domenica 4 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 04/07/10 - "LAVORA A BERGAMO, DISOCCUPATO A BOLOGNA"

Il caso di un collaboratore scolastico segnalato dallo Snals. Interrogazione di Stuccchi
Lavoratore regolare in una città, disoccupato in un'altra. Capita anche questo nel variegato e fantasioso sistema burocratico della scuola italiana. Capita di trovare tra gli iscritti alle liste di disoccupazione di Bologna un collaboratore scolastico di una scuola di Bergamo. A denunciarlo con un'interrogazione parlamentare è Giacomo Stucchi, deputato leghista, che a fine giugno, su segnalazione del sindacato Snals, ha rivolto un'articolata richiesta al ministero dell'Istruzione, portando ad esempio un caso tutto bergamasco. Il meccanismo, denuncia il parlamentare leghista, è semplice, e si basa su una serie di mancate verifiche che permettono di cambiare lo status lavorativo da una città all'altra. Ecco come: «Un collaboratore scolastico (portatore di disabilità, ndr) – si legge nell'interrogazione – pur risiedendo nel comune di Bergamo e prestando attività lavorativa nella città di Bergamo con rapporto di lavoro che supera gli otto mesi, può eleggere il suo domicilio provvisorio nel comune di Bologna. Allo stesso collaboratore, solo in base alle dichiarazioni fornite, qualora non raggiunga i limiti di reddito previsti dalla Regione Emilia Romagna per i disabili (più alti, chissà perché, di quelli della Lombardia, ndr) e nonostante l'attività di lavoro prestata nel comune di Bergamo, viene ugualmente riconosciuto il diritto alla riserva di posto». Insomma, in base a questo principio, tale lavoratore godrebbe di una garanzia sconosciuta al resto dei lavoratori italiani. Una garanzia che permetterebbe allo stesso di acquisire il privilegio del ruolo, nonostante sia già titolare di un contratto di lavoro. Secondo Stucchi, due sono le iniziative da intraprendere per evitare queste disparità: da una parte prevedere un adeguato sistema di controlli da parte del centro provinciale per l'impiego per accertare l'effettivo status dell'interessato, dall'altro prevedere l'obbligo di iscrizione dell'interessato al Centro provinciale per l'impiego in cui l'interessato presta o intenda prestare la propria attività lavorativa. A lanciare l'allarme Loris Renato Colombo, dello Snals: «Il mio grazie al deputato Stucchi che ha deciso di andare a fondo in questa vicenda. A me va bene il federalismo, ma il federalismo deve essere una cosa che non va a cozzare tra i diritti dell'uno e i doveri dell'altro. A Bergamo se un collaboratore scolastico ha già il lavoro non può iscriversi al collocamento, perché a Bologna non è così? E perché a Bergamo è richiesto un reddito più basso che a Bologna? Fino a quando dovremo sopportare questa Italia a due velocità? Insomma, va bene delegare i poteri agli enti locali, ma poi bisogna garantire che le regole siano uguali per tutti».

Nessun commento: