martedì 3 novembre 2009

ECO DI BERGAMO - 03/11/09 - SINDACATI E POLITICI: SI' AL "TAVOLO" ANTICRISI

Su un punto, perlomeno, sono d'accordo tutti, sindacati e politici: la crisi non solo non è affatto finita, ma sta per abbattersi pesantemente sulla nostra provincia proprio adesso. Sta per abbattersi sui posti di lavoro, sulle famiglie, ma anche sulla struttura economica e produttiva della nostra provincia se le imprese non riceveranno dal sistema creditizio le adeguate risorse e se il governo non prolungherà ed estenderà gli ammortizzatori sociali per tutto il 2010, consentendo in questo modo ai lavoratori di «restare in azienda», in attesa di quella possibile ripresa che si potrebbe affacciare alla fine dell'anno prossimo. Cgil, Cisl e Uil, ieri mattina al Centro congressi «Giovanni XXIII», hanno chiamato i parlamentari e i consiglieri regionali bergamaschi al capezzale dell'economia locale, non ancora moribonda per fortuna, ma comunque seriamente malata. E i politici sono accorsi in gran numero. I dati e i numeri della crisi, presentati dai segretari di Cgil, Cisl e Uil, Luigi Bresciani, Ferdinando Piccinini e Marco Tullio Cicerone, non danno adito a dubbi: 10 mila posti di lavoro persi nel 2009, altri 5 mila che si perderanno nei primi mesi del 2010; 20 mila lavoratori interessati dalla Cassa integrazione; precari e interinali cacciati per primi dai loro posti già mal retribuiti. Un quadro a tinte fosche, che nessuno dei politici presenti ha cercato di contestare o di minimizzare. Bresciani ha citato, a mo' di esempio, i casi TenarisDalmine (più di 800 posti a rischio) e della Frattini, dove i lavoratori non percepiscono lo stipendio da quattro mesi. Ed è indicativo di una situazione drammatica quanto aggiunto da Cicerone: è la prima volta che l'economia bergamasca, abituata nel passato a fare orgogliosamente da sé, è costretta a chiedere l'aiuto pubblico. «Ammortizzatori per tutto il 2010». Alla politica i sindacati hanno chiesto soprattutto una cosa: intervenire sul governo per prolungare ed estendere gli ammortizzatori sociali per tutto il 2010, in particolare raddoppiando (da uno a due anni) la durata della Cassa integrazione, prorogando la Cassa in deroga per le piccole imprese, dando più incentivi ai contratti di solidarietà (per i quali è anche chiesto un impegno più convinto agli imprenditori). Misure che vanno tutte in una direzione: trattenere in azienda i lavoratori per l'intero 2010, evitando cioè espulsioni che sarebbero inevitabilmente irreversibili. Ma Cgil, Cisl e Uil hanno anche sollecitato parlamentari e consiglieri regionali a guardare oltre la crisi e a preparare la ripresa, con modelli di sviluppo come quello previsto dal «patto per la Val Seriana» che potrebbe essere esteso ad altre aree critiche e per il quale, secondo i sindacati, sono comunque ancora attesi i necessari investimenti nei comparti innovativi da parte degli imprenditori.Le richieste sindacali non si sono fermate qui ma hanno riguardato anche le banche («Non devono "strozzare" le piccole imprese e possono anticipare la Cassa a tutti lavoratori») e gli enti locali (che possono venire incontro ai lavoratori in difficoltà con aiuti su tariffe, rette e bollette). Per sollecitare, infine, la costituzione di un «tavolo» provinciale strategico sulla crisi, coordinato dalla Provincia. Ad ascoltare i sindacati c'erano i parlamentari Alessandra Gallone, Savino Pezzotta, Giacomo Stucchi, Gregorio Fontana, Giorgio Jannone, Mauro Ceruti, Antonio Misiani, Giovanni Sanga e Sergio Piffari, e i consiglieri regionali Marcello Raimondi (sottosegretario alla presidenza), Daniele Belotti, Marcello Saponaro, Giuseppe Benigni, Battista Bonfanti, oltre all'assessore provinciale al Lavoro Enrico Zucchi.Fontana (Pdl) nel riconoscere la gravità della crisi ha detto di temere ora «l'onda lunga della disoccupazione», ma ha anche elencato quanto fatto dal governo, come le risorse messe a disposizione per gli ammortizzatori sociali, pur ammettendo che queste non sempre arrivano speditamente; si è detto anche d'accordo con i sindacati sulla battaglia per estendere il più possibile la Cassa integrazione. Misiani (Pd) ha criticato la Finanziaria che, almeno per come si presenta oggi, prevede tagli del 37% ai fondi per le politiche sociali e del 7% agli investimenti per le nuove infrastrutture. «Occorre poi - ha aggiunto - un atto di disobbedienza collettiva nei confronti del patto di stabilità che penalizza i Comuni virtuosi, come i nostri». E servono, per Misiani, aiuti a quella fascia di quaranta-cinquantenni rimasti senza lavoro.