domenica 28 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -28/06-09- A ZOGNO GHISALBERTI PUNTA SUI GIOVANI

ZOGNO. Giuliano Ghisalberti, il nuovo sindaco leghista di Zogno, ha composto la nuova Giunta che lo accompagnerà per i prossimi cinque anni di amministrazione e al Consiglio comunale di insediamento ha presentato, fra gli applausi, la sua nuova squadra. Schiacciante è stato il risultato elettorale ottenuto dalla Lega Nord che, pur correndo senza alleati, con 2.879 voti su un totale di 5.689 voti validi, ha confermato la poltrona di primo cittadino del capoluogo brembano con il leghista Giuliano Ghisalberti, 38 anni, laureato in Economia e commercio e di professione bancario. Dopo aver ottenuto il 50,61% dei consensi e aver distaccato di 1.444 voti Roberto Fustinoni della lista «Zogno Democratica» e di 1.504 voti Roberto Mazzoleni del «Popolo della Libertà - Unione di Centro», lo schieramento leghista, formato soprattutto da giovani, al quarto mandato e da 14 anni consecutivi alla guida di Zogno, non perde tempo. Il nuovo gruppo è infatti già al lavoro, tanto che a margine del primo Consiglio, freschi di nomina, gli assessori si sono riuniti per la prima seduta di Giunta. In capo al primo cittadino Ghisalberti, già assessore nel 1999 a Cultura e Istruzione e dal 2004 capogruppo e consigliere di maggioranza, rimangono Polizia locale, Bilancio e Personale. Giampaolo Pesenti è stato nominato vicesindaco e assessore a Urbanistica, Edilizia privata e Commercio. Lino Gherardi è stato riconfermato invece assessore ai Lavori pubblici e al Patrimonio. Al giovanissimo Massimo Pesenti, 24 anni, studente universitario in Lettere, alla prima esperienza amministrativa, sono state affidate le Politiche giovanili, oltre a Informatizzazione, Ecologia e Protezione civile. Mario Zanchi seguirà invece i Servizi sociali, mentre Angelo Curnis è stato riconfermato assessore a Istruzione, Cultura, Trasporti e Comunicazione. Nella prima seduta consiliare sono state conferite anche deleghe specifiche ad alcuni consiglieri comunali. Diego Donadoni è stato delegato allo Sport, Duilio Brozzoni seguirà le Manutenzioni del patrimonio, mentre Meri Ruggeri ha ricevuto la delega per i Servizi socio-sanitari. Diego Donadoni, oltre che consigliere delegato, ricopre anche la carica di capogruppo della maggioranza leghista. Roberto Mazzoleni è invece capogruppo per il gruppo consiliare di minoranza del «Popolo della Libertà - Unione di Centro», mentre Roberto Fustinoni guida la lista «Zogno Democratica». Da parte loro, entrambi i gruppi di minoranza hanno rivolto al primo cittadino, alla nuova Giunta e ai consiglieri un augurio di buon lavoro.«Sarò il sindaco di tutti - ha esordito Giuliano Ghisalberti dopo il giuramento -. Lavoreremo con onestà e trasparenza come abbiamo fatto in tutti questi anni. Gli zognesi ci hanno dato fiducia e hanno ripagato il lavoro svolto e l'impegno che la Lega ha messo nella vita amministrativa del paese. Onestà e trasparenza nell'operare amministrativo saranno due punti cardine». Tra le priorità della Lega Nord c'è il potenziamento dei servizi già attivi, soprattutto nel settore dei servizi sociali, della famiglia, delle politiche giovanili e della terza età, ma anche la realizzazione della variante stradale in galleria e della bretella del Monte di Zogno, oltre al miglioramento della viabilità e alla messa in sicurezza della stazione degli autobus in collaborazione con la Provincia. «Oltre ai progetti già in corso - ha continuato Ghisalberti - tra i nostri primi interventi ci sarà il recupero del patrimonio storico-artistico, grazie a un finanziamento statale di più di 400 mila euro per la ristrutturazione delle facciate esterne delle scuole primarie di via Roma, grazie all'interessamento del deputato leghista Giacomo Stucchi». Ma non mancherà di certo tra le priorità l'attenzione per i problemi occupazionali del territorio: l'Amministrazione comunale zognese ha infatti già ricevuto nei giorni scorsi i sindacati e i lavoratori della Miti.

sabato 27 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -27/06/09- PM, LA "FUGA" DA BERGAMO ARRIVA A ROMA

La «fuga» di pubblici ministeri dalla Procura di Bergamo finisce a Roma sul banco del Ministero della Giustizia, cui gli onorevoli leghisti bergamaschi - Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli - hanno indirizzato un'apposita «interrogazione a risposta scritta» per sapere se il ministro intende intervenire in proposito. L'interrogazione ricostruisce la situazione, premettendo che «nel prossimo mese di settembre 2009 ben cinque pubblici ministeri lasceranno la Procura di Bergamo: due per scelta professionale; mentre sulla decisione degli altri tre sembra che abbiano influito anche gli incentivi economici e di anzianità, concessi a chi opta per sedi disagiate». Insieme ricorda che «entro lo stesso termine temporale è previsto alla Procura di Bergamo l'arrivo di un solo sostituto procuratore», che «i pubblici ministeri attualmente in servizio sono 14 (due in meno di quelli previsti dalla pianta organica) che, quindi, si ridurranno a 10 dopo l'estate, mettendo a rischio lo svolgimento regolare dell'attività lavorativa della magistratura inquirente bergamasca». Inoltre, in premessa i parlamentari leghisti segnalano che «la mole di lavoro pro-capite nella Procura di Bergamo è 10 volte superiore, a titolo esemplificativo, a quella di Palermo, considerata una sede disagiata, dove però il numero dei magistrati è più che adeguato» e che «a fronte di carichi di lavoro che risulterebbero insostenibili, i pubblici ministeri rimasti in servizio nella Procura di Bergamo potrebbero essere indotti a cercare un'altra sistemazione, magari tra quelle economicamente incentivate». L'interrogazione sottolinea come si stia verificando «in tutto il Paese uno spostamento di toghe provocato dalla ridefinizione dello status di "sede disagiata" e dei relativi privilegi economici (duemila euro netti al mese oltre allo stipendio per i primi 4 anni, scatti di anzianità raddoppiati per i primi 6 mesi, possibilità di tornare dopo 4 anni presso la procura di provenienza anche se con organico al completo), anche in base al criterio della carenza di organico superiore al 50%, come stabilito dalla normativa in vigore»; la quale anche «proibisce ai magistrati di prima nomina di fare i pubblici ministeri, creando ed accentuando la carenza di organico delle procure». Premesso tutto questo, i parlamentari della Lega chiedono al Ministro «se non intende affrontare con urgenza le problematiche relative alla Procura di Bergamo, segnalate in premessa, prevenendone quindi i disagi; se, più in generale, non ritenga opportuno intervenire sulla questione posta in premessa che, secondo quanto riferito dai media, interessa un numero rilevante di procure sul territorio nazionale».

venerdì 26 giugno 2009

BERGAMO7 - 26/06/09 - TROPPI BAMBINI STRANIERI, NON C'E' POSTO PER I RESIDENTI

Interrogazione dei parlamentari leghisti per l'asilo di Cologno

Cologno - Svincolare l'avanzo di bilancio dal Patto di stabilità per poter realizzare una nuova sezione alla scuola dell'infanzia di Cologno. Questo il contenuto di un'interrogazione parlamentare degli onorevoli della Lega Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Pierluigi Vanali e Nunziante Consiglio, inviata ai ministri dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e delle Finanze Giulio Tremonti. Scopo della richiesta di svincolare l'avanzo di bilancio, in tutto 936 euro, è da un lato assorbire la lista d'attesa ed evitare così una concentrazione di bambini stranieri rispetto ai residenti storici. «Il criterio di priorità d'ingresso dei bambini della scuola dell'infanzia - si legge nel testo dell'interrogazione - comporta che tutti i bambini d'età compresa fra i 4 e i 5 anni scalino la graduatoria, aggiudicandosi il posto nella scuola statale. Tale criterio favorisce però principalmente i bambini stranieri, che arrivano nel nostro territorio nella fascia già preferenziale, generando un fenomeno progressivo di concentrazione degli stranieri rispetto ai residenti storici, le cui famiglie vorrebbero invece far frequentare l'intero percorso formativo della scuola d'infanzia. La conseguenza di tale situazione è che numerosi bambini colognesi rimarranno esclusi dalle graduatorie a beneficio di bambini stranieri, con grosse ripercussioni per le famiglie dove spesso entrambi i genitori lavorano». Non solo. Secondo i parlamentari una percentuale elevata di alunni stranieri genererebbe uno spostamento della popolazione verso la scuola paritaria cattolica. Aprire una nuova sezione nella nuova scuola statale permetterebbe, secondo i firmatari dell'interrogazione parlamentare, di assorbire la lista d'attesa e di garantire una migliore distribuzione dei bambini stranieri. In questo modo, inoltre, secondo i parlamentari, si ottimizzerebbe l'investimento. «Il problema è serio - ha commentato il sindaco Roberto Legramanti - Gli spazi ci sono ma lo Stato non ci manda gli insegnanti. Chiediamo soltanto di poter trovare una soluzione, altrimenti c'è il serio rischio di molti bambini rimangano fuori dalla scuola».

giovedì 25 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -25/06/09- FESTA POST VOTO. E IL PRESIDENTE DIVENTA BLUESMAN

