mercoledì 30 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 30/07/08 - "LA VICENDA FILLATTICE APPRODA AL GOVERNO"

C'è forte attesa tra i 250 lavoratori della Fillattice (150 occupati nello stabilimento di Capriate San Gervasio e un centinaio nello stabilimento comasco di Geronico) per sapere quale destino li attende dopo che l'azienda ha deciso di mettersi volontariamente in liquidazione a fronte delle difficoltà riscontrate sui mercati di sbocco che hanno di fatto compromesso la situazione finanziaria stessa dell'impresa.Assoluto riserbo, da parte dei sindacati, circa gli sviluppi delle ultime ore. Ieri azienda e rappresentanti dei lavoratori si sono infatti incontrati in un vertice alla direzione regionale del Lavoro per cercare di fare il punto della situazione ed individuare delle vie di uscita alla grave crisi che rischia di creare una nuova emergenza occupazionale sul territorio provinciale.Al centro della discussione, per quanto si è potuto appurare, ieri sono stati i capitoli ammortizzatori sociali (si starebbe lavorando infatti affinché i lavoratori possano essere «coperti» in questa delicata fase dalla cassa integrazione straordinaria) e possibili interessamenti di soggetti industriali disposti a rilevare anche solo parte delle attività produttive e contemporaneamente una parte di lavoratori. Su questo fronte, nei giorni scorsi sembrava fossero stati avanzati alcuni interessamenti poi non concretizzatisi nei fatti. E anche ieri, sul capitolo, non sarebbero emerse sostanziali novità. Oggi pomeriggio, in ogni caso, i sindacati hanno convocato i lavoratori in assemblea per fare il punto sulla situazione.Intanto ieri la vicenda Fillattice è approdata all'attenzione del governo con una interrogazione a risposta scritta ai ministri del Lavoro e Politiche sociali, dell'Economia e Finanze e dello Sviluppo Economico presentata da alcuni parlamentari della Lega Nord capeggiati dall'onorevole Giacomo Stucchi. Spiegata la situazione d'emergenza in cui versano l'azienda Fillattice e i 250 lavoratori, ai ministri si chiede un intervento con urgenza «al fine di accelerare l'iter per la concessione degli ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori coinvolti», ma anche la convocazione di «azienda e rappresentanti dei lavoratori al fine di individuare ogni utile soluzione che possa permettere ai dipendenti interessati di ottenere garanzie circa il loro futuro occupazionale» invitando a prendere posizione con «iniziative per far fronte alla crisi industriale e produttiva che da diversi anni investe pesantemente il comparto manifatturiero lombardo coinvolgendo migliaia di lavoratori».

lunedì 28 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 26/07/08 - "NOZZE DI COMODO, BLOCCATA CLANDESTINA"

di G. V.

SERIATE - Un altro matrimonio di comodo è andata in fumo, bloccato un attimo prima che andasse in porto. È successo a Seriate: ieri mattina alle 9,30 una donna boliviana di 29 anni si presenta in Comune per sposarsi civilmente con un uomo residente a Seriate di 34 anni, di cittadinanza italiana ma di origine sudamericana.
Qualcosa però è andato storto: i funzionari del Comune si accorgono che i documenti della donna non sono regolari. E in effetti, la boliviana è una clandestina. Era rimasta al centro di permanenza temporaneo di Milano fino a qualche giorno fa, poi il questore di Milano aveva emesso un provvedimento di espulsione. Ma la donna non se n'era andata. Anzi, è ricomparsa a Seriate con il trentaquattrenne italiano per sposarsi. Ma ieri mattina la cerimonia è stata interrotta dai carabinieri. Oggi sarà processata per direttissima per violazione della legge Bossi-Fini.
Il matrimonio «sventato» a Seriate è l'ultimo di una serie di unioni di comodo venute alla ribalta dopo un inasprimento dei controlli sui promessi sposi da parte degli uffici comunali. L'apripista era stato il Comune di Caravaggio, su iniziativa del sindaco Giuseppe Prevedini, promotore di un'ordinanza che ha fatto discutere.
E sulla vicenda di Seriate c'è un intervento del deputato della Lega Nord Giacomo Stucchi: «È giusto che i sindaci intervengano sui matrimoni sospetti come accaduto nel Comune di Seriate, dove una donna boliviana clandestina è stata bloccata mentre stava per sposarsi con un italiano». «L'ordinanza di Caravaggio – continua l'esponente del Carroccio –, che sostanzialmente inibisce ai propri ufficiali di stato civile la celebrazione del matrimonio da parte di un cittadino straniero senza permesso di soggiorno, funziona, e dimostra che i riti nuziali di comodo sono prassi piuttosto diffuse per ottenere facilmente la cittadinanza, che vanno contrastate ad oltranza con ordinanze specifiche».
«In una parola – conclude Stucchi – l'ordinanza di Caravaggio si dimostra essere un modo che funziona per individuare i furbi e mi auguro che altri Comuni l'adottino presto».

giovedì 24 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 24/07/08 - S. PELLEGRINO LA LEGA CHIEDE IL CASINO'

