lunedì 30 agosto 2010

BERGAMO SERA - 30/08/10 - SCONTRI DI ALZANO: LA LEGA PUNTA IL DITO CONTRO L'ESTREMISMO DI SINISTRA

BERGAMO — Mentre continuano le indagini sugli scontri inscenati alla Festa della Lega di Alzano da un gruppo di ultras, il presidente leghista della Provincia, Ettore Pirovano, ha avanzato l’ipotesi che gli aggressori fossero, in realtà, “estremisti politici e non ultra’ atalantini. O comunque non lo fossero se non solo in minima parte” riferisce l’agenzia Agi. “Comunque si sapeva che sarebbero arrivati – ha polemizzato – lo sapevo io, e lo sapeva chi doveva saperlo”. Sulla stessa linea il deputato del Carroccio, Giacomo Stucchi. “Non erano tifosi ma delinquenti – ha sostenuto -. E comunque penso che fossero soprattutto esponenti delle vecchie Brigate Nerazzure, legate all’estrema sinistra”. Il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Ezio Locatelli, dal canto suo, ha condannato i fatti di violenza ma espresso anche perplessita’ sulla tessera del tifoso, voluta da Maroni e contestata dagli ultra’. A suo giudizio, si tratterebbe di “forme di schedatura di massa”: ai leghisti “rimane solo che agitare la politica della repressione e del manganello”, fomentando cosi’ “malessere ed esasperazione".

domenica 29 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 29/08/10 - IL SUPERPOLIZIOTTO "INDAGINI. I RISULTATI STANNO ARRIVANDO"

«Non siamo qui per fare un'ispezione, siamo qui per indagare insieme ai colleghi della questura di Bergamo». Parole di Massimo Bontempi, il funzionario inviato dal Viminale dopo i fatti di mercoledì sera ad Alzano. Dirigente superiore della polizia di Stato, Bontempi è membro dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ed è direttore del Servizio informazioni generali della Direzione centrale della polizia di prevenzione (l'ex Ucigos). «Noi non ispezioniamo nessuno – ha dichiarato ieri mattina in via Noli l'alto dirigente di polizia –: apparteniamo a una direzione operativa e siamo a Bergamo per mettere in campo la nostra competenza specifica sul fenomeno della violenza legata al mondo delle tifoserie calcistiche». Una puntualizzazione, quella di Bontempi, non di poco conto perché fa seguito – pur indirettamente – alle critiche mosse da alcuni esponenti politici nei confronti del questore Turillo e della gestione dell'ordine pubblico in occasione della guerriglia di mercoledì sera attorno ad Alzano. Riserve erano state sollevate dal ministro Calderoli, mentre il deputato leghista Giacomo Stucchi ha annunciato un'interpellanza parlamentare per chiedere come sia stato possibile che un gruppo di scalmanati sia arrivato con petardi e bombe carta a pochi passi dal palco della Bèrghem Fest dove sedevano, per un dibattito, tre ministri della Repubblica: Maroni, lo stesso Calderoli e Tremonti.In effetti c'è chi ha letto l'invio dei «superpoliziotti» romani a Bergamo come un'ispezione per far luce sulle presunte lacune organizzative, o come una delegittimazione dei vertici investigativi di via Noli. «Niente di tutto questo – ha precisato Bontempi, che è il vicedirettore della polizia di prevenzione – il nostro compito è quello di coadiuvare la questura di Bergamo e la Digos locale nell'attività investigativa: questa non è assolutamente un'ispezione. Anzi, il fatto che il capo della polizia in persona abbia deciso di mandare il vicedirettore centrale della polizia di prevenzione è un segnale della grande attenzione e di volontà di condivisione con l'organo territoriale. I poliziotti della questura di Bergamo conoscono il territorio e le persone, noi conosciamo i fenomeni e le dinamiche nazionali: le competenze si uniscono per raggiungere lo stesso obiettivo». In Polizia dal 1975, Bontempi ha prestato servizio a Milano, Roma, Firenze, Parigi, Lione, Washington e presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. È stato questore di Arezzo e Siena, prima di assumere l'incarico alla direzione centrale della polizia di prevenzione. «Continuamente – ha chiarito – lavoriamo nelle questure e siamo lieti di trovare sempre professionalità e collaborazione. Qui a Bergamo i risultati stanno arrivando e ce ne saranno altri: non è un auspicio, ma una educated guess».Come si contrasta il tifo violento secondo Bontempi? «Sono stati fatti passi in avanti – ha osservato il dirigente – uno di questi è la tessera del tifoso: un'iniziativa che proseguirà, e su questo non ci sia alcun dubbio. Una parte del tifo la contesta: per carità, legittimo non essere d'accordo, ma c'è modo e modo di manifestarlo. Non dico che la tessera sia la soluzione definitiva, ma si tratta di un passo avanti forte. Auspico che le tifoserie vi si accostino senza pregiudizi. Parecchi tifosi, anche a Bergamo, hanno capito che mercoledì sera è stato superato i limite». Certo, dialogare non è facile. «Poco fa ho rivisto una video-intervista in cui il capo ultrà bergamasco spiega: "Gli scontri sono la mia droga". Con questi presupposti è difficile poter instaurare un dialogo».V. A.

venerdì 27 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 27/08/10 - ASSALTO ULTRA', POLEMICA SULLA SICUREZZA

Calderoli: fatti degli errori. Stucchi: dubbi di Maroni sul questore. Turillo respinge le critichePrime perquisizioni e denunce. Il ministro degli Interni: i responsabili si scordino lo stadio
Il giorno dopo la guerriglia alla Bèrghem Fest di Alzano scattano le prime denunce (almeno cinque, non confermate dalla questura) e le perquisizioni nelle case di ultrà atalantini. Intanto i filmati della Scientifica sono al vaglio degli inquirenti e sono già stati sequestrati torce, fumogeni e bombe carta. Da parte del ministro dell'Interno Roberto Maroni, oggetto della contestazione ultrà, la ferma condanna del violento blitz: «Saranno identificati e puniti duramente, si scordino lo stadio». E su come sia stato possibile che un manipolo di scalmanati sia arrivato con bombe carta e petardi a pochi metri dal palco dove c'erano tre ministri della Repubblica, è l'oggetto di un'interpellanza parlamentare che presenterà l'onorevole Giacomo Stucchi. Qualche riserva, sulla gestione dell'ordine pubblico, è stata espressa anche dal ministro Roberto Calderoli. Ma per il questore Matteo Turillo l'obiettivo di contenere i manifestanti è stato comunque raggiunto.

ECO DI BERGAMO - 27/08/10 - "VOLEVANO ENTRARE, LI ABBIAMO RESPINTI"

