sabato 31 luglio 2010

BERGAMO NEWS - 31/07/10 - L'ULTIMO SALUTO A ILARIO TESTA "GUARDAVA IN FACCIA LA REALTA'"

I funerali - Nella parrocchiale di Dalmine i funerali del presidente di Sacbo, già alla guida della Dalmine. Una dipendente Sacbo: "Nel giorno dell'ultimo volo le diciamo ancora grazie, Presidente".

Erano volti pieni di tristezza, ma anche di serenità quelli dei familiari di Ilario Testa, durante i funerali celebrati a Dalmine questo pomeriggio (31 luglio). Serenità "perchè anche nel giorno dei suoi funerali un uomo così sa dare luce, sa dare forza" come ha ricordato l'ex parroco di Dalmine don Antonio Zucchelli durante l'omelia. Ma su quei volti sono scese ancora lacrime al termine della Messa, quando Elena Cortesi, capo turno di check-in all'aeroporto di Orio al Serio, ha letto il messaggio di saluto di tutta la Sacbo al Presidente, con la P maiuscola: "Grazie ancora Presidente, e ci scusi se nel giorno dell'ultimo volo le abbiamo rubato un minuto" (guarda il video).Al funerale c'era tutta Dalmine, la città di Ilario Testa, ma c'era soprattutto tutta la Bergamo della vita pubblica, quella che guida le istituzioni, o quella imprenditoriale, che spesso vive in questa terra ma lavora nel mondo, proprio come Ilario Testa nella sua vita. E molti volti hanno annuito sulle parole ferme di quell'anziano sacerdote, don Antonio Zucchelli, che ha guidato la parrocchia di Dalmine per anni ed è voluto tornare nella chiesa di San Giuseppe per il saluto a "Ilario: un uomo che non riduceva la vita alla sua dimensione, ma amava guardare in faccia la realtà".Parole di un prete che ha così ricordato Ilario Testa durante la Messa celebrata dal vescovo di Timor Est monsignor Leopoldo Girelli, affiancato dal fratello Ilario, parroco di Dalmine, da tutti gli altri parroci dei quartieri dalminesi, da don Francesco Poli e monsignor Maurizio Gervasoni.La Bergamo pubblica, a fianco di quella privata di Ilario Testa, con la moglie Eugenia stretta tra i figli Roberto e Mauro, rientrati in questi giorni dall'Argentina. C'erano il sindaco Franco Tentorio, il presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi, il sindaco di Dalmine Claudia Terzi, il prefetto Camillo Andreana, il rettore Stefano Paleari, gli onorevoli Mirko Tremaglia e Giacomo Stucchi, l'assessore regionale all'Urbanistica Daniele Belotti, il consigliere regionale Carlo Saffioti, l'ex consigliere Pietro Macconi, gli ex assessori di Bergamo Elena Carnevali e Valter Grossi, il vice presidente della Provincia Giuliano Capetti. E tutte le "prime file" del mondo imprenditoriale bergamasco: il presidente di Confindustria Carlo Mazzoleni con il fratello Mario, Nicola e Miro Radici, il segretario generale di Tenaris Dalmine Stefano Muller, il presidente del gruppo Techint Gianfelice Rocca, il presidente della Sacbo Mario Ratti e l'amministratore delegato Renato Ravasio.Lui, l'amministratore delegato dell'aeroporto, qualche lacrima se l'è fatta scappare quando Elena Cortesi ha letto il messaggio di saluto per il Presidente. E qualche lacrima è corsa anche sul viso di Gianfelice Rocca, all'uscita dalla chiesa, al momento dell'abbraccio con Eugenia Testa.

martedì 27 luglio 2010

BERGAMO NEWS - 27/07/10 - E I DEPUTATI LEGHISTI CHIAMANO BERLUSCONI

Nubifragio - Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio, Pierguido Vanalli, deputati leghisti di Bergamo si rivolgono direttamente al premier Berlusconi e a Bertolaso per chiedere lo stato di emergenza in seguito al nubifragio di venerdì 23 luglio."Visti i danni causati dal nubifragio che ha colpito lo scorso venerdì 23 luglio 2010 la Provincia di Bergamo ( in particolare i Comuni di Azzano San Paolo, Castelli Calepio, Comun Nuovo, Grassobbio, Levate, Mornico al Serio, Urgnano e Zanica), con la presente Le chiediamo, seguendo le procedure normative vigenti, di deliberare lo “stato di emergenza” nelle aree colpite, e conseguentemente di far emanare al più presto l’ordinanza necessaria all’attuazione degli adeguati interventi, al fine di evitare situazioni di pericolo, o maggiori danni alle persone o alle strutture pubbliche e private colpite dall’evento in questione".

mercoledì 21 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 21/07/10 - TALEGGIO DALLA PROSSIMA PRIMAVERA LA VALLE TALEGGIO AVRA' LA SECONDA "BAITA & BREAKFAST"