Gli esperti lo sanno: le chitarre di alta qualità, più invecchiano più migliorano. È una questione di legno e cose così. Le altre, invece, più invecchiano più peggiorano. Ma non sempre. Perché ogni tanto capita tutto il contrario. Ettore Pirovano, uno che non è che non possa scegliere, ma che si trova irrimediabilmente innamorato di un'acustica quasi-Gibson, lo sa bene. «È una copia giapponese, ce l'ho dal 1975. È un regalo che mi ha fatto mia moglie Mariuccia poco dopo le nozze e che con me ha girato mezzo mondo. Oggi suona meglio di una chitarra da 10 mila euro. Fantastica». Ieri la quasi-Gibson non era con lui, ma, a sorpresa, Pirovano ha imbracciato una Fender telecaster ed è salito sul palco del Bobadilla. L'occasione? Il concerto jazz-blues organizzato in onore del neoeletto presidente della Provincia e di Claudia Terzi, anche lei fresca di elezione a sindaco di Dalmine. In platea, pienone di lumbard, (dai parlamentari Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Matteo Salvini e Paolo Grimoldi) ai consiglieri comunali Daniele Belotti e Silvia Lanzani, con particolare partecipazione della sezione di Dalmine che ha organizzato la serata, ma pure molti semplici amici e parenti. Presente anche il sindaco di Bergamo Franco Tentorio. Tutti ad applaudire mentre Pirovano, accompagnato dalla Blues Band, attaccava con gli accordi di «Con te sto bene», di Battisti. Poi è la volta di Route 66, il pubblico sfodera videofonini, e giù ancora applausi. Perché che il presidente fosse patito di musica lo sapevano più o meno tutti, ma che fosse anche un interprete di livello era notizia di nicchia. Almeno fino a ieri. Per raccontare il Pirovano musicista bisogna partire da capo. Anzi, da cinque: gli anni che aveva quando ha ascoltato i suoi primi dischi jazz. «Mentre gli altri ascoltavano "Papaveri e papere", mio padre in casa metteva i brani di Gerry Mulligan, Louis Armstrong, Charlie Christian. Quando ero ragazzino è arrivato il primo "padellone" dei Beatles, con gli amici ci siamo imparati tutte le canzoni. Però non sapevamo suonare: la mia prima chitarra me la regalò la mamma, quando avevo 16 anni. Costava ottomila lire». Su quella chitarra è iniziato lo studio. «Ma non con le lezioni - dice -, non mi piaceva studiare nemmeno i libri, figuriamoci... No, facevo a orecchio. Sentivo le canzoni, cercavo di riprodurle. Tutta la mia compagnia si dette alla musica». Così in quel di Caravaggio è nato il complessino: Ettore Pirovano alla chitarra, Angelo Parolari alla batteria, Giuseppe Brigatti al basso, alle tastiere Aldo Bufelè («l'unico non del paese, era di Cerma») e Alberto Tadini, voce. Tadini, quello che qualche anno dopo con la sigla di Goldrake avrebbe venduto un milione di copie. «Ascoltavamo i brani nuovi, stavamo sempre sintonizzati su Radio Lussemburgo - spiega il presidente e deputato leghista -. Suonavamo alle feste e abbiamo iniziato a fare dei concorsi nella Bassa. Andavamo piuttosto bene. E poi avevamo dei gran cori. Ecco, sì, lo scriva. I cori ci venivano meglio di quelli dei Beatles», sorride. E ha le prove: «Su youtube ci trova». Basta digitare «Le Corde Felici», il nome del complesso negli anni sessanta. «Per i gruppi andavano di moda i nomi in inglese, infatti un giorno eravamo i "Boss", un giorno qualcosa d'altro. Poi una sera giornalista arriva e chiede: chi siete? Qualcuno improvvisa: gli Happy Strings. Peccato che quello abbia fatto la traduzione sul giornale, così ci è restato questo nome un po' assurdo». E le Corde Felici non stavano a guardare l'erba che cresce: «Avevamo 18 anni e ci infilavamo nei bar dei musicisti per ascoltare e imparare. A Milano, in corso Europa, ce n'era uno speciale. Sopra c'era il Clan Celentano». Le chiamate dalle sale da ballo non mancavano, mentre tutti lavorano o studiano. Poi lo stop: «Abbiamo smesso nel '70, quando sono partito per il servizio militare». Ma i contatti con gli ex delle Corde Felici restano (ieri alla festa era presente anche Brigatti), così come l'amore per la musica non si cancella. «Nel 1987 lavoravo in Congo per la costruzione di una delle residenze di Mobutu (Pirovano è consulente per società internazionali di costruzioni, ndr). C'erano dei ragazzi di colore che a fine giornata lasciavano il cantiere e suonavano: erano bravissimi, ma con strumenti veramente scalcagnati. Mi son detto: io rischio. Ho chiesto un contributo all'entourage di Mobutu, hanno detto sì. Ci hanno comprato amplificatori americani e strumenti, la sera suonavamo. Eravamo nel mezzo della foresta, o quasi». Insomma, una signora passione, che non si sopisce. E che Claudio Angeleri, direttore del Cdpm e musicista di fama, ben conosce. «Ettore Pirovano è un esperto del settore e un ottimo musicista - spiega -, io l'ho conosciuto così ancor prima che come politico. E proprio in onore della comune passione per la musica ho pensato di fargli un regalo, partecipando a questo concerto, da musicista a musicista». Della partita - condivisa dai sostenitori lumbard - veri pezzi da novanta dell'area musicale, da Gabriele Comeglio a Emilio Soana, fino a Paola Minzani. Così, nel mix fra musica e politica, è nata una serata diversa. Sul palco un Pirovano per l'occasione meno presidente e più bluesman. Sempre lumbard, ma con l'anima soul.

mercoledì 24 giugno 2009

BERGAMO NEWS -24/06/09- "TROPPI IMMIGRATI, ALL'ASILO NON C'È POSTO PER I BERGAMASCHI"

La bassa Bergamasca non riesce infatti a sostenere i costi per una nuova sezione della scuola materna statale e quelle attuali non possono far fronte alle richieste di tutti i residenti. L'allarme è lanciato dalla Lega Nord, che ha presentato un'interrogazione al ministro della Pubblica Istuzione Maria Stella Gelmini. Secondo gli esponenti del Carroccio tra i motivi dell'esclusione dei bambini c'è l'alto tasso di immigrazione. "Il criterio di priorità d'ingresso dei bambini della scuola dell'infanzia - scrivono i firmatari Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Pierguido Vanalli e Nunziante Consiglio - comporta che tutti i bambini d'eta compresa fra i 4 e i 5 anni scalino la graduatoria, aggiudicandosi il posto nella scuola statale. Tale criterio favorisce però principalmente i bambini stranieri che arrivano nel nostro territorio nella fascia già preferenziale, generando un fenomeno progressivo di concentrazione degli stranieri rispetto ai residenti storici, le cui famiglie vorrebbero invece far frequentare l'intero percorso formativo della scuola d'infanzia. La consegunza di tale situazione è che numerosi bambini colognesi rimarranno esclusi dalle graduatorie a beneficio di bambini stranieri, con grosse ripercussioni per le famiglie dove spesso entrambi i genitori lavorano". La Lega chiede quindi che il Comune di Cologno possa aprire una nuova sezione attingendo dai soldi bloccati dal patto di stabilità, "oppure attivare un'intesa - continua l'interrogazione - tra le istituzioni scolastiche e l'ente territoriale interessato, per assicurare il diritto all'istruzione a tutti i bambini di Cologno al Serio".

BERGAMO SERA -24/06/09- SCUOLA. NUOVE SEZIONI A COLOGNO, INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DELLA LEGA

ROMA — Risolvere la situazione in cui versa la scuola di Cologno al Serio e assicurare a tutti i bambini residenti il diritto all’istruzione. E’ questo l’obiettivo di un’interrogazione parlamentare presentata dagli onorevoli della Lega Lega Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Pierguido Vanalli e Nunziante Consiglio, ai ministri dell’Istruzione e delle Finanze Gelmini e Tremonti. I parlamentari chiedono al Ministro dell’istruzione se non ritenga opportuno verificare la possibilità di attivare un’intesa tra le istituzioni scolastiche e l’ente territoriale interessato, per assicurare il diritto all’istruzione a tutti i bimbi residenti a Cologno al Serio. Inoltre, al ministro delle Finanze, la possibilità di sbloccare le somme che servono per l’apertura di nuove sezioni comunali per la scuola statale, prelevandole dall’avanzo del bilancio comunale, che per Cologno è di 936mila euro. Entrambe le richieste sono in linea con il principio di sussidiarietà, finalizzato a consentire agli Enti locali di colmare una lacuna nell’erogazione del servizio nazionale. La situazione d’altronde è davvero precaria. E c’è necessità i fare qualcosa nel breve. L’edificio scolastico costruito di recente con una spesa di 2,7 milioni di euro di cui circa un milione da parte dello Stato, attende. Così come i colognesi attendono che l’investimento fatto con soldi loro possa avere qualche sbocco. Anche perché l’incremento demografico sul territorio comunale è cresciuto a dismisura. E ai bambini serve una scuola dell’infanzia in cui andare. “Il criterio di priorità d’ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia - si legge nell’interrogazione leghista - comporta che tutti i bambini di età compresa fra 4/5 anni scalino la graduatoria, aggiudicandosi il posto nella scuola statale. Tale criterio favorisce però principalmente i bambini stranieri che arrivano sul nostro territorio già nella fascia di età preferenziale, generando un fenomeno progressivo di concentrazione degli stranieri rispetto ai residenti storici, le cui famiglie vorrebbero invece far frequentare l’intero percorso formativo della scuola d’infanzia”. “Una percentuale troppo alta (circa il 30 per cento) di alunni stranieri - prosegue il documento - comporta uno spostamento della popolazione verso la scuola paritaria, poiché i genitori sono consapevoli che la presenza di un numero elevato di bambini, spesso non in grado di comunicare in italiano e con background culturale nettamente distinto, implica un rallentamento generale delle attività di classe a discapito dei propri figli e dell’integrazione dei bambini stranieri nella comunità colognese”. Un problema, a dire il vero, non soltanto colognese a cui prima o poi va trovato un rimedio, che consenta di usufruire del diritto all’istruzione per tutti in una scuola pubblica sempre più ingolfata, e per certi versi ricca, di lingue, etnie e tradizioni diverse. “La conseguenza della situazione prospettata - si legge nell’interrogazione - è che numerosi bambini colognesi rimarranno esclusi dalle graduatorie della scuola dell’infanzia, statale e paritaria, a beneficio di bambini stranieri, con grosse ripercussioni per le famiglie dove spesso entrambi i genitori lavorano”. Così, per evitare fenomeni di marginalizzazione, l’apertura di nuove sezioni presso la scuola statale potrebbe essere la soluzione giusta perché “permetterebbe di assorbire la lista d’attesa garantendo una distribuzione dei bambini stranieri, mitigando la percentuale degli stessi, nonché di ottimizzare un investimento”.

DNEWS -24/06/09- «A COLOGNO L’ASILO HA POSTO SOLO PER I FIGLI DEGLI STRANIERI»

I deputati leghisti Stucchi, Pirovano, Consiglio e Vanalli rivolgono un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Argomento: l’asilo statale di Cologno al Serio, dal quale le famiglie italiane, penalizzate dalle graduatorie, sarebbero in fuga per «una percentuale troppo alta (circa il 30%) di alunni stranieri, poiché i genitori sono consapevoli che la presenza di un numero elevato di bambini, spesso non in grado di comunicare in italiano e con background culturale nettamente distinto, implica un rallentamento generale delle attività di classe». Da qui la richiesta di fondi per l’apertura di una nuova sezione.

DNEWS -24/06/09- LA NUOVA DENOMINAZIONE COSTERÀ MILIONI DI EURO. CARABINIERI, SONO RITORNATE LE “LEGIONI”. E LO STATO PAGA

È questione di una lettera. Più precisamente, di una “R” che torna ad essere una “L”. È tutta qui la “rivoluzione” dell’Arma dei Carabinieri, che dal 5 giugno scorso è tornata all’antica, ispolverando la vecchia dicitura di “Legione”, per riferirsi al comando regionale di appartenenza.
Un salto nella storia, che affonda le sue origini nell’antica suddivisione geografica delle competenze, soppiantata 17 anni fa dalla riforma di brigate e legioni e l’istituzione dei Comandi Regione. A livello operativo la nuova denominazione non comporterà nulla dinuovo: non ci saranno trasferimenti, né cambiamenti di sorta dentro e fuori dalle caserme. Sul piano burocratico, invece, da settimane le oltre 4600 stazioni disseminate in Italia sono alle prese con le prenotazioni di nuovi timbri, targhe, carte intestate e bigliettini da visita. Tonnellate di carta destinate al macero, quintali di piombo che forse verranno fusi, ore di lavoro perse a staccare e riattaccare le insegne fuori dai comandi. Per una spesa che qualcuno ha quantificato tra i 5 e i 7 milioni di euro. La riflessione sull’utilità diquesta scelta s’impone nella nostra provincia più che altrove, visto che la Bergamasca è una delle aree in cui è più basso il rapporto tra agenti di pubblica sicurezza impiegati sul territorio e residenti (15 ogni 10 mila abitanti). «Il Governo ha tagliato gli stanziamenti per polizia e carabinieri e questo già si riflette in un indebolimento della presenza sul territorio – ha dichiarato Antonio Misiani (Pd)–. Forse questi soldi si potevano risparmiare e utilizzare in modo diverso, tenendo conto del fatto che ci sono zone come la provincia di Bergamo sotto dotate come presenza delle forze dell’ordine. Non penso – ha concluso Misiani – che i nostri concittadini apprezzeranno questa scelta ». Una riforma riticata nel merito e nel metodo, che riesce a trovare d’accordo maggioranza e opposizione: «Credo che i soldi a disposizione debbano essere spesi nel modo più utile possibile e non per cambiare le targhe – ha detto Giacomo Stucchi (Lega Nord) –. Tutto questo non gioca a favore di una politica di spesa pubblica logica e oculata. Ci si poteva limitare a dire: questa è la nuova denominazione e man mano che insegne e carte intestate finiscono o si usurano, vengono cambiate. Magari è una scelta giusta, ma doveva essere gestita meglio».