Il questore Turillo risponde alle critiche: il servizio d'ordine ha funzionato

«I tifosi volevano assolutamente entrare nella struttura che ospitava il dibattito, ma non ci sono riusciti: l'obiettivo del nostro servizio di ordine pubblico è stato raggiunto e il dibattito ha avuto luogo». Parole del questore di Bergamo, Matteo Turillo, che risponde così alle critiche (l'onorevole Stucchi ha già preannunciato anche un'interrogazione parlamentare) sollevate in merito alla gestione dell'ordine pubblico mercoledì alla Berghem Fest di Alzano.Turillo ieri mattina ha accettato di parlare ai microfoni dei numerosi cronisti che hanno chiesto un suo commento alla serata di follia ultrà e disordini: «Ecco cosa è successo: i tifosi che hanno partecipato alla manifestazione – ha ricostruito il questore – volevano assolutamente entrare nella struttura che ospitava il dibattito, con pericolo per le persone, fra cui donne e bambini. Volevano entrare, ma non ci sono riusciti: così ci hanno proditoriamente aggrediti. Il dibattito c'è stato, la gente è rimasta soddisfatta, quello che è successo fuori è un problema dei tifosi con le forze dell'ordine: ancora una volta siamo stati aggrediti senza alcun motivo».La protesta ultrà però era nell'aria da giorni. «Non ci aspettavamo una situazione simile, non si può pensare che delinquenti chiedano di poter partecipare a una manifestazione così pacifica, bella e interessante solo per contestare la tessera del tifoso, peraltro iniziativa molto positiva e forte del ministro Maroni per restituire gli stadi alle famiglie. Il calcio deve essere una festa, non occasione di aggressione da parte di delinquenti».Sul fronte delle indagini per assicurare alla giustizia i protagonisti dei disordini, il numero uno di via Noli si chiude in un no comment: «Parlerò solo quando avrò notizie certe: sono in corso indagini di polizia giudiziaria, stiamo lavorando». Turillo ha poi accennato alle condizioni del poliziotto rimasto ferito: «Il petardo esploso vicino gli ha causato abrasioni al petto e a una gamba». E poi ha aggiunto: «Sappiamo bene che una parte della tifoseria atalantina vuole creare disordini: hanno fatto tutto questo (riferito ai fatti di Alzano, ndr) con lo scopo di ottenere visibilità, guadagnare le prime pagine dei giornali».Turillo è infine tornato sulle critiche piovute sulla gestione del servizio di ordine pubblico: gli ultrà hanno creato disordini, lanciato bombe carta, incendiato auto (fra cui due mezzi delle forze dell'ordine) a due passi dalla sede di un dibattito a cui partecipavano – oltre naturalmente ai tremila spettatori – ben tre ministri della Repubblica: Maroni, Calderoli e Tremonti. In particolare l'onorevole Giacomo Stucchi ha annunciato un'interrogazione parlamentare: «Noi siamo sempre aperti a qualsiasi consiglio – ha commentato il questore – ma l'obiettivo del servizio di ordine pubblico, ovvero garantire lo svolgimento del dibattito a cui hanno preso parte circa 3 mila persone, è stato raggiunto». Sulle auto dei carabinieri e della polizia date alle fiamme: «Erano distanti a far viabilità», ha detto Turillo.Al suo arrivo a Bergamo, un anno fa, il questore aveva cercato il dialogo con la Curva, aprendo una linea di credito: «Offro lealtà, mi aspetto lealtà», aveva affermato, presentando alla città i suoi propositi per la gestione dell'ordine pubblico allo stadio. Un mese dopo fu subito costretto, invece, ad adottare la linea dura: in occasione di Atalanta-Catania, nel settembre 2009, ci furono scontri a cui la polizia rispose con tre arresti, 57 denunce e 68 Daspo. A gennaio 2010 i tifosi – dopo l'arresto di uno dei loro leader, Francesco «Baffo» Palafreni per violazione del Daspo – manifestarono cingendo d'assedio la questura e diramando un comunicato proprio contro Turillo, accusandolo di un presunto «accanimento» nei loro confronti. Una cosa è certa: Bergamo, dopo l'episodio di mercoledì sera, a causa degli ultrà non può che confermarsi fra le piazze più calde e difficili sul fronte della gestione dell'ordine pubblico.

ECO DI BERGAMO - 27/ 08/10 - MARONI: "SI SCORDINO LO STADIO", CALDEROLI: "FATTI DEGLI ERRORI"

Il ministro degli Interni: saranno identificati e puniti duramente Sicurezza, Stucchi annuncia interpellanza: manifestazione annunciata
Alzano. Il ministro degli Interni scende dal palco marcato stretto dagli uomini della scorta. Terminati i gradini si trova nel parcheggio dove ancora si vedono i segni dell'assalto ultrà. La tensione è palpabile: solo lì Roberto Maroni, impegnato fino a un attimo prima nel dibattito su federalismo e sicurezza, viene informato nei dettagli di quanto accaduto. I tifosi sono arrivati lanciando bombe carta a pochi metri dal palco, alle spalle dei ministri. «Il mondo è pieno di pirla...», è questo il primo commento che, mercoledì sera, il ministro riserva al delirio a firma ultrà che si è consumato vicino alla Bèrghem Fest di Alzano. Commento laconico, intriso di amarezza e rabbia diplomaticamente trattenuta.Auto in fiamme, lancio di oggetti e bombe carta arrivate vicino, troppo vicino. Il panico fra la gente. Ad Alzano, dove c'erano almeno tremila persone, si è rischiato grosso, con la scusa di contestare la tessera del tifoso. Maroni è duro: «Chi ha determinato tutto questo può scordarsi di entrare negli stadi per molto tempo. Saranno colpiti duramente». Il servizio d'ordine è stato efficiente? «Penso di sì». Penso. Il gelo è evidente a chi osserva la scena. Il ministro appena sceso dal palco si muove veloce, entra nel gazebo riservato all'entourage politico. Il telo d'ingresso si chiude, poi arriva il questore Matteo Turillo, ricomincia il via vai della security.Solo a fine serata il ministro dell'Interno si fa avvicinare dai giornalisti. Ha parlato con il questore? «È qui con me, non lo vedete?». I tifosi sono arrivati vicini, troppo vicini. Responsabilità? Maroni sorvola, si appurerà. E gli ultrà? «Una sorpresa negativa, questa degli atalantini. Perché avevo dato la disponibilità a incontrarli per capire quali fossero le questioni che volevano porre. Evidentemente non c'era la volontà di discutere ma solo di fare casino». Ci sono i veri tifosi, «da salvaguardare», e ci sono i violenti, dice. E «nei confronti dei violenti non c'è possibilità di mediazione: devono essere fermati ed è ciò che continueremo a fare. È chiaro – conclude – che chi ha determinato questi gravi episodi di violenza si può scordare di entrare negli stadi per molto tempo: saranno identificati e saranno colpiti e puniti duramente». Il collega Roberto Calderoli, protagonista del dibattito alla festa con Maroni e Giulio Tremonti, fa eco indignato: «Chi tira molotov è un terrorista. Queste sono persone a cui forse la mamma da piccoli ha dato delle martellate in testa. Adesso è bene che qualcuno gliene dia da grandi». «Bergamo – attacca – ha fatto una bruttissima figura. È ora di finirla che dietro agli ultrà si nascondano delinquenti».A terra, sull'asfalto, gli involucri di cartone dei fumogeni, pezzi di vetro. E macchie bruciate. Quelle lasciate dalle bombe carta. A misurarne empiricamente la distanza dal palco ci penserà proprio il titolare della Semplificazione normativa. Uno, due, tre: «Sei passi. Sono sei metri. Questa roba è arrivata a sei metri da noi. Dalla gente. Inaccettabile». Se Maroni è gelido, sulla dinamica il titolare della Semplificazione normativa non le manda a dire: «Dovevano tutelarci. Io non mi sono sentito tutelato. È stata fatta un'azione diversiva. Un gruppo di ultrà ci è arrivato alle spalle. E lì c'era solo un'auto dei vigili urbani o poco di più». La critica è chiara: «Sono stati fatti degli errori? Mi pare proprio di sì». Il deputato Giacomo Stucchi, mentre per gli ultrà si auspicano pene severe, è il primo ad annunciare provvedimenti politici sulla gestione dell'emergenza. «Su questa vicenda presenterò un'interpellanza parlamentare». L'obiettivo è «capire come si sia mosso il servizio d'ordine». Il punto è uno: «Il servizio ha mostrato carenze evidenti. Soprattutto alla luce del fatto che questa contestazione era ampiamente nota e annunciata». Una contestazione che ha visto per la prima volta la Lega, con un suo esponente di governo, contestata con questi livelli di rischio. «Ma non è stata una contestazione sociale – taglia corto Stucchi –, o politica. È stata una contestazione fatta da quattro deficienti che si dicono appassionati di calcio ma che in realtà sono delinquenti. Delinquenti che non hanno nulla a che fare con il tifo vero e con i 15 mila atalantini che hanno sottoscritto la tessera del tifoso. Io stesso frequento la curva, e non ho avuto alcun problema con la tessera, perché non ho nulla da nascondere».Nell'area riservata alle autorità, fra segni e cocci bene evidenti, il dibattito è serrato. Il questore, dopo l'annuncio dell'interpellanza che sarà sottoposta anche agli altri leghisti alla Camera, dichiara di essere «aperto a ogni consiglio», ma di ritenere che è stato «raggiunto l'obiettivo del servizio di ordine pubblico. Dovevamo garantire lo svolgimento del dibattito ed evitare che i manifestanti entrassero nell'area dove si trovavano numerose persone. È stato fatto». Però, ieri, è stato proprio Stucchi, fra i pochi a colloquio con Maroni subito dopo la festa, a spiegare: «Obiettivi raggiunti? Si verificherà. Ho parlato con il ministro già l'altra sera. Ha espresso forti dubbi sulle capacità dimostrate dal questore nell'affrontare situazioni delicate e per di più prevedibili».