Un progetto di legge per dare la facoltà a Regione Lombardia di autorizzare l'apertura di una sala da gioco a San Pellegrino Terme. Lo ha presentato oggi al Pirellone il consigliere regionale del Carroccio, Giosuè Frosio, incontrando il plauso del parlamentare leghista Giacomo Stucchi: «Un ottimo progetto di legge. Vada avanti veloce». «In quasi tutti i Paesi europei – spiega Frosio – esiste una regolamentazione precisa in tema di case da gioco, purtroppo l'Italia è ancora sprovvista di una normativa generale salvo un regime speciale a favore di quattro specifiche case da gioco: Sanremo, Venezia, Campione d'Italia e Saint-Vincent. Un vuoto legislativo causato dalla presenza di articoli del codice penale che sanciscono il divieto di praticare il gioco d'azzardo. Il comportamento dello Stato è tutto sommato paradossale visto che ogni anno si aumenta in maniera considerevole la pubblicizzazione di giochi e lotterie, dal superenalotto ai gratta e vinci, con entrate sempre più ingenti per le casse statali».Frosio fa presente che molti italiani ricorrono a sale da gioco in Francia, Montecarlo, Croazia «Il nostro Plp (progetto di legge al Parlamento) – spiega Frosio – chiede che si possa riaprire lo storico Casinò di San Pellegrino Terme, che ebbe il suo periodo più fulgido nei primi due decenni del novecento. L'obiettivo è quello del rilancio turistico di San Pellegrino e dell'intero comprensorio della Val Brembana. Un potenziamento che avrebbe benefici riflessi anche per le numerose attività artigianali ed industriali presenti nella zona».«Va segnalato – conclude il consigliere – che Regione Lombardia ha recentemente deciso lo stanziamento di 498.500 euro proprio per i lavori di restauro dell'edificio liberty del Casinò municipale di San Pellegrino Terme. Riportarlo al suo originario utilizzo rappresenterebbe il degno completamento della sua riqualificazione».

martedì 22 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 22/07/08 - MA LA SOLUZIONE VERRA' TROVATA IN CHIAVE REGIONALE

di Dino Nikpalj

Roberto Castelli è un ingegnere, categoria (almeno sulla carta) atta a trovare soluzioni semplici a problemi complessi. Il che, unitamente a una sensibilità politica notevole, lo ha portato a dire la più profonda delle verità: le candidature di peso – quelle del sindaco del capoluogo e del presidente della Provincia – non si decidono qui. E qui sta per Bergamo e dintorni, dove la corsa a Via Tasso e Palafrizzoni è già iniziata e il centrodestra è alla ricerca di candidati validi: come il centrosinistra per la Provincia, del resto.
Normale quindi che il caso Bergamo verrà trattato in un'ottica ben più ampia, come successo in passato: nel 2004, tre quarti di Forza Italia aveva fatto fuoco e fiamme per convincere i vertici nazionali a non ricandidare l'uscente Cesare Veneziani a Palafrizzoni, indicando come alternativa Carlo Saffioti. Un tentativo del tutto inutile, perché al momento delle scelte aveva prevalso la vicinanza di questo o quel personaggio (allora) influente a Roma o in subordine a Milano. In più va considerato che questa volta il centrodestra dovrebbe presentarsi alle amministrative finalmente unito, e non come cinque anni fa, dove il mancato riavvicinamento in corsa era stato però determinato anche dall'improvvisa malattia di Umberto Bossi. La scena è facilmente immaginabile e senza nemmeno troppa fantasia: la location potrebbe essere la villa del Cavaliere a Macherio (o in subordine la romana via dell'Umiltà), intorno ad un tavolo i leader del centrodestra a decidere chi e soprattutto dove. E qui la differenza la farà l'appoggio che i singoli candidati potranno avere ai piani alti dei propri partiti, unitamente a logiche di spartizione interne alle singole coalizioni. Ma questo vale anche per il centrosinistra, a meno che non decida per le primarie.
Quindi restando in un'ottica lombarda, Bergamo va messa nel calderone con le altre amministrazioni chiamate alle urne: su tutte, le Province di Brescia e Milano. Chiaro che la Lega chiederà la presidenza di una di queste ed è facile che la scelta ricadrà su Bergamo, sia per l'alto valore simbolico che per il reale minor peso nelle altre due. In più non ci sono altre significative (per il Carroccio) amministrazioni in ballo, visto che Varese e Como hanno già compiuto la pratica. Al limite ci sarebbe Lecco, ma Bergamo è Bergamo: in più in città la Lega non è così forte e la strada per Palafrizzoni rischierebbe di farsi in salita.
Chiaro però che la candidatura di Marco Pagnoncelli in Via Tasso (al di là degli aspetti compensativi per l'addio al Pirellone) qualche trambusto lo crea: sia perché è un messaggio degli azzurri alla Lega che forse aveva dato troppo per scontato quel posto, ma anche perché – sotto sotto, ma nemmeno tanto – dalle parti del Carroccio non tutti sarebbero convintissimi sull'ipotesi Ettore Pirovano. Vero che Bossi lo ha ancora indicato come possibile presidente, ma da qui alla prossima primavera le cose potrebbero cambiare, e per esempio c'è anche chi non vedrebbe male la riproposizione di Giacomo Stucchi, nonostante il flop del 2004. E quando si parte con due candidati interni alla stessa coalizione, a volte la quadra viene trovata su un terzo. Certo è che il centrodestra avrà le sue belle gatte da pelare, perché ora come ora di nomi in lizza per la Provincia ce ne sono addirittura due, per Palafrizzoni nessuno: a parte diverse autocandidature, ma questo è un altro discorso. E poi c'è il capitolo An che, vista così, s'avvia sempre di più a ribadire il suo status storico di partito dei vice: in chiave Pdl magari un candidato sindaco poteva spuntarlo, ma nell'ottica del centrodestra, difficile che le posizioni di peso sfuggano a Forza Italia e Lega.

