mercoledì 21 dicembre 2016

BERGAMONEWS - 21/12/16 - ATTENTATO A BERLINO, ALLERTA ANCHE IN ITALIA: “SEGNALATE QUALSIASI STRANEZZA"

“Il nostro lavoro d’indagine per prevenire è costante, ma sono fondamentali anche le segnalazioni dei cittadini”. È l’appello lanciato dal senatore bergamasco Giacomo Stucchi, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), dopo l’attentato di Berlino della serata di lunedì 19 dicembre, quando un camion si è schiantato sulla folla di un mercatino natalizio, provocando 12 morti e 48 feriti. È solo l’ultimo degli attentati che hanno colpito l’Europa negli ultimi mesi. E adesso, anche in Italia, cresce la pura. Dopo la riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo presieduta al Viminale dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, è stata diramata una direttiva a tutti i prefetti e questori per chiedere di “rafforzare i controlli nelle aree di maggiore afflusso di persone in occasione dello svolgimento di eventi o cerimonie previste per le prossime festività natalizie nonché verso luoghi che notoriamente registrano particolare afflusso di visitatori”.  Diversi i luoghi sensibili anche in Bergamasca, dall’aeroporto di Orio, alle stazioni ferroviarie, fino ai centri commerciali. Ai quali vanno ad aggiungersi i mercatini natalizi, come quello di Berlino, allestiti in questo periodo dell’anno.“Il rischio zero ormai non esiste in nessun posto – spiega l’onorevole Giacomo Stucchi – ma quanto non ci deve portare a cambiare i nostri comportamenti e le nostre abitudini. Il lavoro d’indagine per prevenire questi episodi è minuzioso, ma non è possibile prevedere tutto. I cittadini possono dare una mano agli inquirenti, segnalando ogni situazione anomala che riscontrano. È sempre meglio avere una segnalazione in più, magari esagerata, che una in meno e poi dover fare i conti con una tragedia. Comunque, ripeto, non fatevi condizionare e continuate a vivere normalmente”.

lunedì 5 dicembre 2016

BERGAMO NEWS - 05/12/16 - I COMMENTI Stucchi, Lega: “Elezioni ad aprile”, Gregorelli, M5S: “Subito al voto”, Misiani: “Il Pd deve ricompattarsi”

“Elezioni ad aprile” per il senatore Giacomo Stucchi, Lega Nord. “Subito al voto” gli fa eco Fabio Gregorelli, capogruppo in Consiglio Comunale a Bergamo per il Movimento 5 Stelle. Ad urne chiuse e con le prime proiezioni che consacrano la vittoria del No i politici bergamaschi commentano. C’è chi rilegge gli errori della lunga campagna referendaria, chi chiede elezioni anticipate, chi osserva il dato di Bergamo città con il Sì vincitore (una piccola enclave che regge lo tsunami referendario).“I due dati che emergono da questo referendum sono l’alta affluenza alle urne e la vasta partecipazione dei cittadini agli incontri in preparazione – osserva l’onorevole Elena Carnevali, Partito Democratico -. Spiace che alla fine sia stato trasformato come un referendum sull’operato del governo Renzi e non si sia entrati nel merito della riforma. Una riforma che da tempo il nostro Paese necessita. Spiace: è un’occasione mancata”. Per l’onorevole socialista Pia Locatelli: “Si è ridotto il referendum ad una lotta politica, ma così facendo si è persa un’occasione. Chi passa all’incasso sono soprattutto i grillini. Per la riforma della costituzione, noi socialisti, avevamo proposto di creare una costituente che non si riducesse ad una battaglia politica. Si è scelta una via legittima ma più impervia e soprattutto legata all’attività di governo”. La lunga notte dello spoglio raccoglie anche il commento del senatore del Carroccio Giacomo Stucchi che non usa mezzi termini: “La gente ha bocciato una politica lontana da loro, una riforma sulla quale si è perso tempo. Questo Paese va riformato, ma per farlo serve un’ampia base di condivisione. Va riformato, abolendo il bicameralismo perfetto, ma va fatto con criterio. I dati che emergono dallo spoglio è che il 75% dei giovani ha votato No, segno che si sentono tagliati fuori, esclusi dalle scelte politiche di questo paese”. Osservando il dato che emerge dalle urbe, il capogruppo del M5S a Palazzo Frizzoni, Fabio Gregorelli afferma: “In città ha vinto il Sì, segno che il sindaco Gori, grande comunicatore, è stato bravo e capace di vendere un prodotto che nel resto d’Italia e anche in provincia non ha funzionato e non funziona. Il dato dell’affluenza, in particolare di Bergamo, è segno di un risveglio e di una voglia di partecipazione che fa ben sperare in futuro. L’augurio che continui così”.L’assessore regionale Claudia Terzi, Lega Nord dichiara: “Questo referendum è stato sentito da tanti, in particolare dai giovani. Ho raccolto le loro insoddisfazioni ai gazebo, nei mercati, al bar. C’era un senso di protesta e di disagio contro questo governo che li ha dimenticati. In merito alla riforma, poi, in molti hanno giustamente temuto che accentrare servizi come la sanità a Roma avrebbe voluto dire perdere quei virtuosismi che la Lombardia offre e garantisce ai propri cittadini”.L’assessore all’Innovazione del Comune di Bergamo, Giacomo Angeloni: “Credo che ci siano degli errori su questo referendum, il primo e fondamentale è quello di averlo politicizzato. Se Gori ha convinto è segno che l’Amministrazione Comunale governa bene, i servizi funzionano, le buche per le strade vengono chiuse e c’è l’attenzione nei confronti dei cittadini. Gori è stato premiato perché è un politico che ha mantenuto e mantiene le sue promesse. La riforma, seppur perfettibile, avrebbe spinto in avanti il Paese, ma il popolo sovrano ha deciso di fermarsi esprimendo la sfiducia sul governo quando si stava parlando di riforma costituzionale”. Se il Sì regge a Bergamo si deve andare a cercare chi ha lavorato sodo sul territorio: il Comitato Bergamo per il Sì. L’avvocato Ernico Felli, tra i promotori del Comitato, se da una parte non nasconde la delusione sul dato nazionale con la vittoria del No, afferma: “Abbiamo lavorato bene e riportato la passione nella politica, rinvigorendo la discussione e il confronto tra i cittadini. Renzi aveva aperto la sua campagna referendaria proprio a Bergamo. Devo ringraziare tutti coloro che si sono impegnati nei tantissimi appuntamenti per la promozione e per far conoscere nel merito la riforma costituzionale”.“Dobbiamo garantire l’approvazione della Legge di Bilancio, poi serve una Legge elettorale per la Camera e per il Senato – commenta l’onorevole Antonio Misiani, Pd -. La fine naturale della legislatura sarebbe nel febbraio 2018, poi la facoltà di sciogliere le Camere spetta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che verificherà le condizioni della maggioranza in Parlamento”.Alla domanda “Se incontrasse Bersani o D’Alema, dopo il voto di questa sera, che cosa direbbe loro?”. Misiani non ha dubbi e risponde: “Profonda amarezza. Martedì la segreteria del Partito si riunirà, il compito che ora ci aspetta è ricompattare le diverse anime”.