Taleggio. Dalla prossima primavera la Valle Taleggio avrà la seconda «Baita & breakfast», la struttura ricettiva nata dalla ristrutturazione di un vecchio edificio rurale, dove il cliente gestisce autonomamente il soggiorno ricevendo solo la colazione (a base di latte genuino). Il primo esempio è aperto ormai da più di un anno a Sottochiesa di Taleggio. Partiranno, quindi, a settembre i lavori per la prossima «Baita & breakfast» che sorgerà a Reggetto di Vedeseta (vicino alla cooperativa Sant'Antonio). Ad annunciarlo è stato il sindaco di Vedeseta Silvestro Arrigoni, nel corso dell'inaugurazione della Porta ecomuseale di Peghera, ricavata nell'ex scuola elementare. La baita Magrera, grazie a fondi stanziati da Fondazione Cariplo e Regione, sarà trasformata in «Baita & breakfast» con due mini appartamenti, due saune, una cantinetta e un'installazione museale che illustrerà l'«arte» della caseificazione.«Gli interventi sulla baita Magrera – ha detto ancora il sindaco Arrigoni – hanno subìto un ritardo, per cui la struttura sarà rifatta ex novo. Per gennaio, se ci saranno piöde a sufficienza per il tetto, potremo vedere la nuova baita conclusa». L'apertura della struttura turistica, quindi, è prevista in primavera. In attesa della seconda «Baita & breakfast», domenica scorsa, in occasione dell'affollata sagra del Taleggio, è stata inaugurata la Porta ecomuseale di Peghera: ospita la sede della Pro loco, una sala polivalente e una videoinstallazione museale che illustra l'«arte» della stagionatura dei formaggi. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Taleggio e presidente della Comunità montana Alberto Mazzoleni, il sindaco di Vedeseta Silvestro Arrigoni, Carlo Vimercati della Fondazione Cariplo, il presidente dell'Ecomuseo Valtaleggio Alvaro Ravasio, l'assessore provinciale alle Grandi infrastrutture Silvana Lanzani, l'onorevole Giacomo Stucchi e il consigliere regionale Giosuè Frosio. «Quando siamo partiti con questo progetto – ha detto il sindaco di Taleggio ringraziando coloro che hanno contribuito alla nascita dell'Ecomuseo – non sapevamo dove saremmo arrivati e quello di oggi rappresenta un altro tassello importante per la coesione della valle».Dopo la benedizione impartita dal parroco don Tino Vavassori, seguita dal taglio del nastro, autorità, residenti e villeggianti hanno potuto visitare la Porta ecomuseale e assistere alla videoinstallazione per apprendere e conoscere l'«arte» della stagionatura del Taleggio, curata dal teatro sostenibile Koiné e dall'Ecomuseo Valtaleggio con la cooperativa Coclea. Un'installazione che, tramite un video teatralizzato e l'assaggio reale del Taleggio conduce, in modo originale, alla scoperta della «scalera», la struttura in legno utilizzata per la stagionatura dei formaggi.

venerdì 16 luglio 2010

BERGAMO NEWS - 16/07/10 - MATURITA', INTERVENGONO I POLITICI: "VERIFICATE L'OPERATO DEI DOCENTI"

Bergamo - I parlamentari leghisti bergamaschi hanno chiesto a Premier e Ministro dell'Istruzione di intervenire sul caso sollevato da alcuni studenti dei licei Lussana e Mascheroni di Bergamo e del Liceo di Treviglio.
Anche il mondo della politica interviene sulla vicenda delle "discriminazioni" verso gli studenti che hanno sostenuto gli esami di maturità ai licei Lussana e Mascheroni di Bergamo e al Liceo scientifico di Treviglio. I parlamentari leghisti - Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano, Giacomo Stucchi e Pierguido Vanalli - hanno inviato un'interrogazione parlamentare al presidente del consiglio dei ministri e al Ministro dell'istruzione in c ui chiedono di "verificare l'operato dei professori che hanno composto le commissioni esterne per lo svolgimento degli esami di maturità" in alcuni istituti bergamaschi e di "valutare eventuali provvedimenti disciplinari adeguati a fronte del danno che centinaia di stduenti della Provincia di Bergamo hanno dovuto subire". E i parlamentari del Carroccio chiedono anche a Premier e Ministro se "ritengano opportuno per il futuro prevedere un punteggio di professionalità per i professori che siano effettivamente all'altezza del compito assegnatoli". Prende posizione anche Federico Villa (Giovani Udc Bergamo) che in un lettera inviata alla redazione di Bergamonews.it esprime il propio appoggio agli studenti "avendo vissiuto in prima persona la maturità solo un anno fa". "Non credo - scrive Villa - che il problema sia se è giusta o meno la presenza di commisari esterni bensì poter pensare che qualche prova scritta ed un breve colloquio possano valutare l'impegno e la preparazione di uno studente durante cinque lunghi anni. Inultile negare che nella carriera, soprattutto in quella scolastica e universitaria, la fortuna gioca la sua buona parte ma se vogliamo che davvero questa sia la "scuola del merito" non sarebbe forse il caso di riflettere con un po' più di attenzione sul tema della maturità? Non sarebbe forse il caso di premiare maggiormente il lavoro e la costanza nello studio che hanno caratterizzato uno studente lungo tutto il percorso scolastico?".