ECO DI BERGAMO -24/06/09- "MATERNITA' PIU' GRANDE, LIBERARE I FONDI"

COLOGNO. Svincolare dal Patto di stabilità la possibilità per il Comune di Cologno al Serio (ma anche di tutti i Comuni virtuosi) di utilizzare l'avanzo di bilancio - nello specifico 936 mila euro - per poter realizzare una nuova sezione alla scuola materna statale, al fine di assorbire la lista d'attesa ed evitare una concentrazione di bimbi stranieri rispetto ai residenti storici. È quanto chiesto in un'interrogazione parlamentare inviata ai ministri dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e delle Finanze Giulio Tremonti, dagli onorevoli della Lega Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Pierguido Vanalli e Nunziante Consiglio. I parlamentari spiegano come, sulla base del decreto Gelmini, i bambini di età compresa fra i quattro e i cinque anni abbiano priorità d'ingresso alla materna statale, «un criterio che favorisce principalmente i bambini stranieri che arrivano sul nostro territorio già nella fascia di età preferenziale, generando un fenomeno progressivo di concentrazione degli stessi rispetto ai residenti storici». I parlamentari sottolineano che una percentuale troppo alta di alunni stranieri comporterebbe uno spostamento della popolazione verso la scuola paritaria cattolica (impossibilitata ad ampliarsi per mancanza di spazi, e dove esiste un gap di 50 euro nella retta mensile) «poiché i genitori sono consapevoli che la presenza di un numero elevato di bambini, spesso non in grado di comunicare in italiano e con background culturale nettamente distinto, implica un rallentamento generale delle attività di classe, a discapito dei propri figli e dell'integrazione dei bambini stranieri». Aprire una nuova sezione nella scuola statale, secondo i firmatari, permetterebbe di assorbire la lista d'attesa e, garantendo una distribuzione dei bambini stranieri, mitigherebbe la percentuale degli stessi oltre che ottimizzare l'investimento.

domenica 21 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -21/06/09- I CARRARA ALLE URNE DIVISI DA UN PUGNO DI VOTI

ALBINO. Oggi e domani gli albinesi sono chiamati alle urne per il turno di ballottaggio, per scegliere il primo cittadino che guiderà il centro più importante della Valle Seriana nei prossimi cinque anni. I giochi sono fatti e le scelte politiche definite. A contendersi la poltrona di sindaco sono Davide Carrara, in forza alla «corazzata» di centrodestra formata da Lega Nord e Pdl, che sono scesi in campo in questa campagna elettorale con i loro simboli ufficiali e i loro «testimonial» nazionali, e Luca Carrara, candidato del centrosinistra albinese, sostenuto dalle due liste civiche «Per Albino: progetto civico» e «Per la Valle del Lujo», che ha preferito marcare la sua scelta civica con «passaggi» promozionali più sobri e senza sostenitori politici.Due candidati, per una sfida che ha il sapore del revival. Come cinque anni fa, infatti, a contendersi il municipio «cilindrico» di Albino saranno ancora centrodestra e centrosinistra. Nel 2004 fu Piergiacomo Rizzi (Lega Nord) ad avere la meglio su Maurizio Noris («ProgettAlbino» e liste di appoggio); e nessun apparentamento ufficiale, ma chiare indicazioni di voto degli altri gruppi degli opposti schieramenti. Oggi e domani, stesso copione: due schieramenti compatti, peraltro meglio definiti di cinque anni fa, e nessun apparentamento con le due liste perdenti, quella del sindaco uscente Rizzi («Rizzi sindaco degli albinesi») e quella di Antonio Nicoli («Albino e frazioni insieme»). Proprio come allora (Rizzi vinse per 80 voti di scarto), c'è grande incertezza. Al primo turno, infatti, i due sfidanti erano separati da pochi voti: 4.564 (41,11%) a favore di Davide Carrara e 4.443 (40,02%) per Luca Carrara. Una manciata di voti, che entrambi i Carrara sperano di rimpinguare con i quasi 2.000 voti lasciati per strada dalle liste di Piergiacomo Rizzi (1.666 voti) e di Antonio Nicoli (427 voti). Saranno proprio queste due liste l'ago della bilancia che decreterà la vittoria per uno dei due Carrara.Intanto, nei giorni scorsi, i due candidati alla poltrona di sindaco hanno «lanciato» gli ultimi appelli agli elettori e salutato i propri simpatizzanti.Ben due comizi per il candidato del centrodestra Davide Carrara: mercoledì bagno di folla leghista davanti al municipio, alla presenza del ministro Roberto Calderoni, del presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano, e degli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio; poi, l'altra sera, in auditorium, il comizio «targato» Pdl, alla presenza del sindaco di Bergamo, Franco Tentorio. «Siamo allo scatto finale - ha detto Tentorio -. Sono sicuro che avete lavorato bene: il sindaco è bravo, la squadra è forte, la coalizione è compatta, il resto lo faranno gli elettori. Comunque, caro Davide, ti voglio vedere a Bergamo».Passaggi elettorali più soft per Luca Carrara, che martedì a Vall'Alta ha presentato la Giunta comunale che nominerà se verrà eletto sindaco, e venerdì, nella sede della propria lista, ha salutato i suoi simpatizzanti, con bevande calde e un buon bicchiere di vino rosso (su Albino è sceso un diluvio che ha impedito la preannunciata anguriata in piazza Caduti). «Una bella festa, molto partecipata - ha affermato Luca Carrara -. C'era così tanta gente, che si entrava a turno in sede per festeggiare». I due Carrara voteranno entrambi questa mattina: Davide, intorno alle 10, alle scuole elementari di Albino, e Luca, nella tarda mattinata, alle scuole elementari di Desenzano. Le urne resteranno aperte anche domani sino alle 15.

ECO DI BERGAMO -21/06/09- SPAREGGIO AD ARCENE. I CANDIDATI TEMONO L'ASTENSIONISMO

ARCENE. Più che il rispettivo avversario, a Cristian Invernizzi e Giuseppe Foresti, i due candidati allo spareggio per la poltrona di sindaco di Arcene, ormai fa paura soprattutto l'astensionismo alimentato da quei residenti che, con la chiusura delle scuole, sono partiti per qualche località di vacanza. Paura giustificata visto che al primo turno hanno ottenuto 1.492 voti a testa ed ogni voto può risultare determinante.Venerdì sera, chiudendo un'«estenuante» campagna elettorale, hanno invitato tutti coloro che al primo turno hanno votato per loro a ritornare alle urne. La sensazione è infatti che, visto che non si prevede più un'affluenza all'84% come al primo turno, chi otterrà ancora 1.492 voti vincerà «a mani basse». A sostenere l'invito del segretario provinciale della Lega Nord Cristian Invernizzi, candidato della lista Lega Nord-Pdl, venerdì sera sono intervenute importanti personalità politiche. Nella sala consigliare, dove il comizio si è spostato a causa del maltempo, si sono radunati il neopresidente della Provincia e deputato leghista Ettore Pirovano, il coordinatore provinciale del Pdl Carlo Saffioti con il vice Pietro Macconi, i deputati della Lega Nord Giacomo Stucchi e del Pdl Gregorio Fontana ed anche il segretario nazionale della Lega Nord Giancarlo Giorgetti. Nei loro interventi hanno sottolineato la necessità «che Arcene, per risolvere i problemi del suo territorio, abbia una guida politica con gli stessi colori del governo nazionale, della Regione e da poco anche della Provincia e della città di Bergamo». Il pensiero di Invernizzi è andato invece soprattutto al suo avversario: «Non abbiamo nulla da imparare in quanto a competenza, disponibilità e onestà. Chi in questi giorni sta diffondendo false accuse contro di noi speriamo che, in caso di vittoria, ci riconosca almeno il diritto a governare».Dall'altra parte del paese, nel centro sportivo, si è tenuto contemporaneamente il comizio finale di Giuseppe Foresti, candidato della lista civica «Insieme per Arcene», alla guida del paese dal 1994. L'assessore uscente ai Lavori pubblici nel suo discorso si è limitato a ringraziare il suo entourage e i suoi elettori invitandoli «ad un ultimo sforzo»: «Dobbiamo completare quanto abbiamo iniziato a fare insieme quindici anni fa». Nessun riferimento al suo avversario e alle personalità politiche corse in suo sostegno. Dopo il comizio, rivolgendosi ai suoi sostenitori, ha osservato come gli ospiti di Invernizzi «avrebbe fatto meglio a chiamarli qui ad Arcene per sostenere l'amministrazione comunale per chiedere l'apertura della fermata ferroviaria o bloccare la cava prevista sul nostro territorio dal piano cave provinciale». Foresti però non ha affondato il colpo. Anzi a margine del suo comizio ha rivolto un ringraziamento ad Invernizzi per la campagna elettorale condotta «con toni bassi» e ha aggiunto: «Il paese, come dimostrato dal risultato elettorale, è spaccato a metà ma tutti i veleni devono essere messi da parte. Chiunque amministrerà, compito già di per sé non facile, dovrà farlo serenamente».Mano tesa che però Invernizzi ora non sembra più disposto a stringere soprattutto dopo che Foresti, a suo dire per non surriscaldare il clima prima del ballottaggio, ha rifiutato il confronto pubblico. «Per entrambi invece sarebbe stata l'occasione per rimarcare a tutta la popolazione che non c'è in corso nessuna guerra civile» ha detto il segretario provinciale della Lega Nord che ha comunque sottolineato che, in caso di sconfitta, telefonerà al suo avversario per fargli i complimenti «ma anche per dirgli che io non abbandonerò Arcene ma rimarrò in Consiglio comunale a guidare l'opposizione». Foresti invece non telefonerà ad Invernizzi «ma solo perché mi recherò ai seggi durante lo spoglio e lì, se diventerà sindaco, mi complimenterò con lui». Da ricordare che il testo unico degli enti locali prevede che, in caso i due candidati ottengano ancora lo stesso numero di voti, diventerà sindaco il più anziano.

venerdì 19 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -19/06/09- MORTI SUL LAVORO, APPELLO AI PARLAMENTARI

Gli ultimi due infortuni mortali sul lavoro avvenuti nei giorni scorsi a Costa Volpino e Sovere, a poche ore di distanza uno dall'altro, hanno spinto gli onorevoli della Lega Nord Giacomo Stucchi ed Ettore Pirovano a presentare un'interrogazione al ministro del Lavoro, inviata per conoscenza anche ai sindacati. Ieri Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil, e Martino Signori della segreteria della Cgil hanno scritto una lettera ad entrambi i parlamentari. «Questa battaglia che stiamo conducendo da anni - scrivono i due sindacalisti - ha avuto momenti che abbiamo definito "stragi" e fasi dove sembrava che il fenomeno si potesse ridurre in modo importante. I momenti dove gli infortuni, in particolare quelli mortali, si riducevano anche sensibilmente sono stati sicuramente frutto di impegni eccezionali da parte delle istituzioni a cominciare dalla prefettura di Bergamo, Asl, Direzione provinciale del lavoro, Inail, Inps e dalle parti sociali, attraverso l'aumento dei controlli efficaci e della formazione di qualità». In particolare la Cgil ricorda l'intervento del precedente governo con una task-force attivata a Bergamo (composta da ispettori e forze dell'ordine) e l'entrata in vigore del decreto 81 del 2008. «Le misure specifiche, unitamente alle leggi che le regolamentano se accompagnate da un forte impegno di tutti, possono creare maggior consapevolezza e quella "cultura della sicurezza sul lavoro" indispensabile per abbattere gli infortuni e le morti sul lavoro - continuano Bresciani e Signori -. La vostra interrogazione al ministro del Lavoro in merito a quanto accaduto a Sovere è sicuramente opportuna anche perché, se il numero degli ispettori della Direzione provinciale del lavoro sono stati incrementati lo scorso anno, il personale Asl operante nel settore Prevenzione e sicurezza sul lavoro è sicuramente insufficiente. Con la stessa determinazione vi chiediamo di operare affinché il testo unico non venga stravolto così come intende fare il ministro del Lavoro attraverso la proposta di decreto correttivo al testo unico».

