martedì 13 luglio 2010

ECO DI BERGAMO - 13/07/10 - LA POLITICA FA QUADRATO PER I LAVORATORI INDESIT

Un documento impegna i parlamentari di ogni schieramento«Inaccettabile la chiusura di Brembate che va invece rilanciata»
Grande manifestazione in centro città e sottoscrizione di un documento, da parte di numerosi politici, che li impegna a dare il massimo sostegno ai lavoratori Indesit, da oltre un mese impegnati in un braccio di ferro con la proprietà che ha quale posta in palio il futuro di 430 dipendenti e di altri 350 dell'indotto. Proprio per cercare di scongiurare l'annunciata chiusura del sito orobico, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, unitamente all'assessorato del Lavoro della Provincia, ieri mattina hanno organizzato un incontro, invitando all'ex Borsa Merci tutti i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio bergamasco. Fuori dall'edificio, nel frattempo, è continuata la manifestazione dei lavoratori, con tanto di corteo e sit in.«La Indesit Company – riporta il documento poi firmato dalle forze sindacali e dai rappresentanti politici – negli ultimi anni ha aperto quattro nuovi stabilimenti in Polonia e uno in Russia, ha concentrato delle attività produttive nell'Anconetano e nel Casertano, ha ridimensionato Refrontolo e lo stabilimento di None (Torino), beneficia degli ecoincentivi dello Stato per la rottamazione dei vecchi elettrodomestici e ora beneficerà di altri incentivi per investimenti nel Mezzogiorno. Il piano industriale presentato prevede 530 licenziamenti concentrati a Brembate Sopra e Refrontolo. Se contiamo l'indotto, le persone che rischiano di perdere il posto di lavoro nella Bergamasca sono circa 750 con gravi conseguenze sul piano sociale e sul tessuto economico di un'area già profondamente colpita dalla crisi».«Alla luce delle motivazioni apportate dalla direzione aziendale nei recenti confronti – continua il documento – e soprattutto dopo la grave ed inaccettabile decisione dei vertici di interrompere le trattative nell'incontro del 9 luglio, esprimiamo la netta contrarietà alla prospettata chiusura dello stabilimento bergamasco e chiediamo all'Indesit: un nuovo piano industriale che preveda il rilancio del sito bergamasco e trevigiano e a Confindustria Bergamo di fare la propria parte nel favorire un confronto fra le parti». In pratica le organizzazioni sindacali e i politici chiederanno al Governo nazionale e regionale di farsi carico di tutte le iniziative necessarie per evitare la chiusura dello stabilimento. Hanno firmato il documento: Savino Pezzotta (Udc), Gabriele Sola (Idv), Valerio Bettoni (Udc), Maurizio Martina (Pd), Antonio Misiani (Pd), Gregorio Fontana (Pdl), Daniele Belotti (Lega Nord), Giacomo Stucchi (Lega Nord), Giovanni Sanga (Pd), Alessandra Gallone (Pdl), Carolina Lussana (Lega Nord), Marcello Raimondi (Pdl), Chiara Cremonesi (Sinistra e Libertà) e Mario Barboni (Pd). Assente per lieve indisposizione il senatore Valerio Carrara (Pdl) che comunque ha fatto sapere che intende seguire passo per passo la vertenza.Luigi Bresciani, segretario generale Cgil di Bergamo, al termine era soddisfatto: «La riunione è riuscita, dalle parole però chiediamo si passi ai fatti. Verificheremo ad ottobre gli impegni del governo. Se nulla cambierà sul fronte della Indesit, ma anche delle altre fabbriche in difficoltà, non escludiamo di arrivare ad una mobilitazione unitaria generale in tutta la provincia». E il segretario generale Cisl Ferdinando Piccinini, aggiunge: «Abbiamo riscontrato un'unità d'intenti da parte di tutta la politica nel sostenere le azioni dei sindacati, mirate a dare continuità al sito di Brembate. Non è una battaglia facile, ma Bergamo deve giocarla e vincerla». Ieri mattina ciascuno dei rappresentanti politici ha ribadito che si farà portavoce nei confronti delle istituzioni per trovare una via d'uscita al caso Indesit. Gli stessi hanno comunque concordato che al di là del proprio impegno è comunque il Governo ad avere i veri strumenti per riuscire a dare una «spallata» decisiva a questa vertenza.«Ora ci attendiamo dall'azienda un'assunzione di responsabilità – ha commentato Angelo Nozza, segretario provinciale della Uilm – perché non si possono liquidare 430 posti pensando di potersene lavare le mani. L'impegno dei politici è però fondamentale per dare a noi la forza di portare avanti le rivendicazioni legittime».Anche la segreteria provinciale di Rifondazione Comunista ha sottolineato come serva «una reale volontà politica per difendere unità produttive e posti di lavoro della Indesit. È inaccettabile che imprese che hanno goduto di incentivi per vendere i propri prodotti decidano di punto in bianco di trasferire gli stabilimenti altrove e di licenziare i propri lavoratori».«Il nostro partito – ha poi detto il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Gabriele Sola – intende istituzionalizzare a livello normativo il principio secondo il quale, nel rispetto di quanto previsto dalle direttive Comunitarie, le imprese beneficiarie di incentivi di Stato siano tenute a garantire l'utilizzo di una quota dei profitti da essi derivanti per la produzione dislocata sul territorio».«È importante che tutta la politica bergamasca sappia fare squadra – ha affermato Matteo Rossi, consigliere provinciale del Partito democratico – e che nessuno alzi bandiera bianca prima che questa battaglia non sia stata fatta fino in fondo. In particolare sottoscrivo l'idea di un nuovo piano industriale che preveda il rilancio del sito di Brembate». Oggi pomeriggio intanto il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, e il vice segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Laura De Rosa, si recheranno allo stabilimento Indesit per incontrare i lavoratori. «Vogliamo dimostrare – afferma Centrella – la nostra concreta solidarietà agli operai di Brembate i quali, come quelli di Refrontolo, sono stati colpiti da una decisione improvvisa e gravissima».

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