ECO DI BERGAMO - 16/07/10 - SBLOCCO AL MINISTERO LA TRATTATIVA INDESIT RIPARTE A TUTTO CAMPO

Tolte le pregiudiziali al confronto, le merci usciranno dai sitiDovranno essere garantiti futuro industriale e tutela del lavoro
Per la Indesit di Brembate Sopra e i suoi 430 lavoratori si ricomincia a discutere. Al punto di rottura cui era arrivato il confronto è un passo avanti: le relazioni industriali sono ripristinate. Ora la trattativa sarà tutta da costruire.Il vertice di ieri al ministero dello Sviluppo economico, con il sottosegretario Stefano Saglia, ha sbloccato la vertenza. La discussione è andata avanti per quattro ore serrata, con il ministero a mediare su due tavoli tra sindacati e azienda, presente con l'amministratore delegato Marco Milani. Alla fine si è trovata la convergenza su un documento che fissa per lunedì 26 il riavvio della trattativa. Il testo firmato dai ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, dalle Regioni Lombardia e Veneto, dalle Province di Bergamo e Treviso, dal gruppo Indesit e dai metalmeccanici di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Ugl toglie dal tavolo tutte le pregiudiziali.Questo non significa che non si parla più di chiusura dei siti di Brembate Sopra e Refrontolo (Treviso). Ma vuol dire che la chiusura, che rimane, non è più una pregiudiziale al confronto. In pratica, se prima la condizione per discutere era prendere atto e accettare, adesso si riparte sapendo che l'orientamento dell'azienda è quello, ma si può provare a metterlo in discussione e a convincere il gruppo a restare.Sull'altro fronte il documento ha posto le basi per arrivare a sospendere le iniziative di protesta. Il testo dice che saranno ristabilite «le funzioni operative di tutti gli stabilimenti» per cui i siti di Brembate e Refrontolo saranno messi nelle condizioni di lavorare e far uscire le merci prodotte dai magazzini, bloccati dai presìdi da più di un mese.Tolte le pregiudiziali, il testo fissa tre capisaldi per la trattativa: difesa in ogni caso della vocazione industriale dei siti Indesit, con una destinazione non solo sulla carta ma con attività produttive operative, tutela dell'occupazione e della professionalità dei lavoratori, recupero di efficienza e produttività per garantire la competitività del gruppo. La mediazione delle istituzioni continuerà: una verifica al ministero è prevista entro metà settembre. E per ora la protesta di venerdì 23 a Fabriano è sospesa.«Non abbiamo ancora salvato lo stabilimento, ma abbiamo ripristinato le condizioni per trattare», ha commentato il segretario della Fim bergamasca, Ferdinando Uliano, dopo l'incontro. «Da oggi sarà possibile un confronto a tutto campo rispetto al piano aziendale. Il nostro obiettivo sarà dare alternative al piano stesso sul destino dello stabilimento di Brembate e domani (oggi, NdR) con i lavoratori decideremo come proseguire». Questa mattina l'esito del vertice viene illustrato in assemblea. «Torniamo con la possibilità di fare una trattativa sul merito di un problema che resta pesante», aggiunge il segretario della Fiom provinciale, Mirco Rota. «Domani (oggi, NdR) con i lavoratori inizieremo a ragionare su quali indirizzi» orientare il confronto per «esplorare tutte le ipotesi». «Può ripartire una trattativa comunque difficile», dice anche Angelo Nozza, segretario della Uilm. «C'è un impegno apprezzabile a riprendere la trattativa: la mediazione delle istituzioni e dei politici del territorio è stata utile». Laura De Rosa, vice segretario dell'Ugl metalmeccanici, si aspetta di «trovare soluzioni concrete per tutelare i lavoratori, anche con altre scelte e interlocutori industriali, coinvolgendo le regioni interessate».«Cercheremo di salvaguardare la vocazione industriale di tutti i siti dell'azienda», è l'impegno del sottosegretario Saglia. L'onorevole Gregorio Fontana (Pdl) ha sottolineato che «la preoccupazione rimane, ma il gioco di squadra delle istituzioni con il governo che ha sostenuto con forza le ragioni illustrate lunedì (all'incontro con i politici a Bergamo, NdR) ha portato l'azienda a risedersi a discutere e all'impegno a guardare con la massima attenzione al futuro di Brembate». Per la senatrice Alessandra Gallone (Pdl) si è ottenuta «un'importante dichiarazione d'intenti»: «È un primo passo in un percorso volto alla ripresa delle attività».Oltre a Fontana e Gallone, all'incontro erano presenti l'onorevole Giacomo Stucchi (Lega Nord), gli assessori regionale Gianni Rossoni e provinciale Enrico Zucchi e il segretario della Cisl lombarda, Gigi Petteni. Per l'onorevole Giovanni Sanga (Pd) «pur nella difficoltà della situazione la giornata segna un punto positivo perché apre una discussione che sembrava impossibile avviare». Fra dieci giorni si comincerà.

giovedì 15 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 15/07/10 - "SI VERIFICHI L'OPERATO DEI DOCENTI"

In un'interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell'Istruzione, i parlamentari leghisti Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli, in relazione «ai gravi episodi di discriminazioni ai danni degli studenti che hanno sostenuto gli esami di maturità», di cui hanno dato notizia i media locali bergamaschi, chiedono «se intendano verificare l'operato dei professori che hanno composto le commissioni esterne per lo svolgimento degli esami di maturità negli istituti bergamaschi menzionati, al fine di valutare eventuali provvedimenti disciplinari adeguati, a fronte del danno che centinaia di studenti della Provincia di Bergamo hanno, impotenti di fronte agli eventi, dovuto subire».E ancora i parlamentari del Carroccio chiedono a premier e ministro «se ritengano opportuno, per il futuro e per evitare il ripetersi di tali tristi fatti, prevedere, ad esempio, un punteggio di professionalità per i professori che siano effettivamente all'altezza del compito assegnatogli». Nell'interrogazione viene citato, in particolare, il caso del Liceo di Treviglio e quello di uno studente del Liceo Lussana di Bergamo che in una lettera aperta ha descritto «come la sua classe sia stata "penalizzata nel tema di italiano" e da un "clima scandaloso" perpetrato dai commissari esterni»; «un altro studente del Liceo Mascheroni di Bergamo – scrivono ancora Stucchi e i colleghi della Lega – ha voluto raccontare la sua esperienza esponendo episodi che hanno visto assegnare punteggi rasenti la sufficienza a ragazzi di elevate capacità e atteggiamenti che acuivano la tensione e schernivano gli studenti durante le prove orali, con l'assegnazione di punteggi che tendevano sempre al ribasso». Secondo i firmatari dell'interrogazione «le commissioni interne si sono invece distinte per aver cercato di stemperare il clima di tensione» e per aver cercato di assegnare equi punteggi finali ai candidati.