DNEWS -19/06/09- CGIL, CONTRO LE MORTI BIANCHE SERVONO PIU' CONTROLLI

Incremento del personale Asl operante nel settore prevenzione e salvaguardia del testo unico. Sono queste le richieste della Cgil di Bergamo ai parlamentari leghisti orobici per cercare di arginare il problema delle morti bianche. E' la risposta dell’organizzazione sindacale alla lettera degli esponenti del Carroccio, Ettore Pirovano e Giacomo Stucchi, che sollecitavano l’intervento del Ministero del Lavoro per rafforzare i controlli legati alla sicurezza sul posto di lavoro, “ricorrendo – scrivono – ove se ne ravvisi la necessità, al potenziamento dei nuclei ispettivi”. La risposta della Cgil arriva immediata, dettata dalla preoccupazione per i quattro incidenti mortali registrati nelle ultime due settimane nella provincia orobica. Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil, e Martino Signori della segreteria, chiedono ai parlamentari compaesani di trovare un rimedio senza mettere mano al testo unico, obiettivo di questo governo. Il decreto legge 81 del 2008 – spiega il sindacato – così come la precedente task-force a Bergamo composta da ispettori e forze dell’ordine predisposta dallo scorso governo, avevano avuto come conseguenza un calo degli infortuni mortali nel territorio. Tuttavia ora “mentre il numero degli ispettori della Direzione Provinciale del Lavoro sono stati incrementati lo scorso anno – si legge -, il personale Asl operante nel settore prevenzione e sicurezza sul lavoro è sicuramente insufficiente”.

giovedì 18 giugno 2009

DNEWS -18/06/09- L'AFFONDO DELLA CISL: "TROPPI INFORTUNI, E' NECESSARIO NON ABBASSARE LA GUARDIA"

I tanti morti sul lavoro nelle ultime ore in Lombardia hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza. La Cisl Lombardia chiede di non abbassare la guardia di fronte alla drammaticità degli incidenti. “Se si muore cadendo da un tetto o colpiti da un tubo non si può parlare di morte accidentale – ha dichiarato il segretario Roberto Benaglia – La crisi economica e la paura per la perdita del posto di lavoro rischiano di creare degli alibi e di mettere in secondo piano l’azione di tutti per una maggiore sicurezza contro gli infortuni”. Nel frattempo i parlamentari bergamaschi della Lega Nord Ettore Pirovano e Giacomo Stucchi hanno presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi per chiedere un urgente rafforzamento dei controlli legati alla tutela della sicurezza e il potenziamento dei nuclei ispettivi all’interno delle aziende.

ECO DI BERGAMO -18/06/09- STUCCHI E PIROVANO: "SERVONO CONTROLLI E PIU' ISPETTORI"

Più controlli nei luoghi di lavoro e più ispettori. È quanto chiedono gli onorevoli Giacomo Stucchi ed Ettore Pirovano, nuovo presidente della Provincia, con un'interrogazione rivolta a Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali. La richiesta è scaturita dall'infortunio mortale accaduto ieri a Sovere. Un episodio purtroppo non isolato. Martedì scorso Angelo Tignosini, un operaio cinquantaduenne di Pisogne è morto dopo essere stato travolto da alcune travi in ferro che stava scaricando da un camion. Un altro infortunio mortale si è verificato il 10 giugno: Gianluigi Locatelli, operaio edile di 55 anni, stava lavorando a uno scavo in un cantiere edile a Sotto il Monte quando sono ceduti terra e pietre che lo hanno travolto. Stucchi e Pirovano nella loro interrogazione chiedono al ministro «di intervenire alla luce della drammaticità degli incidenti che si stanno susseguendo in questi giorni, al fine di rafforzare ulteriormente tutti i controlli legati alla tutela della sicurezza dei lavoratori e di predisporre innovative e urgenti forme di controllo del rispetto delle normative sulla sicurezza del lavoro ricorrendo, dove se ne ravvisi la necessità, al potenziamento dei nuclei ispettivi».

mercoledì 17 giugno 2009

DNEWS -17/06/09- TRA ASSENZE E "STACANOV", BERGAMASCHI A META' GUADO

I fannulloni negli uffici pubblici hanno vita dura, con il fiato del MinistRo Brunetta sul collo, ma chi controlla i nostri politici? Deputati e senatori in “ufficio” ci vanno davvero? E votano, quando occorre? Si limitano a scaldare il banco oppure propongono leggi, mozioni e interpellanze? A compilare le pagelle dei parlamentari ci hanno pensato tre associazioni (Openpolis, controllo cittadino e Cittadinanzattiva) che hanno letteralmente contato le assenze degli eletti dal popolo, e assegnato ad ognuno un “indice di attività” che va da 0 a 10 sulla base di quante volte ogni parlamentare è stato primo firmatario di un atto, di quante volte è stato relatore di un progetto di legge, di quante volte è intervenuto in assemblea o in commissione. La classifica degli iperattivi orobici la guida un bergamasco d’adozione, il leader dell’Italia dei valori Antonio di Pietro, con un indice di attività di 6,44, seguono la leghista Carolina Lussana, (4,59), il deputato Pdl Giogio Iannone (4,59) e Giacomo Stucchi del Carroccio (4,24). Sopra i tre punti anche Silvana Mura dell’Idv, Antonio Misiani del Pd, Sergio Piffari dell’Idv e la neosenatrice (a Roma da meno di un anno) Alessandra Gallone del Pdl. Fanalini di coda due esponenti del centrodestra: si ferma a un indice di attività pari a 0,94 Massimo Corsaro (Pdl), mentre tra i parlamentari meno attivi in assoluto rientra a pieno titolo Mirko Tremaglia, sempre Pdl, che totalizza 0,38 punti. Quando si avanza una proposta di legge, poi bisogna anche votarla: tra senatori e deputati orobici i più presenti al momento di schiacciare i pulsanti durante l’ultima legislatura sono stati Giovanni Sanga (Pd, 98 per cento di presenze) seguito dal suo compagno di partito Antonio Misani e da Carolina Lussana della Lega, entrambi a 97, da Alessandra Gallone a 96, da Pierguido Vanalli (lega) a 95. Tra gli assenteisti il leghista Giacomo Stucchi con un misero 26 per cento di presenze (ma sono minime, il 5%, le assenze non giustificate), Antonio di Pietro dell’Idv che ha partecipato solo al 36% delle votazioni (64 per cento di assenze ingiustificate) e ancora una volta il decano della destra bergamasca, Mirko Tremaglia, che totalizza il 24 per cento di presenze alle votazioni (76% le assenze ingiustificate).

martedì 16 giugno 2009

ECO DI BERGAMO.IT - 16/06/09 - PARLAMENTARI OROBICI, LA CLASSIFICA.

Parlamentari orobici, la classifica. Il più attivo è Antonio Di Pietro

È Antonio Di Pietro il parlamentare bergamasco più attivo. Lo dice «Camere aperte - Rapporto sulle attività dei parlamentari nel primo anno della XVI Legislatura (2008-2009)». Il primo resoconto analizza una serie di dati, regione per regione, tenendo conto delle presenze e delle assenze, della partecipazione al voto, delle missioni e non solo.Ecco allora che il leader dell'Idv conquista il primo posto fra gli orobici con un'indice di attività pari a 6,44 (su 10). Al secondo posto c'è Carolina Lussana (Lega) con 4,81, al terzo Giorgio Jannone (Pdl) con 4,59. Seguono nell'ordine: Giacomo Stucchi (Lega) 4,29, Silvana Mura (Idv) 3,89, Antonio Misiani (Pd) 3,6, Sergio Piffari (Idv) 3,32, Alessandra Gallone (Pdl) 3,3, Gabriele Cimadoro (Idv) 2,96, Ivan Rota (Idv) 2,42, Giovanni Sanga (Pd) 2,2, Pierguido Vanalli (Lega) 2,12, Nunziante Consiglio (Lega) 1,98, Savino Pezzotta (Udc) 1,74, Gregorio Fontana (Pdl) 1,41, Ettore Pirovano (Lega) 1,24, Massimo Corsaro (Pdl) 0,94, Mirko Tremaglia (Pdl) 0,34.Il rapporto però non tiene conto, per esempio, che alcuni parlamentari ricoprono anche altri incarichi, sia nelle amministrazioni locali (come i sindaci) sia per conto di istituzioni che li impegnano in missioni in Italia e all'estero. Non tiene neppure conto dell'età di alcuni, e delle loro condizioni di salute. Certo però il resoconto traccia un quadro ben preciso, stanando senza pietà soprattutto i «fannulloni». Il lancio del rapporto avviene nel mese di giugno, con una prima presentazione a Roma, poi viene diffuso in altre città italiane. Nelle intenzioni dell'Osservatorio civico sul Parlamento italiano (costituito da Cittadinanzattiva, Controllo Cittadino e Open Polis) il rapporto costitisce un primo tentativo da parte della società civile italiana di controllare direttamente l'intera classe politica. Il lavoro sistematico di raccolta dati - che si basa su dati pubblicati dal parlamento italiano - effettuato da Open Polis ha permesso al rapporto di presentare una fotografia di ciò che fanno (o non fanno) i nostri deputati e senatori. Non solo per quanto riguarda le singole persone ma anche per i gruppi parlamentari (quelli che lavorano di più e quelli che se la prendono comoda).

lunedì 15 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -14/06/09- GLI ARTIGIANI RILANCIANO: FORMAZIONE, COMPETITIVITÀ E RIFORMA DEL LAVORO

