giovedì 3 febbraio 2011

ECO DI BERGAMO - 03/02/11 - LA LEGA: C'E' SINTONIA SUL FERALISMO

Apprezzamento dei lumbard per il discorsodel presidente: contano le riforme e l'autogoverno

Benedetta RavizzaAl Teatro Donizetti ci sono più Tricolori che fazzoletti verdi. Bandiere italiane che pendono dai balconcini, le fasce sulle spalle dei sindaci, anche quelli leghisti. Non mancano le spillette con Alberto da Giussano e i foulard col Sole delle Alpi che escono dal taschino. Ma non sono esibiti, non è una platea di protesta, anzi. Standing ovation e applauso finale (magari da qualche parte più striminzito, ma da tutti, senza distinzioni politiche) per il capo dello Stato Giorgio Napolitano, seduto in prima fila tra la moglie Clio e il presidente del Consiglio regionale Davide Boni (bossiano pure lui). «Pensavate di coglierci in castagna. Ma non siamo rimasti i "rozzi" degli anni '80», commenta il primo cittadino di Albano Dario Odelli, entrando nel foyer con la truppa di amministratori verdepadani.Il discorso del presidente della Repubblica conquista anche la Lega, che qui mostra il profilo di governo, non di lotta, e sembra scippare al centrosinistra uno dei suoi simboli. Ancora di più alla vigilia del voto di oggi sul federalismo municipale da parte della «bicameralina». Se scosse ci saranno, sono rimandate a dopo questo delicato passaggio. Nel «modello (Carlo) Cattaneo» citato dall'inquilino del Quirinale – «La visione dell'unità che riconosce le distinzioni, dell'unità pluralistica e non indifferenziata, dell'unità fondata su istituzioni di autogoverno che rendono possibile la maggior partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica» – «ci siamo ritrovati, è nel solco di quello che dicono Pirovano e Formigoni. Soprattutto nella necessità di cambiare l'attuale sistema istituzionale, di guardare ai contenuti di una riforma, non al governo che la fa», commenta il deputato Giacomo Stucchi. Lui, insieme all'assessore provinciale Silvia Lanzani, sono stati tra i pochi invitati al pranzo riservato in Prefettura. «Possiamo avere idee diverse dal punto di vista politico, ad esempio sull'identità nazionale che va rafforzata, ma c'è un rapporto personale col presidente e la moglie Clio più che consolidato, risale a quando lui era a capo della commissione Affari istituzionali a Bruxelles», aggiunge. Anche il parlamentare Nunziante Consiglio definisce l'intervento «da grande uomo di Stato, con una finestra spettacolare aperta sulla questione del federalismo. È stato un messaggio serio, serenissimo, in linea con quanto stiamo facendo a Roma e i bergamaschi si aspettano». Il segretario provinciale del Carroccio Cristian Invernizzi (con cravatta verde d'ordinanza) per l'occasione si è anche tagliato i capelli: «Nell'antica Grecia lo facevano in segno di lutto. Ma oggi, anche per la Lega, è una giornata tutt'altro che triste. Il discorso di Napolitano ha toccato temi a noi cari: la rivalutazione del pensiero di Cattaneo; il richiamo alla concordia tra le forze politiche, che speriamo venga ascoltato, per realizzare le riforme necessarie al Paese». Protesta? «E chi l'ha detto che avremmo protestato. E poi si vota domani (oggi, ndr). Come possiamo contestare qualcosa che non è ancora avvenuto?». Anche il sindaco di Treviolo Gianfranco Masper conferma: «Non ha senso la protesta. Mica siamo arrabbiati con le istituzioni, è chi non vuole le riforme che ci fa arrabbiare. Mi riconosco nel discorso convinto e realistico del presidente, che non è mai entrato in contrasto col federalismo». In sala anche i consiglieri regionali Giosué Frosio e Roberto Pedretti («In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, il discorso di Napolitano guarda avanti, ci ha richiamato al compito delle riforme di cui noi siamo il traino»), assente l'assessore Daniele Belotti, ma nessuna provocazione. «Sono ammalato – si giustifica al telefono – ho annullato tutti gli impegni della giornata». All'uscita c'è anche uno scambio di battute tra la coppia presidenziale e il sindaco di Seriate. «La signora Clio si è complimentata perché ha visto tante donne e giovani sindaci – racconta Silvana Santisi Saita –. Il presidente mi ha chiesto quanti abitanti ha il mio Comune e com'è. Gli ho detto che è anche attraversato dal fiume Serio». Serio, come l'atteggiamento di tutti i rappresentanti delle istituzioni bergamasche nell'accogliere il presidente della Repubblica.

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