mercoledì 14 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 14/07/10 - L'IMPEGNO DEL MONDO POLITICO

Il documento Per la vertenza Indesit sono stati due giorni di confronto con la politica. Prima del vertice di ieri in Regione, lunedì parlamentari e consiglieri regionali hanno sottoscritto il documento congiunto di Cgil, Cisl e Uil contro la chiusura dello stabilimento di Brembate Sopra e per un nuovo piano industriale di rilancio. Il testo è firmato da Pezzotta (Udc), Sola (Idv), Bettoni (Udc), Martina (Pd), Misiani (Pd), Fontana (Pdl), Belotti (Lega Nord), Stucchi (Lega Nord), Sanga (Pd), Gallone (Pdl), Lussana (Lega Nord), Raimondi (Pdl), Cremonesi (Sinistra e Libertà), Barboni (Pd) e da Roberto Pedretti (Lega Nord).

martedì 13 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 13/07/10 - LA POLITICA FA QUADRATO PER I LAVORATORI INDESIT

Un documento impegna i parlamentari di ogni schieramento«Inaccettabile la chiusura di Brembate che va invece rilanciata»
Grande manifestazione in centro città e sottoscrizione di un documento, da parte di numerosi politici, che li impegna a dare il massimo sostegno ai lavoratori Indesit, da oltre un mese impegnati in un braccio di ferro con la proprietà che ha quale posta in palio il futuro di 430 dipendenti e di altri 350 dell'indotto. Proprio per cercare di scongiurare l'annunciata chiusura del sito orobico, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, unitamente all'assessorato del Lavoro della Provincia, ieri mattina hanno organizzato un incontro, invitando all'ex Borsa Merci tutti i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio bergamasco. Fuori dall'edificio, nel frattempo, è continuata la manifestazione dei lavoratori, con tanto di corteo e sit in.«La Indesit Company – riporta il documento poi firmato dalle forze sindacali e dai rappresentanti politici – negli ultimi anni ha aperto quattro nuovi stabilimenti in Polonia e uno in Russia, ha concentrato delle attività produttive nell'Anconetano e nel Casertano, ha ridimensionato Refrontolo e lo stabilimento di None (Torino), beneficia degli ecoincentivi dello Stato per la rottamazione dei vecchi elettrodomestici e ora beneficerà di altri incentivi per investimenti nel Mezzogiorno. Il piano industriale presentato prevede 530 licenziamenti concentrati a Brembate Sopra e Refrontolo. Se contiamo l'indotto, le persone che rischiano di perdere il posto di lavoro nella Bergamasca sono circa 750 con gravi conseguenze sul piano sociale e sul tessuto economico di un'area già profondamente colpita dalla crisi».«Alla luce delle motivazioni apportate dalla direzione aziendale nei recenti confronti – continua il documento – e soprattutto dopo la grave ed inaccettabile decisione dei vertici di interrompere le trattative nell'incontro del 9 luglio, esprimiamo la netta contrarietà alla prospettata chiusura dello stabilimento bergamasco e chiediamo all'Indesit: un nuovo piano industriale che preveda il rilancio del sito bergamasco e trevigiano e a Confindustria Bergamo di fare la propria parte nel favorire un confronto fra le parti». In pratica le organizzazioni sindacali e i politici chiederanno al Governo nazionale e regionale di farsi carico di tutte le iniziative necessarie per evitare la chiusura dello stabilimento. Hanno firmato il documento: Savino Pezzotta (Udc), Gabriele Sola (Idv), Valerio Bettoni (Udc), Maurizio Martina (Pd), Antonio Misiani (Pd), Gregorio Fontana (Pdl), Daniele Belotti (Lega Nord), Giacomo Stucchi (Lega Nord), Giovanni Sanga (Pd), Alessandra Gallone (Pdl), Carolina Lussana (Lega Nord), Marcello Raimondi (Pdl), Chiara Cremonesi (Sinistra e Libertà) e Mario Barboni (Pd). Assente per lieve indisposizione il senatore Valerio Carrara (Pdl) che comunque ha fatto sapere che intende seguire passo per passo la vertenza.Luigi Bresciani, segretario generale Cgil di Bergamo, al termine era soddisfatto: «La riunione è riuscita, dalle parole però chiediamo si passi ai fatti. Verificheremo ad ottobre gli impegni del governo. Se nulla cambierà sul fronte della Indesit, ma anche delle altre fabbriche in difficoltà, non escludiamo di arrivare ad una mobilitazione unitaria generale in tutta la provincia». E il segretario generale Cisl Ferdinando Piccinini, aggiunge: «Abbiamo riscontrato un'unità d'intenti da parte di tutta la politica nel sostenere le azioni dei sindacati, mirate a dare continuità al sito di Brembate. Non è una battaglia facile, ma Bergamo deve giocarla e vincerla». Ieri mattina ciascuno dei rappresentanti politici ha ribadito che si farà portavoce nei confronti delle istituzioni per trovare una via d'uscita al caso Indesit. Gli stessi hanno comunque concordato che al di là del proprio impegno è comunque il Governo ad avere i veri strumenti per riuscire a dare una «spallata» decisiva a questa vertenza.«Ora ci attendiamo dall'azienda un'assunzione di responsabilità – ha commentato Angelo Nozza, segretario provinciale della Uilm – perché non si possono liquidare 430 posti pensando di potersene lavare le mani. L'impegno dei politici è però fondamentale per dare a noi la forza di portare avanti le rivendicazioni legittime».Anche la segreteria provinciale di Rifondazione Comunista ha sottolineato come serva «una reale volontà politica per difendere unità produttive e posti di lavoro della Indesit. È inaccettabile che imprese che hanno goduto di incentivi per vendere i propri prodotti decidano di punto in bianco di trasferire gli stabilimenti altrove e di licenziare i propri lavoratori».«Il nostro partito – ha poi detto il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Gabriele Sola – intende istituzionalizzare a livello normativo il principio secondo il quale, nel rispetto di quanto previsto dalle direttive Comunitarie, le imprese beneficiarie di incentivi di Stato siano tenute a garantire l'utilizzo di una quota dei profitti da essi derivanti per la produzione dislocata sul territorio».«È importante che tutta la politica bergamasca sappia fare squadra – ha affermato Matteo Rossi, consigliere provinciale del Partito democratico – e che nessuno alzi bandiera bianca prima che questa battaglia non sia stata fatta fino in fondo. In particolare sottoscrivo l'idea di un nuovo piano industriale che preveda il rilancio del sito di Brembate». Oggi pomeriggio intanto il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, e il vice segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Laura De Rosa, si recheranno allo stabilimento Indesit per incontrare i lavoratori. «Vogliamo dimostrare – afferma Centrella – la nostra concreta solidarietà agli operai di Brembate i quali, come quelli di Refrontolo, sono stati colpiti da una decisione improvvisa e gravissima».