«Serve la collaborazione stretta fra le parti interessate, al fine di perseguire obiettivi concreti e comuni. Indubbiamente la strada che stiamo percorrendo a Bergamo tra organizzazioni del mondo del lavoro è interessante e innovativa, perché apre una prospettiva che si propone valida per tutti». Così Angelo Carrara, presidente dell'Associazione artigiani di Bergamo, nella sua relazione alla 64ª Assemblea, si è rivolto a una platea interessata, gremita anche di rappresentanti del mondo politico e istituzionale del nostro territorio. In particolare, da sottolineare è stata la partecipazione, per la prima volta all'assemblea dell'Associazione Artigiani, di Confindustria Bergamo, intervenuta con il suo neoeletto presidente Carlo Mazzoleni. Vale la pena ricordare, peraltro, che l'organizzazione degli industriali tra i suoi soci collettivi annovera, dal 2007, anche l'Unione Artigiani. «Dopo un lungo percorso di confronto, il 20 aprile scorso la nostra associazione si è data un nuovo assetto - ha detto Carrara - con l'elezione della nuova classe dirigente, che ha visto un profondo ricambio generazionale». Il presidente ha quindi sottolineato come l'associazione, nei prossimi quattro anni, punti a «diventare un «decision maker» politico, economico e sociale, in grado di rispondere con autorevolezza e immediatezza alle esigenze territoriali. Puntando su tre aspetti determinanti: «L'incremento del sistema di istruzione e formazione, la riforma e modernizzazione del mercato del lavoro e lo sviluppo per la competitività d'impresa». Per quanto riguarda la crisi, in base ai dati contenuti nel Rapporto associativo, «nel primo trimestre del 2009 la produzione dell'artigianato manifatturiero bergamasco è ulteriormente diminuita del 12,2% su base annua (nel quarto trimestre la flessione era stata dell'8,8%). Bergamo si rivela così la provincia con il risultato peggiore in Lombardia (il dato medio regionale è in calo dell'11,6%)». Per il secondo trimestre del 2009 si prevede un'attenuazione del pessimismo per quanto riguarda il mercato interno, con alcuni segnali di ripresa «che fanno ben sperare per il futuro - ha continuato il presidente dell'Associazione artigiani di Bergamo - come la discesa del tasso di inflazione, l'abbattimento dei prezzi delle materie prime e il calo del costo del denaro». Carrara, per evidenziare come le imprese artigiane ce la stiano mettendo tutta, ha sottolineato che «in un contesto dove il crollo nazionale dell'export è stato del 20%, le piccole e medie imprese hanno registrato, dall'aprile 2008 all'aprile 2009, un più 1% sulle esportazioni». Nota dolente, il capitolo strategico sul credito e il finanziamento alle aziende, per cui è necessario da un lato «un cambiamento culturale negli imprenditori», dall'altro, occorre «stimolare gli istituti di credito a costruire, insieme all'Associazione artigiani, un contesto favorevole allo sviluppo delle imprese e del territorio», ha continuato il presidente; visto che oggi a frenare «non è solo il costo del denaro, ma sono anche le peggiorate condizioni per ottenerlo». Venendo ai dati di Confartigianato, «il mancato ribasso dei tassi rispetto a quelli di riferimento della Bce, costa alle imprese una cifra che equivale all'1,8% del valore aggiunto delle imprese - ha affermato Carrara -. E lo spread fra i tassi sui prestiti ed Euribor è praticamente raddoppiato, passando da 1,42 a 3,05 punti percentuali». Infine, i dati sulla cassa integrazione in deroga concessa alle Pmi con meno di 15 dipendenti: «Da gennaio di quest'anno ad aprile, sono state 250 le richieste di nostre imprese associate - ha spiegato Carrara - per un totale di 1.300 dipendenti, con un impegno economico pari a 2 milioni di euro». E a livello regionale, Giorgio Merletti, vice presidente vicario di Confartigianato nazionale, ha sottolineato come «su 850 mila lavoratori di imprese artigiane lombarde, solo 12 mila dipendenti hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali». Dopo una riflessione di Lucio Poma, docente dell'Università di Ferrara, sull'evoluzione dei concetti di individuo e collettività, gli interventi di alcuni rappresentanti politici e istituzionali presenti. Fra i quali i neoeletti sindaco e presidente della Provincia di Bergamo. «L'amministrazione comunale intende rapportarsi in modo costruttivo e in rapporto di sussidiarietà con tutte le associazioni di categoria», ha detto Franco Tentorio. Sottolineando l'impegno per le infrastrutture «di mobilità pubblica e privata», in particolare il collegamento con Orio per l'Expo 2015, e la rivitalizzazione dei quartieri, «attraverso la collaborazione con le piccole e medie imprese artigianali e commerciali, per migliorare l'economia e la vivibilità della nostra comunità».«L'amministrazione uscente ha sempre cercato di mantenere il dialogo con le varie associazioni di categoria e il risultato è stato il Piano di governo del territorio. Occorre perseguire un'attenzione forte al tema dello sviluppo: Bergamo deve offrire opportunità al mondo produttivo», ha evidenziato l'ex sindaco di Bergamo, Roberto Bruni.Per la Provincia, il neoeletto presidente Ettore Pirovano ha affermato che «la politica ha un senso solo se migliora la vita dei bergamaschi, questo è in sintonia con tutta la nostra amministrazione. E la grande dimostrazione di slancio che continua a dare l'impresa bergamasca è una prova tangibile che darà coraggio al nostro lavoro». Dalla Regione Lombardia, il consigliere Pietro Macconi (An) ha rilanciato le istanze di istruzione, formazione e innovazione, mentre Beppe Benigni, consigliere del Pd, ha sottolineato l'esigenza di portare a livello regionale il patto di stabilità interno dei Comuni. Infrastrutture come mezzo per uscire dalla crisi per Giacomo Stucchi, parlamentare della Lega.A livello territoriale, è la coesione sociale e la sussidiarietà a unire le diverse componenti: «Stiamo sviluppando azioni con diversi soggetti del territorio, come il Patto per la casa siglato ieri (venerdì, ndr) perché riteniamo che sia importante fare sinergia», ha spiegato Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria Bergamo. «Un altro progetto importante che stiamo portando avanti insieme è quello sulla Valle Seriana - ha proseguito Mazzoleni -, per il quale avremo un incontro di regia nelle prossime settimane. E se, come speriamo, raggiungeremo gli obiettivi, puntiamo a replicare questo progetto anche in altre zone della Bergamasca».«I percorsi avviati ci portano su strade nuove e segnano modifiche importanti rispetto al passato», ha ribadito Ferdinando Piccinini, segretario generale provinciale Cisl. «Bergamo ha la capacità di reagire a questa crisi. Attraverso i valori condivisi di sussidiarietà e cooperazione», ha infine concluso Sergio Bonetti, presidente di Confcooperative Bergamo e presidente di turno di «Imprese & Territorio». Al termine dell'assemblea sono stati premiati tre dipendenti, con la medaglia d'oro per i vent'anni di servizio: Elena Pandolfi, Pietro Pendenzini e Antonello Pisilli.

sabato 13 giugno 2009

ECO DI BERGAMO - 13/06/09 - "PIU' FORMAZIONE E COMPETITIVITA'" GLI ARTIGIANI GUARDANO AL FUTURO

Le autorità all'assemblea degli Artigiani

Incremento del sistema di istruzione e formazione; riforma e modernizzazione del mercato del lavoro; sviluppo per la competitività d’impresa. E' su questi temi che punta l'attenzione nell'immediato futuro l'Associazione Artigiani di Bergamo. Nella sede di via Torretta si è svolta la 64.ma assemblea annuale dell’associazione. Nella sua relazione il presidente, appena riconfermato, Angelo Carrara ha sottolineato come l’associazione si sia data un nuovo assetto, «con l’elezione di una nuova classe dirigente, che ha visto un profondo ricambio anche generazionale». Il presidente ha anche sottolineato come l’associazione, nei prossimi quattro anni, si ponga l’obiettivo di «diventare un decision maker politico, economico e sociale, in grado di rispondere con autorevolezza e immediatezza alle esigenze territoriali». L’analisi dell’attuale situazione economica è stata affrontata da Lucio Poma, docente dell’Università degli studi di Ferrara, mentre Giorgio Merletti, vice presciente vicario di Confartigianato nazionale, ha espresso alcune considerazioni in merito al contratto, al federalismo fiscale, alla cassa integrazione in deroga, alla formazione e ai problemi del credito, riferiti al settore di competenza. All’incontro erano presenti numerose autorità, fra cui i neoeletti Franco Tentorio ed Ettore Pirovano, rispettivamente sindaco e presidente della Provincia di Bergamo; l’ex sindaco di Bergamo, Roberto Bruni; il parlamentare leghista Giacomo Stucchi; i consiglieri regionali Pietro Macconi (An) e Beppe Benigni (Pd). Presenti anche il neo presidente di Confindustria Bergamo, Carlo Mazzoleni, il segretario generale provinciale Cisl, Ferdinando Piccinini; Sergio Bonetti, nella veste di presidente pro-tempore di Impresa&Territorio; Ettore Ongis, direttore de L’Eco di Bergamo. Al termine dell’incontro sono stati premiati tre dipendenti, con la medaglia d’oro per i vent’anni di servizio: Elena Pandolfi, Pietro Pendenzini e Antonello Pisilli.

venerdì 12 giugno 2009

DNEWS -12/06/09- LA LEGA ASSICURA: TRENI PIU' PUNTUALI

“I treni regionali, sulla linea Brescia-Bergamo-Milano hanno già incrementato notevolmente l’indice di puntualità grazie all’intervento del Ministro. In più il Ministro dell’economia e delle finanze, per migliorare ulteriormente il servizio, ha firmato un decreto che ripartisce i 480 milioni di euro annui destinati alle Regioni per il trasporto regionale”. Il deputato leghista Giacomo Stucchi commenta così con soddisfazione la risposta arrivata ad un’interpellanza da lui stesso presentata alla Camera, in cui dava voce alle proteste di molti pendolari orobici dopo l’introduzione dell’orario invernale dei treni. Proteste che riguardavano anche la scomparsa di collegamenti diretti tra Brescia, Bergamo e Milano: “Nelle fasce a valenza pendolare - sottolinea Stucchi – sono state assicurate nella stazione di Bergamo le coincidenze, entro i 7 minuti, necessarie per raggiungere il capoluogo lombardo. Dal 22 dicembre scorso i treni in partenza da Milano porta Garibaldi per Bergamo delle 17.10 e delle 18.10 sono stati velocizzati mediante l’eliminazione delle fermate Vignate, Trecella e Cassano. Dal 12 gennaio, poi, sono stati istituiti due nuovi treni: uno con partenza da Brescia alle 6.57 e arriv a Bergamo alle 7.48 e uno con partenza da Bergamo alle 20.40 e arrivo a Brescia alle 21.38”. Migliorati anche i collegamenti con Milano via Treviglio: “Nel suo complesso, la direttrice prevede sei collegamenti in più rispetto alla precedente offerta, di cui uno al mattino ed uno alla sera nelle ore di maggiore affluenza. I treni effettuano tutte le fermate e ulteriori colleganti veloci rinforzano l’offerta nelle fasce orarie di maggior traffico pendolare, anche a garanzia delle esigenze della clientela delle località intermedie tra Treviglio e Milano”.

DNEWS -12/06/09- LA LEGA ASSICURA: TRENI PIU' PUNTUALI

“I treni regionali, sulla linea Brescia-Bergamo-Milano hanno già incrementato notevolmente l’indice di puntualità grazie all’intervento del Ministro. In più il Ministro dell’economia e delle finanze, per migliorare ulteriormente il servizio, ha firmato un decreto che ripartisce i 480 milioni di euro annui destinati alle Regioni per il trasporto regionale”. Il deputato leghista Giacomo Stucchi commenta così con soddisfazione la risposta arrivata ad un’interpellanza da lui stesso presentata alla Camera, in cui dava voce alle proteste di molti pendolari orobici dopo l’introduzione dell’orario invernale dei treni. Proteste che riguardavano anche la scomparsa di collegamenti diretti tra Brescia, Bergamo e Milano: “Nelle fasce a valenza pendolare - sottolinea Stucchi – sono state assicurate nella stazione di Bergamo le coincidenze, entro i 7 minuti, necessarie per raggiungere il capoluogo lombardo. Dal 22 dicembre scorso i treni in partenza da Milano porta Garibaldi per Bergamo delle 17.10 e delle 18.10 sono stati velocizzati mediante l’eliminazione delle fermate Vignate, Trecella e Cassano. Dal 12 gennaio, poi, sono stati istituiti due nuovi treni: uno con partenza da Brescia alle 6.57 e arriv a Bergamo alle 7.48 e uno con partenza da Bergamo alle 20.40 e arrivo a Brescia alle 21.38”. Migliorati anche i collegamenti con Milano via Treviglio: “Nel suo complesso, la direttrice prevede sei collegamenti in più rispetto alla precedente offerta, di cui uno al mattino ed uno alla sera nelle ore di maggiore affluenza. I treni effettuano tutte le fermate e ulteriori colleganti veloci rinforzano l’offerta nelle fasce orarie di maggior traffico pendolare, anche a garanzia delle esigenze della clientela delle località intermedie tra Treviglio e Milano”.

giovedì 11 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -11/06/09- TRENI, TASK FORCE DEL MINISTERO. STUCCHI: "PIU' RISORSE E PUNTUALITA'"

«Con la task force del Ministero nuove risorse e più puntualità per i treni lombardi». E’ quanto afferma l’on Giacomo Stucchi (Lega Nord), segretario di presidenza della Camera dei Deputati, alla luce della risposta all’interrogazione parlamentare presentata insieme ai colleghi Davide Caparini, Presidente della Conmissione per le questioni regionali e Raffaele Volpi, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera, riguardo alle criticità del trasporto ferroviario lombardo, con particolare riferimento alla tratta Brescia-Bergamo-Milano. «Grazie all’intervento del Ministero competente - afferma l’on Stucchi - l’indice di puntualità è stato incrementato fino all’87% per i treni regionali giunti a destinazione entro 5 minuti dall’orario previsto. Inoltre, il Ministro dell’economia e delle finanze per migliorare ulteriormente il servizio ha firmato il decreto che ripartisce i 480 milioni di euro annui destinati alle Regioni per il trasporto regionale». La risposta del Ministero entra nel merito dei collegamenti diretti Brescia-Bergamo-Milano. «Nelle fasce a valenza pendolare - sottolinea Stucchi - sono state assicurate nella stazione di Bergamo le coincidenze, entro i 7 minuti, necessari per raggiungere il capoluogo lombardo. Dal 22 dicembre scorso i treni in partenza da Milano Porta Garibaldi per Bergamo delle 17,10 e delle 18,10 sono stati velocizzati mediante l’eliminazione delle fermate di Vignate, Trecella e Cassano. Dal 12 gennaio, poi, sono stati istituiti due nuovi treni: uno con partenza da Brescia alle 6,57 e arrivo a Bergamo alle 7,48 e uno con partenza da Bergamo alle 20,40 e arrivo a Brescia alle 21,38». Il sistema di offerta della tratta Milano-Bergamo (via Treviglio) è stato potenziato. «Nel suo complesso – prosegue Stucchi -, la direttrice prevede sei collegamenti in più rispetto alla precedente offerta, di cui uno al mattino ed uno alle sera nelle ore di maggiore affluenza. I treni effettuano tutte le fermate e ulteriori collegamenti veloci rinforzano l’offerta nelle fasce orarie di maggior traffico pendolare, anche a garanzia delle esigenze della clientela delle località intermedie tra Treviglio e Milano. Inoltre, i convogli della linea Bergamo- Milano (via Carnate), che prima terminavano la corsa nella stazione di Carnate, con il nuovo orario sono stati prolungati su Milano». Le cause delle difficoltà del trasporto ferroviario lombardo registrate alla fine del 2008 e l’inizio del 2009, precisa l’on Stucchi, sono diverse: le variazioni d’offerta finalizzate a realizzare il progetto dei nuovi sistemi cadenzati pianificati dalla Regione, la modifica della programmazione di circa 700 treni su 1200, l’introduzione di 55 treni in più al giorno, le avverse condizioni meteorologiche (nevicate), il forte ritardo con cui si e pervenuti all’elaborazione definitiva dell’orario.