ECO DI BERGAMO - 27/08/10 - LA RABBIA DEI LUMBARD: "HANNO ROVINATO TUTTO"

Sotto il tendone tra militanti e leader leghisti mentre fuori c'è la guerriglia: la tensione, il gelo
Alzano. Prima delle 22,25 l'incognita numero uno era quella sulla presenza di Giulio Tremonti, invitato qui a dibattere di federalismo e sicurezza con Roberto Calderoli e Roberto Maroni. «Ma arriva o no?», la domanda. Del titolare dell'Economia sul maxischermo corrono le immagini al Meeting di Rimini, dove ancora alle 20 risultava in corso il suo intervento. Poi l'annuncio al microfono: Giulio c'è. È giunto sul limitare della Valle Seriana in auto, su come abbia polverizzato chilometri da qui alla riviera romagnola serpeggiano ipotesi aeree. Ma intanto è un successo. È la prima volta che nella storia recente dei dibattiti nella Bergamasca si trovano riuniti tre ministri della Repubblica di diversi partiti. Sotto il tendone dei dibattiti la gente si accalca, turbinano telecamere. I tavoli della festa contano almeno tremila persone.Pronti, via. Si parte. Sono le 22,15. Sul palco il trio si accomoda: accanto a Tremonti, Calderoli in bermuda d'ordinanza, tenuta sfoggiata (e plurifotografata) due anni fa a Pontida, con in pugno il dossier federalista. Maroni, la cui scorta è senza dubbio la più determinata a «fare largo», pronto a snocciolare numeri su lotta alla mafia e operazioni di sicurezza. Sulla tessera del tifoso la contestazione è annunciata, tra la folla della festa c'è chi dice che sì, li ha visti gli ultrà, sono alla basilica. «No, al grattacielo». Ed è quando Maroni prende parola che succede: primo scoppio. Poi ancora un botto, vicino. Cori e fischi da fuori: «Sono gli ultrà». Terzo botto, forse un quarto. Sono le 22,25 e alla Bèrghem Fest i tifosi hanno dato inizio alla guerriglia.Dalla platea non si vede niente, la tensostruttura è chiusa da teli alle spalle dei ministri. S'intuisce che la faccenda è grave quando sul palco salgono tre tizi con l'auricolare. Poi un quarto. Stanno in piedi vicino a Maroni. Lui impassibile, resta seduto: «Parlo con i tifosi, non con i violenti». Anche Calderoli sbotta: «L'immagine di Bergamo non si può svendere per 200 teppisti». E l'imperativo: «Continuiamo». Si continua. Poi uomini in assetto antisommossa che corrono sul lato del tendone. È un flash. Puzza di bruciato. A Maroni passano un cellulare: probabilmente ci sono le immagini dei roghi. Sul palco si prosegue, ostentando tranquillità. Là dietro le auto già bruciano, le bombe carta sono atterrate fra le autoblu. Sotto il tendone si vede poco mentre fra i tavoli della festa, lontani, un po' di più. Doriano Bendotti, vicesindaco di Alzano, dice: «Ci sono stati i lampi rossi, erano fumogeni». La corsa dei celerini agita le famiglie. «C'è stata gente che si è alzata, avevano i bambini, hanno detto: via subito».Qualche volto degli addetti alla sicurezza lumbard sbianca: «State calmi. State calmi». Nella prima fila sotto il palco stanno i vertici leghisti orobici. Giacomo Stucchi si alza verso la platea, invita a sedersi. Daniele Belotti si sposta col telefono in mano. Escono all'esterno il presidente della Provincia Ettore Pirovano e il sindaco di Alzano Roberto Anelli. Ma non ci sono più rumori e il convegno continua, la politica ha la meglio. Fuori, le forze dell'ordine hanno fatto scudo, i pompieri domano le fiamme. «Hanno bruciato quattro auto, alcune moto. Imbecilli», dice Pirovano. I tafferugli son durati una ventina di minuti.Il dibattito prosegue, ma uscire sul retro vuol dire scoprire via IV Novembre e la scena da guerriglia che i tendoni di plastica nascondevano. Lampeggianti blu, fiamme. Fra i roghi e il palco ci sono un pezzetto di strada e l'accesso vip. I leghisti, organizzatori e autorità, stanno lì. Molto silenzio, molta rabbia. Cristian Invernizzi, segretario provinciale, è basito: «Quelli non possono pensare di decidere quando può venire qui Maroni e quando no». Doveva essere un evento, ripetono. «Quando capita che ci siano tre ministri insieme? Hanno rovinato tutto». Per la Lega è la prima volta che una festa subisce simili attacchi. Anelli su questa faccenda insisteva da giorni: «L'avevano detto che avrebbero fatto caos. Guardate che roba...». Dopo il dibattito arrivano i ministri, il questore. Calderoli è un fiume in piena: «Bruciano le auto, poi se c'è dentro qualcuno...». Maroni è gelido. Tremonti riparte dopo poco. Giornalisti al lavoro, lanci di agenzia, telecamere. «Assalto a Maroni, guerriglia ultrà», il titolo già serpeggia. Poco dopo il ministro degli Interni incontra l'ispettore della Digos che è stato ferito. Erano pochi gli agenti? Si vedrà. La platea, un applauso, l'ha riservato anche a loro, quelli che c'erano

ECO DI BERGAMO - 27/08/10 - LAVANDERIA FONTANELLA, CASSA SPECIALE PER UN ANNO

Per i 47 lavoratori a partire da lunedì. L'azienda di San Pellegrino verso la chiusura
Un anno di Cassa integrazione straordinaria per i 47 lavoratori della Lavanderia industriale Fontanella di San Pellegrino Terme. È quanto si è concordato ieri mattina nella sede dell'Agenzia regionale del lavoro durante un incontro al quale hanno preso parte, per l'azienda, un rappresentante di Confindustria Bergamo, e, per i sindacati, Simone Alloni (Femca-Cisl), Fulvio Bolis (Filctem-Cgil), Luigi Zambellini (Uilta-Uil) e Fausto Mosca (Cub Bergamo). La Cassa durerà un anno, a partire da lunedì prossimo 30 agosto fino al 29 agosto 2011, ed è stata richiesta dall'azienda «per cessata attività». Dunque sono praticamente ridotte a zero le possibilità che la Lavanderia Fontanella, una delle realtà più importanti della nostra provincia in questo comparto - che rifornisce alberghi, ristoranti, ospedali, case di riposo in tutta la Lombardia - riesca a proseguire la propria attività, a meno che qualcuno non subentri all'attuale proprietà, ma, in questo senso, a pesare come un macigno è il consistente debito nei confronti dell'Agenzia delle entrate dopo che sono stati compiuti accertamenti fiscali sull'azienda. Era stata la stessa azienda a diffondere ai suoi clienti il 4 agosto scorso una circolare informativa che annunciava l'interruzione del servizio «a far data 1° settembre 2010», motivandolo in questo modo: «Saremo costretti a chiudere a seguito di un accertamento riguardo a un'incongruità relativa agli studi di settore dell'anno 2004 per una differenza d'imposta di circa 300 mila euro che si sono trasformati, con sanzioni, interessi e commissioni, in 1,15 milioni di euro». Durante un vertice in Provincia (presenti, oltre all'azienda e ai sindacalisti, l'assessore provinciale al Lavoro Enrico Zucchi, l'onorevole Giacomo Stucchi, il sindaco di San Pellegrino Terme Gianluigi Scanzi) si è cercato di affrontare il problema del contenzioso tributario per venire incontro alle esigenze aziendali, ma ci si è dovuti arrendere quando è parso chiaro che l'azienda non era in grado di pagare neppure una prima rata del debito verso il Fisco. Anche per quanto riguarda il pagamento degli stipendi ai 47 lavoratori (che dal 13 agosto lavorano al 50% a rotazione), ci sarebbero difficoltà per l'erogazione dello stipendio di agosto. Le banche avrebbero revocato i crediti, ci sarebbero anche problemi con i fornitori. Di fatto, come dicono i sindacati, «una situazione finanziaria molto critica e complessa». In attesa dell'esito del secondo ricorso sul contenzioso presentato dall'azienda alla commissione tributaria del Tribunale di Brescia. Ieri in azienda a San Pellegrino si è tenuta un'assemblea dei lavoratori. «Purtroppo - spiega Luigi Zambellini, della Uilta-Uil - sono rassegnati. In queste condizioni, l'importante è aver portato a casa la Cassa integrazione straordinaria per i lavoratori, che speriamo sia approvata in tempi brevi. Nel frattempo, l'obiettivo è di ricollocare parte del personale in aziende del territorio». «Se fino a ieri - aggiunge Simone Alloni, della Femca-Cisl - si poteva ancora ipotizzare una ristrutturazione e il mantenimento dei posti di lavoro, dopo la richiesta della Cassa per cessata attività, le prospettive purtroppo cambiano completamente. La situazione è estremamente critica. Però, grazie alla forte pressione politico-istituzionale, siamo riusciti ad ottenere la Cassa straordinaria». E Fulvio Bolis, segretario Filctem-Cgil: «La situazione dell'azienda è davvero drammatica. E il rischio è che si vada alle procedure concorsuali». Cioè al fallimento.

