AZZANO. Con un'interpellanza scritta, gli onorevoli leghisti Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli, hanno richiesto formalmente ieri sera un intervento del presidente del Consiglio, del ministro della Giustizia e di quello dell'Interno sulle registrazioni illecite di una riunione della Giunta del Comune di Azzano San Paolo.Intanto continuano le indagini dei carabinieri di Stezzano sul giallo denunciato pubblicamente lunedì, nel corso di una conferenza stampa, dal sindaco di Azzano, Simona Pergreffi. La registrazione audio resta nelle mani delle forze dell'ordine, al lavoro per trovare il bandolo della matassa, di un groviglio che non smette di fomentare le chiacchiere dei cittadini del comune alle porte di Bergamo.È proprio l'interpellanza a riassumere la situazione di fatto: la convocazione della conferenza stampa del sindaco Pergreffi che ha reso noto lunedì lo spiacevole episodio venuto a conoscenza dell'amministrazione all'inizio del mese di novembre. Si tratta dell'esistenza di una registrazione che avrebbe dovuto riguardare una riunione di Giunta segnalata al Comando dei Carabinieri di Stezzano, a cui ha fatto seguito una denuncia contro ignoti. «La registrazione – spiegano i parlamentari leghisti – non autorizzata ed eseguita all'insaputa dei presenti, probabilmente effettuata con sistemi elettronici o magnetici, si trovava in possesso di un privato cittadino. Si tratta – confermano – di una chiave Usb che è stata fatta trovare da mani ignote davanti alla farmacia di piazza IV Novembre».«Si tratta – ribadiscono – di un episodio molto grave, sembrerebbe un atto intimidatorio, forse un avvertimento, nei confronti dell'Amministrazione pubblica, che è stata democraticamente eletta. Il sindaco non esclude che altre registrazioni riguardanti altre sedute possano essere state effettuate». Chiedono poi ai ministri Alfano e Maroni di verificare i «preoccupanti fatti esposti al fine di accertare se il caso denunciato dal sindaco Pergreffi corrisponde a violazione di norme in vigore e in particolare dell'articolo 326 del Codice penale, relativo alla rivelazione e all'utilizzazione di segreti d'ufficio». Sollecitano poi un intervento «per individuare i responsabili, tutelando la libertà, la democrazia e la sicurezza delle istituzioni». Intanto non trapelano altri particolari su chi sia l'autore del gesto e il motivo che l'ha spinto a spiare la Giunta, dunque, rimane un mistero, la cui soluzione resta aggrappata alle ricerche dei Carabinieri.
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