mercoledì 30 novembre 2016

BERGAMO NEWS - 30/11/16 - SONO IN SIRIA, RISCHIO L'ESECUZIONE. LO STRANO RAPIMENTO DEL 56ENNE DI SARNICO

Un video in un campo di ulivi e parecchi dubbi. È avvolta nel mistero la vicenda di Sergio Zanotti, 56enne nato a Marone (in provincia di Brescia) e residente a Sarnico, sempre sul lago d’Iseo. L’uomo, divorziato e padre di due figli piccoli, secondo quanto racconta lui stesso in un video diffuso in rete dal sito russo Newsfront, da sette mesi sarebbe prigioniero in Siria. Nel filmato, in cui è inginocchiato, chiede aiuto alle istituzioni italiane: “Mi chiamo Sergio Zanotti e da sette mesi sono prigioniero qui in Siria. Prego il governo italiano di intervenire nei miei confronti prima di una mia eventuale esecuzione”. Le immagini online lo mostrano con una lunga barba e vestito con una tunica bianca, in ginocchio all’aperto tra alcuni ulivi. Alle sue spalle un uomo, vestito di nero e con il volto coperto, che imbraccia un fucile mitragliatore. L’uomo tiene in mano un cartello con una data, apparentemente il 15 novembre 2016. In un’altra foto postata dallo stesso sito il presunto ostaggio è in piedi, scalzo, in mano ha lo stesso cartello. Fonti della Farnesina parlano di un caso di rapimento piuttosto strano, non per forza legato a un atto di terrorismo. Nessun gruppo tra quelli conosciuti avrebbe infatti rivendicato il gesto. Zanotti potrebbe essere prigioniero di un clan armato non identificato, anche se nessun riscatto sarebbe ancora stato chiesto. Un’altra anomalia starebbe nel fatto che, secondo fonti investigative, “nessuno ha denunciato la scomparsa dell’uomo”. Dubbi confermati dal senatore bergamasco Giacomo Stucchi, presidente del Copasir: “La situazione al momento è molto riservata – le parole di Stucchi – , posso solo dire che stiamo lavorando da alcuni giorni per verificare cosa sia successo. Le uniche certezze sono quel video e un cittadino che manca dall’Italia. Per il resto non mi sbilancio”. I familiari di Zanotti hanno invece raccontato che l’uomo aveva programmato il viaggio in Turchia nell’aprile scorso. Ma quando si sono perse le tracce, a maggio, ne era stata denunciata la scomparsa. Gli investigatori stanno ricostruendo i movimenti di Zanotti che, alcuni mesi fa, era partito dall’Italia per la Turchia, dove si sono perse le sue tracce. Su Facebook i suoi interventi sono rimasti fermi allo scorso marzo. Ma chi è Sergio Zanotti? Di lui si sa che è nato nel 1960 a Marone, in provincia di Brescia. Sulla sua pagina Facebook dichiara di essere divorziato, di vivere a Sarnico dove svolge il mestiere di libero professionista (ma la sua impresa edile è stata dichiarata fallita, e ha avuto dei precedenti per evasione fiscale). Il video in cui appare Zanotti è stato postato su Facebook il 21 novembre dall’utente Almed Medi, sul cui profilo social (probabilmente falso) si legge che è di Milano, che si è laureato a Milano e vive a Napoli. Il sito russo Newsfront avrebbe preso il video da questo post.

lunedì 14 novembre 2016

BERGAMO SERA - 14/11/16 - ARRESTO RECLUTATORE ISIS: STUCCHI SI COMPLIMENTA CON L'INTELLIGENCE

“Desidero esprimere il mio compiacimento per l’operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto in Sudan del terrorista tunisino Moez Fezzani”. Così in una nota il presidente del Copasir Giacomo Stucchi.“L’intensa e proficua attività svolta dalla nostra intelligence in collaborazione con altri Paesi – continua il senatore bergamasco della Lega Nord – ha avuto un ruolo di rilievo nell’operazione, contribuendo a scongiurare la possibilità che un soggetto particolarmente pericoloso per la sicurezza di tutti i cittadini occidentali potesse continuare a rimanere ancora a piede libero”.