ECO DI BERGAMO 22/07/08 - PROVINCIA, LA LEGA NON ARRETRA, "PIROVANO RESTA CANDIDATO"

Il nome di Pagnoncelli per il Pdl. Ma Invernizzi: la novità non ci preoccupa «Caso interno a Fi». Castelli: certe cose non si decidono a livello locale
di Anna Gandolfi

«Va bene. Prendiamo atto». Cristian Invernizzi, segretario provinciale del Carroccio, è piccato ma neanche più di tanto. Marco Pagnoncelli, coordinatore provinciale di Forza Italia e assessore uscente all'Ambiente in Regione, sarà il candidato del Pdl per le elezioni Provinciali: l'annuncio ufficiale arriverà domani sera, ma ufficiosamente il dado è tratto. Fra i leghisti, che un candidato bell'e pronto già ce l'hanno da tempo, la notizia non crea grandi sconvolgimenti. O, almeno, l'intenzione è non darlo a vedere. «Si tratta di sfumature. Dire che Pagnoncelli è il candidato del Pdl non vuole dire che Pagnoncelli è il candidato del centrodestra», continua Invernizzi. Per due motivi: «Prima di tutto il confronto prosegue, e avanzare un nome non significa imporlo». Secondo: «Sono convinto che l'alleanza si debba fare. Ma da qui a dire che la cosa è certa ce ne passa». Come dire: il Pdl ha fatto la sua mossa, ora palla al centro. Anche perché, si diceva, la Lega il suo nome l'ha avanzato da un po'. Si tratta del parlamentare ed ex sindaco di Caravaggio Ettore Pirovano, per cui è arrivato l'imprimatur ufficiale anche di Umberto Bossi, in pieno stile senatùr: «Pirovano è piccolo, ma morde».Lui, Pirovano, interpellato sul caso Pagnoncelli in realtà questa volta morde poco poco e la butta in battuta: «Quelli di Forza Italia hanno piantato la loro bandiera. Fanno bene. Però lo sanno anche loro che in provincia, e basta guardare i risultati delle politiche in cui siamo risultati primo partito, la bandiera più alta ce l'abbiamo noi».
L'impressione è comunque che, dalle parti del Carroccio, si stia alla finestra. C'è una convinzione di fondo, ossia che il nome dell'ex assessore sia stato fatto nell'ambito di una dinamica tutta dentro a Forza Italia. Roba di nomi che salgono e nomi che scendono. Taglia corto Invernizzi: «Sono cose interne ad altri partiti, noi non ci entriamo. E comunque non siamo preoccupati». Considerando quanto la Lega tiene alla poltrona di Via Tasso, il fatto che si giri al largo la dice lunga su come la vicenda sia stata inquadrata, almeno per ora. Certo, la Lega, a parte una battuta di Bossi su Roberto Castelli sindaco, non si era spinta a ipotizzare un candidato lumbard al ruolo di sindaco. Ruolo cui il Pdl tiene almeno quanto la Lega tiene alla Provincia. Invasione di campo? «Macché, nessuna scorrettezza del Pdl – prosegue imperterrito Invernizzi –. Il gesto sarebbe stato scorretto se il nome di Pirovano fosse stato ufficializzato come candidato di tutto il centrodestra, cosa che di fatto non c'è ancora. Che anche il Pdl avanzasse un nome ce lo aspettavamo, anche se non sapevamo quale». Ma sarebbe pronta la Lega a correre sola? Il segretario usa una perifrasi per dire che la Lega sul suo nome non molla un centimetro: «Pirovano è la persona con i requisiti ideali, ha la preparazione e i consensi adatti per vincere questa corsa. Il meglio è metterci tutti insieme. Ma il confronto è aperto e non si può dire ora come si chiuderà». L'ultima volta che il Carroccio si è presentato solo in Provincia non è andata molto bene, con Giacomo Stucchi fuori dal ballottaggio: «La situazione era molto più confusa allora». Pirovano, da parte sua, caldeggia l'alleanza: «I bergamaschi della città e della provincia meritano chiarezza e pragmatismo, è ora che presidente della Provincia e sindaco di Bergamo facciano squadra. E per fare squadra si deve partire dalle alleanze».Mentre c'è ressa su Via Tasso, però, il candidato del centrodestra per Palazzo Frizzoni (dove dall'altra parte il sindaco Roberto Bruni si è già fatto avanti per il centrosinistra) ancora latita. «Sì, ma guardi che Bruni lo battiamo», chiosa il coordinatore cittadino e sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli. Riferendosi allo scatto del Pdl afferma: «Queste sono pretattiche che io non uso, ma sono comprensibili». E poi: «Manca il candidato per il Comune? Fare nomi ora significherebbe bruciarli». Infine, chiude con una constatazione che ha il sapore del vero: «Non per sminuire nessuno, ma se crediamo che queste candidature si decidano a livello locale, ci sbagliamo». Infatti nei rapporti a livello generale fra Pdl e Lega, «ciò che pesa di più e che determinerà la strada è il federalismo fiscale. Noi – conclude Castelli – dobbiamo portare a casa la riforma. Se a gennaio non ci sarà, le alleanze saranno tutte da rivedere. Per questo dico che le amministrative sono lontane anni luce». Per Forza Italia, ieri, un'altra novità nell'organizzazione: il nuovo coordinatore regionale Guido Podestà ha diviso la struttura in tre macroaree, ognuna con due coordinatori. Per Bergamo (collegata a Brescia, Mantova e Cremona) entrano in gioco Franco Nicoli Cristiani e Giuseppe Romele. Podestà sarà affiancato da un vicecoordinatore vicario, il senatore Giancarlo Serafini, e da cinque vicecoordinatori (tra cui i deputati Bocciardo, Bernardo e Frigerio). Uno dei posti andrebbe a Pagnoncelli.