lunedì 12 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 12/07/10 - INDESIT, DOCUMENTO UNITARIO: CHIESTA LA CONTINUITA' AZIENDALE

Indesit: politici all'incontro della Borsa Merci
La giornata di mobilitazione dei lavoratori della Indesit - che hanno manifestato bloccando le vie di Bergamo (i dettagli nell'allegato) - ha portato alla firma di un documento congiunto di impegno a sostegno della continuità aziendale e della difesa dell'occupazione. Il documento - che è pubblicato qui a fianco negli allegati - è stato firmato da: Savino Pezzotta Udc, Gabriele Sola Idv, Valerio Bettoni Udc, Maurizio Martina Pd, Antonio Misiani Pd, Gregorio Fontana Pdl, Daniele Belotti Lega Nord, Giacomo Stucchi Lega Nord, Giovanni Sanga Pd, Alessandra Gallone Pdl, Carolina Lussana Lega Nord, Marcello Raimondi Pdl, Chiara Cremonesi di Sinistra e Libertà, Mario Barboni Pd.Fuori dall'ex Borsa Merci c'erano i campanacci e il blocco del centro per la protesta dei lavoratori. Dentro invece le parole, gli impegni richiesti e quelli presi: qui, per la cui sopravvivenza dell'azienda, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, insieme all'assessorato al Lavoro della Provincia di Bergamo, avevano organizzato un incontro, invitando tutti i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio bergamasco.L'obiettivo dell'incontro era quello di fare il punto sulla situazione dello stabilimento di Brembate che il gruppo ha annunciato di volere chiudere, col rischio di lasciare a casa i 430 lavoratori e, si stima, altri 300 dell'indotto. Come previsto, oggi si è arrivati a sottoscrivere Un lavoratore, Roberto Mazzoleni, da 35 anni in Indesit, ha preso la parola durante l'incontro e ha rivolto ai politici un accorato appello di aiuto per evitare che 432 lavoratori perdano il posto: «Lo sapete meglio di me - ha detto - se la Indesit chiude non troveremo più nessuna occupazione». Il suo intervento nel video allegato.I commenti«Voglio ringraziare tutte le lavoratrici e i lavoratori dell'Indesit e di altre aziende bergamasche che hanno partecipato alla manifestazione di oggi a sostegno delle richieste del sindacato per evitare la chiusura dello stabilimento di Brembate - ha detto Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil di Bergamo -. La riunione con i parlamentari e i consiglieri regionali bergamaschi è riuscita. Tutti si sono impegnati a lavorare per impedire la chiusura dello stabilimento sottoscrivendo il documento unitario di Cgil, Cisl e Uil. Dalle parole però chiediamo si passi ai fatti. Verificheremo a ottobre gli impegni del Governo. È chiaro comunque che se nulla cambierà sul fronte della Indesit, ma anche delle altre fabbriche in difficoltà, non escludiamo la necessità di arrivare ad una mobilitazione unitaria più generale in tutta la provincia di Bergamo».«La decisa presenza dei lavoratori alla manifestazione di oggi chiede a tutti e in particolare ai parlamentari bergamaschi un impegno forte ed esplicito per far cambiare idea alla Indesit - aggiunge Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom -. Non è possibile rassegnarci alla chiusura dell'azienda e per questo ci aspettiamo a partire dal prossimo incontro al ministero delle Attività Produttive fissato per giovedì 15 luglio un sostegno alla nostra proposta: 12 mesi di cassa integrazione speciale e nello stesso periodo la possibilità di condurre una vera trattativa che individui soluzioni alternative alla chiusura».«L'unità d'intenti emersa dall'incontro con i politici bergamaschi - ha dichiarato il segretario provinciale della Uilm, Angelo Nozza, al termine del vertice - è un segnale positivo in una vertenza, come quella relativa alla prospettata chiusura dell'stabilimento Indesit di Brembate Sopra, che sta dimostrando l'assoluta chiusura dell'azienda verso ipotesi alternative, e del tutto praticabili, ipotizzate dai sindacati. Le dichiarazioni degli esponenti istituzionali orobici, pienamente in linea peraltro con quelle già ascoltate in altre sedi nelle ultime settimane, dimostrano la determinazione a fare squadra per scongiurare un'ipotesi le cui ripercussioni sul tessuto sociale ed occupazionale del nostro territorio sarebbero potenzialmente gravissime»«Ora ci attendiamo dall'azienda un'assunzione di responsabilità - ha aggiunto Nozza - perché non si possono liquidare 430 posti di lavoro pensando di potersene lavare le mani. L'impegno dei politici è però fondamentale per dare a noi la forza di portare avanti le rivendicazioni legittime e ai lavoratori, che stamattina hanno attraversato in corteo le strade di Bergamo, far sentire la solidarietà del territorio».«È stato un momento positivo - ha dichiarato Matteo Rossi, consigliere provinciale del Pd - per tenere alta l'attenzione sul tema della Indesit che colpisce tutto il territorio bergamasco, in particolare quello dell'Isola. È importante che tutta la politica bergamasca sappia fare squadra, e che nessuno alzi bandiera bianca prima che questa battaglia non sia stata fatta fino in fondo. Esprimo la mia adesione al documento sottoposto da Cgil, Cisl, Uil ai politici bergamaschi, in particolare sottoscrivo l'idea di un nuovo piano industriale che preveda il rilancio del sito di Brembate. In Provincia siamo pronti a dare il massimo sostegno al lavoro dell'assessore Zucchi, ma chiediamo che il milione di euro previsto nel bilancio provinciale e destinato alle famiglie colpite dalla crisi sia erogato al più presto, e che i criteri di suddivisione delle risorse tengano conto di quelle realtà territoriali, come l'Isola, maggiormente colpite dalla crisi. Ai sindaci e alle amministrazioni comunali dell'Isola bergamasca chiediamo un intervento straordinario a sostegno delle decine di famiglie del territorio colpite da questa situazione».