sabato 29 ottobre 2016

BERGAMO POST - 29/10/16 - DUE BUONE NOTIZIE SU ITALCEMENTI

Una settimana esatta dopo l’invio della lettera, il Governo ha risposto. Il 21 ottobre, le RSU Italcementi della sede centrale e della cementeria di Calusco, i sindacati di categoria FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL di Bergamo, i segretari generali provinciali di CGIL, CISL e UIL, ma anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il presidente della Provincia Matteo Rossi e nove parlamentari bergamaschi (Antonio Misiani, Giovanni Sanga, Elena Carnevali, Giuseppe Guerini, Franco Bordo, Pia Locatelli, Roberto Calderoli, Giacomo Stucchi e Gregorio Fontana), avevano inviato una lettera aperta al premier Matteo Renzi, al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, per chiedere che venisse, nel più breve tempo possibile, definita la proroga della cassa integrazione straordinaria per il Gruppo Italcementi-HeildebergCement. Il 28 ottobre, nell’ambito dell’incontro tenutosi alla Borsa Merci della Camera di Commercio di Bergamo, il Governo, nella persona del ministro Calenda collegato in videoconferenza, ha risposto alle richieste avanzate dai sindacati e dalle autorità del capoluogo orobico. E, finalmente, sono state risposte positive. Sì alla proroga della cassa integrazione. Dopo essersi scusato per non aver potuto presenziare fisicamente all’incontro, il ministro ha confermato a Luciana Fratus di FILLEA-CGIL, Giuseppe Mancin di FENEAL-UIL e Danilo Mazzola di FILCA-CISL la volontà del Governo di concedere a Italcementi la proroga della cassa integrazione straordinaria fino al dicembre 2018 applicando l’articolo 42, procedura “d’emergenza” prevista appositamente per casi di rilevanza nazionale ed eccezionali. Ancora niente di certo e di ufficiale, ma Calenda è stato chiaro nel dire che l’impegno c’è. Un sospiro di sollievo per i lavoratori e i sindacati stessi, che più volte hanno sottolineato l’impossibilità del sistema di reggere l’urto degli oltre 400 esuberi annunciati nell’aprile scorso da Heidelberg in concomitanza alla presentazione del Piano industriale. Investimenti per salvare l’i.Lab. Ma c’è di più. Proprio attraverso le pagine del nostro settimanale uscito in edicola il 21 novembre, i sindacati si erano detti molto preoccupati dalla possibilità che la multinazionale tedesca decidesse di non investire ulteriormente su un settore che, negli ultimi anni, era stato il fiore all’occhiello di Italcementi, ovvero la ricerca. La preoccupazione, infatti, era che l’iLab al Kilometro Rosso venisse “svuotato”. Heidelberg, che fino a un anno fa non aveva alcun centro di ricerca, ora ne sta costruendo uno in Germania e dall’iLab era stato fatto sapere che è da mesi che non si lavora a nuovi progetti. Insomma, tutti gli indizi lasciavano pensare a un disinvestimento sul suolo italiano per trasferire brevetti, know how e, di conseguenza, anche forza lavoro oltreconfine. Ma anche su questo punto il ministro Calenda ha rassicurato i sindacati: il Mise, infatti, si è detto disponibile a mettere risorse sull’i.Lab (oltre che su un impianto produttivo del Sud) congiuntamente al Gruppo. Come riportato da L’Eco di Bergamo, si tratterebbe di un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro che salvaguarderebbe buona parte della forza lavoro al momento a rischio. Anche in questo caso, numeri certi e ufficiali non ci sono ancora, ma il fatto che il Governo si sia esposto pubblicamente attraverso la figura del ministro Calenda tranquillizza, e non poco, sindacati e lavoratori.Un lumicino di speranza. Le sigle sindacali si dicono soddisfatte. Mancin spiega che «si tratta di un messaggio importante. Dopo il buio delle ultime settimane, questo è un lumicino di speranza». Certo, resta l’amarezza per non esser riusciti a evitare la decisione di Heidelberg di tagliare ben 400 posti di lavoro soltanto a Bergamo («Su questo punto i margini di trattativa sono inesistenti», ammette Mancin), ma le rassicurazioni fornite da Calenda sono la risposta che si sperava arrivasse alla lettera della scorsa settimana. Ora si attendono i prossimi incontri, già fissati, a livello nazionale perché gli annunci si trasformino in fatti. Ma per la prima volta dopo mesi, il caso Italcementi ottiene la prima pagina grazie a due buone notizie.

venerdì 7 ottobre 2016

CRONACHE FERMANE.IT 07/10/16 - STUCCHI: DAL "NO AL REFERENZIUM" ALL'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PER IL VERDE MARE

Il senatore della Lega nord, dopo la conferenza stampa per il no alla consultazione popolare, ha incontrato il titolare del campeggio sequestrato: "Stiamo valutando se fare un'interrogazione parlamentare sul caso specifico. Ora studierò bene la vicenda"  Questa sera, alle 18, al bar pasticceria Mazzaferro di Porto San Giorgio è arrivato il senatore Ln Giacomo Stucchi. Ad attendere il presidente del Copasir i consiglieri regionali Marzia Malaigia e Sandro Zaffiri, il segretario regionale Luca Paolini, il presidente regionale Giordano Giampaoli, il commissario provinciale Milco Mariani e il coordinatore comunale del Carroccio, Fabio Senzacqua. Oggetto della conferenza stampa? Tutti i perché del no al referendum sulla riforma costituzionale. “Domani dalle 9 alle 12 saremo anche in piazzetta Silenzi per spiegare a tutti perché votare no al referendum, o meglio referenzium – l’introduzione, con la spiegazione di Senzacqua del gioco di parole che associa la consultazione popolare al cognome del premier – quello del 4 dicembre sarà un voto importante anche per mandare un chiaro messaggio al Pd, anche qui a Porto San Giorgio, visto che nel 2017 si vota per le comunali”. “Siamo chiamati al voto – è il turno di Malaigia – per una riforma referenziaria. Il presidente del Consiglio, non eletto, prima ci ha detto che si risparmierà un miliardo di euro. Poi, quando qualcuno gli ha fatto notare che stava dicendo una balla, è tornato sui suoi passi. Bisogna votare no anche per bocciare un governo che ha condotto in maniera disastrosa l’Italia. Hanno fatto crollare le politiche sociali, tagliano i servizi essenziali. E poi si inventano un referendum per togliere le attenzioni da problemi veri come il lavoro che si tramutano anche in suicidi. Parliamo dell’approccio del Pd al terremoto? Minimizzano tutto inventandosi anche il cratere sismico in cui rientrerebbero solo 17 Comuni quando invece il sisma ha investito tre province. Stanno affossando quelle zone che vivono di turismo di ritorno. Io ho chiesto anche che l’area montana dei Sibillini fosse inserita nel piano cinematografico della Regione…proposta bocciata”.La Costituzione – aggiunge Giampaoli – è nata per renderci liberi. Invece questi vogliono un uomo solo al comando. Uno schema del genere in passato ha fatto tanti, troppi danni. Renzi vuole solo aumentare il centralismo. Stanno allontanando i nostri giovani dall’Italia. E li stanno sostituendo con gli “amici” africani”. “Quella del 4 dicembre sarà una battaglia di libertà ancor più decisiva delle elezioni. Se passa il sì – le parole di Paolini – viene stravolta la natura del paese. Toglieranno gli organismi di controllo e finiranno per controllare tutto, dal presidente della Repubblica alla Corte costituzionale. Siamo dinanzi a un sistema di scatole cinesi. E sapete, sul Senato, quanto si risparmierà alla fine? Dai 40 ai 50 milioni di euro, insomma un F35. L’unica norma che Renzi doveva inserire, quella antiribaltoni, non l’ha messa”. “E’ una presa in giro già dal titolo che è diverso dai contenuti – conclude Stucchi – rimarremo con un bicameralismo zoppo. Non si va incontro alle volontà dei cittadini. Ma d’altronde cosa potevano fare un presidente, una maggioranza e un programma non scelti dagli italiani? E’ necessario che si voti con coscienza e consapevolezza. Mi spieghino come mai i mentori della sinistra, quando bocciavano le nostre proposte erano saggi e oggi, visto che criticano aspramente questo referendum, non lo sono più. Sarà un referendum su Renzi quindi votare no contro il contenuto della riforma e contro il governo”. Poi la notizia per il locale che tanto locale non è più. A fine conferenza stampa, infatti, Stucchi, Paolini e Senzacqua si sono appartati con Felice Chiesa, il titolare del Verde Mare sequestrato dalla Finanza per lottizzazione abusiva. Una lunga chiacchierata. “Sì – ammette Stucchi – stiamo valutando se fare un’interrogazione parlamentare sul caso specifico. Ora studierò bene la vicenda”.

