livello - afferma il vicesindaco Farbizio Sala - ringraziamo l’assessore Daniele Belotti e l’onorevole Giacomo Stucchi per tutto il supporto che ci hanno fornito. Avere il nostro “ministro” Roberto Maroni tra i relatori di questo incontro è emozionante. La Lega Nord dimostra ancora una volta di essere l'unico partito sul territorio e interessato ai problemi del territorio”. Ad anticipare l'incontro con l'ex ministro Maroni, nel pomeriggio una delegazione guidata dal vicepresidente di Regione Lombardia, Andrea Gibelli, visiterà alcune realtà industriali, tra queste la Brevi di Telgate.

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martedì 20 marzo 2012

ECO DI BERGAMO - 20/03/12 - C'E' ANCHE MARONI: LA LEGA INCONTRA GLI IMPRENDITORI

Lo stato maggiore della Lega Nord sarà a Telgate, martedì 27 marzo, per incontrare gli imprenditori della Val Calepio. Dalle 16,30 al centro Biennati, ci saranno Roberto Maroni, il vice presidente della Regione Andrea Gibelli, il presidente della Provincia Ettore Pirovano, l'assessore regionale al Territorio Daniele Belotti, gli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio, i consiglieri regionali Giosuè Frosio e Roberto Pedretti, con il segretario provinciale della Lega Cristian Invernizzi. Il pomeriggio, organizzato dalla sezione del Carroccio di Telgate, Grumello, Bolgare e Chiuduno, si aprirà con la visita di Gibelli ad alcune realtà industriali della Val Calepio, tra cui la «Brevi» di Telgate. Secondo gli organizzatori, sarebbero già moltissime le richieste degli imprenditori a poter partecipare all'incontro al centro Biennati, che è a inviti.

venerdì 16 marzo 2012

L'ECO DI BERGAMO - 16/03/12 - GESTIONE SCUOLE, SI DIMETTE IL PRESIDE. IL PROVVEDITORE: "CHIESTA ISPEZIONE"

L'Ufficio scolastico attento agli sviluppi. Stucchi (Lega) «interroga» il ministero «Chi vorrà iscriversi in una scuola statale verrà accolto secondo le disponibilità»

Tiziana Sallese
Con le dimissioni rassegnate ieri mattina da parte del preside, Aurelio Bergamelli, il Gruppo gestione scuole sembra essere ormai allo sbando. Ieri mattina gli studenti hanno improvvisato un'assemblea. Da alcuni mesi infatti i docenti sono in attesa di essere pagati. Alcuni di loro hanno dato le dimissioni, mentre la maggior parte continua a compiere il proprio dovere consentendo lo svolgimento di gran parte delle lezioni. Fino ad ora insegnanti, genitori e studenti sono rimasti fermi ad attendere una positiva soluzione della vicenda che ha portato il Gruppo gestione scuole, cui fanno capo numerose realtà scolastiche, sull'orlo della chiusura. Da precisare che l'immobile occupato dal Gruppo gestione scuole, in via Ghislandi 57, non è di proprietà della Giesse investimenti Srl che si limita ad esercitare l'attività scolastica. Titolare del complesso infatti risulta essere della società Finmat Srl, con sede a Bergamo in via Sant'Orsola 9. «Ci hanno detto – hanno dichiarato alcuni genitori ritrovatisi ieri fuori da scuola – che oggi sarebbero dovuti arrivare i supplenti. Ma ci domandiamo: chi li paga, visto che non vengono pagati neppure i docenti titolari?». Voci che si rincorrono. Le voci sulle possibili soluzioni alla vicenda, che vede interessati oltre 300 studenti e circa 150 dipendenti, si sono rincorse per tutta la giornata di ieri. Non ultime le voci sulla possibilità che un nuovo dirigente venisse nominato dal provveditorato agli studi, o sulla possibilità di far transitare intere classi in altri istituti statali. «Stiamo monitorando la situazione – ha dichiarato in proposito Patrizia Graziani, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale – e abbiamo già chiesto, e ottenuto, che venga inviata dall'Ufficio scolastico regionale un'ispezione alla scuola. L'ente gestore del Gruppo infatti è tenuto a nominare un nuovo coordinatore: unitamente all'assolvimento degli obblighi nei confronti dei dipendenti, è prerequisito fondamentale al mantenimento della parità scolastica». Anche in merito alla possibilità che eventuali supplenti siano pagati dal provveditorato, Patrizia Graziani non ha usato mezzi termini: «Questa ipotesi è del tutto infondata perché, anche se è vero che le scuole paritarie offrono un servizio pubblico, restano una realtà privata i cui costi devono ricadere solo e soltanto sul gestore. A riprova di ciò – ha sottolineato Graziani – il provveditorato non ha nessuna voce in capitolo sulla scelta dei docenti». Detto in altre parole, il Gruppo gestione scuole non può essere commissariato dal ministero dell'Istruzione perché, in quanto privato, è autonomo in tutto e per tutto. Il ruolo svolto dall'Ufficio scolastico provinciale è unicamente quello di verificare che vengano mantenuti i requisiti per poter avere riconosciuta la parità. Rassicurazioni sono state date invece in merito alla possibilità di assorbire gli studenti da parte di altri istituti: «Chi deciderà di iscriversi in una scuola statale verrà accolto nelle classi in base al numero degli alunni già presenti. Verranno poi predisposti – ha sottolineato Graziani – piani per andare incontro alle difficoltà che gli studenti potranno incontrare». Già da ieri comunque alcuni genitori hanno interpellato altre scuole private paritarie: «Qualora venissimo interpellati– ha dichiarato Giuseppe Tironi, preside dell'istituto Leonardo da Vinci – siamo disponibili a valutare una possibile soluzione sulla base delle richieste dei genitori». Della questione si sta interessando anche l'onorevole Giacomo Stucchi che ha posto un'interrogazione scritta al ministero dell'Istruzione.