BERGAMO NEWS - 12/07/10 - STUCCHI: "LA INDESIT CHIUDE" E I LAVORATORI SI INFURIANO

La vertenza - Sindacati e operai fanno fronte comune e rispediscono al mittente il pessimismo dei politici sull'azienda di Brembate. Sottoscritto un documento unitario.

"Non accettiamo la chiusura semplicemente perchè sappiamo che la Indesit è ancora oggi un'azienda che rende, anche a Brembate Sopra": è stato il segretario della Fim Ferdinando Uliano a spiegare in via definitiva il perchè della lotta intrapresa a Brembate dal momento in cui l'azienda ha annunciato la chiusura dello stabilimento bergamasco.Una lotta che dalla Fim alla Fiom è condotta in modo unitario e che Uliano ha voluto ribadire al termine dell'incontro di una delegazione di lavoratori con i politici bergamaschi, dopo alcuni attimi di tensione tra il deputato della Lega Nord Giacomo Stucchi e un operaio, sostenuto anche da Mirco Rota, della Fiom. "Io e Calderoli abbiamo parlato con l'Amministratore delegato della Indesit, per loro Brembate è chiusa, voglio essere onesto" aveva detto Stucchi. "Ma allora cosa siamo qui a fare? Ero orgoglioso di poter parlare con voi, ora mi sento sprofondare" è intervenuto l'operaio. "E chi pensa di poter risolvere la questione parlando con l'Amministratore delegato ha sbagliato - secondo Mirco Rota -. Serve una battaglia Comune, per far cambiare idea all'azienda, non per accettare le sue prese di posizione".Questi i pochi attimi di tensione durante l'incontro svoltosi all'ex Borsa Merci di piazza della Libertà, durante il quale Stucchi ha anche spiegato che "secondo l'Amministratore delegato l'azienda non prenderà un solo euro di incentivo per spostarsi al Sud". Sullo sfondo c'era il rumore dei lavoratori rimasti in strada, con le loro bandiere, con loro urlo continuo "per il lavoro". Se n'è usciti con la sottoscrizione da parte dei politici bergamaschi (parlamentari, consiglieri regionali, assessori regionali, consiglieri provinciali e Provincia) di un documento che chiede alla Indesit un nuovo piano industriale "per il rilancio del sito bergamasco e trevigiano" e a Confindustria Bergamo "di fare la propria parte per favorire un confronto". Le firme al documento sono arrivate dopo il corteo dei lavoratori che ha attraversato la città, a partire dalla stazione e passando per Confindustria, via Tasso, via Roma, via Petrarca e piazza della Libertà. Il centro di Bergamo è rimasto semi paralizzato per almeno un paio d'ore.

