mercoledì 16 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 16/06/10 - LA LEGA E' CRESCIUTA DEL 15% L'ANNO

L'intervista Domenica il raduno. Previsto il pienone da Veneto e Piemonte dopo il successo elettorale
Il segretario provinciale Invernizzi: a Pontida sarà record, attese oltre 20 mila presenze
Domenica mattina il popolo della Lega torna a Pontida. Per Cristian Invernizzi sarà la quarta volta da segretario provinciale sul pratone, l'ultima prima del congresso d'autunno.Partiamo da Pontida. Numeri?«I pullman prenotati dai militanti sono un terzo in più degli altri anni. Quest'anno andremo oltre le 20 mila presenze».Da dove arrivano queste persone in più?«Ci aspettiamo il pienone da Piemonte e Veneto sull'onda dei risultati delle regionali».Quanti sono i volontari bergamaschi al lavoro?«Ci occupiamo di logistica e del ristoro. Sono impegnate tutte le circoscrizioni, con le 112 sezioni. I volontari sono almeno 250».I tesserati aumentano?«Nell'ultimo periodo del 10-15% ogni anno. Al dicembre 2009 i militanti erano 1.500 e i sostenitori iscritti 7 mila».A Pontida Umberto Bossi detta la linea. Cosa vi aspettate quest'anno?«Che ci dica quando parte il federalismo. Che ci dia delle conferme».Non è facile parlare di federalismo mentre i Comuni sono alle prese con i tagli record della finanziaria.«Noi siamo qui per cambiare il sistema. Ovvio che fino a che lo Stato sarà centralista ci saranno questi problemi, indipendentemente da chi sta al governo».Però siamo ai minimi storici nell'autonomia impositiva locale.«Siamo ai minimi storici anche per l'economia in generale. La speranza è che in fase di discussione la manovra venga alleggerita. Poi quello che conta è che i sacrifici li facciano tutti, non solo i Comuni virtuosi».Mario Borghezio ha annunciato che a Pontida sventoleranno centinaia di bandiere fiamminghe. Il voto in Belgio è esemplare?«È indicativo di un sentimento diffuso in Europa».Le politiche del 2008, le amministrative con le provinciali del 2009, ora le regionali. Durante il suo mandato ha visto la Lega raggiungere risultati importanti.«Ho avuto la fortuna di essere il segretario nel momento in cui la Lega ha iniziato a raccogliere i frutti di anni di attività politica».Nessun merito per la sua gestione di via Berlese?«Abbiamo puntato sui giovani e, lo dico con orgoglio, sulle donne. Ora abbiamo tantissimi sindaci donna: quello del leghista maschilista, del movimento celodurista, è un cliché. Poi credo nella compattezza, nella linea chiara da seguire pur nel rispetto della dialettica interna».Pena l'espulsione.«Su 1.500 militanti le espulsioni sono state meno di 30 e per questioni precise, soprattutto legate alla vita amministrativa. Se c'è la linea politica da seguire e uno fa di testa sua noi interveniamo. Ma anche statisticamente non mi sembra ci sia stata l'epurazione che qualcuno contesta».È in sella dal 2006. A quando il congresso?«Dovrebbe essere in autunno. Il mio mandato è in proroga perché di mezzo ci sono state le elezioni».Alcuni dei suoi predecessori, Cristiano Forte e Franco Colleoni, hanno lasciato in polemica.«Io sicuramente non lo farò».Invernizzi, si ricandida?«È presto per dirlo. Adesso vorrei vedere cosa si muove nel movimento. Se devo esprimermi, dico che mi piacerebbe più che altro tornare al giudizio dei militanti».Quando è stato eletto non era un momento facile per il Carroccio. Il referendum, il commissariamento della segreteria a Bergamo.«In politica un anno equivale a un'era, dal 2006 sembrano passati secoli, è cambiato moltissimo nel frattempo. E le letture date sul voto di allora si sono rivelate infondate. Un messaggio della base ai vertici, si era detto».Un po' difficile negare che la sua elezione sia arrivata a sorpresa. Ha superato il candidato indicato all'ultimo momento da Umberto Bossi, Giacomo Stucchi.