mercoledì 10 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -10/06/09- CONVOCHERO' GLI STATI GENERALI DEI COMUNI BERGAMASCHI

Ettore Pirovano, il giorno dopo la conquista della poltrona più alta della Provincia. Ha dormito stanotte?«Non molto, ma non per questioni nervose». Si sono prolungati i festeggiamenti?«Visto che Bergamo dopo una certa ora è deserta, ci siamo trasferiti a Orio, a una festa della birra, fino alle 2,30. In compagnia di tanti giovani sostenitori e sindaci leghisti».Tornato a casa lo stress da campagna elettorale si è fatto sentire?«Non soffro particolari stress. A casa c'erano mia figlia Daisy, eletta sindaco a Misano, e i suoi amici». Primo summit familiare? «Ci siamo scambiati un po' di opinioni. Poi stamattina (ieri, ndr) lei è andata in Comune, io in Provincia». Hanno già iniziato a chiamarla presidente? Che effetto le fa?«Ho passato due-tre ore al lavoro in via Tasso e ho incontrato un centinaio di dipendenti. Essere salutato come presidente mi ha fatto uno strano effetto, ci vorrà un po' per abituarmi». Si aspettava quasi il 60% di preferenze?«I calcoli teorici parlavano di numeri tra il 58 e il 62%. Ma man mano che si avvicinavano le elezioni, incertezze e dubbi non sono mancati, anche se c'era la coscienza di aver fatto una buona campagna elettorale e che il momento era propizio». Se ha avuto dubbi non si è capito. Ha sempre dato un'immagine «tutta d'un pezzo».«Sin da bambino mi hanno insegnato che se entri nel giardino di un altro e c'è un cane, è bene non fargli capire che hai paura altrimenti ti morde. Meglio far finta di niente». Ha parlato di momento propizio per la Lega. Ben diverso dal 2004, quando corse Giacomo Stucchi. «Giacomo è sceso nell'arena in un momento difficile, sapendo di avere di fronte gladiatori pesanti. Per questo tutti lo stimiamo».Si può quindi dire che lei ha vinto facile?«È stato un risultato molto voluto, ma mi sono trovato come la ciliegina sulla torta. Bossi mi ha dato la possibilità di candidarmi con una Lega fortissima e il Pdl in coalizione. Ho dato un contributo, ma non ho vinto io, bensì i partiti e le persone che mi hanno sostenuto. Ho giocato facile perché sono sceso nell'arena con un lungo allenamento e una grossa squadra alle spalle, in un momento in cui i colleghi al governo hanno dato ai cittadini un'immagine di coerenza». Ha sentito il presidente uscente Valerio Bettoni?«Non l'ho sentito e non mi ha chiamato. Comunque entro tre giorni dall'elezione dev'esserci l'insediamento ufficiale, quindi oggi o domani ci incontreremo per le incombenze formali e verificare le consegne». Si sente di dirgli qualcosa?«Umanamente mi dispiace che chi è stato a capo di oltre un milione di bergamaschi per dieci anni non abbia saputo smettere con classe. Spero che ora Bettoni possa recuperare una vita "normale". La vera vita è quella, non la politica». Quale sarà la sua prima incombenza da presidente?«Firmare le giacenze di cassa che sono ridicole. E poi ho già chiesto ai funzionari di preparare il primo Consiglio provinciale». Ha già fissato la data?«Presumibilmente sarà sabato 27 giugno. In segno di riconoscenza verso tutti i cittadini vorrei farlo nel cortile della Provincia, all'aperto e a portata di tutti, senza bisogno di fare le scale».Un primo segno del Pirovano-style?«Un segno per dare alla gente la sensazione tangibile del cambiamento. Come nel 1997: quando sono stato eletto sindaco di Caravaggio, feci il primo Consiglio comunale in piazza». «La Provincia davanti al presidente» vale sempre come slogan del suo governo? «Certo, non per niente durante la campagna elettorale tutti gli aspiranti consiglieri provinciali leghisti si sono presentati con me ai vari comizi. Estenderò questo principio anche alla squadra alleata del Pdl. Tutti gli assessori e consiglieri devono sapere che avranno la gente che li controlla e quindi dovranno viaggiare sul territorio, non stare chiusi negli uffici. Così solleveranno anche il presidente da qualche impegno. Ognuno dovrà fare il suo lavoro». A proposito di squadra. Quali tempi per la Giunta?«La Giunta va decisa entro dieci giorni dall'insediamento ufficiale, insieme al vicepresidente della Provincia e al presidente del Consiglio provinciale. Nei prossimi 7-8 giorni faremo questo passaggio con gli alleati». All'insegna delle «facce nuove», come ha spesso dichiarato?«In gran parte saranno facce nuove, con la possibilità di riconferma per alcune professionalità particolari, che si sono tenute fuori dai giochi scorretti del pre-campagna elettorale». Nella composizione della squadra farà pesare il risultato della Lega nei rapporti di forza col Pdl? «Il risultato elettorale sarà una componente delle scelte, ma non un concetto rigido. È importante che le persone lavorino in sintonia e capiscano che ciascuno è una parte del tutto. I solisti non vanno bene. Bisogna fare un'orchestra, e il presidente è il direttore. In un orchestra tutti sono indispensabili e tutti sostituibili, compreso il direttore». Lei tiene molto ai giovani. Conferma un assessorato dedicato a loro? «Un assessorato ai Giovani mi sembra un po' bulgaro. In tanti assessorati ci sono cose indirizzate ai giovani. Penso alla Cultura. È difficile che la stessa persona possa essere incisiva per diversi target e modi di intendere l'intrattenimento. Un conto è avere in testa le grandi manifestazioni al Donizetti, un conto la musica e il divertimento che cercano i giovani. Penso quindi allo "sdoppiamento" di alcuni assessorati, più per "mentalità" che per "età", perché esistono giovani di 60 anni e ventenni matusalemme». Nell'era Bettoni alcune deleghe erano direttamente sotto l'ala del presidente, come sport e personale. Lei ne terrà qualcuna? «Mi interessa il controllo di gestione, ma non credo che lo terrò. Il presidente dev'essere super partes, controllando e indirizzando la gestione di tutta la squadra». E il personale?«Ci sarà un assessorato ad hoc. Durante il primo giro degli uffici ho incontrato molta disponibilità e voglia di modernizzazione. Una signora si è persino commossa perché in dieci anni il presidente della Provincia non era mai entrato nel suo ufficio. Ci vuole un collegamento stretto tra la parte politica e la parte gestionale-amministrativa». Tra i suoi primi obiettivi conferma che ci saranno gli «stati generali» con i 244 Comuni della Provincia? «Spero che aderiscano tutti senza remore politiche e che l'intelligenza dei sindaci superi le ideologie». Non dovrebbe essere difficile, visto il filotto del centrodestra alle amministrative, compreso il Comune di Bergamo. «Effettivamente la collaborazione dovrebbe essere facilitata. Mi auguro comunque che non ci siano blocchi mentali dovuti alle appartenenze politiche. L'obiettivo è migliorare insieme la capacità di offrire servizi ai cittadini». Continuerà a fare il vicesindaco di Caravaggio? «No. Ero già d'accordo con il sindaco, gli assessori e i consiglieri leghisti che mi sarei dimesso in caso di elezione. Del resto mi ero messo nella lista comunale nel 2006 per aiutare la Lega a vincere, ma non ho mai fatto il "sindaco ombra" come qualcuno dice, anche se con Prevedini ho uno scambio quotidiano». E il parlamentare? «Continuerò. Essere parlamentare non vuol dire avere amici a Roma, bensì conoscere le vie per portare più benefici al territorio, come ho fatto nei nove anni da sindaco. Periodo in cui né in Comune né in Parlamento ho avuto problemi perché li frequentavo entrambi». Andrà in vacanza? «Per ora non se ne parla». Una curiosità: il cavallo verde in plastica su cui è salito la notte della vittoria si trasferirà in via Tasso?«Il cavallo è un simbolo goliardico della vittoria. Resterà nella sede della Lega, in via Berlese. Non farebbe una bella figura nel palazzo della Provincia, che è splendido. Inoltre è troppo alto: mi hanno aiutato in tre per salirci».

martedì 9 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -09/06/09- ZOGNO RESTA LEGHISTA, CAPELLI PASSA IL TESTIMONE A GHISALBERTI

La Lega Nord ha corso da sola e ha conquistato Zogno. Un risultato schiacciante quello della Lega Nord zognese che si è lasciata alle spalle la lista civica «Zogno Democratica» e la lista «Popolo della Libertà-Unione di Centro», con un margine di quasi 1.500 voti per ciascuna coalizione. Con 2.879 voti su un totale di 5.689 voti validi, il giovane leghista Giuliano Ghisalberti, 38 anni, laureato in economia e commercio, di professione bancario, è il nuovo sindaco del capoluogo brembano. Con il 50,61% dei consensi, Ghisalberti ha distaccato di 1.444 voti Roberto Fustinoni della lista civica «Zogno Democratica» e di 1.504 voti Roberto Mazzoleni del «Popolo della Libertà - Unione di Centro». «Un risultato importante - commenta il neo sindaco Ghisalberti, che non nasconde un po' di emozione per il nuovo incarico -. Un successo che va al di là delle nostre più rosee aspettative. Ringrazio i cittadini di Zogno che ci hanno dato fiducia e che hanno dimostrato di apprezzare il lavoro fatto in questi anni. È grazie ai loro consensi che ci sentiamo ancor più determinati nel continuare il lavoro fatto nell'ultimo mandato. Ripagheremo la loro fiducia con un ancor più grande impegno a favore del nostro paese». Non vuole perdere tempo la lista della Lega Nord, che è al suo quarto mandato e da 14 anni consecutivi è alla guida di Zogno. «Formeremo la nostra squadra il prima possibile - continua Ghisalberti -. Non vogliamo sprecare tempo: ci metteremo subito al lavoro. Oltre ai progetti già in corso, tra i nostri primi interventi ci sarà il recupero del patrimonio storico-artistico, grazie a un finanziamento statale di più di 400 mila euro per la ristrutturazione delle facciate esterne delle scuole primarie di via Roma, grazie all'interessamento del deputato leghista Giacomo Stucchi». Ma non mancherà di certo tra le priorità della nuova amministrazione l'attenzione per i problemi occupazionali del territorio e l'interessamento della Provincia di Bergamo per la realizzazione della nota variante di Zogno. Soddisfazione per il successo, anzi per i successi ottenuti, si legge negli occhi di Angelo Capelli, 63 anni, neo consigliere provinciale, quarto tra gli eletti. «È stato premiato - commenta l'ex sindaco Angelo Capelli - il lavoro degli ultimi cinque anni di mandato, portato avanti dalla Lega zognese su tutti i fronti, dalle opere pubbliche al settore dei servizi sociali. Sinceramente non mi sarei mai aspettato una vittoria così forte a Zogno e il mio successo in Provincia». La maggioranza leghista ha quindi conquistato 11 seggi in Consiglio comunale, la lista «Zogno Democratica» avrà invece tre consiglieri, mentre la lista «Popolo della Libertà» sarà rappresentata solamente da due consiglieri.