lunedì 1 agosto 2016

ECO DI BERGAMO - 01/08/16 - "SERVONO PIU' RISORSE, UOMINI E MEZZI"

Lo sviluppo delle tecnologie è velocissimo, le persone e i luoghi da controllare aumentano ogni giorno e bisogna trovare più risorse, uomini e mezzi se vogliamo stare al passo con la lotta al terrorismo". A dirlo è Giacomo Stucchi, bergamasco presidente del Copasir. Dall'inizio del 2015 a oggi sono 103 gli espulsi dal ministro Alfano con proprio decreto, tra cui 9 imam. "E' uno strumento previsto dall'ordinamento giudiziario fin dal 2005 che prevede l'espulsione coattiva con rimpatrio immediato e divieto di reingresso, per motivi di sicurezza, di quei soggetti ritenuti attigui ad ambienti radicalizzati e che sostengono la jiad. Il provvedimento vale per tutta Europa ed è una misura preventiva e rapida, mentre nei casi più complessi si va avanti nelle indagini ei tempi sono ovviamente più lunghi". Dopo gli ultimi attentati i controlli sono aumentati? "C'è un monitoraggio di tutte le realtà in cui c'è un'alta presenza islamica. Non si pensi solo alle moschee, che sono meno difficili da osservare, ma a tutti quei luoghi da controllare in quanto siti di ritrovo abituale di cittadini islamici in cui può essere veicolato il messaggio positivo verso la jiad, dai sottoscala ai bar, dai negozi etnici ai centri culturali. I controlli avvengono utilizzando vari mezzi, tecnologici o umani, e servono per capire quanto accade e ciò che viene detto riservatamente". C'è collaborazione da parte del mondo islamico? "Non è ancora sufficiente. Quando qualcuno, ad esempio, condanna ufficialmente un attentato e prende le distanze, c'è chi dice che non è d'accordo - e in quel caso è giusto andare subito ad approfondirne la conoscenza - ma ce ne sono tantissimi che stanno in silenzio. E questo mi preoccupa, perchè il silenzio è sempre ambiguo". Molti attentatori sono "addestrati dal web e la propaganda passa più dai social che dalle moschee. "Facciamo sforzi enormi ma la sfida è impari perchè lo sviluppo delle tecnologie è velocissimo. Per stare al passo dobbiamo avere più risorse, la mole di persone e di luoghi da controllare è aumentata e non si può più fare lo stesso lavoro di prima, garantire cioè la stessa qualità ed efficacia, se non si aumentano il personale e i mezzi: non solo dell'intelligence ma di tutto il comparto sicurezza".

venerdì 3 giugno 2016

IL GIORNO - 03/06/16 - Il sindaco di Stezzano scrive a Renzi: "Meno persone? Chiuderemo gli uffici"

Stezzano (Stezzano), 3 giugno 2016 - «Abbiamo difficoltà persino a rispondere al telefono. La situazione è drammatica, così non possiamo più andare avanti. E come noi altri Comuni della Bergamasca, come, per esempio, Fara d’Adda e Gazzaniga». Il tono della voce è gentile e nello stesso tempo duro. Elena Poma, da sette anni sindaco leghista di Stezzano, Comune dell’hinterland bergamasco che conta oltre 13mila abitanti, una situazione come quella che sta passando la sua amministrazione proprio non se l’aspettava. Almeno non così difficile. Ad angustiare il primo cittadino è la mancanza di personale all’interno degli uffici comunali. In una lettera consegnata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in occasione della visita alla Freni Brembo il 21 maggio, inviata anche ai parlamentari bergamaschi, il sindaco spiega la vicenda e le sue preoccupazioni.  Sindaco, cosa succede? «Abbiamo alle nostre dipendenze 35 persone, ma l’anno prossimo, a causa di prepensionamenti già programmati da tempo, il numero diminuirà fino a raggiungere le 32 unità». Quali saranno le conseguenze? «Saremo costretti a chiudere uffici indispensabili, come l’ufficio ambiente, quello per la gestione del patrimonio, l’ufficio tecnico. Altri, come i servizi sociali, la segreteria e la biblioteca saranno costretti a vivere un’emergenza. Una situazione paradossale, dato che se si facesse riferimento al decreto per gli enti locali che hanno dichiarato il dissesto finanziario, Stezzano potrebbe avere fino a 90 dipendenti». A cosa è dovuto tutto ciò?  «La causa è da ricercare nella finanziaria 2016 che ha cancellato la norma che prevedeva la possibilità di reintegrare tutto il personale in uscita per quei Comuni che presentavano un rapporto tra spese del personale e spese correnti al di sotto di una soglia definita. Questo criterio premiava gli enti virtuosi, come il Comune di Stezzano. Ora questa possibilità è sparita. Di fatto, nel 2017 il nostro Comune potrà reintegrare solo una unità a fronte di quattro uscite». A farne le spese saranno i cittadini? «Certo. Voglio vedere quando si ritroveranno la porta di un ufficio chiusa. Ma chiudere gli uffici non sarà una scelta della mia amministrazione, ma una strada obbligata, imposta da leggi nazionali dalle quali io per prima prendo le distanze. I tagli lineari, siamo stanchi di dirlo e lo dicevano anche molti degli attuali ministri quando erano sindaci, non risolvono i problemi del nostro Paese». Ha sentito cosa ha detto il presidente dell’Associazione Comuni Bergamaschi, Claudio Armati, ex primo cittadino di Ponteranica? «Sono d’accordo con lui. Il numero dei dipendenti dei nostri Comuni è sempre stato sotto i valori massimi indicati dalla normativa, questo perchè al Nord l’assunzione in Comune non è mai stata utilizzata in modo assistenziale, come invece in altre Regioni». Che cosa si aspetta da Renzi? «Lo scorso 21 maggio mi ha assicurato il suo interessamento, mi aspetto che mantenga la promessa». Sulla vicenda è intervenuto anche il senatore bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi, che ha inviato un’interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio chiedendo al governo conto della situazione.