«È stata l'elezione di un segretario provinciale. Niente di catastrofico».Però Stucchi resta Stucchi. Cosa era successo?«Posso pensare che, vista la situazione dalla quale venivamo, con le polemiche di Colleoni e Forte, il capo (Bossi, ndr) temesse che da Bergamo partisse qualcosa di svilente per il messaggio della Lega o che mettesse in dubbio quanto fatto fino ad allora. Una preoccupazione indicativa anche di quanto significa Bergamo per il partito».Da subito ha dichiarato che quello per la segreteria non era un voto di rottura.«Ed è stato dimostrato. All'interno della Lega non mi sono mai sentito a rischio o sotto minaccia. Giacomo Stucchi stesso mi ha aiutato tantissimo e ancora mi aiuta, in modo leale e brillante. Per me è un modello. Lui che avrebbe potuto remare contro non l'ha mai fatto. È la dimostrazione che non c'è stato nessun voto contro il capo, contro l'establishment. Mi chiedo in quale altro movimento si sarebbe trovata questa compattezza».Sono passati quasi quattro anni. Ce lo dice cosa ha pensato davvero quando il conteggio delle schede ha decretato che il nuovo segretario era lei?«Ma sì... Ho pensato: l'ho fatta grossa. Mi immaginavo i commenti che sarebbero seguiti. E l'ultima cosa che volevo era creare problemi alla Lega».Adesso è anche assessore alla Sicurezza del Comune capoluogo. Come va?«Bene, mi trovo bene con i miei colleghi di Giunta».Cosa replica a chi dice che la Giunta sta facendo poco?«L'opposizione dovrebbe decidersi: una volta dicono che siamo immobili, un'altra che sbagliamo. Se siamo immobili come sostengono, come facciamo anche a sbagliare?».Critiche mosse anche a lei.«Ovvio che in un anno non si può cambiare un'impostazione dell'assessorato che esiste da tempo. Però quando mi sono mosso sono partiti all'attacco. Salvo poi dire che non stiamo facendo nulla».E come sono i rapporti con gli alleati?«C'è sicuramente la necessità di compattezza. L'esperienza dell'amministrazione Bruni, con le divisioni, sia da monito. Il mio è un appello: finiamola con i malumori, chiniamo la testa e giù a lavorare».Malumori nel Pdl o anche fra Pdl e Lega?«Se ci sono malumori nei confronti della Lega perché è cresciuta troppo, non saprei se dispiacermene o essere contento. Per il resto gli alleati risolvano velocemente certi problemi interni, arrivati anche in Consiglio. E sto parlando di prese di posizione che riguardano anche il mio assessorato».Altrimenti?«Dico solo che il segretario provinciale della Lega risponde ad altre logiche».Potrebbe sbattere la porta?«Sicuramente non sto qui a farmi logorare. È la prima volta che il centrodestra governa sia il capoluogo che la provincia, c'è molto da fare. Ecco perché a certe cose va messo un limite».L'alleanza è salda?«Il sindaco Franco Tentorio lo può confermare: la Lega non ha mai dato segni di sbandamento. Se i patti sono chiari e c'è l'impegno a rispettarli non c'è altro da aggiungere».Come va con il presidente della Provincia?«Benissimo, i contatti sono costanti».Ci sono stati episodi, come quello dello stadio, in cui lui ha detto di non essere stato bene informato dal Comune. Comune in cui lei è in Giunta.«Questione circoscritta, non ha creato particolari strascichi».Di sicuro Pirovano è uno che calamita l'attenzione.«Ma noi sapevamo chi era Pirovano quando Bossi ha deciso di candidarlo. Pirovano è uno che non ha intenzione di stare lì a scaldare la poltrona e fa benissimo. Forse sono gli altri che non lo sapevano. L'opposizione cerca di sfruttare la differenza di carattere fra Tentorio e Pirovano per creare dissapori fra Lega e Pdl? Non può fare che quello, altre idee non le ha».Anna Gandolfi

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