ECO DI BERGAMO -09/06/09- "HO VINTO CON LA SQUADRA. DA STAMATTINA A LAVORO"


Un presidente a cavallo. Se un tema forte della campagna elettorale leghista erano stati gli indiani e il modo in cui «evitare la loro stessa sorte in tema di immigrazione», nel giorno della vittoria padana, Ettore Pirovano sceglie lo stile da cowboy. Arriva in via Berlese verso le 20,45, abbraccia la figlia Daisy, fresca di elezione a sindaco di Misano Gera D'Adda, stringe le mani ai giovani che urlano «un presidente, c'è solo un presidente» e poi accoglie il loro invito a montare sull'equino di plastica - ma a grandezza naturale - che campeggia nella sala del direttivo della sede leghista: seggiola (verde pure questa) per superare il dislivello e hop, il nuovo presidente è in sella. E non solo metaforicamente. Perché quella di ieri più che un elezione per il candidato padano si è trasformata in un trionfo che ha sfiorato il 60 per cento delle preferenze. Una sorpresa? «Mica tanto», confessa lui prima di stappare la bottiglia d'ordinanza, un poco padano, ma certamente ottimo Krugg millesimato. «Quando la gente sorride - aggiunge - non servono molti altri sondaggi. Sono ovviamente soddisfatto, ma sono anche orgoglioso di aver partecipato all'elezione di Franco Tentorio in Comune: il fatto che sia la Provincia che il capoluogo siano espressione della stessa coalizione è estremamente importante». Rispetto alle ultime amministrative, quando la Lega restò esclusa dai ballottaggi sia a Palafrizzoni sia in Via Tasso, qui le cose stanno molto diversamente: un plebiscito. Cos'è cambiato? «È cambiato tutto - aggiunge il neopresidente - all'epoca stavamo vivendo un momento molto difficile, anche a causa delle condizioni di salute di Umberto Bossi. Poi abbiamo recuperato. Vorrei comunque esprimere tutta la mia ammirazione nei confronti di Giacomo Stucchi che si era fatto carico di quella candidatura in una situazione non certo ideale, io sono stato più fortunato e son contento che i risultati siano arrivati». Ma attenzione, non è un successo personale. Il leit motiv in via Berlese è chiaro: la Lega ha vinto su tutti i fronti per la sua coerenza. «La soddisfazione non è la mia o quella di mio papà: è quella della Lega», spiega Daisy, dopo aver posato pure lei come un'amazzone. «Ci accusavano di aver calato dall'alto Pirovano - aggiunge il segretario provinciale Cristian Invernizzi - adesso forse si sono accorti che il legame col territorio c'era e come: il nostro candidato proveniva da un'esperienza amministrativa importante come quella di Caravaggio, per questo è stato votato». «Del resto - sintetizza il consigliere regionale e comunale Daniele Belotti - basta dare un'occhiata alle nuove amministrazioni comunali che abbiamo conquistato: sono un'infinità». Quasi come le ovazioni che arrivano dai ragazzi nella sala del direttivo. Pirovano ha già pensato anche a loro: «L'idea - continua sul balcone della sede - è di dedicare loro un assessorato ad hoc. È uno degli impegni che vorrei portare avanti da subito». Gli altri? Incontrare tutti i sindaci, eliminare le società partecipate inutili, improntare la gestione del turismo assieme agli stessi operatori. «Comincerò ovviamente dalla gestione delle pratiche correnti - precisa ancora Pirovano - anche se devo sottolineare come purtroppo finora non ci sia stato alcun passaggio di consegne: non ho sentito ancora nessuno. Domani (oggi per chi legge, ndr) sarò in via Tasso alle 8,30 e comincerò a lavorare». A dire il vero il neopresidente una capatina la farà già in tarda serata, quando, verso le 22,30, guida, con Giacomo Stucchi, un centinaio di fedelissimi nella sede della Provincia: qualche minuto di attesa per farsi aprire la cancellata, un breve discorso nell'atrio e poi tutti a nanna. «Ettore, Ettore pagaci da bere», urlano. Ma il Krugg è rimasto in via Berlese.

ECO DI BERGAMO -09/06/09- VALANGA VERDE, PIROVANO TRAVOLGE GLI AVVERSARI


Non c'è storia. La valanga verdepadano travolge via Tasso. L'effetto-Lega si sente anche in Provincia. Il candidato del centrodestra, il lumbard Ettore Pirovano, sostenuto pure da Pdl e Pensionati, batte tutti al primo turno ed è il nuovo presidente. A differenza di cinque anni fa, niente ballottaggio. Le schede elettorali il 21 giugno si tireranno fuori dal cassetto solo per il referendum. Pirovano, vicesindaco di Caravaggio e parlamentare, bluesman alla chitarra (la sua passione), per dirla alla Celentano questa volta è molto rock: l'assolo è al 59% (un poco sopra la coalizione che vola oltre il 57%). La gara è chiusa alle 22,30, con 951 sezioni su 951 scrutinate. Ma è già chiaro a metà pomeriggio che non ci sono rivali. Una bella suonata. Non ce la fa a raggiungere il secondo turno il competitor del centrosinistra Francesco Cornolti, democratico in gara con Sinistra per Bergamo, Verdi, Socialisti e Pd. La sua performance si ferma al 20,3%, sotto le aspettative. In alcune microsezioni, come Adrara e Aviatico, è anche superato in popolarità dal delfino di Valerio Bettoni, Luigi Pisoni (13,6%). Anche il candidato di Lista Bettoni e Udc, però, «buca» l'obiettivo di un secondo tempo alle urne. La lista del presidente uscente - il quale non è stato eletto in Consiglio provinciale - non funziona come «azione di disturbo» contro la Lega, ma toglie fiato ai moderati, ex Forza Italia e Pd in primis. Restano indietro gli altri: Gabriele Cimadoro (anche se il suo partito, l'Italia dei Valori, è in crescita), Andrea Cologno (La destra) e Luigi Fantoni (Basta Imbrogli). Tenuto conto che, con la nascita di Pd e Pdl, il quadro politico è cambiato rispetto alle Provinciali del 2004, è possibile però fare un confronto. Sul fronte centrodestra il traino è la Lega. Cinque anni fa un Valerio Bettoni in cerca del secondo mandato correva con An, Udc e Forza Italia, che insieme raggiungevano il 34,7%, con Forza Italia e An a quota 29%. Quasi sette punti in più di quelli ottenuti ora dal Pdl (22,43%), che ha risentito di qualche scossa procurata dalla Lista Bettoni. Di ben sedici punti il balzo compiuto dai lumbard. Nel 2004 il Carroccio, in corsa solitaria con Giacomo Stucchi, totalizzò il 20,8%. Una percentuale che ora esplode al 35,4%. Se nel 2004, quindi, l'allora Forza Italia era il partito con più consensi (23%), ora cede il passo al Carroccio. Lega e Pdl, oggi alleati, arrivano oltre il 57%, più il contributo dell'1,9 dei Pensionati. La «fuga» dei lumbard è evidente anche rispetto al voto alla Camera del 2008, quando il consenso era al 31,16%. Spostandosi nel campo avversario, Francesco Cornolti non riesce a portare a casa il risultato che nel 2004 fu di Beppe Facchetti, primo (e per ora unico) candidato del centrosinistra ad andare al ballottaggio da quando è in vigore il maggioritario. Il Pd, alla sua prima prova in Provincia, strappa un risicato 15,5%, sotto il 17% ottenuto cinque anni fa dalla somma di Ds e Margherita e il 23,09% delle Politiche 2008. Nella squadra di Facchetti c'era anche l'Italia dei Valori, che questa volta si è sganciata correndo con Gabriele Cimadoro. Il partito di Di Pietro passa dal 3,20% delle Provinciali 2004 e dal 4,67 delle Politiche del 2008 al 5,8% di questo turno, in linea con la crescita registrata anche a livello nazionale. E in linea con i risultati generali è anche il crollo della sinistra. Rifondazione, nel 2004, portò a casa un 5%. Questa volta il cartello elettorale «Sinistra per Bergamo», in cui il Prc è confluito con Comunisti italiani e Sinistra democratica, non supera il 2,8%. Al centro, la Lista Bettoni ottiene il quarto posto come preferenze (8,8%), dopo i partiti Lega, Pdl e Pd. Un risultato, insieme all'Udc, che non le consente comunque di arrivare al ballottaggio. L'appello «al voto utile contro la Lega» non ha funzionato: più che sottrarre preferenze al Carroccio, la squadra del presidente uscente ha pescato nell'elettorato moderato dell'ex Forza Italia, Pd e Udc. Unione di centro che con un 4,4% si attesta vicino al 5% registrato alle Provinciali del 2004 e alle Politiche del 2008.

ECO DI BERGAMO -09/06/09- LA GALLONE IN LACRIME "DI GIOIA PER FRANCO"


«Accidenti, che botta che gli abbiam dato». Il lumbard Guglielmo Redondi arriva gongolante a Palafrizzoni intorno alle 19,30, quando ormai è chiaro che i giochi sono fatti. «Siamo al nono round e stiamo vincendo ai punti», rincara (prudente) la dose il pugile Luca Messi, candidato per il Pdl al consiglio comunale e reduce dai soliti due allenamenti quotidiani - mattutino dalle 10 a 12, più corsetta post prandiale. E il ko arriva ufficialmente poco dopo, quando il sindaco uscente Roberto Bruni riconosce la sconfitta, telefona a Franco Tentorio e lascia piazza Matteotti. Cronaca del pomeriggio che ha cambiato il colore di Palafrizzoni («Io ho la maglietta azzurra, sono già pronto a passare all'altro schieramento», prova a buttarla sul ridere Simone Paganoni, Lista Bruni), tra delusioni di centrosinistra ed entusiasmi pidiel-leghisti. Nella prima parte della maratona degli spogli, è soprattutto la maggioranza uscente a tenere banco a Palafrizzoni, con il verde Fausto Amorino insediato - con tanto di blocco degli appunti - sotto uno dei monitor allestiti in Comune, a seguire i risultati minuto per minuto: «Ormai sono diventato un punto informazioni», mugugna. Nel cortile, elegantoni, Marco Brembilla (Pd) e il candidato sindaco Giuseppe Anghileri aspettano ligi in giacca d'ordinanza, nonostante le temperature equatoriali. «A tutti i consigli comunali sono venuto in giacca e cravatta - puntualizza Brembilla, presidente uscente -. Ricordo la figuraccia che ho fatto quando, appena insediati, il sindaco mi ha chiamato per dirmi che stava arrivando il prefetto; io sono corso a salutarlo in camicia perché non avevo la giacca, e da allora non ho più corso il rischio». Sarà sempre lui, poco dopo, a iniziare a pensare all'ufficio e alla scrivania da liberare, mentre il collega di partito Valter Grossi osserva amaro che «al momento (erano le 19, ndr) non c'è un quartiere dove il centrosinistra sia avanti». Ben altra aria tira dalle parti del centrodestra: al Tentorio Point, il coordinatore provinciale del Pdl, Carlo Saffioti si frega, letteralmente, le mani, mentre il deputato Giorgio Jannone si presenta con lo spumante («della Franciacorta», puntualizza) per il brindisi. Alessandra Gallone arriva in Comune con le lacrime agli occhi: «Ho pianto - ammette -. È un momento di vera gioia per Franco; dopo anni di gavetta vera, insieme, entrambi abbiamo avuto delle straordinarie soddisfazioni». Per tutti, è un continuo andirivieni dalla sala dove i funzionari del Comune gestiscono i dati in diretta, li comunicano alla Prefettura, stampano i resoconti in tempo reale per soddisfare le curiosità dei presenti e rispondono al telefono ai presidenti di seggio alle prese con dubbi interpretativi e crisi di vario genere («è una semitragedia generalizzata - sorride una dirigente -. I regolamenti sono molto complessi, e i presidenti pongono tantissime domande per l'attribuzione delle schede dubbie»). Il leghista Daniele Belotti entra smagliante: «Vinto anche ad Azzano», comunica a Giacomo Stucchi. E via con il conto delle conquiste, mentre gli sconfitti si allontanano e il cortile si riempie di sostenitori del centrodestra. È il momento della festa.

