sabato 22 novembre 2008

ECO DI BERGAMO - 22/11/08 - ROMA RISPONDE A BERGAMO "UNITI CONTRO LA CRISI". MA CON RICETTE DIVERSE

di Maurizio Ferrari
Parlamentari e sindacati: ok su una cabina di regìa a difesa del lavoro Ma su una Cig più estesa, Pezzotta e Stucchi in disaccordo sui fondi

Il sindacato chiama, i parlamentari rispondono. A nome dell'intero territorio, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente con i deputati bergamaschi e l'appello, ieri, nella sede Cisl di via Carnovali, è stato accolto, con la presenza di quasi tutti gli onorevoli (anche chi era assente, ha manifestato sostegno), e l'assicurazione di un impegno «ancor più straordinario, per la causa dei nostri lavoratori e delle imprese, in un momento in cui la crisi sta fatalmente allargandosi, dal tessile, agli altri settori». Anche a nome dei colleghi Luigi Bresciani (Cgil) e Marco Cicerone (Uil), il segretario generale della Cisl Ferdinando Piccinini ha aperto l'incontro con due richieste forti: «Una cabina di regia con a capo la Provincia con tutti gli enti e parti sociali, a difesa dell'occupazione, che possa definire efficaci politiche attive sul lavoro (misura poi accettata dai deputati NdR) e un possibile intervento legislativo che consenta di sospendere la norma dei tre anni di utilizzo di ammortizzatori sociali in un quinquennio, dando così la possibilità ad aziende in grande difficoltà di poter ancora usare questi strumenti».«È il tempo delle colombe»Se, come detto, la risposta a un impegno supplementare dei deputati è stata univoca (erano presenti Giacomo Stucchi per la Lega Nord, Antonio Misiani e Giovanni Sanga per il Pd, Savino Pezzotta per l'Udc, Sergio Piffari e Gabriele Cimadoro per l'Italia dei valori), diverse sono state le «ricette» con cui intendono agire. Molto incisivo l'intervento di Savino Pezzotta, che dopo aver sottolineato l'unità dei sindacati nel contrastare questa crisi, ha auspicato «che anche a Roma, tra i confederali, possa esserci un'unità d'intenti, facendo magari un passo indietro sulle recenti polemiche. Non è questo il momento dei "falchi" ma delle "colombe": altrimenti, da una crisi del genere, che ci costerà già così tantissimo, rischiamo di non uscirne più». E riferendosi alle richieste dei sindacati, Pezzotta si è chiesto: «Fate bene a chiedere, ma sapete quanto costa estendere la cassa? Il mio timore è che non esistano risorse sufficienti». Per Giacomo Stucchi invece le risorse esistono: «Stanno in quei 620 milioni previsti nella Finanziaria non solo per la cassa in deroga ma anche per le politiche attive. Ora a me non m'importa tanto definire che tipo di crisi letale sia questa, l'importante è impegnarsi al massimo, e io lo farò, per fare arrivare sulla Bergamasca almeno 10 milioni sui 620 totali, che andranno poi gestiti a livello locale». E se per Giovanni Sanga «è fondamentale ripensare alle aree industriali dismesse e alla loro destinazione d'uso, per provare a immaginare nuove e originali iniziative imprenditoriali», per il collega di partito Antonio Misiani «è ora anche di rivedere il sistema di ammortizzatori sociali: così è un colabrodo, tutelano solo il 20% dei disoccupati italiani, mentre in Germania ne comprendono l'80%. Non è possibile che migliaia di lavoratori a termine continuino ad essere senza protezione, a fronte di lavoratori Alitalia che potranno contare su 7 anni di cassa integrazione». «Non solo manifatturiero»E mentre Gabriele Cimadoro portava un ulteriore dato per confermare la recessione in atto («In poche settimane gli atti notarili sono scesi del 30%: siamo come in guerra, bisogna che tutti stiano sulle barricate»), l'assessore provinciale al Lavoro Giuliano Capetti pungeva il sindacato: «Va bene difendere il manifatturiero, ma vi manca un po' la cultura del terziario. Non dimentichiamo che il nostro territorio è in fase di rapida trasformazione: già ora ci sono più addetti nei servizi e terziario (270 mila) che nel manifatturiero (230 mila)».

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