lunedì 21 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 21/07/08 - BERGER:"IL MIO PREMIO PER ROMY SCHNEIDER"

di Andrea Frambrosi
Pirotecnico come sempre, è stato Vittorio Sgarbi a monopolizzare il palco della prima serata della settima edizione del Festival internazionale del cinema d'arte - Premio «Le Mura d'Oro». Serata dedicata, oltre che all'inaugurazione del Festival, all'assegnazione del premio alla carriera all'attore austriaco Helmut Berger.
La verve dell'istrionico professore ha movimentato una serata che è iniziata, nella piazza Mascheroni in Città Alta, da quest'anno sede della manifestazione, con i saluti della presidente del Festival Claudia Sartirani, che ha quindi ceduto la parola all'assessore al Bilancio e alla Sicurezza del Comune di Bergamo, Dario Guerini, che ha sottolineato come «Bergamo, notoriamente città piuttosto chiusa, abbia bisogno di manifestazioni come questa per aprirsi sempre più». Dopo il saluto dell'on. Giacomo Stucchi, la serata è entrata nel vivo con il direttore artistico del Festival Marco Locatelli e Vittorio Sgarbi che ne presiede la giuria.
«Non vado mai al cinema», esordisce Sgarbi. «Non ci vado più da quando hanno proibito di fumare in sala. Non sono mai stato un fumatore, ma essendo contrario a ogni forma di proibizione, per protesta, non vado più al cinema». In realtà, come ha poi raccontato, Vittorio Sgarbi ha svolto anche, se pur per un breve periodo, l'attività di critico cinematografico per il settimanale Il Sabato : «Ma ho smesso subito – dice il critico – perché il primo film che ho dovuto vedere era Capitan Fracassa di Ettore Scola, che era pessimo, e il secondo, Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci, l'ho dovuto vedere tre volte perché mi addormentavo sempre. Insomma, avete scelto l'uomo sbagliato».
Ne ha un po' per tutti, Vittorio Sgarbi: «I moderni curatori di mostre conoscono la storia dell'arte degli ultimi sei mesi»; e sul cinema: «Non è necessario che il cinema d'arte si occupi esclusivamente di arte». «Lo dimostrano – dice – i film di Luchino Visconti e di Aleksandr Sokurov». «La pittura – prosegue – è finita il giorno in cui un artista ha operato dei tagli sulla tela (richiamo alle opere di Lucio Fontana) ed è stata sostituita dalla fotografia prima e dal cinema poi, ma anche il romanzo è finito, anche lui sostituito dal cinema. Ecco perché, secondo la felice intuizione di Carlo Raggianti, il cinema è arte figurativa. Il cinema è quindi il punto più avanzato del racconto e della visione: se c'è il rigore della forma, allora un film è un film d'arte».Visibilmente commosso, Helmut Berger è quindi stato chiamato a ricevere il premio alla carriera (una scultura di Antonino Arando): «Nel mio lavoro – ha detto l'attore – mi sono sempre affidato al regista, sono stato scelto da Visconti, ma ho amato lavorare anche con registi che hanno saputo rompere con la tradizione». Ma il momento più toccante della serata è stato quando Helmut Berger ha dedicato il premio a Romy Schneider, sua amica e partner in molti film, austriaca come lui e indimenticata principessa Sissi di tante pellicole: «Per me è stata come una sorella».
«Helmut Berger – ha concluso Vittorio Sgarbi – come attore rappresenta l'ideale della figura dipinta perché possiede l'ambiguità sensuale dei preraffaelliti: una bellezza classica e insieme nevrotica».

martedì 15 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 15/07/08 - "LA RIFORMA DEI SERVIZI PUBBLICI SI RIVEDE IL DECRETO LANZILLOTTA"