lunedì 8 giugno 2009

L'ECO DI BERGAMO -08/06/09- IL PDL: PRUDENTI MA FIDUCIOSI IN CHIAVE LOCALE

Parola d'ordine, prudenza. Perché si sa che la notte porta consiglio e soprattutto sorprese. E così nel centrodestra c'è, come dire, un certo qual cauto ottimismo ma anche una fiera adesione alla scuola trapattoniana del «non dire gatto se non ce l'hai nel sacco»: ergo, va bene così, ma i conti si tirano oggi, soprattutto quando comincerà lo spoglio nostrano delle comunali e provinciali. Nell'attesa Carlo Saffioti , coordinatore provinciale del Pdl è decisamente combattuto e oscillante tra i diversi dati che per tutta la serata si sono inseguiti sul piccolo schermo: «Se il Pdl si attestasse sul 38-39 per cento sarebbe decisamente un'ottima prospettiva, dopo un anno di governo caratterizzato da una crisi mondiale tra le più gravi che la storia ricordi. Per non parlare della campagna di demonizzazione nei confronti del premier Silvio Berlusconi di queste ultime settimane, tentativo miseramente fallito visto quanto emergerebbe dalle urne». Ma Saffioti amplia l'orizzonte alla coalizione: «Il dato della Lega è decisamente importante, possiamo ben sperare anche in una prospettiva locale. Direi bene così, ma comunque preferisco essere un attimo prudente». Ecco, la Lega: Cristian Invernizzi, segretario provinciale, cerca qualche conferma in prefettura, ma il quadro in tarda serata è ancora decisamente incerto: «A livello nazionale, direi che le prime proiezioni sono decisamente incoraggianti, difficile però andare oltre un giudizio del genere». Ma qualche proiezioni in chiave locale è possibile comunque farla: «Beh, vorrebbe dire superare il 35 per cento. Ma stiamo ancora parlando del nulla, meglio aspettare i risultati certi». Un dato certo comunque ci sarebbe, l'Europa che volta le spalle al centrosinistra: «Qualcosa nell'aria c'era». Sempre a bordo del Carroccio c'è però qualcuno che si spinge più in là, è Giacomo Stucchi, ormai parlamentare di lungo corso: «Il 10 per cento a livello nazionale era un risultato atteso, in un certo senso il minimo che ci aspettavamo. Per questo sono fiducioso su un'ulteriore crescita del nostro consenso». Ma l'obiettivo è già puntato sul quadro locale: «Dai primi spogli siamo in crescita di 2-3 punti percentuali in paesi dove eravamo già a livelli altissimi, penso a Sant'Omobono... Questo vuol dire che ci sono margini di crescita ancora più importanti in altre realtà dove il consenso era minore. Per intenderci, a Bergamo ci sono sezioni dove siamo vicini al 20 per cento». La prudenza torna d'ordinanza nelle parole di Gregorio Fontana, parlamentare del Pdl: «Francamente è presto per dare un giudizio compiuto, anche perché stiamo oscillando tra il 35 per cento della Rai e il 38 di Sky, il che non semplifica le cose. Di certo c'è comunque il fatto che il governo tiene e che il divario del Pdl rispetto al Pd sta diventando un abisso». Fontana insiste soprattutto sul risultato del principale partito d'opposizione: «Nel marasma di numeri e proiezioni c'è solo un dato costante: il Pd è in caduta libera». In chiave europea «l'altro dato incontrovertibile è la sconfitta dei socialisti e un Ppe che è sempre più il primo partito d'Europa». Chiusura in prospettiva locale: «La coalizione di centrodestra mi pare possa contare su una base solida». Per la precisione, su 32 sezioni in città, Pdl e Lega erano sopra il 51 per cento (Pdl al 33), mentre in Provincia (79 sezioni) sfioravano i 67 punti percentuali con il Carroccio al 38,1. «Direi decentemente bene, anche se per avere un quadro preciso bisognerà ancora aspettare: così di primo acchito è un buon risultato, poi il quadro può cambiare durante lo spoglio, siamo solo all'inizio» è il commento (cauto) di Pietro Macconi, vicecoordinatore provinciale del Pdl. «C'è comunque un segnale chiaro: il governo tiene in controtendenza con un voto che ha penalizzato tutti gli altri esecutivi europei», commenta la senatrice Pdl Alessandra Gallone: «Il segnale è chiaro: l'Europa sta prendendo coscienza del fatto che per affrontare questa crisi il centrodestra è molto più attrezzato. Sul piano locale sono fiduciosa, viste le prime sezioni». Oggi il responso.

giovedì 4 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -04/03/09- "CASA TECNOLOGICA, CON AMORE"

«Anche la struttura più attrezzata a rispondere ai bisogni delle persone ha sempre bisogno della carità cristiana». Con questa frase, seguita poi dalla benedizione, il vescovo ausiliare di Guayaquil (Ecuador) Valter Dario Maggi ha inaugurato sabato scorso la Casa ospitale Aresi di Brignano. I lavori di sistemazione della struttura sono durati tre anni e costati 2 milioni e mezzo di euro e hanno interessato anche il centro diurno. Il tutto a servizio dei 66 ospiti interni, seguiti con competenza e umanità dal personale medico e infermieristico della casa di riposo, ai quali le autorità civili e religiose presenti all'inaugurazione hanno voluto rendere omaggio. A cominciare proprio da monsignor Valter Dario Maggi, brignanese di nascita. «Ogni volta che mi reco qui - ha rivelato prima della benedizione - vedo come il bisogno degli ospiti di essere amati trovi risposta nella volontà di amare dei medici, degli infermieri e degli amministratori». Le celebrazioni, alle quali hanno partecipato anche molti degli ospiti della casa di riposo, sono state aperte dal presidente della fondazione Casa ospitale Aresi, Emilio Ferri, che ha ricordato le fasi più importanti della sua storia: fondata nel 1899 da don Pietro Aresi, la casa di riposo è rimasta fino al 1981 nelle stanze affrescate del palazzo Visconti, per poi trasferirsi in via Facchinetti, dove si trova tuttora. Struttura ampliata nel 2000 e dal 2006 a oggi sottoposta ai lavori di sistemazione necessari per il suo adattamento alle nuove norme sanitarie previste per l'accreditamento alla Regione. Interventi possibili anche grazie alla generosità di chi, con contributi e donazioni, ha sostenuto la fondazione. A tutti loro il sindaco Giuseppe Ferri durante l'inaugurazione ha rivolto un ringraziamento. «Tutta la gente di Brignano - ha affermato - ha a cuore questa casa di riposo». Il primo cittadino ha rivolto anche un ringraziamento ai comuni limitrofi: Castel Rozzone, Lurano, Morengo e Pagazzano, di cui erano presenti i rispettivi sindaci che, con il versamento di 30.000 euro a testa, sono diventati promotori pubblici della Casa ospitale. All'inaugurazione hanno partecipato anche Carlo Mangoni, presidente della Banca di credito cooperativo di Caravaggio, i parlamentari Ettore Pirovano e Giacomo Stucchi, Renato Bresciani dell'Asl di Bergamo, Nicola Sangermano, medico della casa di riposo, don Raffaello Galli, parroco di Brignano nel 1981, anno in cui è stata costruita l'attuale casa di riposo «all'interno della quale - ha affermato - spero aleggi sempre tanta umanità». E infine il consigliere regionale Daniele Belotti, che ha rivolto un ringraziamento agli anziani «che hanno permesso la crescita della nostra terra. Un nostro dovere quindi mettere a loro disposizione case di riposo dove possano essere assistiti e anche coccolati». Prima della benedizione di monsignor Maggi, tutti i presenti hanno applaudito anche alcune ospiti che, visibilmente commosse, hanno letto a turno una poesia per ringraziare tutti quanti hanno partecipato ai lavori di sistemazione della casa di riposo. L'inaugurazione si è chiusa con la visita alle stanze e ai locali di servizio della struttura.

mercoledì 3 giugno 2009

ECO DI BERGAMO - 03/06/09 - RIVIVE LA STORIA, FOLLA A PONTIDA

Centinaia alla rievocazione del patto tra Comuni contro il Barbarossa

I quattro plenipotenziari di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, davanti all'abate di Pontida alzano le loro spade e giurano di combattere il re invasore Federico I, imperatore del Sacro romano impero, detto Barbarossa, e stringono un patto di reciproco soccorso.Il giuramento delle quattro città lombarde contro Barbarossa è stato il momento più suggestivo della rievocazione storica del «Giuramento della Concordia» rappresentata sulla piazza davanti all'abbazia benedettina di San Giacomo dal gruppo rievocazioni storiche della Pro loco di Pontida.Centinaia di persone, venerdì e sabato, hanno seguito e applaudito attori e figuranti, più di 120 persone di Pontida e dei paesi vicini che coordinati dal regista Arturo Gelmi hanno interpretato dieci quadri riguardanti l'epoca della Lega dei Comuni Lombardi, terminata con la sconfitta di Barbarossa a Legnano. Tra il pubblico il sindaco di Pontida onorevole Pierguido Vanalli, l'abate Francesco Monti, gli onorevoli Giacomo Stucchi e Renato Farina, il presidente del Consiglio regionale Giulio De Capitani, i sindaci di Lecco Antonella Faggi e di Calolzio Paolo Arrigoni, l'assessore del Comune di Milano Massimiliano Orsatti e tanti amministratori.Nei dieci quadri che raccontano il periodo dal 1152 al 1176 è stato un susseguirsi di avvenimenti: l'incoronazione dell'imperatore, la distruzione di Tortona, la scomunica papale contro Barbarossa, la distruzione di Milano, l'appello del vescovo di Milano Oberto Pirovano raccolto dai Comuni lombardi, il Giuramento fino alla sconfitta di Legnano. Nelle scene la vita quotidiana di quel tempo, le battaglie campali, i duelli, gli sbandieratori e il rullare dei tamburi. Gli eventi salienti dello spettacolo sono stati presentati da Maria Loreta Pusceddu mentre un narratore ha illustrato le vicende e recitato l'ode di Giovanni Berchet: «L'han giurato li ho visti in Pontida, convenuti dal monte e dal piano cittadini di venti città». Prima dello spettacolo la gente ha potuto assaggiare un menu medievale con minestra, ceci e farro. Sempre nell'ambito delle manifestazione del Giuramento, sabato e domenica si è svolto il 1° Trofeo di calcio Città di Pontida, riservato alla categoria giovanissimi giocato da otto squadre lombarde e venete. Il trofeo è stato vinto dalla squadra «Masseroni» di Milano, allenata da Maurizio Ganz.Remo Traina

lunedì 1 giugno 2009

ECO DI BERGAMO -01/06/09- TREVIGLIO, INAUGURATA LA "PET"


È stato inaugurato l'altra mattina, nel reparto di medicina nucleare dell’ospedale di Treviglio, la nuovissima apparecchiatura per eseguire la tomografia a emissione di positroni (o PET, dall'inglese Positron Emission Tomography), tecnica di medicina nucleare e di diagnostica medica che produce immagini tridimensionali o mappe dei processi funzionali all'interno del corpo, consentendo di confrontare la visione dinamica degli apparati e di ottenere dettagliate informazioni sui diversi distretti dsel nostro corpo. L’apparecchiatura è stata ufficialmente attivata dopo il taglio del nastro avvenuto per mano del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Treviglio, Cesare Ercole, del suo predecessore Andrea Mentasti, del vicesindaco di Caravaggio Ettore Pirovano e dell’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani. La Pet/Tc è un macchinario ad alta tecnologia che porta a ottenere informazioni più complete e più precise, il cui costo complessivo, comprensivo dei lavori di posizionamento e di adeguamento dei locali in cui è stata posizionata, ammonta a un milione e 400 mila euro. L’assessore regionale alla Sanità ha fatto anche una promessa al direttore generale Cesare Ercole, che chiede la realizzazione della seconda Radioterapia nell’ospedale di Treviglio, il cui costo è di 3 milioni e mezzo: «Nulla è impossibile e quindi basta studiare la fattibilità anche con le istituzioni presenti sul territorio».