domenica 11 marzo 2012

ECO DI BERGAMO - 13/03/12 - LA LEGA VERSO IL CONGRESSO. STUCCHI: "PIENA FIDUCIA A BONI"

Centinaia di militanti bergamaschi della Lega Nord si sono dati appuntamento domenica, 11 marzo, ad Alzano Lombardo: il congresso provinciale, all'auditorium di piazza Nassirya è stata l'occasione per eleggere i delegati al congresso nazionale. Nessun discorso ufficiale: semplicemente sono state aperte le urne per scegliere la piccola brigata dei 70 che rappresenteranno Bergamo al prossimo appuntamento nazionale del Carroccio. Toccata e fuga anche per l'ex ministro Roberto Calderoli, che è quasi subito ripartito alla volta di Torino, per il congresso piemontese. E da qui Calderoli ha confermato ancora una volta che «alle prossime amministrative la Lega correrà da sola. La sfida è dura, la strada è in salita, ma per la prima volta dopo tanti anni dobbiamo andare a contarci nell'urna, per vedere se il popolo padano ha capito finalmente da che parte stare oppure se continuerà a votare ancora per il Pdl o per il Pd».Tornando ad Alzano, l'on Giacomo Stucchi, a margine del congresso ha dichiarato: «Piena ficucia a Davide Boni (il presidente del consiglio regionale finito nel mirino con l'accusa di essere coinvolto in un caso di tangenti, ndr). Lo conosco da anni e voglio ricordare che quando era assessore regionale ha sempre organizzato riunioni aperte, non solo alla Lega ma a tutti: un chiaro segno del fatto che non aveva nulla da nascondere». «Nella base - ha detto Stucchi - ci uò essere un po' di preoccupazione, ma i militanti sono fiduciosi. Le elezioni? Da soli alle amministrative, per le politiche vedremo: dipenderà anche da quale sarà la legge elettorale in vigore».

giovedì 8 marzo 2012

BERGAMO SERA - 08/03/12 - STUCCHI: MAGGIORANZA INCOERENTE, PAESE IN GINOCCHIO

“L’ultima puntata della sceneggiata politica che ormai va avanti da più di tre mesi, che di maledettamente serio ha però la circostanza di influire sulla vita di milioni di cittadini, è quella dell’ultimo vertice di maggioranza prima annunciato e poi saltato”. Così il deputato bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi, a margine dei lavori parlamentari. “Ufficialmente – spiega l’esponente bergamasco del Carroccio – perché il segretario del Pdl Alfano si è detto indisponibile a discutere coi suoi partner di governo di questioni che non siano strettamente economiche, più probabilmente perché l’alleanza Pdl-Pd-Terzo Polo sta dimostrando ogni giorno di più tutti i suoi limiti e tutte le sue incoerenze. Un governo che avesse avuto davvero a cuore le sorti del Paese – conclude Stucchi – non avrebbe mai fatto cassa negando il diritto acquisito dei cittadini ad andare in pensione o mettendo le piccole e medie imprese in ginocchio, sia a causa della stretta creditizia sia per colpa dell’aumento indiscriminato della pressione fiscale”.

venerdì 2 marzo 2012

BERGAMO SERA - 02/03/12 - STUCCHI (LEGA): IL GOVERNO FAVORISCE LE LOBBY

“Pdl, Pd e Terzo Polo sanno perfettamente come sono andate le cose sulle cosiddette liberalizzazioni, e cioè con gli assalti alla diligenza da parte dei rappresentanti delle lobby, ma hanno adesso un’assoluta necessità di dare l’impressione al Paese di avere lavorato per il bene dei cittadini”. E’ quanto sostiene il deputato bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. “Ma quale liberalizzazioni per la crescita, qui siamo dinanzi al più grosso compromesso che sia mai stato fatto nei corridoi parlamentari tra i rappresentanti dei gruppi di pressione, portatori di precisi interessi questi sì, davvero liberalizzati, e un governo che dice di lavorare per l’equità ma in realtà si adatta alla legge del più forte” conclude il leghista.