Gas, elettricità, servizi idrici: per questi e molti altri «servizi pubblici locali» è tempo di riforma. Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno infatti approvato la riforma del settore. Dopo anni di dubbi, stop e ripensamenti, la maggioranza ha dato via libera a un testo modificato e inserito via emendamento nel decreto legge sulla Finanziaria. Il nodo della questione è l'affidamento dei servizi pubblici, che l'ex ministro del Pd Linda Lanzillotta aveva prescritto in via più liberista, facendo i conti però con le perplessità di Rifondazione e poi, ad accordo raggiunto, con la caduta del governo. Ora la materia entra nella Finanziaria, e dal Pd si levano strali: «È stato vanificato tutto il lavoro di apertura alla liberalizzazione». Il centrodestra (in una sorta di scambio di posizioni tradizionali con il centrosinistra) punta infatti su una gestione pubblica del servizio. «La formula è più rigida di quella che aveva pensato il centrosinistra in accordo con Rifondazione, per assurdo c'è un eccesso di statalismo», commenta Antonio Misiani, deputato bergamasco del Pd che ha preso parte alla maratona notturna delle commissioni. «Ma attenzione – ricorda – la materia entrerà nel maxiemendamento che arriverà giovedì in Parlamento, e potrebbero esserci correzioni». Soddisfatto invece «della tutela della gestione in house» il leghista Giacomo Stucchi. Per Bergamo, in particolare nel settore dell'acqua, non si evidenziano ad oggi novità sostanziali: Uniacque è già pubblica. L'obiettivo principale, recita al primo comma il provvedimento, è «favorire la diffusione dei principi di concorrenza» dei servizi di «tutti gli operatori economici interessati». Ma il nodo è quello delle deroghe alle gare. Di fronte all'impossibilità di «un efficace ricorso al mercato – si legge – l'affidamento può avvenire in favore di società a capitale interamente pubblico partecipate dall'ente locale».

lunedì 14 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 14/07/08 - "FEDERALISMO, PROVE D'ALLEANZA TRA LEGA E PD"

di Gianluigi Ravasio
Una riforma da attuare cercando il massimo consenso possibile tra tutte le forze politiche, nel segno del dialogo e andando oltre gli schieramenti di maggioranza e opposizione: il tema del federalismo fiscale è stato al centro del confronto organizzato alla festa democratica provinciale del Pd in corso alla Celadina. All'incontro, coordinato da Claudio Armati, responsabile enti locali del Pd di Bergamo, hanno partecipato Giacomo Stucchi, parlamentare della Lega Nord, Antonio Misiani, deputato del Pd, Beppe Benigni, consigliere regionale del Pd, e Battista Bonfanti consigliere regionale della Rosa per l'Italia. Giacomo Stucchi , dopo aver ricordato l'esperienza dell'ultima riforma costituzionale varata dal governo Berlusconi e poi bocciata dal referendum, ha osservato che per l'introduzione del federalismo fiscale serve «un percorso condiviso anche con le opposizioni. Nessuno vuole negare la solidarietà alle Regioni del Sud, ma occorre fare in modo che le spese siano produttive, evitando gli sprechi. La Lega frena i tentativi di corse solitarie nel centrodestra: è necessario creare un clima positivo e di dialogo. C'è un vincolo di appartenenza alla coalizione, ma le risposte possono arrivare da un tavolo aperto dove magari si confrontano risposte diverse, ma con un obiettivo comune». Stucchi non ha nascosto le difficoltà del cammino: «Anche nel centrodestra c'è chi non vuole cambiare nulla, per questo il federalismo fiscale è da fare insieme e puntiamo molto anche sulle spinte che potranno arrivare dal centrosinistra». Pronta la risposta di Misiani: «Il federalismo fiscale è la madre di tutte le riforme. Su questo tema non c'è destra o sinistra, ma chi vuole il cambiamento e chi no. Occorre costruire larghe convergenze. Nel centrodestra il partito del non cambiamento è forte e la Lega lo sa: senza il Pd il federalismo fiscale non lo si fa. Occorre puntare a un modello solidaristico, ma che incentivi, nel contempo, l'uso responsabile ed efficiente delle risorse». Antonio Misiani ha concluso criticando i primi provvedimenti del governo «che vanno in direzione opposta rispetto al federalismo fiscale». «Il nostro Paese – ha aggiunto Beppe Benigni – si sta impoverendo: per questo serve un federalismo fiscale e differenziato tra le varie realtà del Paese. È una riforma strategica perché contribuisce a introdurre il principio di responsabilità nella gestione delle risorse negli Enti locali e che contribuisce a far fare uno scatto in avanti anche alle Regioni del Sud». Bonfanti, dopo aver ricordato le motivazioni che lo hanno portato a non aderire all'esperienza del Pd, ha delineato la proposta della Regione Lombardia sul federalismo fiscale: «Preso atto delle divisioni all'interno del Paese – ha rimarcato Battista Bonfanti – permettiamo alle Regioni che sono in grado di assumersi responsabilità di attuare un federalismo a geometria variabile. Non è una strada entusiasmante, ma percorribile. Che alcune forze della maggioranza capiscano che il problema del federalismo fiscale è urgente e da affrontare con la maggior parte degli italiani è una posizione da incoraggiare».

giovedì 10 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 10/07/2008 - "FESTA DE TREI', OSPITE IL BEPI"