giovedì 19 maggio 2016

BERGAMO SERA - 19/05/16 - BERGAMO, LA QUESTIONE POSTE FINISCE IN PARLAMENTO

Il senatore bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico sulla situazione delle Poste in provincia di Bergamo. “L’interrogante ha più volte segnalato negli ultimi anni, con numerosi atti di sindacato ispettivo, i disservizi dell’azienda Poste Italiane nella Bergamasca” scrive Stucchi.“I cittadini lombardi sono da anni costretti giornalmente ad affrontare disorganizzazioni, caos, chiusure stagionali, lunghe attese presso gli Uffici Postali del territorio. E come riportato anche dagli organi di stampa, a seguito del piano di riorganizzazione del servizio postale messo in atto dall’azienda, la corrispondenza viene consegnata già dallo scorso mese di aprile con il sistema del recapito a giorni alterni”.“Il piano aziendale con tale sistema ha interessato nella provincia di Bergamo numerosi centri e nonostante l’impegno dei lavoratori, si possono riscontrare importanti giacenze di posta non consegnata. Questo progetto di riorganizzazione rischia di cancellare il 30% dei posti di lavoro sul recapito, che nella Provincia di Bergamo si concretizzerebbero in circa 130 esuberi”. Per questo Stucchi chiede al ministro “quali iniziative intenda adottare per assicurare che Poste Italiane eroghi un servizio puntuale, capillare e rispondente alle esigenze dei cittadini lombardi. E se non ritenga necessario convocare un tavolo istituzionale invitando Poste Italiane Spa e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di valutare le possibili ricadute occupazionali e le eventuali soluzioni alternative per coloro che potrebbero essere coinvolti dal piano di riorganizzazione presentato dall’azienda”.

martedì 10 maggio 2016

ECO DI BERGAMO - 10/05/16 - LEGA ALLA CAMERA: AGLI ITALIANI POVERI LE STESSE RISORSE GARANTITE AI PROFUGHI

Stornare parte delle risorse destinate all’assistenza dei richiedenti asilo per assegnarle agli italiani vittime della crisi economica. Lo chiede la Lega Nord in una mozione illustrata martedì 10 maggio alla Camera e che sarà presto presentata sia a Montecitorio che al Senato.
«Quando si tratta di assegnare i fondi sociali - ha spiegato il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, spiegando l’iniziativa parlamentare insieme ai colleghi Massimiliano Fedriga e Nunziante Consiglio (Stucchi e Consiglio sono bergamaschi) - questo Governo ha fatto la precisa scelta di privilegiare chi arriva nel nostro Paese invece che gli italiani. Sia chiaro - sottolinea - che noi non vogliamo sottrarre fondi ai veri rifugiati che fuggono dalle guerre, ma c’è un eccesso di richieste di riconoscimento: basti pensare che su oltre 20mila domande analizzate quest’anno soltanto a 811 (il 3%) è stato concesso lo status di rifugiato. E dalla presentazione della domanda all’esito dei ricorsi passano a volte anche due anni in cui queste persone sono a nostro carico». «Tanti soldi dunque - prosegue il senatore leghista - vanno a migranti che sono sostanzialmente dei clandestini arrivati in Europa per migliorare la propria situazione economica e ciò penalizza gli italiani che stanno soffrendo la crisi. Noi chiediamo invece - aggiunge - che gli italiani possano godere degli stessi diritti riconosciuti a coloro che anche furbescamente cercano di ottenere aiuti dallo Stato pur sapendo di non avere i requisiti». A sostegno della mozione anche una sessantina di sindaci leghisti rappresentati oggi in conferenza stampa da Fabrizio Sala di Telgate (Bergamo) e Vallì Cipriani di Montefiore Conca (Rimini). «Tutti i giorni - spiegano i due - riceviamo richieste da cittadini in difficoltà economiche, pensionati che non arrivano a fine mese, giovani senza lavoro, mentre sul nostro territorio continuano ad arrivare persone che non hanno diritto a stare lì e ricevono assistenza per 35-36 euro al giorno. Chiediamo per gli italiani lo stesso trattamento riservato ai clandestini».

mercoledì 4 maggio 2016

BERGAMO NEWS - 04/05/16 - VARIANTE DI CISANO: STUCCHI LANCIA L'ALLARME

Il senatore della Lega Nord Giacomo Stucchi ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Infrastrutture in merito alla variante di Cisano. “Per la fine del mese di maggio dovrebbe essere definito il passaggio delle competenze di alcune ex strade statali all’Anas, tra cui la n. 342 Briantea, interessata da un progetto di cui si parla da 30 anni, ovvero la variante di Cisano, lunga tre chilometri” si legge nel documento.“Il progetto, che ha avuto il via libera del Cipe tre mesi fa per un importo di 40 milioni di euro, di cui 25 messi a disposizione dal ministero, non è ancora stato messo in gara – spiega Stucchi – e il nuovo codice sugli appalti (decreto legislativo n. 50/2016) prevede la revisione dei finanziamenti già stanziati, ma non utilizzati”. Per questo il senatore della Lega chiede al ministro “se non ritenga opportuno chiarire la destinazione delle risorse assegnate per il lotto della variante di Cisano, nell’ambito del passaggio di competenze all’Anas, al fine di sbloccare definitivamente la viabilità tra Bergamo e Lecco”.