giovedì 26 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 26/08/10 - "QUELLO DI FINI E' UN PARTITO ARTIFICIALE"

Giorgetti (Lega), contro l'ex leader An: il suo un movimento di palazzo
«La Lega Lombarda è come la Settimana Enigmistica: vanta innumerevoli tentativi di imitazione». Slogan di Giancarlo Giorgetti, il segretario del popolo padano, protagonista martedì sera, con il deputato leghista Giacomo Stucchi, del dibattito alla Bèrghem Fest di Alzano. È qui che scatta il primo di una lunga serie di applausi. A condurre l'incontro pubblico con la coppia Giorgetti-Stucchi è la giornalista Paola Abrate di Bergamo Tv. Prima domanda: «Perché la Lega è inimitabile?». Giorgetti: «La risposta sta nel nostro fondatore, Umberto Bossi, un esempio per tutti noi (dai dirigenti ai militanti che stanno ai fornelli di questa festa sacrificando le ferie) di dedizione assoluta alla gente del Nord». Continua Stucchi: «Bossi ci ammalia. È un vero animale politico che ha fiuto, che ragiona con la pancia, ma anche con la testa. Non sbaglia una previsione. Tutto ciò che dice nel breve e lungo termine si avvera. Non come i giornalisti che sparano a raffica e qualche volta, come succede agli oroscopi, ci azzeccano».«E Berlusconi – aggiunge Giorgetti – fa bene a seguire i consigli del Senatur. Perché se il Cavaliere rappresenta la comunicazione, Bossi è senza dubbio la strategia. Una strategia chiara che non ha nulla a che fare con i tanti prestigiatori politici che al Nord dicono una cosa e al Sud un'altra». Giorgetti è intervenuto anche sulle presunte tensioni tra leghisti lombardi e veneti: «La Lega è una corazzata unita che ci invidiano gli altri partiti. Dalla Lombardia al Veneto ci diversifichiamo per sensibilità rispetto ad alcuni temi, ma la sintonia politica generale è una sola. I nostri dissidi interni sono invenzioni degli avversari».Il dibattito ha toccato anche l'aspetto della comunicazione e il risalto mediatico ottenuto dalla Lega, anche nel panorama dei media locali: «Sono più liberi dei media nazionali – risponde Stucchi – E poi parlare di Lega aumenta l'audience e di conseguenza gli introiti della pubblicità. Le Tv locali hanno capito che la nostra gente è contenta di un movimento che rivitalizza le tradizioni, in un clima dilagante di globalizzazione. E perciò le emittenti locali ci reputano un oggetto interessante da seguire».La discussione tocca anche Pier Ferdinando Casini e le polemiche dei giorni scorsi su un possibile ingresso in maggioranza, fortemente osteggiato dalla Lega. Stucchi sfoggia l'ironia: «Sostituire i "doppi fini" con i "casini" non so se ne vale la pena. L'Udc è il partito delle clientele. Non a caso i suoi bacini di voti sono la Sicilia, la Campania e il Lazio». «E Fini?». «Vuole fermare il processo di federalismo – sbotta Giorgetti – con un partito artificiale (Futuro e Libertà, ndr.) nato nel palazzo che deve ancora confrontarsi con il voto dei cittadini».Il pubblico ribolle quando Abrate domanda: «Si dice che il federalismo aumenterà i costi. È vero?». «Il federalismo – conclude Giorgetti – con il suo presidio dei costi standard rappresenta proprio il contrario. È logico che un meccanismo così disturberà chi da anni al Sud raccoglie il grasso che cola dal Nord».

ECO DI BERGAMO - 26/08/10 - BE'RGHEM FEST, CONTESTATO MARONI GUERRIGLIA E AUTO IN FIAMME

Quattro auto incendiate, petardi, fumogeni, sassi e bottiglie lanciate all'interno dell'area feste dove si svolgeva la kermesse leghista, e poi cariche dei carabinieri e attimi di panico ieri sera alla Bèrghem Fest di Alzano. E infine, due agenti della polizia locale e uno della Digos in ospedale dopo aver respirato il fumo dei lacrimogeni. È sfociata in disordini e tafferugli la manifestazione contro il ministro degli Interni Roberto Maroni, organizzata dalla tifoseria atalantina per contestare la tessera del tifoso. Un episodio gravissimo che ha convinto l'assessore regionale leghista Daniele Belotti, super tifoso nerazzurro e personaggio molto considerato negli ambienti della tifoseria atalantina, a dire addio alla Curva: «È un fatto inqualificabile, sono stato preso in giro dopo che mi stavo spendendo per una mediazione col ministro. Il paradosso è che Maroni era disposto a discutere con una delegazione di tre tifosi. Ero sul palco e sono stato sfiorato da una bottiglia. Lanciare sassi, petardi e bottiglie su una platea dove c'erano anche donne e bambini: questo è inammissibile per uno come me. Purtroppo dopo 35 anni di Curva, dove sono nato e cresciuto, preferisco abbandonare perché non mi riconosco più». Duecento ultrà si sono radunati alle 22 in via Pesenti, senza striscioni nei pressi dei binari del Tram della Valli, a un centinaio di metri dall'ingresso della festa leghista. A fronteggiarli, un centinaio di carabinieri in assetto antisommossa che hanno formato un cordone a protezione dell'ingresso, per scongiurare eventuali «invasioni». Il corteo ha cominciato a muoversi lungo la discesa di via Pesenti e s'è fermato a poche decine di metri dai militari. I quali sono avanzati di qualche metro, fin quasi a ridosso del corteo. Fin lì sembrava una manifestazione pacifica, con gli ultrà tranquilli e in silenzio. La situazione ha cominciato a surriscaldarsi non appena Maroni è salito sul palco e ha preso la parola. La voce del ministro, diffusa dagli altoparlanti, è arrivata alle orecchie dei contestatori. Che hanno cominciato a fischiare sonoramente in segno di dissenso e a scandire cori di contestazione. Per un quarto d'ora gli ultrà sono rimasti fermi lì, nei pressi dei binari del tram, ancora tranquilli. Ma era solo una tattica per allentare la tensione e agire di sorpresa. Perché all'improvviso sono tornati sui loro passi, hanno risalito la via Pesenti correndo, hanno svoltato a sinistra verso via XXV Aprile. Probabilmente una tattica per ingannare le Forze dell'ordine. Perché in altri punti della zona erano dislocati altri due gruppi di ultrà. Che hanno raggiunto la zona dietro il palco e da una cinquantina di metri hanno cominciato a lanciare fumogeni, petardi e bengala, sassi e bottiglie. Un petardo ha raggiunto le vicinanze del retro del palco, una bottiglia ha sfiorato il consigliere regionale Belotti. Il ministro dal palco ha avuto parole di sdegno per i contestatori: «Sono disposto a parlare con i tifosi, ma non con quelli violenti». Dose che più tardi ha rincarato Roberto Calderoli nel suo intervento: «Quando sento fuochi d'artificio o peti dietro – ha detto il ministro della Semplificazione – provo fastidio. Sono atalantino e ho passione per gli ultrà, per il loro entusiasmo, ma non posso accettare che l'immagine di Bergamo sia svenduta da 200 imbecilli che prima dell'inizio della partita vanno ad attaccare la polizia e i tifosi esterni». Il servizio d'ordine s'è schierato a protezione dei ministri, mentre molti carabinieri, nel tentativo di raggiungere i tifosi, sono entrati correndo nell'area feste. Una scena che ha provocato inquietudine, accenni di panico e rabbia tra il pubblico presente. Molta gente ha lasciato la platea impaurita ed arrabbiata. Ma gli scontri non si sono limitati al lancio di oggetti. In via IV Novembre è stata data alle fiamme la Fiat Stilo dei carabinieri di Alzano. Le fiamme hanno distrutto l'auto e si sono propagate a una Fiat Puto parcheggiata vicina. Anche quest'ultima vettura è stata distrutta, mentre il fuoco ha danneggiato un Suv. Poco distante è stata incendiata anche un'auto della polizia locale di Alzano. Due vigili e un agente della Digos sono ricorsi alle cure dell'ospedale dopo aver respirato il fumo dei lacrimogeni sparati dai carabinieri per disperdere gli ultrà. A tarda ora girava voce, non confermata, che cinque teppisti erano stati fermati e portati in questura. Maroni, scendendo dal palco, s'è meravigliato che i tifosi fossero arrivati così vicini: «Il mondo è pieno di pirla», ha esclamato. Poi, alla domanda se il servizio d'ordine ha funzionato, il ministro ha risposto con un «Penso di sì», poco convinto. Sull'efficienza del servizio d'ordine è pronta un'interpellanza parlamentare dell'onorevole Giacomo Stucchi: «Le informazioni sulla manifestazione dei tifosi erano disponibili, l'efficienza del servizio d'ordine è stata carente. Queste cose non possono succedere».