Al via da stasera l'evento organizzato dalla Lega Nord
Dopo il successo delle scorse edizioni, torna da questa sera e fino a domenica 20 luglio compresa la «Festa de Treì» organizzata dalla sezione trevigliese della Lega Nord. Diverse le novità di quest'anno, oltre a un'importante riconferma: la presenza, questo sabato sera, a partire dalle 21,30, del rocker bergamasco Bepi, che si esibirà nei suoi successi in dialetto, come sempre accompagnato dal gruppo dei Prismas. Oltre ai brani degli scorsi anni, il Bepi proporrà anche canzoni dell'ultimo album, «Si' càr!». Lo scorso anno al concerto di Bepi & the Prismas al foro Boario parteciparono oltre seimila persone.Le «Festa de Treì» – alla cui realizzazione collaborano una settantina di persone – proseguirà tutte le sere per undici giorni consecutivi nella cornice dell'ex foro Boario, in largo Lamarmora a Treviglio. Tutte le sere a partire dalle 21 suoneranno orchestre di liscio: sarà possibile danzare nella pista da ballo davanti al palco. A partire dalle 19 sarà inoltre aperta la cucina con i piatti della tradizione bergamasca, oltre alla pizza. Quest'anno il ristorante self service disporrà di due file che funzioneranno contemporaneamente. All'esterno della tensostruttura sono invece allestiti dei chioschi con le angurie e i gelati, oltre ai giochi per i bambini. Novità di quest'anno la presenza di un ricco arredo arboreo, appositamente curato dall'azienda florovivaistica «La guzzasete» di Calcinate, oltre a una grande fontana al centro del piazzale. Per l'intera durata della festa lo stesso piazzale dell'ex foro Boario ospiterà anche una storica trebbiatrice e diversi antichi attrezzi, testimonianza del lavoro nella campagna della Bassa, mentre in uno stand saranno esposti i quadri del pittore Angelo Cortinovis. Presenti anche Cobas e Copagri con i propri stand. A livello politico l'ospite più atteso è il leader nazionale della Lega Nord Umberto Bossi, che sarà alla «Festa de Treì» martedì sera. Le altre sere saranno invece presenti i parlamentari del Carroccio Ettore Pirovano, Giacomo Stucchi e Carolina Lussana. Invitati anche il ministro Roberto Calderoli e il sottosegretario Roberto Castelli.

lunedì 7 luglio 2008

ECO DI BERGAMO - 7/07/08 E' DELL'ISOLA IL "GREEN VOLLEY". A RETE ANCHE I DEPUTATI

di Massimo Pesenti
Non è stata una vittoria facile per i Cochabamba, la squadra dell'Isola che ha vinto la 1ª edizione del torneo «Green volley Potranga», promosso dalla sezione locale della Lega, la neoassociazione Vivi Ponteranica e sport Padania, battendo la squadra degli Acab di Bonate, arrivati secondi, seguiti in terza posizione dagli Spongebob di Almenno San Salvatore. Due giornate all'insegna dello sport e del divertimento, dove, oltre alle 16 squadre iscritte, famiglie, adolescenti e bambini si sono ritrovati per trascorre un weekend divertente al parco Don Milani nei pressi delle scuole medie. Come promesso non sono mancati nemmeno i deputati leghisti Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio, che si son divertiti fra schiacciate e bagher, coinvolgendo i giovani presenti in tornei improvvisati. Durante la giornata inoltre è stata presentata ufficialmente l'associazione «Vivi Ponteranica», formata da molti giovani della comunità. «L'obiettivo della nostra associazione – spiega il presidente del sodalizio Roberto Aldegani – è quello di rendere più viva Ponteranica. Vogliamo organizzare eventi che possano coinvolgere il maggior numero di persone e favorire momenti di festa. È proprio con questi presupposti che nasce questo torneo, dove lo sport, il divertimento e la comunità sono protagonisti». Alla manifestazione erano presenti anche il sindaco Alessandro Pagano, l'assessore allo Sport Piero Gentile e il presidente della Commissione sport della Regione Daniele Belotti, che al termine del torneo ha premiato Laura Gelmini, eletta miss torneo «Green volley». «Sono state due giornate splendide – osservano Cristian Aldegani e Mario Nozza Bielli, coordinatori della manifestazione –, la comunità di Ponteranica per due giorni si è riunita in un clima di festa, dove tutti erano protagonisti. Le persone che hanno visitato il parco sono state moltissime e molti sono stati quelli che si sono complimentati per l'iniziativa». «Ma quello che ha veramente contraddistinto il torneo – concludono Aldegani e Nozza Bielli – è stato l'afflusso notevole di giovani, e quando si ha l'appoggio dei giovani è davvero una festa».

sabato 5 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 5/07/2008 - "BREBEMI, UN FINANZIAMENTO DI 175 MILIONI DI EURO"

«Il Finanziamento necessario per coprire gli extra costi del collegamento autostradale BreBeMi ammonta a 175 milioni di euro, di cui 20 destinati alla progettazione, e sarà erogato in seguito all’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo che è attualmente in corso di redazione e fissato in convenzione al dicembre 2008». Ad annunciarlo sono due esponenti bergamaschi della Lega Nord, i parlamentari Giacomo Stucchi e Ettore Pirovano, sintetizzando la risposta ottenuta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’interrogazione presentata dal collega bresciano on. Davide Caparini per conoscere, alla luce dell’incremento dei costi dell’opera derivanti dall'affiancamento della nuova autostrada con i lavori dell'alta velocità ferroviaria sull'asse Milano-Venezia, «l'entità del finanziamento nonché le modalità e i tempi di erogazione del medesimo al fine di addivenire alla tempestiva espletazione delle procedure di appalto». «L’impegno di reperire 175 milioni di euro necessari all'interno della legge Finanziaria 2008 – proseguono Stucchi e Pirovano citando un passaggio del testo della risposta all’interrogazione di Caparini - è stato formalizzato il 5 novembre 2007 nel Protocollo di Intesa tra il Ministero delle infrastrutture, gli enti locali e i soggetti privati interessati nonché nel Contratto di Programma con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) 2007-2011. Il Ministro ha confermato che la realizzazione delle opere integrate per la parte di competenza di RFI è prevista nell'ambito del progetto «Linea Milano-Verona tratta Treviglio-Brescia»

giovedì 3 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 3/07/2008 - "SOCCORSO BIPARTISAN, NIENTE TAGLI PER IL CAI"

di Susanna Pesenti
Appello ai ministri Brunetta e Calderoli: i parlamentari bergamaschi tutti d'accordo sull'importanza del sodalizio