sabato 30 aprile 2016

BERGAMO POST - 30/04/16 - I REQUISITI DI UNA BUONA SPIA 3.0 SPIEGATI ALL'UNIVERSITA' DI BERGAMO


E' la rivincita del “nerd” sul fascino di muscoli e mandibola prominente alla James Bond: la spia 3.0 deve eccellere nei campi del cyber, dell’informatica, dell’economia e dell’energia. Lo ha detto l’intelligence nazionale la mattina di venerdì 29 settembre, ospite nell’Aula Magna dell’Università di Bergamo situata nell’ex chiesa di Sant’Agostino, dove gli 007 italiani hanno incontrato gli studenti universitari nella tappa numero 24 del “Roadshow Intelligence live” che da ottobre 2013 vede il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica dialogare con i giovani nei principali atenei italiani. A loro i servizi segreti raccontano chi sono e cosa fanno, avviando percorsi culturali condivisi. E, soprattutto, mirano a reclutare nuove leve, menti eccellenti da “iniziare” alla delicata professione che più di tutte si occupa di sicurezza nazionale. Chi c’era. Proprio il 29 aprile, in Consiglio dei Ministri, ci sarà la nomina del capo degli 007 italiani, dell’Aisi (l’Agenzia informazioni e sicurezza interna) e del Consiglio per la Cyber Security. Al tavolo presso l’Unibg, invece, erano presenti il rettore Remo Morzenti Pellegrini; il presidente del Copasir, il senatore bergamasco della Lega Giacomo Stucchi; il professor Michele Brunelli, del Dipartimento di Lettere, Filosofia e comunicazione, che ha presentato una riflessione sul tema “Ci rivedremo a Dabiq. L’Europa e lo Stato islamico dopo Parigi e Bruxelles: alla ricerca di una strategia comune”; e Paolo Scotto di Castelbianco, direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Atteso, ma assente, il sottosegretario Marco Minniti, autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica. I requisiti di una spia 3.0. Alan Ford e il Gruppo TNT, il più “tremendo” covo di agenti segreti del fumetto, oggi finirebbero a vendere fiori per davvero, mentre gli 007 per eccellenza, Roger Moore e Pierce Brosnan, potrebbero mirare al massimo a qualche ruolo da bodyguard. Dalla cultura della segretezza alla cultura della sicurezza partecipata è, infatti, il leitmotiv dell’iniziativa, che relega ormai al vintage l’immagine dell’investigatore nascosto dietro il giornale. Il profilo richiesto? «Cerchiamo ragazzi che sappiano eccellere nei campi dell’informatica, della tecnologia, dell’economia e dell’energia – è l’appello di Paolo Scotto di Castelbianco –. Sono già 30 quelli selezionati in questi anni e che lavorano con noi su un totale di 8.250 curriculum pervenuti. Ma ne aspettiamo altri. Basta visitare il nostro sito internet». Il “Roadshow Intelligence live” ha già battuto diversi atenei italiani, quali le università La Sapienza e Luiss di Roma, il Politecnico di Torino e la Cattolica Sacro Cuore di Milano. Il progetto “Roadshow Intelligence live”. Il progetto persegue quanto stabilito dalla riforma del 2007 che, tra le altre cose, ha attribuito al Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, la promozione e diffusione della cultura della sicurezza. «Un compito – ha specificato Scotto – affidato alla scuola di formazione del Sistema di informazione e supportato dalla struttura di comunicazione istituzionale del Dis, che si traduce nell’apertura di un vero e proprio dialogo con il mondo della ricerca, delle imprese, delle università e, più in generale, con tutta la società civile». In apertura, invece, il rettore Morzenti Pellegrini ha spiegato: «La partnership tra la Scuola di formazione del Comparto Intelligence e il mondo universitario mira ad aprire a frontiere avanzate di saperi e innovazione, permettendo di leggere scenari fluidi, adeguando le capacità di risposta all’evoluzione delle minacce e individuando prassi ancora più incisive di vicinanza alle imprese contro attacchi cyber. È importante fare sistema, in un momento così complesso le università e i centri di ricerca sono gli interlocutori primari». Il terrorismo dopo Parigi e Bruxelles. Il presidente del Copasir Giacomo Stucchi è tornato sull’attualità degli ultimi giorni: «Sul caso Regeni dobbiamo evitare che passi nel dimenticatoio. Quanto al nostro Paese, c’è una minaccia significativa che riguarda tutto l’Occidente. I servizi segreti stanno facendo il possibile con i mezzi e gli uomini di cui dispongono. Ma è necessario capire che il nemico è anche nelle nostre città. Nessun Paese può dirsi immune da possibili attentati: una preoccupazione razionale, che non deve essere fobia o panico, ma che consiglia attenzione». Il professor Michele Brunelli ha invece ripercorso le tappe storiche che hanno portato, il 29 giugno 2014, alla proclamazione dell’attuale Stato islamico: «Dopo Parigi e Bruxelles è cambiato il concetto tradizionale di terrorismo, L’Isis non è un gruppo terroristico classico, e il suo obiettivo non è la distruzione dell’Occidente con obiettivi simbolo, ma attacchi alla quotidianità delle persone».

venerdì 29 aprile 2016

BERGAMO NEWS - 29/04/16 - ALLARME TERRORISMO, L'INTELLIGENCE A CACCIA DI 007 ALL'UNIVERITA' DI BERGAMO

Venerdì 29 aprile il direttore della Scuola di formazione di Intelligence Paolo Scotto di Castelbianco e il Presidente del Copasir Giacomo Stucchi hanno incontrato gli studenti dell’Università degli studi di Bergamo in quella che è la 24esima tappa del roadshow iniziato nell’ottobre 2013 e che vede il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica dialogare con i giovani dei principali atenei italiani. Siamo qui per farci conoscere, spiega Scotto.Gli studenti possono essere protagonisti lavorando con noi mentre con le università possono nascere progetti di ricerca e collaborazione”. Il profilo richiesto? Cerchiamo ragazzi che sappiano eccellere nei campi del cyber, dell’informatica, dell’economia e dell’energia”. Niente effetti speciali alla James Bond, dunque, ma giovani e brillanti menti al servizio della nuova sfida al terrorismo islamico: un terrorismo telematico, per una battaglia giocata anche a colpi di computer. Una sfida per la sicurezza che investe l’Università di un ruolo centrale, quale incubatrice delle professionalità di cui l’intelligence ha bisogno. Basti pensare che sono già 30 i ragazzi selezionati e che lavorano con noi su un totale di 8.250 curriculum pervenuti.“La partnership tra la Scuola di formazione del Comparto Intelligence e il mondo universitario – conclude Scotto – permette di leggere scenari fluidi, adeguare le capacità di risposta all’evoluzione delle minacce e individuare prassi ancora più incisive di vicinanza alle imprese contro attacchi cyber”.