martedì 24 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 24/08/10 - BOSSI: BERLUSCONI TENTENNA TROPPO, VOTIAMO

Ieri sera da Verdello anche la replica a Bocchino: «Il governo lo nomina la gente»

Verdello «Berlusconi tentenna: che tentenni meno»: così ha parlato Umberto Bossi durante l'intervento di ieri sera alla festa della Lega Nord a Verdello riferendosi alle elezioni anticipate. E a margine del comizio ha anche osservato che il premier è «cauto, troppo cauto. A mio parere è meglio affrontare le cose e non far passare troppo tempo». Riguardo alla proposta del finiano Bocchino di aprire il governo a Casini, Bossi ha aggiunto: «Finché lo dice Bocchino è come se non lo dicesse nessuno». «La gente – ha rimarcato il leader del Carroccio durante il comizio – sa che se non ci sono i numeri è meglio andare alle elezioni. Dopodomani (domani per chi legge, ndr) assieme a Calderoli vedo Berlusconi e tengo questa posizione. Berlusconi tentenni meno. Con il governo tecnico andrebbe a governare il Paese chi ha perso le elezioni, meglio di no. Cambierebbero la legge sugli immigrati che abbiamo fatto noi». La sinistra, ha proseguito Bossi «vorrebbe cambiare la legge elettorale e farla su misura per vincere». «Niente governo tecnico – ha insistito il leader del Carroccio – il governo lo nomina la gente quando vota. Ricorderò a Berlusconi di non fare questo errore», ha proseguito Bossi riferendosi sempre alla possibilità di larghe intese. E Casini, ha aggiunto il Senatùr, è quello «che rimane dei democristiani». «L'unica possibilità sono le urne. Li polverizzeremo tutti questi qua... . Non si può andare avanti così, non si può per ogni cosa che si fa pagare un dazio troppo alto», ha dichiarato con chiaro riferimento a Fini e Casini. «No al governo degli sconfitti. Subito al voto». Rispondendo poi a una richiesta di «secessione» dalla platea, Bossi ha risposto: «Intendo portare a casa tutto quello che posso democraticamente, in modo che la vittoria sia del popolo. E questo, per esempio, con il federalismo demaniale e fiscale. Ora tutti i nostri fiumi e laghi sono della Regione Lombardia. Il federalismo da settembre in poi è concluso. Manca poco. Dopo sarà la volta del decentramento: occorre portare a casa i ministeri, che sono tutti a Roma: si tratta di posti di lavoro per i nostri giovani, che è giusto che mettano a frutto le loro capacità. Prima mi muovo io e voi – ha aggiunto riferendosi ai militanti – mi venite dietro. Portiamo a casa il decentramento, se poi c'è da perfezionare, perfezioneremo. Abbiamo creato una forza politica di grande rilevanza in grado di cambiare la storia». «Siamo orgogliosi – ha, tra l'altro, rimarcato Bossi – di appartenere a una grande nazione come quella padana».Numerosi gli esponenti politici presenti alla serata: tra gli altri, il parlamentare Giacomo Stucchi, il segretario provinciale Cristian Invernizzi, i consiglieri regionali Giosuè Frosio e Roberto Pedretti, l'assessore regionale all'Agricoltura, caccia e pesca Giulio De Capitani, sindaci e assessori provinciali. «Se ci sarà la campagna elettorale – ha chiarito il segretario Invernizzi – per noi non ci sarà nessun problema. A Bergamo credo aumenteremo i nostri consensi e passeremo dal 38 al 45 per cento». Anche l'assessore regionale De Capitani ha sottolineato che la «Lega è un partito molto unito e radicato tra la gente».

venerdì 20 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 20/08/10 - LA CRONISTORIA

Le origini. Tutto ha inizio quattro anni fa, quando l'allora ministro della Giustizia Roberto Castelli indicò le sedi per la nuova struttura dedicata alla formazione dei magistrati: Bergamo per il Nord, Latina per il Centro e Catanzaro per il Sud. Nella nostra provincia inizialmente si puntò sul Collegio Celana, poi l'operazione fallì e si decise di ripiegare su Palazzo Lupi, una volta pronto: nell'attesa venne identificata come sede provvisoria un'ala del Collegio Sant'Alessandro in città. L'affitto venne (e viene tuttora) sostenuto da Provincia e Comune di Bergamo, per un importo complessivo di 242.800 euro all'anno, più 50 mila forfettari per le spese di gestione.il ritardo del csmCon il governo Berlusconi attualmente in carica, il ministro della Giustizia Angelino Alfano mandò i vertici del ministero a chiudere la pratica Bergamo. Per funzionare, la scuola aveva però bisogno del Comitato direttivo: i 5 membri indicati dal ministero di Giustizia (Pietro Pelingieri, Angelo Del Vecchio, Chiara Cacciavillani, Fernanda Contri e Alberto Macchia) erano in carica dal 2007, appena varata la legge istitutiva dei corsi, mentre di quelli del Csm, fino alla dichiarazione del ministro Calderoli, non c'era traccia. Il deputato bergamasco Gregorio Fontana (Pdl) decise quindi di promuovere un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affinché venisse data piena attuazione all'istituzione della Scuola superiore della magistratura. L'appello venne sottoscritto anche dal presidente della Provincia Ettore Pirovano, dal sindaco Franco Tentorio e da alcuni parlamentari, tra cui Giorgio Jannone, Giacomo Stucchi, Alessandra Gallone e Nunziante Consiglio. Il Pd, dal canto suo, tramite i deputati bergamaschi Antonio Misiani e Giovanni Sanga, presentò alla Camera due interrogazioni parlamentari sull'avanzamento dell'iter della Scuola di magistratura, peraltro senza ottenere risposta dal ministro Alfano. la polemica in via TassoLa vicenda fu anche al centro di aspre polemiche durante la seduta del Consiglio provinciale di fine giugno, quando il presidente Pirovano rispose a un'interpellanza sulla questione e, a distanza, agli interventi dell'ex inquilino di via Tasso Valerio Bettoni e di Palafrizzoni Roberto Bruni (che lo accusavano di essere più impegnato a difendere Roma che a prodigarsi per portare qui i corsi di alta specializzazione), sottolineando che vi erano alcune falle negli atti amministrativi approntati dalle precedenti amministrazioni di via Tasso e Palazzo Frizzoni.

mercoledì 18 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 18/08/10 - "BE'RGHEM FEST" SUL PALCO LEGHISTA QUATTRO MINISTRI

