mercoledì 19 novembre 2008

ECO DI BERGAMO - 19/11/08 - "RIAPRIAMO IL CASINO’", IL SI’ VIAGGIA IN E-MAIL

di Oreste De Vulpis

Tanti consensi alla proposta di legge leghista. Stucchi porterebbe visitatori e fondi

Gli sono arrivate dozzine di e-mail di appoggio per far passare la proposta di legge e riaprire l’ex casinò di San Pellegrino Terme. Nessuna notizia invece, almeno per ora, di comitati “moralizzatori” contrari al progetto di una casa da gioco nel comune brembano. Per il deputato della Lega Nord Giacomo Stucchi, prino firmatario della proposta, è ormai diventata una battaglia personale, pur non essendo affatto un patito di casinò (“Ci andrò al massimo tre volte l’anno, e solo quando mi trovo a viaggiare in una città europea dove ce n’è uno”, racconta il parlamentare). Ma il deputato non è da solo in questa iniziativa. Con lui c’è tutta la pattuglia dei bergamaschi del Carroccio. Eccoli lì i loro nomi, in calce all’ordine del giorno passato giovèdì scorso alla Camera e che impegna il governo a valutare la questione dell’apertura (anzi riapertura; dopo ben 91 anni di quasi totale inattività) del casinò di San Pellegrino Terme. Oltre alla firma di Stucchi c’è anche quella dell’onorevole Claudio D’Amico, che aveva seguito da vicino le problematiche della Valle Brembana quando era stato capo di gabinetto di Roberto Calderoli. E poi gli altri leghisti eletti in Lombardia: Pierguido Vanalli, Marco Reguzzoni, Ettore Pirovano e Nunziante Consiglio e Davide Caparini. Il casinò a San Pellegrino Terme,secondo i deputati leghisti, potrebbe essere un potente strumento di rilancio economico e riqualificazione turistica per un’area, quella della Valle Brembana, classificata dall’Unione Europea come Obiettivo 2, cioè “svantaggiata”. “Il casinò porterebbe posti di lavoro – dice Stucchi – e sarebbe un’occasione per attirare visitatori nella Valle. Ci sono ogni giorno pullman che partono da Milano per portare gente a Campione, e so che sono sempre pieni. E poi non dimentichiamo che San Pellegrino ha anche le terme più importanti del mondo”. Lo stabile, un maestoso palazzo liberty costruito nel 1904, nacque proprio come casinò, ma rimase aperto solo per poco più di un decennio, fino al varo della legge sui giochi d’azzardo nel 1917. Da allora (salvo brevi periodi di riapertura) l’edificio di proprietà del Comune di San Pellegrino Terme è sede di manifestazioni culturali, congressi, sfilate di moda e serate di gala. “Noi chiediamo di recuperare la destinazione originale – continua il deputato della Lega -. E’ un intervento fortemente voluto dai sindaci locali e che darebbe un po’ di speranza per il futuro di quella terra. Inoltre sarebbe a costo zero, perché non richiede partecipazioni della pubblica amministrazione dal punto di vista economico”. L’attività sarebbe infatti gestita interamente da una società privata, che prenderebbe in affitto i locali. In più Comune, Provincia e Regione Lombardia parteciperebbero agli utili del casinò, “e tutti i casinò fanno utili…”, aggiunge Stucchi. “Basta vedere i soldi che fornisce il casinò di Campione al Comune, alle Province di Como e Varese e al Ministero dell’Interno”. Per autorizzare l’apertura si dovrebbe intervenire sulla legge nazionale oppure “attribuire alle Regioni la facoltà di decidere. L’importante è darsi dei limiti – dice Stucchi -. Un nuovo casinò per ogni regione, per esempio andrebbe bene”. L’unico possibile ostacolo che i vedono è quello etico. “Ma sarebbe davvero fuori luogo – dice Stucchi -. Ormai si gioca ovunque, anche su internet. E se uno è contrario, basta non andarci”.

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