venerdì 27 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 27/ 08/10 - MARONI: "SI SCORDINO LO STADIO", CALDEROLI: "FATTI DEGLI ERRORI"

Il ministro degli Interni: saranno identificati e puniti duramente Sicurezza, Stucchi annuncia interpellanza: manifestazione annunciata
Alzano. Il ministro degli Interni scende dal palco marcato stretto dagli uomini della scorta. Terminati i gradini si trova nel parcheggio dove ancora si vedono i segni dell'assalto ultrà. La tensione è palpabile: solo lì Roberto Maroni, impegnato fino a un attimo prima nel dibattito su federalismo e sicurezza, viene informato nei dettagli di quanto accaduto. I tifosi sono arrivati lanciando bombe carta a pochi metri dal palco, alle spalle dei ministri. «Il mondo è pieno di pirla...», è questo il primo commento che, mercoledì sera, il ministro riserva al delirio a firma ultrà che si è consumato vicino alla Bèrghem Fest di Alzano. Commento laconico, intriso di amarezza e rabbia diplomaticamente trattenuta.Auto in fiamme, lancio di oggetti e bombe carta arrivate vicino, troppo vicino. Il panico fra la gente. Ad Alzano, dove c'erano almeno tremila persone, si è rischiato grosso, con la scusa di contestare la tessera del tifoso. Maroni è duro: «Chi ha determinato tutto questo può scordarsi di entrare negli stadi per molto tempo. Saranno colpiti duramente». Il servizio d'ordine è stato efficiente? «Penso di sì». Penso. Il gelo è evidente a chi osserva la scena. Il ministro appena sceso dal palco si muove veloce, entra nel gazebo riservato all'entourage politico. Il telo d'ingresso si chiude, poi arriva il questore Matteo Turillo, ricomincia il via vai della security.Solo a fine serata il ministro dell'Interno si fa avvicinare dai giornalisti. Ha parlato con il questore? «È qui con me, non lo vedete?». I tifosi sono arrivati vicini, troppo vicini. Responsabilità? Maroni sorvola, si appurerà. E gli ultrà? «Una sorpresa negativa, questa degli atalantini. Perché avevo dato la disponibilità a incontrarli per capire quali fossero le questioni che volevano porre. Evidentemente non c'era la volontà di discutere ma solo di fare casino». Ci sono i veri tifosi, «da salvaguardare», e ci sono i violenti, dice. E «nei confronti dei violenti non c'è possibilità di mediazione: devono essere fermati ed è ciò che continueremo a fare. È chiaro – conclude – che chi ha determinato questi gravi episodi di violenza si può scordare di entrare negli stadi per molto tempo: saranno identificati e saranno colpiti e puniti duramente». Il collega Roberto Calderoli, protagonista del dibattito alla festa con Maroni e Giulio Tremonti, fa eco indignato: «Chi tira molotov è un terrorista. Queste sono persone a cui forse la mamma da piccoli ha dato delle martellate in testa. Adesso è bene che qualcuno gliene dia da grandi». «Bergamo – attacca – ha fatto una bruttissima figura. È ora di finirla che dietro agli ultrà si nascondano delinquenti».A terra, sull'asfalto, gli involucri di cartone dei fumogeni, pezzi di vetro. E macchie bruciate. Quelle lasciate dalle bombe carta. A misurarne empiricamente la distanza dal palco ci penserà proprio il titolare della Semplificazione normativa. Uno, due, tre: «Sei passi. Sono sei metri. Questa roba è arrivata a sei metri da noi. Dalla gente. Inaccettabile». Se Maroni è gelido, sulla dinamica il titolare della Semplificazione normativa non le manda a dire: «Dovevano tutelarci. Io non mi sono sentito tutelato. È stata fatta un'azione diversiva. Un gruppo di ultrà ci è arrivato alle spalle. E lì c'era solo un'auto dei vigili urbani o poco di più». La critica è chiara: «Sono stati fatti degli errori? Mi pare proprio di sì». Il deputato Giacomo Stucchi, mentre per gli ultrà si auspicano pene severe, è il primo ad annunciare provvedimenti politici sulla gestione dell'emergenza. «Su questa vicenda presenterò un'interpellanza parlamentare». L'obiettivo è «capire come si sia mosso il servizio d'ordine». Il punto è uno: «Il servizio ha mostrato carenze evidenti. Soprattutto alla luce del fatto che questa contestazione era ampiamente nota e annunciata». Una contestazione che ha visto per la prima volta la Lega, con un suo esponente di governo, contestata con questi livelli di rischio. «Ma non è stata una contestazione sociale – taglia corto Stucchi –, o politica. È stata una contestazione fatta da quattro deficienti che si dicono appassionati di calcio ma che in realtà sono delinquenti. Delinquenti che non hanno nulla a che fare con il tifo vero e con i 15 mila atalantini che hanno sottoscritto la tessera del tifoso. Io stesso frequento la curva, e non ho avuto alcun problema con la tessera, perché non ho nulla da nascondere».Nell'area riservata alle autorità, fra segni e cocci bene evidenti, il dibattito è serrato. Il questore, dopo l'annuncio dell'interpellanza che sarà sottoposta anche agli altri leghisti alla Camera, dichiara di essere «aperto a ogni consiglio», ma di ritenere che è stato «raggiunto l'obiettivo del servizio di ordine pubblico. Dovevamo garantire lo svolgimento del dibattito ed evitare che i manifestanti entrassero nell'area dove si trovavano numerose persone. È stato fatto». Però, ieri, è stato proprio Stucchi, fra i pochi a colloquio con Maroni subito dopo la festa, a spiegare: «Obiettivi raggiunti? Si verificherà. Ho parlato con il ministro già l'altra sera. Ha espresso forti dubbi sulle capacità dimostrate dal questore nell'affrontare situazioni delicate e per di più prevedibili».

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