sabato 7 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 07/08/10 - L'INTERVISTA GIACOMO STUCCHI (DEPUTATO LEGA) PAURA DI ANDARE AL VOTO ANTICIPATO? MACCHE', ABBIAMO IL VENTO IN POPPA

Di andare alle elezioni anticipate, la Lega non ha certo paura. Anzi. Dalle parti del Carroccio sarebbero pronti ad alzare il tiro. A chiedere di più. Perché, come spiega il bergamasco Giacomo Stucchi, deputato lumbard, «le nostre proposte, come il federalismo, qualificano un programma di coalizione. E inoltre i sondaggi parlano di un raddoppio dei consensi per il nostro partito rispetto al 2008. Si facciano due calcoli».Bossi dice che così non si può andare avanti. Quindi?«O c'è un chiarimento definitivo oppure si va al voto il prima possibile. Già a novembre si potrebbe, aprendo la crisi a inizio settembre. Questo permetterebbe di presentarsi alle urne con una coalizione senza i finiani. E sicuramente c'è la possibilità di vincere».L'alleanza con il Pdl è in discussione?«Assolutamente no».Maroni l'ha addirittura definita «sacra».«Se facciamo l'alleanza con il Pdl è per ottenere di più sulle tematiche a noi care, come il federalismo».Alzate il tiro?«Se, come emerge dai dati, rispetto alle politiche del 2008 siamo quasi al doppio di consensi elettorali, è logico dedurre che il nostro messaggio viene recepito bene e soprattutto che noi attiriamo i consensi in uscita dal Pdl. La nostra proposta non solo è compatibile con un programma di coalizione, ma anche di maggior spessore rispetto ad altre».Rivendicate il ruolo di ago della bilancia che in questo momento vi è stato scippato?«Rivendichiamo la dignità politica delle nostre proposte. Anzi, forse sono proprio le nostre proposte a qualificare il programma di coalizione. Portiamo voti».Quantifichi.«Siamo sul 2-3% in più rispetto alle regionali, 8% in più sulle ultime politiche».C'è aria di crisi, mentre in Consiglio dei ministri passano pezzetti di federalismo. Sarete quantomeno irritati.«Quanto accade non è casuale. Più va avanti l'attuazione della riforma del federalismo fiscale, più si modifica lo status quo dell'assistenzialismo e di certe politiche portate avanti dal Mezzogiorno in cui si usavano soldi dragati al Nord per garantire anche consenso elettorale».Le parti politiche più vicine al centralismo si sganciano apposta?«È chiaro come l'area di Fini, l'Udc e Lombardo guardino prioritariamente al Mezzogiorno. Fa ridere che dicano "non voteremo nulla che non sia liberale", quando di più liberale e liberista del federalismo non c'è niente».Sulla «Padania» ha scritto che in realtà il centrosinistra, il voto non lo vuole davvero.«Parlano parlano, ma alla fine chi candidano? Bersani contro Berlusconi? Un altro politico di professione? Di Pietro? Enrico Letta, pure politico di professione e ritenuto anche troppo giovane da una parte degli analisti politici? Non hanno nessuno che voglia sacrificarsi. Prima hanno trovato Rutelli, poi Veltroni. Vista la fine che hanno fatto, adesso gli altri ci pensano bene».Casini ha detto che «l'area di responsabilità» è destinata ad allargarsi. Cosa ne dice?«Se si allarga in termini di appartenenza politica è verso il centrosinistra, data la mancanza di leadership».I fuoriusciti non saranno più considerati vicini alla maggioranza?«L'esame del sangue non l'abbiamo fatto a nessuno. So anche che parecchi di loro, perché li conosco di persona, qualora si concretizzasse la possibilità di andare al voto tornerebbero all'ovile. Non sono due o tre, ma la metà di quel gruppo». Stucchi, voi difendete da sempre la legalità. In questa logica, la vicenda della P3 e di Caliendo, all'elettore medio leghista avrà fatto venire il mal di pancia. C'è chi, come Savino Pezzotta (Udc), vi ha criticato dicendo che predicate nelle piazze ma a Roma votate diversamente.«Pezzotta era addirittura per far votare l'Udc come noi sulla mozione: l'ha detto lui. Sul fatto della legalità, va distinta la situazione di Caliendo da quella in cui si trovava, ad esempio, Cosentino. Nel momento in cui nei confronti di Caliendo dovesse esserci la richiesta di rinvio a giudizio, sarà diverso: diverrà una presenza indesiderata. Fino ad allora no. E noi della Lega non usiamo due pesi e due misure: il deputato subentrato nella lista leghista a Roberto Cota aveva pendenze giudiziarie, l'abbiamo lasciato fuori dal nostro gruppo ed è entrato nel misto».C'era l'altro giorno quando è scoppiata la rissa alla Camera?«Certo, ero a fianco di Fini (Stucchi è segretario di presidenza, ndr)».Non è stata una bella immagine.«Assolutamente. Ma bisogna vedere cosa c'è dietro. È stata una discussione vivace fra ex An, perché quelli che sono cresciuti a fianco di Fini e nel mito della destra alternativa a certi comportamenti democristiani si sentono traditi. Non è giustificabile, ma è un modo molto viscerale di vivere le cose che in politica esiste».

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