 

venerdì 22 aprile 2016

L'ECO DI BERGAMO - 22/04/16 - GLI 007 FANNO TAPPA IN UNIVERSITA'

L’Intelligence nazionale prosegue il suo confronto con il mondo delle Università e delle eccellenze.
Dalla cultura della segretezza alla cultura della Sicurezza partecipata. L’Intelligence nazionale prosegue il suo confronto con il mondo delle Università e delle eccellenze per leggere scenari e fronteggiare insieme le sfide asimmetriche del nostro tempo. Venerdì 29 aprile alle 11 nell’Aula Magna dell’Università di Bergamo, gli 007 italiani incontreranno gli studenti universitari nella tappa numero 24 del roadshow «Intelligence live» che da ottobre 2013 vede il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica dialogare con i giovani nei principali atenei italiani: ai giovani, i Servizi segreti 3.0 raccontano chi sono e cosa fanno, avviando percorsi culturali condivisi. Ad aprire i lavori, i saluti introduttivi del rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini. Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, porterà un importante contributo ai lavori intervenendo sul tema «Per una nuova Intelligence». A seguire, il professor Michele Brunelli, del Dipartimento di Lettere, Filosofia e comunicazione rifletterà sul tema «Ci rivedremo a Dabiq. L’Europa e lo Stato islamico dopo Parigi e Bruxelles: alla ricerca di una strategia comune», Paolo Scotto di Castelbianco, direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, nella sua conversazione dal titolo «Intelligence...conosciamola meglio», risponderà alle domande degli studenti. Il sottosegretario Marco Minniti, Autorità Delegata per la Sicurezza della Repubblica, traccerà un’analisi delle questioni che riguardano la sicurezza nazionale, indicando nel suo intervento dal titolo «Nuove sfide e ruolo dell’Intelligence, le priorità del Comparto Intelligence e la profondità strategica della sua mission per la difesa degli interessi nazionali». La partnership tra la Scuola di formazione del Comparto Intelligence e il mondo universitario - frontiere avanzate di saperi e innovazione - permette di leggere scenari fluidi, adeguare le capacità di risposta all’evoluzione delle minacce e individuare prassi ancora più incisive di vicinanza alle imprese contro attacchi cyber. Per gli studenti universitari è sufficiente iscriversi a questo link . L’iscrizione è obbligatoria: per ragioni organizzative l’ingresso in sala è consentito fino alle ore 10.40.

giovedì 24 marzo 2016

ECO DI BERGAMO - 24/03/16 - "I NOSTRI 007 LAVORANO BENE MA IL RISCHIO ZERO NON C'E'

Il presidente del Comitato per la sicurezza (Copasir) fa il punto sulla situazione dei controlli in Italia
 
"Una stupidaggine"  Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza (Copasir), non usa giri di parole per commentare l'invito che il Dipartimento di Stato americano ha rivolto ieri ai propri cittadini riguardo l'opportunità di non viaggiare verso e attraverso l' Europa dopo gli attacchi di Bruxelles. "Tutto l'occidente - ribatte Stucchi - è nel mirino". Come giudica la presa di posizione del Dipartimento di Stato americano? «E' una stupidaggine perchè, allora è altrettanto pericoloso per gli europei andare in America: è tutto l'Occidente che è che è nel mirino. Non è cambiando i propri stili di vita che si combatte il terrorismo. Anzi l'obiettivo dei terroristi è proprio questo: condizionare e cambiare il nostro modo di comportarci e costringerci con la paura a non vivere. E', invece, necessario attuare il controllo delle frontiere: l'Europa deve capire chi ha in casa. L'Italia sta vivendo una condizione di reale pericolo? "C'è una minaccia significativa che riguarda il nostro Paese e tutto I 'Occidente: è più accentuata, sicuramente,  in Paesi come la Francia e il Belgio. Però siamo nel mirino e non possiamo dire che esistono dei Paesi dove non ci sia un pericolo reale.  Dopo di che dipende anche dai tipi di controlli che vengono posti in essere nei vari Paesi:  c'è chi più responsabilmente, ha capito che è necessario  essere un po' più rigidi in certe situazioni di controllo del territorio e chi, invece, non ritiene necessario fare questo e, come il nostro  governo, adotta delle politiche che spesso vanno a depotenziare determinati sforzi che vengono fatti in termini preventivi per la sicurezza complessiva del Paese". Cosa stanno facendo i servizi segreti del nostro Paese? "Stanno facendo tutto quello che possono fare con i mezzi e gli uomini di cui dispongono. E questo con una capacità di leggere il territorio data anche da tanta esperienza. Non si possono chiedere miracoli. Ma, finora, il lavoro di queste persone ha portato buoni frutti. Quando non ci sono notizie negative è segno che si sta lavorando bene". Cosa può fare l'Italia per mettersi al riparo da attacchi? "Dovremmo, innanzitutto, capire in alcuni contesti le intenzioni reali di determinati soggetti. Quando si dice di bloccare le frontiere, e lo dico da esponente della Lega Nord, lo si afferma perché è necessario capire prima chi c'è al nostro interno, cosa effettivamente fa nel nostro Paese e se ha intenzioni negative e ostili verso la nostra comunità. Fatto questo, se vogliamo fare un discorso di accoglienza è necessario farlo esclusivamente verso coloro che cercano aiuto e, quindi nei confronti dei rifugiati politici veri, che devono necessariamente essere aiutati. Ma questo non verso tutti a prescindere: più persone arrivano e più è difficile per la nostra intelligence fare il lavoro di analisi preventiva". A suo giudizio, dopo gli attentati di Bruxelles, quale potrebbe essere l'evoluzione nei prossimi giorni? "Nessun paese può dirsi immune da possibili attentati: c'è quindi, una preoccupazione razionale,  che non deve essere fobia o panico, ma che consiglia attenzione. E'  quindi necessario essere cauti in quelle occasioni dove si vedono fatti, cose che possono sembrare strane. Occorre una maggiore attenzione, ma non certo, ad esempio, limitarsi nei propri spostamenti. E'importante la collaborazione tra cittadini e istituzioni nel segnalare situazioni particolari". A bruxelles, secondo lei, c'è qualcosa che non ha funzionato? "Il comparto sicurezza belga ha avuto negli ultimi mesi, nell'ultima settimana, ma purtroppo anche negli ultimi giorni, dopo l'arresto di Salah Abdeslam, delle mancanze imbarazzanti. Non si dice che Salah in carcere ha espresso la disponibilità a collaborare e dare informazioni: una notizia di questo tipo data in pasto all'opinione pubblica ha probabilmente anticipato, velocizzato gli ultimi attentati".