BERGAMO SERA - 12/07/10 - SINDACATI E POLITICA: FRONTE COMUNE PER SALVARE LA INDESIT

BERGAMO — Fuori dall’ex Borsa Merci, i campanacci e il blocco delle vie del centro per la protesta dei lavoratori. Dentro, nella sala del Consiglio, le parole, gli impegni richiesti e quelli presi. E’ stata quella la giornata di Indesit quella di oggi. Per una volta, tutto il mondo bergamasco sembra fare fronte comune per evitare un trasferimento che sarebbe drammatico per 420 lavoratori e altri 300 dell’indotto. Sindacati e politica si sono incontrati alla Borsa Merci per fare il punto sulla situazione dello stabilimento di Brembate che il gruppo ha annunciato di volere chiudere. Cgil, Cisl, Uil, consiglieri regionali e parlamentari hanno sottoscritto un documento congiunto di impegno a sostegno della continuità aziendale e della difesa dell’occupazione. Hanno apposto la firma: Savino Pezzotta Udc, Gabriele Sola Idv, Valerio Bettoni Udc, Maurizio Martina Pd, Antonio Misiani Pd, Gregorio Fontana Pdl, Daniele Belotti Lega Nord, Giacomo Stucchi Lega Nord, Giovanni Sanga Pd, Alessandra Gallone Pdl, Carolina Lussana Lega Nord, Marcello Raimondi Pdl, Chiara Cremonesi di Sinistra e Libertà, Mario Barboni Pd. “Voglio ringraziare tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’Indesit e di altre aziende bergamasche che hanno partecipato alla manifestazione di oggi a sostegno delle richieste del Sindacato per evitare la chiusura dello stabilimento di Brembate” ha detto Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil di Bergamo. “La riunione con i parlamentari e i consiglieri regionali bergamaschi è riuscita. Tutti si sono impegnati a lavorare per impedire la chiusura dello stabilimento sottoscrivendo il documento unitario di Cgil, Cisl e Uil. Dalle parole però chiediamo si passi ai fatti. Verificheremo ad ottobre gli impegni del Governo. E’ chiaro comunque che se nulla cambierà sul fronte della Indesit, ma anche delle altre fabbriche in difficoltà, non escludiamo la necessità di arrivare ad una mobilitazione unitaria più generale in tutta la provincia di Bergamo”. “La decisa presenza dei lavoratori alla manifestazione di oggi chiede a tutti e in particolare ai parlamentari bergamaschi un impegno forte ed esplicito per far cambiare idea alla Indesit” ha commentato Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-CGIL. “Non è possibile rassegnarci alla chiusura dell’azienda e per questo ci aspettiamo a partire dal prossimo incontro al Ministero delle Attività Produttive fissato per giovedì 15 luglio un sostegno alla nostra proposta: 12 mesi di cassa integrazione speciale e nello stesso periodo la possibilità di condurre una vera trattativa che individui soluzioni alternative alla chiusura”. Continua, intanto, da oltre un mese, il presidio dei lavoratori Indesit a Brembate, dopo l’annuncio dell’intenzione di chiudere, arrivato il 9 giugno. Per Brembate è stata chiesta la Cassa integrazione ordinaria “per momentanea carenza di commesse di lavoro” per tutti e 430 lavoratori e per 4 settimane.

giovedì 8 luglio 2010

BERGAMO SERA - 08/07/10 - STUCCHI PORTA IL CASO BIANCHI IN PARLAMENTO

ROMA – Il parlamentare bergamasco della Lega Giacomo Stucchi ha presentato ieri un’interrogazione parlamentare ai ministri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e dell’Economia, sulla vicenda della paventata chiusura delle storica fabbrica di biciclette Bianchi di Treviglio.“Dalla stampa locale della Provincia di Bergamo si apprende la notizia che è stato presentato a Treviglio (BG) un progetto che prevede la collocazione di spazi commerciali e sportivi nel futuro dell’area dove è situata l’azienda Bianchi; lo stabilimento e i capannoni dello storico marchio di biciclette occupano circa 40.000 metri quadrati dei 110.000 complessivi dell’area in questione, nella frazione Battaglie a Nord di Treviglio; alcuni sindacati aziendali e parte dei lavoratori hanno paventato l’ipotesi dello smantellamento e del trasferimento della produzione verso gli stabilimenti di Taiwan e della Francia, dove già viene sfornato il grosso della produzione, mantenendo però a Treviglio solo il “quartier generale”; l’azienda Bianchi ha reso noto che non è ipotizzabile la cessazione della produzione presso lo stabilimento di Treviglio e mira piuttosto a sviluppare la produzione delle biciclette in carbonio e di alta gamma in genere. Chiedo ai ministri se intendano verificare le reali intenzioni del gruppo Bianchi, alla luce degli scenari prospettati dalla realizzazione del nuovo piano che interessa l’area industriale di Treviglio, accertandosi che quanto ha dichiarato venga effettivamente rispettato, poichè l’eventuale immotivato trasferimento del sito produttivo sarebbe l’ennesimo durissimo colpo all’occupazione e all’economia del territorio bergamasco”.

ECO DI BERGAMO - 08/07/10 - "NELL'AREA BIANCHI ANCHE SERVIZI PER LA FRAZIONE"