Il Cai non è un ente inutile, tutti i parlamentari bergamaschi ne sono convinti e si sono già mossi perché il Club alpino italiano sia stralciato dall'elenco degli enti pubblici non economici con meno di 50 dipendenti destinati a scomparire. Una mobilitazione corale ma, secondo il segretario di Presidenza della Camera dei deputati Gregorio Fontana (Pdl), forse non del tutto necessaria perché, sostiene, non vi sono tagli automatici e nella norma è già presente un articolo salva-Cai.«In merito alle notizie sulla possibile soppressione del Club alpino italiano, in applicazione dell'articolo 26 del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 - ha spiegato in serata - condivido appieno le preoccupazioni espresse dai dirigenti del Cai nazionali e bergamaschi sulla necessità di garantire la sopravvivenza di una storica istituzione qual è il Club alpino italiano. Ho già preso contatto con il ministro Renato Brunetta per ottenere che, di concerto con l'altro ministro competente, Roberto Calderoli, il Cai possa essere confermato, attraverso la norma già prevista dal primo comma dell'articolo 26. Il comma infatti prevede che i due ministri possano decidere di conservare enti che vengono ritenuti utili pur rientrando nei criteri stabiliti per i tagli. Il decreto legge quindi consente già la possibilità di evitare l'automatica soppressione del Cai, che rappresenta un esempio di ente utile sia per la sua storia che per il ruolo svolto in molteplici campi, da quello sociale a quello educativo, all'opera prestata dai volontari del Cai nel soccorso in montagna».D'altra parte il relatore della legge finanziaria, Giorgio Jannone (Pdl) aveva già assicurato l'impegno, in sede di discussione degli emendamenti, «a lavorare perché sia trovata la soluzione. Il Cai è ben conosciuto e la sua azione è ritenuta preziosa. Purtroppo in una legge cornice il cui fine è la riduzione degli sprechi in generale, è difficile tener conto di singoli casi virtuosi». Maggioranza o opposizione, tutti i parlamentari bergamaschi in modo trasversale sono decisi a difendere il Cai, ben radicato nella nostra provincia con 15.000 soci, una ventina tra sezioni e sottosezioni, 180 volontari per il Soccorso alpino. Per la verità il Cai è un ibrido, essendo ente pubblico solo il livello centrale dell'organizzazione, che ha 25 dipendenti a Roma. La struttura centrale riceve dallo Stato un contributo di tre milioni di euro l'anno, pari a circa il 30% del bilancio complessivo dell'associazione che per il resto fa da sé. Le sezioni sono tutte autofinanziate. La privatizzazione insomma darebbe un scossa, ma non più di tanto. Ma è giusto equiparare il Club alpino, con il suo lavoro per i rifugi, i sentieri, la tutela della montagna, l'opera dei volontari (qualificati) per il soccorso a enti fantomatici e carrozzoni vari? Così martedì sera gran parte dei parlamentari bergamaschi, iscritti al Gruppo parlamentare Amici della montagna si sono ritrovati per mettere a punto un'azione trasversale. «La volontà di rimediare a una sorta di svista è chiara per tutti - dice Giovanni Sanga (Pd) - perché il valore dell'operato del Club alpino non è in discussione, a noi bergamaschi poi è particolarmente vicino perché tutti abbiamo a che fare con la montagna perché o ci abitiamo o la frequentiamo». «La legge mira a tagliare gli sprechi - spiega Giacomo Stucchi (Lega Nord) - non mi risulta che il Cai sprechi risorse, ha un ruolo preciso e compiti che svolge bene». Anche per Savino Pezzotta (Udc) il Cai va salvato: «Tagliare gli sprechi va bene, ma farlo in base a criteri numerici come i 50 dipendenti non ha senso. Magari sono sceso sotto i 50 proprio per risparmiare e mi vedo punito, chi non si è preoccupato dei costi invece è premiato? Vediamo chi fa cosa e poi decidiamo chi eliminare. Un'associazione composta in massima parte di volontari che si autofinanziano e provvedono a compiti di grande utilità per la comunità, deve essere supportata». Si potrebbe discutere però se il riconoscimento di ente pubblico «parziale» abbia ancora senso per il Club alpino o non sia meglio privatizzare del tutto la struttura e poi pensare a nuovi modi per il sostegno finanziario dei progetti, avendone riconosciuto il valore pubblico .Su questa linea è per esempio il past-president del Cai bergamasco, Silvio Calvi . «È vero che ente pubblico è solo la struttura centrale - dice Sergio Piffari (Idv) - e che questo può creare maggior rigidità. D'altra parte il Cai si occupa anche di settori molto delicati come il soccorso alpino. Se diventasse un'associazione totalmente privata, su certi compiti potrebbero nascere difficoltà di gestione. Uno si sveglia e mette in piedi la sua cooperativa di soccorso... il Cai è una sicurezza per tutti quelli che vanno in montagna». La discussione degli emendamenti comincerà la prossima settimana e «data la complessità della legge - spiega il relatore Jannone - probabilmente arriveremo al maxiemendamento sul quale verrà chiesta la fiducia». C'è quindi il tempo per rimettere in ordine il discorso tagli. Anche per Valerio Carrara (Pdl) il Cai «dev'essere messo in sicurezza, non possiamo certo paragonarlo a ben altri enti inutili che è giusto scompaiano».