martedì 1 marzo 2016

BERGAMO SERA - 01/03/16 - STUCCHI: REGENI NON AVEVA RAPPORTI CON I SERVIZI SEGRETI

“Le informazioni ricevute finora dalle autorità egiziane non sono affatto esaustive e l’Egitto deve ancora dimostrare una volontà vera di collaborazione completa con l’Italia. Quello che serve, e chiedo scusa per il gioco di parole, è far emergere la verità vera e non ricostruzioni talmente irrealistiche da fare arrabbiare chi le ascolta e da offendere la memoria di Giulio Regeni”. Lo ha detto in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it il presidente del Copasir, il senatore bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi. “Non ho elementi per dire che questa notizia – una tortura durata sette drammatici giorni – corrisponda alla verità. E’ evidente però come il Regeni abbia subito delle violenze pesantissime e per un tempo prolungato, basta vedere in che condizioni era il corpo, ma circa la durata delle stesse, lo ripeto, non disponiamo di informazioni certe”. “Le autorità egiziane devono collaborare veramente e devono mettere a disposizione tutte le informazioni in loro possesso senza cercare di coprire responsabilità”. “Non era assolutamente inserito nell’organico dell’intelligence e non era né una fonte né un informatore. Nulla di tutto questo. Non aveva rapporti con i servizi, di nessun tipo”, conclude Stucchi.

giovedì 11 febbraio 2016

BERGAMOSERA - 10/02/16 - STUCCHI: IL GOVERNO TUTELI IL LATTE ITALIANO

“Il Governo tuteli il latte italiano e i nostri allevatori”. Lo ha detto il senatore bergamasco della Lega Nord Giacomo Stucchi che ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, anch’egli bergamasco. Stucchi di adottare iniziative affinchè il settore lattiero-caseario non debba subire la solita politica dei prezzi, che sarebbe a favore del latte estero: “Le stalle continuano a chiudere e i contratti non vengono rinnovati. Non si può restare a guardare mentre poche aziende decidono sul futuro di migliaia di allevatori italiani. Noi della Lega Nord non riusciamo ad assistere inermi all’inevitabile fallimento di chi non riesce neanche a coprire i costi per l’alimentazione degli animali”.“Si deve arrivare in un tempo brevissimo a determinare un prezzo giusto da pagare agli allevatori” conclude Stucchi.

venerdì 15 gennaio 2016

L'ECO DI BERGAMO 14/01/16 - CENTRO ISLAMICO. VIGILI IN VIA SAN FERMO. E LA LEGA CHIEDE UN REFERENDUM

Sopralluogo della polizia locale di Bergamo nell’area tra via Serassi e via San Fermo, sequestrata e poi dissequestrata per il «caso moschea» che ha acceso il dibattito negli ultimi giorni. Il controllo è durato circa un’ora e mezza: gli agenti hanno controllato la documentazione e il progetto. Per il momento non è stato reso noto se sono state trovare irregolarità.La Lega intanto prosegue con l’attacco: «Da notizie apprese dalla stampa - dichiara Alberto Ribolla, Capogruppo Lega Nord in Consiglio Comunale - sembra che sia già pronto un piano B per la costruzione di una moschea a Bergamo, finanziato sempre dalla fondazione legata al Qatar, fondazione che avrebbe supportato anche la jihad. Pare che l’amministrazione cittadina ne sia informata, mentre nulla sanno i consiglieri di minoranza. Pretendiamo - continua Ribolla - che decisioni così delicate ed importanti vengano prese con la massima trasparenza e che tutti i cittadini ne siano informati, anche alla luce dei recentissimi fatti accaduti in città. Chiediamo inoltre con forza all’amministrazione comunale, qualora pervenisse una richiesta in tal senso, di indire un referendum tra i cittadini bergamaschi: dare voce alla popolazione è il processo partecipativo e democratico più forte, peraltro nelle linee di mandato di questa giunta. Auspichiamo - conclude Ribolla - che anche le altre forze politiche presenti in Consiglio, in particolare quelle più sensibili alla tematica della partecipazione e della trasparenza, diano un loro concreto appoggio a questa proposta».«Sveglia – scrive Daniele Belotti su Facebook – il cosiddetto piano B è ancora peggio del mega centro culturale che gli islamici vorrebbero fare in via San Fermo: ora puntano a un’area di 10.000 mq contro i 6.800/7.000 dell’ex concessionaria. Vuol dire che se in via San Fermo ci volevano (o vogliono!) fare il più grande centro culturale d’italia, nella nuova area puntano al primato europeo?». «Per dare un’idea – spiega Belotti -, un padiglione della fiera di Bergamo misura 6.500 mq e vi possono stare circa 5.000 persone».E Giacomo Stucchi, senatore della Lega, ha presentato un interrogazione parlamentare per chiedere «quali iniziative urgenti voglia intraprendere il Governo affinchè si faccia chiarezza sulle effettive intenzioni della comunità islamica di Bergamo e sulla origine dei fondi messi a disposizione per la realizzazione della moschea, anche in ragione della delicata situazione della sicurezza dei cittadini, nonchè delle inchieste giudiziarie che vedono coinvolti personaggi della stessa comunità».