Treviglio, la richiesta della Borghi a Lombardini«Nel Pgt spazi commerciali e case alle Battaglie»
Treviglio discute del futuro dello stabilimento della BianchitreviglioLa proposta del gruppo Lombardini per l'area della Bianchi, che prevede accanto allo storico stabilimento spazi commerciali e sportivi, è ora sul tavolo della Giunta trevigliese che sta lavorando al futuro Piano di governo del territorio. «Il Comune ha preso in considerazione – spiega il sindaco Ariella Borghi – l'opportunità avanzata dai proponenti del sito commerciale e quindi nel futuro Pgt inseriremo questo polo commerciale, che avrà anche una parte residenziale e di servizi socio-culturali che dovranno andare a sostegno della frazione Battaglie. È quello che abbiamo chiesto al gruppo Lombardini. Inoltre questo progetto dovrà tenere conto anche di quello presentato dagli Istituti educativi di Bergamo relativo a un polo tecnologico agricolo che nella confinante frazione di Castel Cerreto prevede strutture per la preparazione di ortaggi e frutta, un mercato contadino, fattorie didattiche, spazi ricettivi e di formazione, insomma una polifunzionalità senza la quale l'agricoltura può essere messa in crisi». «Un disegno di sviluppo, quest'ultimo, – ha concluso Ariella Borghi –, che sarà inserito tra i progetti dell'expo 2015». Intanto il Comune di Treviglio ha chiesto ufficialmente un incontro con la proprietà della fabbrica di biciclette Bianchi per conoscere gli orientamenti futuri produttivi e occupazionali dell'azienda. Il sindaco ha inviato ieri una lettera a Fabrizio Casellato, dirigente della fabbrica, per organizzare un nuovo incontro, sarebbe il terzo dall'inizio dell'anno, con i rappresentanti della famiglia Grimaldi che detiene il marchio Bianchi. L'iniziativa del sindaco è legata alle delicate argomentazioni affrontate nell'incontro di martedì in comune con i rappresentanti delle Rsu aziendali Bianchi e gli esponenti provinciali di Cisl e Cgil, secondo cui la produzione rischierebbe di finire all'estero. Per scongiurare questo rischio si è deciso un confronto con i proprietari della Bianchi: una linea d'azione già attuata negli scorsi mesi ma rivelatasi poco proficua, soprattutto per i 62 lavoratori dell'azienda. Il timore che la produzione venga trasferita all'estero e bloccando l'attività dello stabilimento di Treviglio, con la conseguente disoccupazione degli operai, esiste e viene ribadito dai lavoratori.Anche l'onorevole Giacomo Stucchi della Lega Nord si è mobilitato con un interrogazione ai ministri per lo sviluppo economico, al Lavoro e all'Economia perché si verifichino le reali intenzioni del gruppo Bianchi visto che un eventuale trasferimento sarabbe «un durissimo colpo all'occupazione e all'economia del territorio». E per sensibilizzare l'opinione pubblica, martedì alcuni esponenti sindacali della Bianchi hanno tenuto un presidio davanti al municipio di Treviglio. «La nostra città è sempre andata orgogliosa della Bianchi – ha evidenziato il sindaco – che ha portato il nome di Treviglio e del made in Italy nel mondo, con le vittorie dei suoi ciclisti e la qualità della produzione. Proprio per questo il Comune si sta muovendo per evitare che la ditta se ne vada dallo stabilimento della frazione Battaglie e anzi ci impegneremo perché il sito produttivo venga addirittura potenziato». I dubbi degli operai e degli esponenti sindacali restano, anche se dai vertici dell'azienda confermano che la ditta rimarrà dov'è. Fabrizio Boschi

domenica 4 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 04/07/10 - "LAVORA A BERGAMO, DISOCCUPATO A BOLOGNA"

Il caso di un collaboratore scolastico segnalato dallo Snals. Interrogazione di Stuccchi
Lavoratore regolare in una città, disoccupato in un'altra. Capita anche questo nel variegato e fantasioso sistema burocratico della scuola italiana. Capita di trovare tra gli iscritti alle liste di disoccupazione di Bologna un collaboratore scolastico di una scuola di Bergamo. A denunciarlo con un'interrogazione parlamentare è Giacomo Stucchi, deputato leghista, che a fine giugno, su segnalazione del sindacato Snals, ha rivolto un'articolata richiesta al ministero dell'Istruzione, portando ad esempio un caso tutto bergamasco. Il meccanismo, denuncia il parlamentare leghista, è semplice, e si basa su una serie di mancate verifiche che permettono di cambiare lo status lavorativo da una città all'altra. Ecco come: «Un collaboratore scolastico (portatore di disabilità, ndr) – si legge nell'interrogazione – pur risiedendo nel comune di Bergamo e prestando attività lavorativa nella città di Bergamo con rapporto di lavoro che supera gli otto mesi, può eleggere il suo domicilio provvisorio nel comune di Bologna. Allo stesso collaboratore, solo in base alle dichiarazioni fornite, qualora non raggiunga i limiti di reddito previsti dalla Regione Emilia Romagna per i disabili (più alti, chissà perché, di quelli della Lombardia, ndr) e nonostante l'attività di lavoro prestata nel comune di Bergamo, viene ugualmente riconosciuto il diritto alla riserva di posto». Insomma, in base a questo principio, tale lavoratore godrebbe di una garanzia sconosciuta al resto dei lavoratori italiani. Una garanzia che permetterebbe allo stesso di acquisire il privilegio del ruolo, nonostante sia già titolare di un contratto di lavoro. Secondo Stucchi, due sono le iniziative da intraprendere per evitare queste disparità: da una parte prevedere un adeguato sistema di controlli da parte del centro provinciale per l'impiego per accertare l'effettivo status dell'interessato, dall'altro prevedere l'obbligo di iscrizione dell'interessato al Centro provinciale per l'impiego in cui l'interessato presta o intenda prestare la propria attività lavorativa. A lanciare l'allarme Loris Renato Colombo, dello Snals: «Il mio grazie al deputato Stucchi che ha deciso di andare a fondo in questa vicenda. A me va bene il federalismo, ma il federalismo deve essere una cosa che non va a cozzare tra i diritti dell'uno e i doveri dell'altro. A Bergamo se un collaboratore scolastico ha già il lavoro non può iscriversi al collocamento, perché a Bologna non è così? E perché a Bergamo è richiesto un reddito più basso che a Bologna? Fino a quando dovremo sopportare questa Italia a due velocità? Insomma, va bene delegare i poteri agli enti locali, ma poi bisogna garantire che le regole siano uguali per tutti».