lunedì 21 luglio 2008

ECO DI BERGAMO 21/07/08 - BERGER:"IL MIO PREMIO PER ROMY SCHNEIDER"

di Andrea Frambrosi
Pirotecnico come sempre, è stato Vittorio Sgarbi a monopolizzare il palco della prima serata della settima edizione del Festival internazionale del cinema d'arte - Premio «Le Mura d'Oro». Serata dedicata, oltre che all'inaugurazione del Festival, all'assegnazione del premio alla carriera all'attore austriaco Helmut Berger.
La verve dell'istrionico professore ha movimentato una serata che è iniziata, nella piazza Mascheroni in Città Alta, da quest'anno sede della manifestazione, con i saluti della presidente del Festival Claudia Sartirani, che ha quindi ceduto la parola all'assessore al Bilancio e alla Sicurezza del Comune di Bergamo, Dario Guerini, che ha sottolineato come «Bergamo, notoriamente città piuttosto chiusa, abbia bisogno di manifestazioni come questa per aprirsi sempre più». Dopo il saluto dell'on. Giacomo Stucchi, la serata è entrata nel vivo con il direttore artistico del Festival Marco Locatelli e Vittorio Sgarbi che ne presiede la giuria.
«Non vado mai al cinema», esordisce Sgarbi. «Non ci vado più da quando hanno proibito di fumare in sala. Non sono mai stato un fumatore, ma essendo contrario a ogni forma di proibizione, per protesta, non vado più al cinema». In realtà, come ha poi raccontato, Vittorio Sgarbi ha svolto anche, se pur per un breve periodo, l'attività di critico cinematografico per il settimanale Il Sabato : «Ma ho smesso subito – dice il critico – perché il primo film che ho dovuto vedere era Capitan Fracassa di Ettore Scola, che era pessimo, e il secondo, Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci, l'ho dovuto vedere tre volte perché mi addormentavo sempre. Insomma, avete scelto l'uomo sbagliato».
Ne ha un po' per tutti, Vittorio Sgarbi: «I moderni curatori di mostre conoscono la storia dell'arte degli ultimi sei mesi»; e sul cinema: «Non è necessario che il cinema d'arte si occupi esclusivamente di arte». «Lo dimostrano – dice – i film di Luchino Visconti e di Aleksandr Sokurov». «La pittura – prosegue – è finita il giorno in cui un artista ha operato dei tagli sulla tela (richiamo alle opere di Lucio Fontana) ed è stata sostituita dalla fotografia prima e dal cinema poi, ma anche il romanzo è finito, anche lui sostituito dal cinema. Ecco perché, secondo la felice intuizione di Carlo Raggianti, il cinema è arte figurativa. Il cinema è quindi il punto più avanzato del racconto e della visione: se c'è il rigore della forma, allora un film è un film d'arte».Visibilmente commosso, Helmut Berger è quindi stato chiamato a ricevere il premio alla carriera (una scultura di Antonino Arando): «Nel mio lavoro – ha detto l'attore – mi sono sempre affidato al regista, sono stato scelto da Visconti, ma ho amato lavorare anche con registi che hanno saputo rompere con la tradizione». Ma il momento più toccante della serata è stato quando Helmut Berger ha dedicato il premio a Romy Schneider, sua amica e partner in molti film, austriaca come lui e indimenticata principessa Sissi di tante pellicole: «Per me è stata come una sorella».
«Helmut Berger – ha concluso Vittorio Sgarbi – come attore rappresenta l'ideale della figura dipinta perché possiede l'ambiguità sensuale dei preraffaelliti: una bellezza classica e insieme nevrotica».

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