venerdì 27 agosto 2010

ECO DI BERGAMO - 27/08/10 - "VOLEVANO ENTRARE, LI ABBIAMO RESPINTI"

Il questore Turillo risponde alle critiche: il servizio d'ordine ha funzionato

«I tifosi volevano assolutamente entrare nella struttura che ospitava il dibattito, ma non ci sono riusciti: l'obiettivo del nostro servizio di ordine pubblico è stato raggiunto e il dibattito ha avuto luogo». Parole del questore di Bergamo, Matteo Turillo, che risponde così alle critiche (l'onorevole Stucchi ha già preannunciato anche un'interrogazione parlamentare) sollevate in merito alla gestione dell'ordine pubblico mercoledì alla Berghem Fest di Alzano.Turillo ieri mattina ha accettato di parlare ai microfoni dei numerosi cronisti che hanno chiesto un suo commento alla serata di follia ultrà e disordini: «Ecco cosa è successo: i tifosi che hanno partecipato alla manifestazione – ha ricostruito il questore – volevano assolutamente entrare nella struttura che ospitava il dibattito, con pericolo per le persone, fra cui donne e bambini. Volevano entrare, ma non ci sono riusciti: così ci hanno proditoriamente aggrediti. Il dibattito c'è stato, la gente è rimasta soddisfatta, quello che è successo fuori è un problema dei tifosi con le forze dell'ordine: ancora una volta siamo stati aggrediti senza alcun motivo».La protesta ultrà però era nell'aria da giorni. «Non ci aspettavamo una situazione simile, non si può pensare che delinquenti chiedano di poter partecipare a una manifestazione così pacifica, bella e interessante solo per contestare la tessera del tifoso, peraltro iniziativa molto positiva e forte del ministro Maroni per restituire gli stadi alle famiglie. Il calcio deve essere una festa, non occasione di aggressione da parte di delinquenti».Sul fronte delle indagini per assicurare alla giustizia i protagonisti dei disordini, il numero uno di via Noli si chiude in un no comment: «Parlerò solo quando avrò notizie certe: sono in corso indagini di polizia giudiziaria, stiamo lavorando». Turillo ha poi accennato alle condizioni del poliziotto rimasto ferito: «Il petardo esploso vicino gli ha causato abrasioni al petto e a una gamba». E poi ha aggiunto: «Sappiamo bene che una parte della tifoseria atalantina vuole creare disordini: hanno fatto tutto questo (riferito ai fatti di Alzano, ndr) con lo scopo di ottenere visibilità, guadagnare le prime pagine dei giornali».Turillo è infine tornato sulle critiche piovute sulla gestione del servizio di ordine pubblico: gli ultrà hanno creato disordini, lanciato bombe carta, incendiato auto (fra cui due mezzi delle forze dell'ordine) a due passi dalla sede di un dibattito a cui partecipavano – oltre naturalmente ai tremila spettatori – ben tre ministri della Repubblica: Maroni, Calderoli e Tremonti. In particolare l'onorevole Giacomo Stucchi ha annunciato un'interrogazione parlamentare: «Noi siamo sempre aperti a qualsiasi consiglio – ha commentato il questore – ma l'obiettivo del servizio di ordine pubblico, ovvero garantire lo svolgimento del dibattito a cui hanno preso parte circa 3 mila persone, è stato raggiunto». Sulle auto dei carabinieri e della polizia date alle fiamme: «Erano distanti a far viabilità», ha detto Turillo.Al suo arrivo a Bergamo, un anno fa, il questore aveva cercato il dialogo con la Curva, aprendo una linea di credito: «Offro lealtà, mi aspetto lealtà», aveva affermato, presentando alla città i suoi propositi per la gestione dell'ordine pubblico allo stadio. Un mese dopo fu subito costretto, invece, ad adottare la linea dura: in occasione di Atalanta-Catania, nel settembre 2009, ci furono scontri a cui la polizia rispose con tre arresti, 57 denunce e 68 Daspo. A gennaio 2010 i tifosi – dopo l'arresto di uno dei loro leader, Francesco «Baffo» Palafreni per violazione del Daspo – manifestarono cingendo d'assedio la questura e diramando un comunicato proprio contro Turillo, accusandolo di un presunto «accanimento» nei loro confronti. Una cosa è certa: Bergamo, dopo l'episodio di mercoledì sera, a causa degli ultrà non può che confermarsi fra le piazze più calde e difficili sul fronte della gestione dell'ordine pubblico.

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