«Se è in difficoltà la Lombardia - ha detto Pezzotta (Udc) - significa che la crisi è ancora più profonda per il Paese». Ma nonostante questo, Pezzotta non ha notato che l'Italia abbia adottato, come l'America e la Germania, una politica anticiclica. «Come parlamentari bergamaschi - ha aggiunto - dobbiamo coalizzarci per esercitare una pressione più forte su governo e Regione a favore del nostro territorio». Bisogna comunque agire in fretta a sostegno delle famiglie, soprattutto quelle monoreddito e con il capofamiglia in Cassa o senza lavoro. E cercare anche di capire quale sarà il «paradigma» tecnologico ed economico della nostra provincia.Jannone (Pdl) ha proposto il «modello Pigna» (di cui si sta occupando personalmente) per far ripartire l'industria toccata dalla crisi, puntando in particolare sul patrimonio immobiliare e recuperando lavoratori in nuove occupazioni. Ha poi lanciato l'allarme credito: «Se le banche continueranno a tagliare risorse alle imprese, queste non sopravviveranno e la crisi da grave diventerà gravissima». Ma senza chiudere le porte in faccia alla speranza: «Questo è comunque un grande Paese che può uscire più forte dalla crisi».Per Piffari (Italia dei valori) è importante prolungare la Cassa integrazione da uno a due anni e sarebbe utile affiancare all'ipotizzato «tavolo provinciale» anche uno sportello in grado di dare risposte rapide ai bisogni della gente. Ha anche lamentato ritardi nell'apertura dei cantieri Brebemi. Raimondi (Pdl) ha elencato quanto messo a disposizione dalla Regione Lombardia in termini di risorse sia per il sostegno al reddito delle famiglie sia, più in generale, come misure anticrisi e a favore delle infrastrutture, grandi e piccole. «Nessuno in Lombardia - ha garantito - sarà lasciato solo». Grazie agli interventi regionali, 40 mila posti di lavoro potrebbero essere creati nei prossimi anni nei settori innovativi. Si è anche soffermato sull'aeroporto di Orio al Serio, «la prima azienda per occupazione della nostra provincia con 18 mila posti di lavoro» a cui va dato un sostegno strategico.Marcia sul lavoro il 12 dicembre?«Il tavolo provinciale serve - ha detto Stucchi (Lega) - ma cerchiamo di tenerlo fuori dalle polemiche politiche, come quella sui cantieri Brebemi che, in realtà, sono aperti in ben cinque punti. Come parlamentari dobbiamo muoverci in sintonia avendo un'unica preoccupazione: portare a casa risultati concreti per il nostro territorio». Saponaro (Pd) ha insistito sulla necessità di finanziare gli ammortizzatori sociali in esaurimento, intervenendo per evitare che la crisi aggravi i suoi deleteri effetti; e va anche rivolta maggiore attenzione alle donne, le più colpite dalla crisi. Un problema, quest'ultimo, ripreso dalla Gallone (Pdl) sul quale occorre mantenere alta l'attenzione; e anche a proposito dei fondi sociali si è augurata che in sede di emendamenti la Finanziaria possa essere corretta garantendo un'adeguata dotazione finanziaria. «Procedure accelerate d'urgenza» ha invece sollecitato Sanga (Pd) per gli ammortizzatori sociali, per poi lamentare il fatto che non si sta discutendo di una politica industriale per il futuro: «Abbiamo sollecitato il governo, ma all'orizzonte non c'è nulla». Infine Belotti (Lega): alcuni Comuni - ha detto - si stanno muovendo per venire incontro alle famiglie in difficoltà attraverso la costituzione di cooperative. Poi ha posto un quesito ai sindacati bergamaschi che hanno promosso (oltre a un'assemblea pubblica per il 20 novembre) una «marcia per il lavoro» per sabato 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia: «È proprio opportuno organizzarla in quella giornata che è molto importante per il settore del commercio? Non sarebbe utile chiedere un parere in merito alle associazioni di categoria?».A tirare le somme del lungo confronto con i politici è stato il segretario Cisl Piccinini: «Al di là delle diversità politiche, il senso di questa iniziativa era di trovare dei punti convergenti e uno sforzo generale di coesione». E il consenso, ad esempio, non è mancato sul «modello Val Seriana» da estendere su basi provinciali. Ma per Piccinini occorre anche, e urgentemente, eliminare i ritardi burocratici che rallentano il rinnovo degli ammortizzatori sociali: «A fine novembre scadono i termini per 800 domande. E se non arriva il via libera le aziende potrebbero decidere di licenziare».

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