Attesi Bossi, Tremonti, Calderoli e MaroniLa kermesse provinciale al via domani ad Alzano
Bossi alla Bèrghem Fest, la più «antica» fra le feste leghiste. È il 1992È la festa storica della Lega. Storica perché di anni ne ha 21. Decana sul territorio orobico, è una delle più longeve sull'intero suolo lombardo: apre domani la «Bèrghem Fest», l'unica che i leghisti bergamaschi definiscono festa provinciale. La sede sarà la solita, quella ad Alzano, vicino alle piscine. Ma il parterre è d'eccezione: si contano ben quattro ministri. Il primo a intervenire sarà Umberto Bossi, numero uno della Lega e titolare delle Riforme. Il suo comizio è atteso per sabato alle 21,30 e cartelloni in mezza provincia già lo pubblicizzano. La serata «di governo» sarà poi il 25, mercoledì: si confronteranno sul tema «Federalismo fiscale, riforme e sicurezza», Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Maroni, ministro dell'Interno, e Giulio Tremonti, titolare dell'Economia. Ma nell'edizione numero 21 della festa ci sarà spazio per le realtà politiche e amministrative a ogni livello, come sottolineato ieri dal responsabile politico della kermesse, l'onorevole Nunziante Consiglio: «Abbiamo dato spazio ai Comuni, con l'intervento di sindaci e assessori, così come alla Provincia, con il presidente Ettore Pirovano. Approfondimenti poi sulla politica regionale. Per l'organizzazione ringrazio anche Giacomo Stucchi e Daniele Belotti: ad Alzano avremo un'arena in cui si attendono prese di posizioni di rilievo nazionale, un bis di quanto fino a ora avvenuto a Ponte di Legno». Presente alla conferenza di lancio – insieme anche a Bruno Bosatelli ed Emanuele Pezzotta dello staff organizzativo – Pirovano ha sottolineato la «completezza del programma» ma anche «rispetto alle divisioni di altri partiti, la forza di un movimento che ha visto tanti tentativi esterni di mettere i suoi componenti uno contro l'altro, ma che invece ha sempre mostrato unità. Ci hanno attaccato nel 2004, quando Bossi è stato male, dicendo che ci sarebbero state divisioni. Non è stato così, anzi». Venendo al programma (resta la parte di ristoro e musica, come da tradizione), con i dibattiti (sempre alle 21,30) si parte domani: Nunziante Consiglio interverrà, insieme ad alcuni amministratori locali, su «Valle Seriana, quali prospettive?». Venerdì gli onorevoli Paolo Grimoldi e Matteo Salvini discuteranno del ruolo dei giovani padani. Sabato tocca a Bossi, domenica su «La forza della Lega fra Regione e Provincia» si confronteranno Pirovano e Andrea Gibelli, vicepresidente al Pirellone. Lunedì ci sarà il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, martedì interverranno l'onorevole Stucchi e il segretario nazionale lumbard Giancarlo Giorgetti. Mercoledì spazio ai ministri, giovedì ai sindaci e ai consiglieri provinciali leghisti. Venerdì 27 si discute di obiettivi al Pirellone con l'assessore Daniele Belotti, il capogruppo lumbard Stefano Galli e i consiglieri Giosuè Frosio e Roberto Pedretti. Sabato ribalta per il Comune di Bergamo con il sindaco Franco Tentorio (unico esponente Pdl insieme a Tremonti) e gli assessori Invernizzi, Saltarelli, Facoetti e Bandera. Per la chiusura, il 29 agosto, sul palco i politici leghisti bergamaschi. È attesa, in più, la conferma del sindaco di Verona Flavio Tosi.

martedì 17 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 17/08/10 - SI RIMETTE A NUOVO LO SPAZIO GIOCHI DELLA SCUOLA MATERNA

Nel chiostrino di Serina
SerinaC'è una sorpresa in via di concretizzazione per i bambini che frequentano la scuola materna parrocchiale di Serina: al rientro, a settembre, per iniziare il nuovo anno scolastico, troveranno la loro scuola rinnovata nello spazio giochi a loro particolarmente gradito, vale a dire il chiostrino. Va precisato che la sede della scuola materna serinese è collocata nel complesso del convento che è di proprietà comunale, nel quale sono ospitate le suore e la casa di riposo. Il convento ha due chiostri e il chiostrino è lo spazio giochi della scuola materna frequentata da una sessantina di bambini suddivisi in tre sezioni. Dice il sindaco Michele Villarboito (Lega Nord). «La fruibilità di questo spazio andava ottimizzata e si sta lavorando per sistemarlo radicalmente con l'utilizzo di un contributo statale a fondo perduto di 40 mila euro ottenuto su sollecitazione del consiglio direttivo della scuola e per interessamento del consigliere regionale Giosuè Frosio e dell'onorevole Giacomo Stucchi». Spiega ancora il sindaco: «Sono state rifatte e ritinteggiate le pareti dei muri prospicienti il chiostrino e sono stati sostituiti i vecchi canali di gronda e raccolta acque piovane. Ora si procederà al rinnovo del piano di calpestio stendendovi una pavimentazione multicolore drenante di speciali materiali tecnici che ne garantiranno durata e uso». I lavori fervono senza pause e c'è la certezza che tutto sarà pronto entro la fine del mese, proprio perché si è intenzionati ad accogliere a settembre i bambini con questa novità.

lunedì 9 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 09/08/10 - LEGA, D'ESTATE ARRIVANO I BIG BOSSI AD ALZANO

Agosto entra nel vivo e mentre tutti vanno in ferie la Lega, come da tradizione, cala i suoi assi politici. Nel senso di big. Sono infatti i nomi più importanti della squadra verdepadana ad animare il dibattito nelle feste che si moltiplicano in tutta le provincia. Dopo il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli che a inizio luglio ha aperto le danze intervenendo alla festa del Carroccio di Treviglio, il leader del movimento, Umberto Bossi, ha già arringato i suoi la scorsa settimana in quel di Pontida. Ma non è finita qui, perché nemmeno con il Ferragosto i lumbard si fanno mancare i comizi. Proprio della festa nella città del Giuramento, a due passi dal pratone dei raduni, questa sera sarà ospite il segretario nazionale della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti: l'appuntamento è fissato per le 20,30. Sempre a Pontida, nei giorni seguenti, ci saranno dibattiti con il vicesegretario della Lega Lombarda Matteo Salvini e con i deputati Paolo Grimoldi e Nunziante Consiglio. Altro piatto forte sarà nel finesettimana, l'intervento del ministro Roberto Calderoli che, affiancato dal presidente della Provincia Ettore Pirovano, parlerà anche dei risultati appena raggiunti in Consiglio del ministri in fatto di federalismo. E mentre le feste si alternano su tutto il territorio, Umberto Bossi tornerà a calcare la terra orobica il 21 agosto, quando prenderà parte alla Bèrghem Fest di Alzano, la «decana» fra le feste del Carroccio, che arriva quest'anno alle ventunesima edizione. Il senatur parlerà dalle 21. Ma Bossi non sarà l'unico big ospite della kermesse che ogni sera proporrà dibattiti su vari livelli, dalla realtà locale, con i sindaci, a quella provinciale, regionale e nazionale. Calderoli interverrà il 25 agosto, dalle 22, mentre sempre alla Bèrghem fest sono previsti, fra gli altri, gli interventi dell'assessore regionale all'Urbanistica Daniele Belotti (in calendario il 27 agosto) e di Giacomo Stucchi (22 agosto), deputato e segretario di presidenza alla Camera.

sabato 7 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 07/08/10 - L'INTERVISTA GIACOMO STUCCHI (DEPUTATO LEGA) PAURA DI ANDARE AL VOTO ANTICIPATO? MACCHE', ABBIAMO IL VENTO IN POPPA

