La Lega sotto attacco da parte della Chiesa? Non sembra particolarmente preoccupato il deputato Giacomo Stucchi. Non dà particolare importanza, il parlamentare bergamasco, agli editoriali al vetriolo di Famiglia cristiana e di Avvenire, che in due giorni hanno criticato il decreto Maroni sulla sicurezza, soprattutto sul versante dei matrimoni degli immigrati, e le uscite del senatur su dialetto e dintorni. "Proprio ieri sera ero a cena con un monsignore bergamasco e parlavamo anche di questo" commenta. "Il punto è che ci sono personalità, quelle più vicine a certi palazzi, anche del mondo cattolico, che non sono in contatto diretto con la realtà, con la vita quotidiana, perciò la gente di quei palazzi fatica a capire le proposte e le battaglie della Lega, che sono invece le proposte e le battaglie della gente comune".Giacomo Stucchi cita il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi come esempio di uomo di palazzo che scende sul campo: "Lui non è lontano dalle esigenze della gente, è una persona che capisce le problematiche della vita di turtti i giorni. Invece altri vivono sulle carte, sono più filosofi, e non si rendono conto che quello che la Lega afferma, magari con toni un po' forti, per creare dibattito e far discutere, è frutto delle sensibilità della gente comune. Noi portiamo queste sensibilità all'attenzione di tutti, urlando forse, ma perché queste tematiche vengano affrontate e non taciute". Si parla di stranieri, soprattutto, ma si parla di scuola, di insegnanti, di localismi e dialetti, temi risollevati dal Umberto Bossi alla festa di Ponte di Legno: "Bossi è stato attaccato perché non proprio conforme nello stile a un uomo di governo qual è? Ricordo che è anche il capo di un movimento e quando va alla festa del partito si comporta e parla da leader di partito. A Palazzo Chigi invece si comporta da ministro".Insomma, nessun dissidio vero tra le gerarchie ecclesiastiche e la Lega, sostiene Giacomo Stucchi, al massimo qualche incomprensione che non coinvolge la "base" della Chiesa a suo parere più in sintonia col popolo. Anche quello del Carroccio.
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