martedì 15 giugno 2010

ECO DI BERGAMO - 15/06/10 - IL MINISTRO CALDEROLI: INTERVERREMO DIRETTAMENTE

Cresce l'interessamento del mondo politico all'emergenza dello stabilimento di Brembate Sopra
Un grande applauso ha accolto il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli quando, ieri mattina, ha varcato i cancelli della Indesit di Brembate Sopra per incontrare i lavoratori e accogliere la loro richiesta di aiuto. Dalla scorsa settimana i 430 dipendenti sono in presidio permanente per bloccare le merci in uscita dallo stabilimento, dopo aver appreso dal consiglio di amministrazione del gruppo marchigiano l'annuncio della chiusura del sito bergamasco per spostare la produzione al Sud.Per quanto riguarda i possibili sviluppi sulla vertenza Indesit, è in programma per oggi un incontro dei sindacati all'assessorato Attività produttive in Regione Lombardia. E sempre oggi la dirigenza Indesit è attesa per un confronto a livello ministeriale a Roma, come ha sottolineato il ministro Calderoli. Inoltre il 17 giugno si terrà, presso la Confindustria di Ancona, un incontro tra direzione aziendale Indesit e coordinamento sindacale del gruppo. Carrara: difendere il territorio. Il primo rappresentante politico ad incontrare ieri mattina i dipendenti dell'azienda di Brembate è stato il senatore del Pdl Valerio Carrara. «Porterò le vostre aspettative – ha esordito – sui tavoli che contano, poiché ritengo sia un mio preciso dovere tutelare la mia gente e il mio territorio evitando così che si perdano posti di lavoro. Il vostro è oggi un problema immediato, ma occorre pensare anche alle generazioni che verranno. Quindi credo che una soluzione si debba trovare». Il gruppo di dipendenti attorno al senatore Carrara ha manifestato la propria amarezza sottolineando che a loro interessa essenzialmente lavorare, anche se fosse necessario cambiare tipologia di prodotto. Una lavoratrice ha urlato tra le lacrime: «Si dovrebbe vergognare chi ha deciso di mettere sulla strada tutte queste persone». «Tra il 2005 e il 2006 – ha detto un altro operaio – siamo arrivati ad assemblare un milione di pezzi e non si può negare che l'azienda abbia preso dei bei soldi». Un lavoratore ha poi gridato: «Si sta spopolando di braccia la Bergamasca, quindi bisogna fare di tutto per mantenere l'occupazione». Il ministro: occorre fare reteVerso mezzogiorno sono giunti alla Indesit il ministro Roberto Calderoll, accompagnato dal presidente della Provincia, onorevole Ettore Pirovano, dall'assessore regionale Daniele Belotti, dall'onorevole Giacomo Stucchi e dal vice presidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli. «Non si può parlare di una chiusura dall'oggi al domani – ha detto Calderoli – senza che vi siano alternative certe. È evidente che nessuno deve restare a casa dal lavoro. Addirittura ho saputo che gli operai hanno appreso la notizia della chiusura dai giornali. Domani (oggi per chi legge NdR) a Merloni queste cose gliele dico tutte». «Purtroppo – ha aggiunto Calderoli – ne stiamo seguendo diverse di queste crisi. Finora siamo sempre riusciti ad uscirne bene, e faremo lo stesso anche con la Indesit. Di solito quando il governo centrale, la Regione, la Provincia e le altre istituzioni si mettono tutte insieme per raggiungere un obiettivo, lo si porta a casa. Quindi tutto quello che si rivelerà necessario fare lo faremo. Però finché non ci sarà il federalismo fiscale non si potrà fare altro che cercare di tamponare delle situazioni come questa».«Il paradosso – ha sottolineato Ettore Pirovano – è che il 10 giugno l'impresa Merloni ha dichiarato la chiusura della fabbrica di Brembate ai giornali. Solo il giorno prima, il 9 giugno, ha ricevuto un premio dal Presidente della Repubblica come industria dell'anno». «Dobbiamo cercare di far capire all'aziernda – ha detto l'on. Giacomo Stucchi che non se ne può andare da questo territorio senza pagare dazio. Ritengo sia in debito verso questa gente. Qualcosa deve fare e glielo faremo fare».«L'importante è muoversi come è già stato fatto per la Dalmine – ha detto l'assessore regionale Daniele Belotti – ovvero coinvolgendo tutte le istituzioni, dal Comune per arrivare fino al governo, in modo da indurre la proprietà a rivedere il suo piano industriale che riteniamo assolutamente inaccettabile».Treu: agire su governo e RegioneNel pomeriggio ha incontrato i lavoratori il senatore del Pd Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, accompagnato dagli onorevoli Antonio Misiani e Giovanni Sanga, dal segretario provinciale Gabriele Riva, dal consigliere regionale Mario Barboni, dal consigliere provinciale Alberto Vergalli e dal capogruppo del Pd in Consiglio provinciale Francesco Cornolti che ha annunciato di portare il caso nel prossimo Consiglio. «Oltre all'intervento già fatto in Parlamento – ha detto Treu – ci proponiamo un'interlocuzione diretta con il ministero e con la Regione. Bisogna vedere se Calderoli, come si spera, manterrà la parola perché se lui vuole può fare qualcosa. Come minoranza faremo la nostra parte perché non si può chiudere una fabbrica così e soprattutto vedremo se la maggioranza, oltre alle chiacchiere, è disposta a combinare qualcosa di concreto oltre ad imporre sacrifici».Vergalli e il consigliere comunale Pd di Bergamo Sergio Gandi in una nota rimarcano, chiedendo conto ai rappresentanti della Lega, come il problema della delocalizzazione al Sud delle imprese «padane» rischia di essere accentuato dalla «fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno» introdotta in attuazione della legge sul federalismo fiscale tanto cara ai leghisti, e prevista nell'ambito della manovra economica appena licenziata. Cimadoro: interrogazione Sulla vicenda Indesit è da registrare ieri anche la presa di posizione dell'onorevole Gabriele Cimadoro (Italia dei Valori): «Una decisione gravissima» sottolinea. «Ne riferirò in Commissione Attività produttive per interrogare il governo sulle azioni che intende intraprendere per scongiurare il pericolo disoccupazione di 430 dipendenti. Con Sergio Piffari abbiamo presentato anche un'interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro perché destinino parte delle risorse derivanti dai risparmi conseguiti per effetto della manovra economica per favorire il rilancio competitivo di Indesit e la riconversione industriale dello stabilimento produttivo di Brembate».

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