giovedì 6 agosto 2009

BERGAMONEWS - 06/08/09 - COMPRENSORIO SCIISTICO, È GUERRA APERTA CARROCCIO-LEGAMBIENTE

Non conosce sosta la polemica sul progetto del comprensorio sciistico della Valle Seriana. All'interpellanza presentata dai deputati leghisti Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano e Pierguido Vanalli, risponde con un intervento Damiano Di Simine, responsabile della Carovana delle Alpi di Legambiente. Onorevoli Deputati, dalla stampa locale ho appreso del deposito di una Vostra interrogazione parlamentare tesa a suggerire ai Ministri dell'Ambiente e del Turismo l'opportunità di istituire 'opportuni strumenti di controllo' delle valutazioni 'discrezionali' di associazioni ambientaliste (nello specifico, di Legambiente) che rischierebbero di penalizzare 'ingiustamente' alcuni territori danneggiandone l'attrattività turistica. La richiesta ci pare francamente insolita, in quanto la libertà di opinione ed espressione è ben regolata nel nostro Ordinamento, che si preoccupa giustamente di tutelare sia le opinioni di chi liberamente le esprime, sia il diritto di ciascuno, persona fisica o giuridica, si senta ingiustamente danneggiato da affermazioni false o denigratorie. Da decenni Legambiente, con le proprie campagne, dalla Goletta Verde alla Carovana delle Alpi, esprime giudizi, sia positivi che negativi; non lo fa per malvolenza ma per sollecitare la discussione su scelte importanti per il territorio, ovviamente in modo coerente con le proprie finalità di protezione ambientale e con la propria idea di sviluppo e promozione economica e sociale. Ci sembra importante che le scelte che hanno a che fare con il futuro di un territorio e di una comunità siano oggetto di discussione allargata e non si limitino a 'piovere' sulla testa dei cittadini. Sovente siamo stati al centro di polemiche, talvolta chi si è sentito danneggiato ci ha minacciato di rivolgersi alla magistratura, quasi mai ciò è realmente avvenuto e in nessun caso, in 24 anni di campagne, le querele hanno prodotto una condanna a nostro carico. Segno che le opinioni che esprimiamo possono talvolta essere discutibili ma, evidentemente, non propaghiamo falsità. Riterrei sinceramente un po' sovietica l'idea di istituire una sorta di 'commissione centrale di controllo' delle opinioni espresse dalle associazioni ambientaliste, ravvisandovi anche qualche contrasto con i principi fondamentali della Costituzione Italiana. Il fatto che, come da voi affermato, tutti gli amministratori non condividano il punto di vista di Legambiente, non stento a crederlo. Ma è proprio questo il problema che poniamo noi, con la bandiera nera apposta al progetto di super-comprensorio sciistico della Valseriana: di fronte ad un contesto economico e sociale, quello delle Prealpi Orobie, che certo non può essere considerato 'edificante' dal punto di vista della qualificazione turistica, soprattutto a causa di scelte chiaramente sbagliate commesse da diverse generazioni di amministratori locali, è ancora possibile correggere la rotta oppure bisogna perseverare con le medesime ricette di 'sviluppo' fatte di impianti da sci, seconde case, pesanti manomissioni dei preziosi scenari d'alta quota che fanno del massiccio della Presolana uno dei più preziosi scrigni di biodiversità dell'intero arco alpino? Le montagne orobiche sono già costellate di impianti sciistici falliti, di cui nessuno si è fatto carico di provvedere alla rimozione, e detengono il record assoluto di seconde case costruite in tutto l'arco alpino italiano. E' possibile esprimere un dissenso rispetto alla ripetizione di questi errori del recente passato, che si suppone siano frutto di scelte unanimi di altri amministratori locali, ed indicare altri modelli e modalità di sviluppo economico che puntino sulla ricettività alberghiera e sull'impresa turistica anziché sulla speculazione immobiliare? E' possibile pensare che l'economia di una valle alpina possa puntare su una diversificazione di attività di impresa, che valorizzi l'iniziativa individuale, ostacolando la fuga di giovani e professionisti che continuano ad abbandonare la valle per assenza di sbocchi professionali adeguati alla propria specializzazione? O vogliamo continuare a pensare che il futuro della valle debba continuare ad essere legato allo sviluppo del mattone e che i giovani, se non vogliono fare i muratori o i maestri di sci, allora è meglio che vadano a far fortuna da un'altra parte? Noi la pensiamo diversamente, sappiamo di non essere i soli, e vorremmo continuare ad essere liberi di esprimere un diverso punto di vista, convinti anche noi, proprio come gli amministratori della Val Seriana, che questa nostra valutazione guardi esclusivamente all'interesse della popolazione locale.
Cordiali saluti,
Damiano Di Simine
responsabile Carovana delle Alpi,
Legambiente

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