Di andare alle elezioni anticipate, la Lega non ha certo paura. Anzi. Dalle parti del Carroccio sarebbero pronti ad alzare il tiro. A chiedere di più. Perché, come spiega il bergamasco Giacomo Stucchi, deputato lumbard, «le nostre proposte, come il federalismo, qualificano un programma di coalizione. E inoltre i sondaggi parlano di un raddoppio dei consensi per il nostro partito rispetto al 2008. Si facciano due calcoli».Bossi dice che così non si può andare avanti. Quindi?«O c'è un chiarimento definitivo oppure si va al voto il prima possibile. Già a novembre si potrebbe, aprendo la crisi a inizio settembre. Questo permetterebbe di presentarsi alle urne con una coalizione senza i finiani. E sicuramente c'è la possibilità di vincere».L'alleanza con il Pdl è in discussione?«Assolutamente no».Maroni l'ha addirittura definita «sacra».«Se facciamo l'alleanza con il Pdl è per ottenere di più sulle tematiche a noi care, come il federalismo».Alzate il tiro?«Se, come emerge dai dati, rispetto alle politiche del 2008 siamo quasi al doppio di consensi elettorali, è logico dedurre che il nostro messaggio viene recepito bene e soprattutto che noi attiriamo i consensi in uscita dal Pdl. La nostra proposta non solo è compatibile con un programma di coalizione, ma anche di maggior spessore rispetto ad altre».Rivendicate il ruolo di ago della bilancia che in questo momento vi è stato scippato?«Rivendichiamo la dignità politica delle nostre proposte. Anzi, forse sono proprio le nostre proposte a qualificare il programma di coalizione. Portiamo voti».Quantifichi.«Siamo sul 2-3% in più rispetto alle regionali, 8% in più sulle ultime politiche».C'è aria di crisi, mentre in Consiglio dei ministri passano pezzetti di federalismo. Sarete quantomeno irritati.«Quanto accade non è casuale. Più va avanti l'attuazione della riforma del federalismo fiscale, più si modifica lo status quo dell'assistenzialismo e di certe politiche portate avanti dal Mezzogiorno in cui si usavano soldi dragati al Nord per garantire anche consenso elettorale».Le parti politiche più vicine al centralismo si sganciano apposta?«È chiaro come l'area di Fini, l'Udc e Lombardo guardino prioritariamente al Mezzogiorno. Fa ridere che dicano "non voteremo nulla che non sia liberale", quando di più liberale e liberista del federalismo non c'è niente».Sulla «Padania» ha scritto che in realtà il centrosinistra, il voto non lo vuole davvero.«Parlano parlano, ma alla fine chi candidano? Bersani contro Berlusconi? Un altro politico di professione? Di Pietro? Enrico Letta, pure politico di professione e ritenuto anche troppo giovane da una parte degli analisti politici? Non hanno nessuno che voglia sacrificarsi. Prima hanno trovato Rutelli, poi Veltroni. Vista la fine che hanno fatto, adesso gli altri ci pensano bene».Casini ha detto che «l'area di responsabilità» è destinata ad allargarsi. Cosa ne dice?«Se si allarga in termini di appartenenza politica è verso il centrosinistra, data la mancanza di leadership».I fuoriusciti non saranno più considerati vicini alla maggioranza?«L'esame del sangue non l'abbiamo fatto a nessuno. So anche che parecchi di loro, perché li conosco di persona, qualora si concretizzasse la possibilità di andare al voto tornerebbero all'ovile. Non sono due o tre, ma la metà di quel gruppo». Stucchi, voi difendete da sempre la legalità. In questa logica, la vicenda della P3 e di Caliendo, all'elettore medio leghista avrà fatto venire il mal di pancia. C'è chi, come Savino Pezzotta (Udc), vi ha criticato dicendo che predicate nelle piazze ma a Roma votate diversamente.«Pezzotta era addirittura per far votare l'Udc come noi sulla mozione: l'ha detto lui. Sul fatto della legalità, va distinta la situazione di Caliendo da quella in cui si trovava, ad esempio, Cosentino. Nel momento in cui nei confronti di Caliendo dovesse esserci la richiesta di rinvio a giudizio, sarà diverso: diverrà una presenza indesiderata. Fino ad allora no. E noi della Lega non usiamo due pesi e due misure: il deputato subentrato nella lista leghista a Roberto Cota aveva pendenze giudiziarie, l'abbiamo lasciato fuori dal nostro gruppo ed è entrato nel misto».C'era l'altro giorno quando è scoppiata la rissa alla Camera?«Certo, ero a fianco di Fini (Stucchi è segretario di presidenza, ndr)».Non è stata una bella immagine.«Assolutamente. Ma bisogna vedere cosa c'è dietro. È stata una discussione vivace fra ex An, perché quelli che sono cresciuti a fianco di Fini e nel mito della destra alternativa a certi comportamenti democristiani si sentono traditi. Non è giustificabile, ma è un modo molto viscerale di vivere le cose che in politica esiste».

ECO DI BERGAMO - 07/08/10 - BUONI VACANZA, PROROGA AL 20 DICEMBRE

Lo prevede il decreto del ministro per il Turismo. Zambelli (Cisl): ora c'è tempo per tutti

I Buoni vacanza allungano il passo. La scadenza per l'utilizzo dei buoni emessi dall'associazione Buoni vacanze Italia (Bvi) comprensivi del contributo statale, che era stata fissata precedentemente al 30 giugno 2010, sarà infatti prorogata al 20 dicembre 2010. La proroga inizierà però a partire dal prossimo 23 agosto. L'importante novità è contenuta nel decreto firmato nei giorni scorsi dal ministro per il Turismo, Michela Brambilla. Leggendo i sei articoli che compongo il documento (consegnatoci in anteprima dall'onorevole leghista Giacomo Stucchi), che ridefinisce le modalità di impiego delle risorse per l'erogazione dei Buoni vacanza, emerge che la proroga riguarda i Bv già emessi alla data di entrata in vigore del nuovo decreto. Per quelli invece che saranno emessi in data successiva, ed entro comunque la fine del 2010, la scadenza è fissata al 3 luglio 2011. Confermato il divieto di utilizzo dei Bv dal 20 dicembre 2010 al 6 gennaio 2011.«Con questo decreto – osserva Dario Zambelli, presidente di Etsi, l'ente turismo sociale della Cisl di Bergamo, in prima linea in tema di Bv – viene confermata di fatto l'emissione continua del progetto Bv. Per il periodo dal 23 agosto 2010 al 3 luglio 2011 sono stati messi a disposizione 4.700 mila euro. In sostanza tutte le persone in possesso dei requisiti per utilizzare i Bv hanno a disposizione ora un periodo molto ampio (penso ai tanti anziani che scelgono di partire a settembre-ottobre o nei primi mesi dell'anno) e che esclude sostanzialmente solo i mesi più critici (luglio-agosto), in linea con quanto il progetto Bv vuole conseguire: destagionalizzare le vacanze, con tutti i vantaggi che ne conseguono per operatori e fruitori, ed aiutare i ceti più deboli. Importante ricordare che il contributo può essere erogato una sola volta durante l'anno per nucleo familiare, quindi chi avesse già richiesto il Bv per il 2010 non può più farlo anche nel caso non avesse esaurito il plafond a sua disposizione. Il nostro augurio è che per i Bv sia creato un fondo finanziato costantemente. Così come crediamo sia necessaria una formale certificazione dell'Isee: l'attuale autocertificazione può generare situazioni quanto meno antipatiche».Il nuovo decreto ha variato anche alcuni parametri che danno diritto all'agevolazione. Infatti, mentre rimangono immutati i capitoli riguardanti i tetti massimi dei redditi lordi per nucleo familiare – 20 mila euro (single), 25 mila euro (due persone), 30 mila euro (tre persone) e 35 mila euro (4 persone ed oltre) – e le percentuali di contributo versato dallo Stato (dal 20% al 45%), gli importi massimi del valore dei buoni ai fini del calcolo del contributo sono stati rivisti, anche se di poco, al rialzo: si passa a 520 euro (rispetto ai 500 attuali) per il nucleo familiare composto da una persona, 800 euro (785 attuali) per nucleo con due persone, 1.040 euro (1.020 attuali) per la famiglia composta da tre persone, 1.240 euro (oggi 1.230) per i nuclei familiari con quattro o più persone. Con il nuovo decreto i contributi statali vanno quindi da un minimo di 104 euro (single con reddito da 15 a 20 mila euro) ad un massimo di 558 euro (quattro e oltre componenti nucleo familiare con reddito lordo da zero a 25 mila euro). Ricordiamo che hanno diritto ai Bv i nuclei familiari composti da cittadini italiani e dell'Ue residenti in Italia e gli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno e residenza.«Per un pieno successo dei Bv – rileva Zambelli – è fondamentale coinvolgere le associazioni di rappresentanza. In questo senso mi fa piacere la presa di posizione della nostra Provincia, intenzionata a puntare in modo convinto sulla carta dei Bv». «Lavoreremo per creare delle partnership con enti e associazioni di categoria, per sostenere anche il turismo sociale sul nostro territorio – dice Giorgio Bonassoli, assessore provinciale al Turismo –. Fondamentale il ruolo di Turismo Bergamo ed il coinvolgere al meglio le strutture ricettive bergamasche, creando pacchetti vacanza adeguati alle varie fasce sociali da proporre sul mercato del turismo nazionale ed estero. Tutti gli operatori comprendano le opportunità che hanno a disposizione: Bergamo può benissimo eccellere anche nel settore turistico». Per info: www.buonivacanze.it.

