venerdì 29 agosto 2008

ECO DI BERGAMO - 29/08/08 - "LEGA CONTRO L'INNO. SCOPPIA A BERGAMO IL CASO NAZIONALE"

di Anna Gandolfi
Il provveditore farà cantare Mameli all'avvio della scuola Belotti: meglio nòter de Bèrghem. Ed è subito polemica
Lancia il sasso e non nasconde la mano: «Certo che sarebbe una bella idea cantare Nóter de Bèrghem all'apertura dell'anno scolastico». Daniele Belotti resta saldo sulle sue idee e ti snocciola un chiaro motivo anche sul perché non abbia suggerito il Va' Pensiero, contro-inno leghista per antonomasia: «Quello è legato alla Lega, Nóter de Bèrghem è di tutti». Però si capisce che nemmeno lui immaginava di suscitare cotanta valanga di reazioni con una boutade sulla proposta del provveditore di Bergamo di far cantare ai ragazzi l'Inno di Mameli. Una battuta assurta a caso nazionale, una sorta di successo insperato per il lumbard che non è certo nuovo a queste provocazioni. Vicenda in prima pagina su Repubblica: «Inno a scuola, sfida alla Lega». Poi la notizia macinata dalle agenzie di stampa per tutta la giornata di ieri.Questi i fatti: per festeggiare l'inizio dell'attività didattica l'Ufficio scolastico provinciale organizza la tradizionale cerimonia. Data prescelta: 16 settembre. Scuola individuata quest'anno: il «Natta». In programma, oltre all'alzabandiera con i cadetti dell'Accademia della Guardia di Finanza, anche l'Inno di Mameli: insieme ai 900 ragazzi della scuola, il provveditore invita a cantare anche rappresentanti di altri istituti. Un programma già visto anche l'anno scorso, con bandiera, inno e tutto quanto. Però ora si torna sull'iniziativa e, interpellato dai cronisti, il consigliere comunale e regionale Belotti, sentito in veste di presidente della Commissione cultura del Pirellone, tira la bordata: «Cantare l'inno in cortile è una sceneggiata per rinsaldare una identità che è debole. Sarebbe stato meglio far cantare ai ragazzi Nóter de Bèrghem, inno cittadino che li rappresenta davvero». Quando di mezzo ci sono l'inno nazionale e le stoccate di targa padana non si può mai dire: qui c'è quanto basta per far scoppiare il caso nazionale.Sulle agenzie di stampa fioriscono le reazioni, da una parte la levata di scudi a favore dell'inno, dall'altra chi sostiene – è il caso della dirigente scolastica del Veneto Carmela Palumbo – che «vi sono forse modi più concreti per costruire lo spirito nazionale dei giovani, senza ricorrere a inni e simboli». Giovanni Sanga, parlamentare Pd, replica a stretto giro: «La posizione della dirigente veneta mi sembra fuori luogo. I simboli sono importanti, tanto che proprio in queste ore dallo stesso governo è arrivato un decreto che reintroduce l'ora di educazione civica sullo studio della Costituzione». Per il resto, sulle critiche del consigliere orobico al provveditorato: «A Belotti piace fare del folclore, ora siamo ad agosto ed evidentemente è stato più facile dargli risalto». Il collega di partito Antonio Misiani parla di «polemica strumentale del Carroccio, del tutto fuori luogo. Belotti dovrebbe prendere esempio da Umberto Bossi, che ultimamente scatta in piedi diligentemente sull'Inno di Mameli». E a chi critica i simboli: «Hanno una loro importanza e vanno rispettati. Certo che è giusto che i ragazzi cantino l'inno. Poi, per inciso, l'avevano fatto anche l'anno scorso senza che ci fosse alcuna polemica. Io sono d'accordo con l'autonomia e il federalismo, ma si può esserlo anche essendo fedeli all'inno e alla bandiera». Sul fronte della Lega, Giacomo Stucchi è tiepido: «Quello dell'inno a scuola è un tema che non mi entusiasma e sul quale non è giusto porre l'attenzione politica – afferma –. Sarebbe stato meglio evitarlo, ma se lo vogliono fare, lo facciano. Non penso che qualcuno protesterà per l'inno, pur ritenendo che si tratti di una iniziativa che c'entra poco con i problemi della scuola». Per il Pdl si fa sentire il deputato Gregorio Fontana: «L'apertura dell'anno scolastico con l'alzabandiera e l'inno non deve essere il pretesto per perdere tempo in inutili polemiche. Anche negli stati caratterizzati da un consolidato ordinamento federale, come la Svizzera e gli Stati Uniti, nessuno si sognerebbe di contestare l'alzabandiera o l'inno nazionale». Il sindaco di Bergamo è meravigliato e amareggiato dall'«inutile polemica», «anche perché l'iniziativa era già stata fatta lo scorso anno. Ritengo opportuno che i ragazzi conoscano l'inno nazionale; personalmente andrò alla cerimonia e canterò l'inno come sempre, anche se nessuno sarà obbligato a farlo».

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