domenica 29 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 29/08/10 - IL SUPERPOLIZIOTTO "INDAGINI. I RISULTATI STANNO ARRIVANDO"

«Non siamo qui per fare un'ispezione, siamo qui per indagare insieme ai colleghi della questura di Bergamo». Parole di Massimo Bontempi, il funzionario inviato dal Viminale dopo i fatti di mercoledì sera ad Alzano. Dirigente superiore della polizia di Stato, Bontempi è membro dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ed è direttore del Servizio informazioni generali della Direzione centrale della polizia di prevenzione (l'ex Ucigos). «Noi non ispezioniamo nessuno – ha dichiarato ieri mattina in via Noli l'alto dirigente di polizia –: apparteniamo a una direzione operativa e siamo a Bergamo per mettere in campo la nostra competenza specifica sul fenomeno della violenza legata al mondo delle tifoserie calcistiche». Una puntualizzazione, quella di Bontempi, non di poco conto perché fa seguito – pur indirettamente – alle critiche mosse da alcuni esponenti politici nei confronti del questore Turillo e della gestione dell'ordine pubblico in occasione della guerriglia di mercoledì sera attorno ad Alzano. Riserve erano state sollevate dal ministro Calderoli, mentre il deputato leghista Giacomo Stucchi ha annunciato un'interpellanza parlamentare per chiedere come sia stato possibile che un gruppo di scalmanati sia arrivato con petardi e bombe carta a pochi passi dal palco della Bèrghem Fest dove sedevano, per un dibattito, tre ministri della Repubblica: Maroni, lo stesso Calderoli e Tremonti.In effetti c'è chi ha letto l'invio dei «superpoliziotti» romani a Bergamo come un'ispezione per far luce sulle presunte lacune organizzative, o come una delegittimazione dei vertici investigativi di via Noli. «Niente di tutto questo – ha precisato Bontempi, che è il vicedirettore della polizia di prevenzione – il nostro compito è quello di coadiuvare la questura di Bergamo e la Digos locale nell'attività investigativa: questa non è assolutamente un'ispezione. Anzi, il fatto che il capo della polizia in persona abbia deciso di mandare il vicedirettore centrale della polizia di prevenzione è un segnale della grande attenzione e di volontà di condivisione con l'organo territoriale. I poliziotti della questura di Bergamo conoscono il territorio e le persone, noi conosciamo i fenomeni e le dinamiche nazionali: le competenze si uniscono per raggiungere lo stesso obiettivo». In Polizia dal 1975, Bontempi ha prestato servizio a Milano, Roma, Firenze, Parigi, Lione, Washington e presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. È stato questore di Arezzo e Siena, prima di assumere l'incarico alla direzione centrale della polizia di prevenzione. «Continuamente – ha chiarito – lavoriamo nelle questure e siamo lieti di trovare sempre professionalità e collaborazione. Qui a Bergamo i risultati stanno arrivando e ce ne saranno altri: non è un auspicio, ma una educated guess».Come si contrasta il tifo violento secondo Bontempi? «Sono stati fatti passi in avanti – ha osservato il dirigente – uno di questi è la tessera del tifoso: un'iniziativa che proseguirà, e su questo non ci sia alcun dubbio. Una parte del tifo la contesta: per carità, legittimo non essere d'accordo, ma c'è modo e modo di manifestarlo. Non dico che la tessera sia la soluzione definitiva, ma si tratta di un passo avanti forte. Auspico che le tifoserie vi si accostino senza pregiudizi. Parecchi tifosi, anche a Bergamo, hanno capito che mercoledì sera è stato superato i limite». Certo, dialogare non è facile. «Poco fa ho rivisto una video-intervista in cui il capo ultrà bergamasco spiega: "Gli scontri sono la mia droga". Con questi presupposti è difficile poter instaurare un dialogo».V. A.

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