martedì 1 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 1/07/2008 - «STATO DI CALAMITA' IN BERGAMASCA PER IL NUBIFRAGIO»

In 43 mila senza luce, Enel al lavoro fino a ieri mattina
L’onorevole Stucchi (Lega): chiederemo un indennizzo

«Ho vissuto in diretta i gravi disagi provocati dal nubifragio che si è scatenato domenica su Bergamo e provincia: alberi sradicati, tetti scoperchiati e blackout elettrici hanno paralizzato l’intera città mettendo a dura prova sia i cittadini che il lavoro delle forze dell’ordine». Lo dichiara in una nota Giacomo Stucchi, deputatodella Lega Nord.
«Adesso - prosegue l’esponente del Carroccio - presenteremo la richiesta dello stato di calamità naturale come già abbiamo fatto quattro settimane fa per i disastri di Brignano, al fine di ottenere un equo indennizzo per i cittadini che hanno subito ingenti danneggiamenti causati dal violento temporale». «In più - aggiunge il deputato - solleciteremo una definizione veloce della quantificazione dei danni, così da poter capire il prima possibile la misura del disastro».

IN 43 MILA SENZA LUCE
Sul fronte elettrico l’emergenza è durata circa quattordici ore. Tanto ci è voluto ai tecnici dell’Enel per rispondere a tutte le richieste urgenti arrivate a seguito dei disservizi causati dal nubifragio. I numeri d’altra parte rendono l’idea della grande intensità del temporale che si è abbattuto sulla nostra provincia, arrecando danni alle linee elettriche di media e bassa tensione e
lasciando di conseguenza al buio molti bergamaschi. Secondo quanto riferito da Enel, i disservizi, iniziati poco dopo le 21,30, avrebbero raggiunto il picco massimo di 43 mila clienti attorno alle
22,30. A causa delle violente raffiche di vento sono stati sradicati alberi e divelti oggetti che sono venuti a contatto con le linee elettriche, causando quindi disservizi nell’erogazione della fornitura di energia elettrica. Gli addetti del centro operativo si sono subito messi al lavoro e hanno rialimentato da remoto la rete elettrica, riducendo a 10 mila i clienti interrotti alle mezzanotte di domenica. Ma per rispondere alle numerose richieste il personale operativo (circa un centinaio gli uomini impegnati per far fronte all’emergenza), hanno dovuto lavorare fino alle tarda mattinata
di ieri, quando il regolare servizio elettrico è stato ripristinato anche nelle zone dove i disservizi registrati sono stati maggiori: oltre alla Valle Imagna (Almenno, Berbenno, Sant’Omobono), anche la Valle Brembana (Zogno, Ubiale Clanezzo, Sorisole), e in parte la Valle Seriana e Borlezza (Castione e Bossico).

BERBENNO, ABBATTUTA UNA GRU
A Berbenno scoperchiate parti di tetti in diverse abitazioni e si è abbattuta una gru. È avvenuto in località Foppo, ai danni di una ditta che stava ristrutturando il tetto di una casa causando anche un distacco della corrente elettrica per un’intera frazione. Racconta il sindaco Alessandro
Pellegrini: «È successo verso le 22. Il mezzo d’opera era stato posizionato nei pressi del campo da calcio per opere di ristrutturazione del tetto di una abitazione privata. Nel rovesciarsi la gru ha occupato la strada e divelto parte della recinzione. Non solo: purtroppo sono stati anche tranciati dei cavi di media tensione che portano energia elettrica alla frazione Ca’ Passero, un nucleo abitato di circa 300 persone. Il servizio è stato ripristinato solo questa mattina (ieri per chi legge, ndr) alle 7. Il tecnico comunale mi ha inoltre informato di problemi ai tetti di diverse abitazioni, che hanno subito danni». «Abbiamo avuto qualche problema con il tetto - spiegano dall’Albergo
Riposto, in centro al paese - fortunatamente non grave come i danni che ci aveva procurato un nubifragio simile solo cinque anni fa. Allora una tromba d’aria era entrata nel vano scale.
Questa volta il vento è passato sotto i coppi che ricoprono 20 metri del tetto della struttura e li
ha rivoltati tutti uno sopra l’altro. È stato necessario l’intervento di due muratori. Anche nella località San Pietro ci sono stati disagi di questo genere».

DANNI ALL’HOTEL DI LARA MAGONI
Disagi anche a Selvino dove l’albergo «Marcellino» di proprietà della ex campionessa di sci Lara Magoni e della sorella Barbara, in corso Camozzi, è stato danneggiato pesantemente: la tromba d’aria ha rovinato i pannelli solari e le strutture esterne, sedie e tavoli. «Tutto è successo in pochissimo tempo - dice Lara Magoni -, alcuni oggetti sono finiti a trenta metri di distanza». E una pianta nel parco del castello, un giardino attrezzato per ospitare pic nic e situato nelle immediate vicinanze della funivia Albino-Selvino, è stata sradicata dalla furia del vento. Il parco è stato chiuso per permettere la rimozione dell’albero e ripristinare l’accessibilitàalle famiglie.