venerdì 29 agosto 2008

ECO DI BERGAMO 29/08/08 - "RIVOLUZIONE NELLA SCUOLA, TORNANO I VOTI IN PAGELLA. INNO D'ITALIA APRE L'ANNO: E' POLEMICA A BERGAMO"

Voti sulle pagelle, maestro unico per la scuola primaria, introduzione obbligatoria dell’educazione civica, cinque in condotta uguale bocciatura. Sono solo alcune delle novità che si profilano all’orizzonte nella scuola. Una vera e propria rivoluzione. Per qualcuno una bufera. Intanto a Bergamo scoppia la polemica sull’inno d’Italia e la cerimonia dell’alzabandiera che inaugurerà, come vuole il dirigente scolastico Luigi Roffia, l’anno scolastico.
VOTI IN PAGELLA E MAESTRO UNICO Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ha annunciato nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che torneranno i voti sulle pagelle degli studenti italiani: «Crediamo che alla scuola - ha detto - serva chiarezza. Per questo ci sarà un ritorno dei voti accompagnati dai giudizi che saranno esplicativi del risultato raggiunto dai ragazzi. Il Consiglio dei Ministri ha poi espresso parere favorevole in merito al ritorno al maestro unico per la scuola primaria. Il provvedimento sarà contenuto nel piano programmatico per la scuola contenuto nella Finanziaria e su cui stiamo lavorando con il ministro Tremonti».
CINQUE IN CONDOTTA A proposito del 5 in condotta che comporterà la bocciatura, il ministro Gelmini ha illustrato il decreto legge, approvato in consiglio dei ministri, che prevede appunto l’introduzione del voto in condotta e novità in materia di educazione civica e stradale nelle scuole. Dal prossimo anno scolastico nella scuola italiana torna, obbligatoria, l'educazione civica: si chiamerà Educazione alla Costituzione e alla Cittadinanza e con questa verrà introdotta la formazione alle regole della strada e all'ambiente.
GLI STUDENTI DI AZIONE CATTOLICA BOCCIANO LA GELMINI Sul voto in condotta, gli studenti dell' Azione Cattolica danno un 5 per il metodo al ministro Maria Stella Gelmini, deprecando l'uso della decretazione d'urgenza in materia di scuola. «Gli studenti dell'Azione Cattolica Italiana - si legge in una nota - apprendono la notizia che in queste ore è in discussione presso il consiglio dei ministri un decreto legge in materia di istruzione che di fatto accoglie parte delle proposte avanzate dal ministro Maria Stella Gelmini attraverso il ddl presentato l'1 agosto 2008. Apprezziamo l'impegno del Ministro a porre i temi dell'istruzione all'attenzione del Governo e quindi del Paese, perchè, come ha detto Benedetto XVI, 'aumenta oggi la domanda di un' educazione che sia davvero tale'». «Ci stupisce - precisano però gli studenti cattolici - la scelta dello strumento del Decreto Legge al fine di introdurre questi provvedimenti, in contrasto con quanto annunciato dal ministro meno di un mese fa, quando queste nuove norme ci sono state indicate come gli elementi fondanti di un Disegno di Legge in materia scolastica». Meglio sarebbe - si propone nella nota - non sacrificare, con la scelta della decretazione d'urgenza «il dibattito in sede parlamentare e nei luoghi istituzionali di confronto tra il Ministero e i rappresentanti degli studenti, dei docenti e dei genitori, quale ad esempio è il Forum delle Associazioni Studentesche».
L'INNO D'ITALIA DIVIDE Il dirigente scolastico provinciale di Bergamo ha deciso che anche quest'anno il nuovo anno colastico sarà inaugurato con l'inno d'Italia e la cerimonia dell'alzabandiera, ma l'iniziativa ha destato le polemiche della Lega Nord. Il 16 settembre nel cortile dell'istituto tecnico Natta 900 ragazzi saluteranno la ripresa delle attività in classe cantando Fratelli d'Italia, mentre un gruppo di cadetti della guardia di finanza in alta uniforme procederà al rito militare del tricolore issandolo sul pennone. «L'inno è il simbolo dello Stato e dell'unità nazionale - ha affermato il dirigente scolastico Luigi Roffia - ed è giusto che i ragazzi lo cantino». Apprezzamento da parte del sindaco Roberto Bruni, mentre la Lega che, tramite il consigliere regionale Daniele Belotti, parla di «sceneggiata». «Meglio far cantare Noter de Berghem», ha aggiunto l'esponente del Carroccio. «Mi meraviglio della polemica innescata - ha detto Bruni - anche perchè l'iniziativa era già stata fatta lo scorso anno. Ritengo opportuno che i ragazzi conoscano l'inno nazionale; personalmente andrò alla cerimonia e canterò l'inno come sempre, anche se nessuno sarà obbligato a farlo». «È una bella iniziativa che condivido in pieno - ha dichiarato Antonio Misiani, parlamentare bergamasco del Pd - credo che sia importante far condividere ai ragazzi il senso di appartenenza e l'orgoglio nazionale fin dalla scuola. Sono un federalista convinto che tiene all'unità nazionale e che si commuove ogni volta che sente l'inno di Mameli». Più cauto il preside del liceo scientifico Mascheroni di Bergamo, Paolo Capini, che pur definendo «necessaria da parte degli studenti la necessità di riconoscersi nell'unità nazionale», ha sostenuto che «ogni istituto, nell'ambito dell' autonomia scolastica, dovrebbe scegliere gli strumenti adatti per riflettere sulla costituzione, la bandiera e l'inno, al fine di evitare ogni polemica e strumentalizzazione». Giacomo Stucchi: «Quello dell'inno a scuola è un tema che non mi entusiasma e sul quale non è giusto porre l' attenzione politica - ha detto -. Sarebbe stato meglio evitarlo, ma se lo vogliono fare, che lo facciano. Non penso che qualcuno protesterà per questo, pur ritenendo che si tratti di un'iniziativa che c'entra poco con i problemi della scuola. È necessario piuttosto affrontare la questione dell'integrazione degli oltre 16mila studenti stranieri nelle scuole della provincia ed insegnare ai ragazzi la storia dei popoli e dei comuni. Chiederò a Roffia un occhio di riguardo all'educazione civica, al fatto che nelle scuole si diano ai ragazzi nozioni di federalismo e si spieghi loro chi era Cattaneo e quali erano le sue idee».
Gregorio Fontana, deputato bergamasco del Pdl: «L'annuncio di iniziare il nuovo anno scolastico con l'inno d'Italia e con la cerimonia dell'alzabandiera, non deve essere il pretesto per perdere tempo in inutili polemiche. Anche negli stati caratterizzati da un consolidato ordinamento federale, come la Svizzera e gli Stati Uniti, nessuno si sognerebbe di contestare l'alzabandiera o l'inno nazionale. La vera sfida della maggioranza che sostiene il governo Berlusconi, ma anche di tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento, è invece ottenere, in tempi brevi, una riforma federale che possa dare ampia autonomia valorizzando le realtà economiche e la storia delle regioni d'Italia».

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