lunedì 2 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 02/08/10 - BOSSI: PADANIA ESPLODERA' SE TENTANO DI BLOCCARCI

Il leader della Lega ad Arcene: saremo pronti a reagire«Federalismo, siamo schiavizzati da questo Stato»

Arcene«Questa volta reagiremo con determinazione»: così il leader della Lega nord Umberto Bossi, intervenuto ieri alla festa del Carroccio di Arcene, riguardo all'eventuale tentativo di far cadere a settembre il governo Berlusconi e di bloccare il federalismo. «La vicenda di Fini – ha rimarcato Bossi – si capisce che è stata organizzata. Ma noi andiamo avanti. Passeranno tutto agosto a trafficare e a settembre dovrebbero mettere la mozione di sfiducia sul governo. Se passa peggio per loro. Il governo tecnico è fatto da chi ha perso le elezioni ed è fatto per cambiare le leggi che danno fastidio».«Si intravedono – ha quindi tuonato il leader del Carroccio – tentativi per bloccare il processo del federalismo. Ma questi tentativi possono portare all'esplosione della Padania. Noi non staremo con le mani in mano. Reagiremo con determinazione». Di fronte a un'affollata platea, il Senatur ha spiegato: «Manca il federalismo provinciale e il federalismo fiscale delle Regioni. Le nostre famiglie - ha aggiunto con un lessico offensivo - sono schiavizzate da uno Stato delinquente che ha pensato a portare via risorse. Dovremo trovare una miscela per dare delle tasse dello Stato alle Regioni».Bossi ha quindi osservato che «piano piano le cose stanno andando avanti e stanno cambiando e Calderoli mi sta dando una mano. La Lega ha risvegliato le coscienze lombarde. Siamo destinati a fare qualcosa di importante per il futuro nostro e dei nostri figli». In particolare, il leader della Lega ha ricordato l'emendamento presentato dal Carroccio alla legge finanziaria per lo sfruttamento delle acque «per lasciare un po' di soldi alle Province». Tornando sul tema del riconteggio delle schede elettorali alle ultime Regionali del Piemonte, ha poi detto: «Abbiamo una magistratura che cambia anche le leggi elettorali. Attenti alla gente del Nord, attenti a non rompergli troppo i c... più di tanto...».Numerosi gli interventi di parlamentari, consiglieri regionali e sindaci del Carroccio durante la serata. «La Lega – ha sottolineato il segretario provinciale Cristina Invernizzi – non ha paura di tornare alle elezioni. Tra Fini e Bossi chi ha ragione è Bossi che mantiene fede ai patti». «Se fai la vecchia politica – ha aggiunto il parlamentare Giacomo Stucchi – stai con Fini. È un presidente della Camera che fa politica, invece di fare l'arbitro. Da un punto di vista politico si sta comportando malissimo. Non ci spaventano le elezioni anticipate. Noi siamo sempre presenti sul territorio. Il federalismo va avanti e questa capacità della Lega di mantenere le promesse dà fastidio». Anche il presidente della Provincia, Ettore Pirovano, ha evidenziato il radicamento sul territorio della Lega. L'assessore regionale Daniele Belotti ha sottolineato che «il federalismo responsabilizza chi amministra». Il consigliere regionale Giosuè Frosio ha ricordato che «il federalismo fiscale è un passaggio per arrivare a una Padania magari indipendente». Sono intervenuti tra gli altri, anche i parlamentari Nunziante Consiglio e Carolina Lussana, il consigliere regionale Roberto Pedretti e alcuni sindaci del Carroccio.Gianluigi Ravasio

domenica 1 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 01/08/10 - ADDIO A ILARIO TESTA "UN GRANDE, CAPACE DI ESSERE UNO DI NOI"

I funerali del manager che ha fatto decollare l'aeroportoDalmine, folla di gente e autorità. «Un uomo autentico»

Dalmine.Il cielo è limpido sopra Dalmine. Come gli occhi con cui Ilario Testa ha sempre guardato il mondo e gli altri. «Ilario non ci permette di essere superficiali – lo ricorda l'ex parroco e amico don Antonio Zucchelli, concelebrando con altri 10 sacerdoti la liturgia funebre presieduta dal nunzio apostolico in Indonesia, monsignor Leopoldo Girelli –, perché non era abituato a ridurre la realtà alla propria dimensione, ma a guardarla in faccia. Aveva la schiettezza di chi ha la vita in mano e in maniera limpida ha confessato di dover ringraziare Dio per avergli donato le capacità per svolgere le sue attività».La chiesa di San Giuseppe, in centro città, è piena. Si aggiungono le sedie, ma non riesce a contenere tutti. Fianco a fianco, per l'ultimo saluto al top gun dei manager bergamaschi, gli anziani dalminesi in maniche di camicia e le giacche blu del jet set politico e imprenditoriale (tra gli altri, il presidente di Techint Gianfelice Rocca, il direttore Igiene sul lavoro, sicurezza e ambiente Tenaris Stefano Muller, il presidente di Confindustria Carlo Mazzoleni, Nicola e Miro Radici, il prefetto Camillo Andreana, il deputato Giacomo Stucchi, l'assessore regionale Daniele Belotti, il vicepresidente della Provincia Giuliano Capetti, Gilberto Bonalumi ed Elena Carnevali, il rettore Stefano Paleari). Stretti attorno alla bara semplice, picchiettata di poche rose bianche e rosse. Anziché fiori, i parenti e il Rotary hanno deciso per un Fondo di solidarietà per il territorio. Nel segno di quelle opere, che più delle parole, erano la cifra di «un cittadino illuminato nella società civile e testimone nella comunità ecclesiale». Due ali di folla si allungano in fondo alla navata. Perché «Ilario Testa era uno di noi, ma con singolari doti di disponibilità e servizio – dice ancora don Zucchelli – capace di creare legami, di unire le comunità». Lo testimoniano a sinistra dell'altare il gonfalone giallo-verde del Comune di Dalmine (rappresentato dal sindaco Claudia Terzi e dall'ex Francesca Bruschi) e a destra quello rosso di Palazzo Frizzoni (col primo cittadino Franco Tentorio, seduto accanto all'onorevole Mirko Tremaglia).Testa viene definito un «uomo giusto e autentico, che ci ha consegnato la sua vita intensa e appassionata», capace di gettare una luce oltre la morte e la sofferenza, «perché ci lascia il dono grande della fede nella Resurrezione». Così anche il dolore si scioglie nella serenità, soprattutto per la famiglia (in prima fila la moglie Eugenia con i figli Roberto e Mauro), che seppur straziata da un «vuoto incolmabile», è rinfrancata dalla certezza di «un padre e marito amorevole, saldo nella fedeltà e nelle responsabilità». Quelle responsabilità caricate sulle spalle per 85 anni ed «esercitate fino all'ultimo giorno», che hanno permesso a Testa di affermare le sue competenze, arrivando ai vertici della Dalmine prima e dell'aeroporto poi (presente tutto lo stato maggiore della società Sacbo guidato da Mario Ratti e l'amministratore delegato Renato Ravasio), senza però trascurare le piccole cose quotidiane, «la Messa domenicale, la partecipazione alle iniziative della comunità». «Ilario – prosegue nell'omelia don Zucchelli – aveva la capacità di comunicare fiducia anche ai più piccoli e meno dotati». E la prova della sua capacità di fare dono di sé, senza mai risparmiarsi, arriva dal messaggio finale letto da Elena Cortesi, responsabile del check-in di Orio al Serio: «Signor presidente, voglio ringraziarla perché ha creduto in me e mi ha reso fiera della mia divisa, mi ha insegnato che un lavoro svolto con passione diventa una missione. Devo a lei, che è stato come un padre, se per me l'aeroporto oggi è diventato una famiglia. Faccia buon viaggio e grazie per aver scelto di volare con noi».