venerdì 19 settembre 2008

ECO DI BERGAMO - 19/09/08 - "E' SCONTRO GOVERNO-CGIL. IL PD: SCONFITTA PER TUTTI"

Berlusconi: gravi responsabilità, forse volevano questo Epifani: niente capri espiatori. Bersani: adesso nervi saldi

ROMA La speranza, alla vigilia dello scadere dell'ultimatum, era che, nonostante le molte critiche sull'operazione, l'esito della trattativa su Alitalia fosse positivo. E così, quando la Cai (Compagnia aerea italiana) ritira l'offerta, il Partito democratico preferisce, alle barricate di Antonio Di Pietro e all'attacco frontale contro il governo, la via dell'opposizione responsabile. «Ora bisogna tenere i nervi saldi, c'è spazio per evitare il fallimento», è la linea del partito, annunciata da Pierluigi Bersani dopo essere stata concordata telefonicamente con il segretario Walter Veltroni, che si trova a New York: davanti alla prima vera difficoltà del governo, il Pd si trova ad un bivio: denunciare le responsabilità dell'esecutivo, Berlusconi in primis, per approfittarne politicamente, o indicare una via di uscita per evitare il baratro della compagnia di bandiera.«silvio spregiudicato»«Berlusconi è l'unico colpevole e purtroppo questo è l'esito di un'operazione spregiudicata», è la premessa di Bersani come di Anna Finocchiaro, che poi aggiungono a dispetto degli annunci pessimisti del Cavaliere: «Non siamo davanti a un baratro, è possibile rimettere nel solco la procedura». Per evitare il fallimento, dice il Pd, è indispensabile che il commissario Augusto Fantozzi prenda in mano le redini, come fece Enrico Bondi per Parmalat, alieni i beni non essenziali di Alitalia per mandare avanti la compagnia mentre con un nuovo avviso pubblico si cerchi il salvatore, che sia in Italia o all'estero. «Hanno perso tutti. Non c'è niente da applaudire e niente di che rallegrarsi», è l'analisi amara di Enrico Letta, al quale ancora brucia il no dei sindacati alla soluzione «lungimirante e vantaggiosa» di Air France-Klm.Antonio Di Pietro (Italia dei Valori) si dice pronto a far partire una denuncia perché «ci sono delle violazioni della legge nella procedura di vendita», mentre Pier Ferdinando Casini (Udc) è convinto che «questo sia il momento di rimboccarsi le maniche e di dare ciascuno il proprio contributo».«fallimento? vedremo»Berlusconi riceve la notizia via telefono da Gianni Letta pochi minuti dopo il suo rientro da San Giugliano di Puglia: «La situazione è drammatica. Siamo di fronte a un baratro. Ci sono pesantissime responsabilità della Cgil e dell'associazione piloti che valuteremo». Il premier va anche oltre, parla di responsabilità «politica» e aggiunge: «Non vorrei che questa fosse la soluzione che qualcuno ha auspicato». Berlusconi non si sbilancia sull'eventuale prospettiva di «fallimento» e preferisce limitarsi a dire: «Vedremo, ora voglio approfondire la situazione».Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi rivolge «un «sincero apprezzamento» a «Cisl, Uil e Ugl, che hanno avuto il coraggio di assumere una posizione responsabile», mentre sul «fronte del no» Sacconi afferma che «purtroppo, nonostante la evidente alternativa del fallimento che ora si prospetta, hanno prevalso, in alcuni, una cinica logica politica del tanto peggio tanto meglio, e in altri, l'illusione di impossibili interventi pubblici (diretti o indiretti) o di inesistenti soluzioni alternative capaci di riprodurre i vecchi privilegi. Purtroppo per i lavoratori interessati e per il Paese, si apre ora la strada che porta al fallimento». «Oltre che amareggiato – dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli – , sono davvero stupefatto dal comportamento dei piloti che in un sol colpo rischiano di far fallire Alitalia, di non salvare 1.550 loro colleghi, di perdere complessivamente 15.000 posti di lavoro e di fare un favore alla sinistra che li ha strumentalizzati». «Qualcuno mi spieghi cosa c'è da applaudire se migliaia di persone vanno a casa» commenta Giacomo Stucchi, deputato bergamasco della Lega Nord, alla notizia degli applausi dei dipendenti Alitalia per il fallimento della trattativa: «La sensazione è che in questa vicenda siano in atto molte strumentalizzazioni, sia da parte di alcuni organizzazioni sindacali, espressioni di categorie forti, come quella dei piloti, sia di alcune forze politiche di opposizione, che intendono cavalcare la protesta dei lavoratori, incuranti delle conseguenze sul piano economico e sociale». «Allibito alle immagini di giubilo dei dipendenti Alitalia» si dice anche il senatore del Carroccio Roberto Castelli, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti: «Evidentemente pensano che in qualche modo il carrozzone mangiasoldi verrà comunque salvato dall'ennesimo intervento di Stato».sindacati divisiLa vicenda Alitalia avrà effetti pesanti sul sindacato italiano, che esce spaccato dalla serrata trattativa. La storia di questi ultimi giorni della vertenza è stato un susseguirsi di nuove alleanze, scomposizione di vecchi riti e nuovi protagonisti, con la promozione al tavolo a pieni voti del segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini. Dunque, nuove e strane alleanze: quella tra la Cgil di Guglielmo Epifani (convinto della necessità del coinvolgimento e del consenso di tutti) e i piloti dell'Anpac, l'associazione vicina alla destra un tempo chiamata «Aquila Selvaggia» per le modalità di lotta intraprese. Ma anche con l'ala dura del Sdl (personale di terra e di volo).Ad usare toni drammatici non appena giunta la notizia del ritiro dell'offerta da parte della Cai è il segretario generale dell'Uil, Luigi Angeletti, che parla di catastrofe «sociale», ma anche «sindacale»: «Mi ricorda la vicenda Fiat di 30 anni fa, ma ancora peggio: Alitalia era morta e qualche mio collega si accinge a fare il becchino». Parole meno incisive, ma non meno pesanti da parte del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che da sempre ha salutato più che favorevolmente la discesa in campo della cordata capeggiata da Colaninno: «È stata la follia di pochi e di alcune sigle sindacali che hanno portato alla chiusura delle trattative». Ma la Cgil, additata dal governo come colpevole del «baratro» insieme ai piloti, non ci sta a fare il capro espiatorio: «Il governo e il presidente del Consiglio – replica Epifani - si assumano le proprie responsabilità per come hanno gestito tutta la vicenda e la trattativa con le parti sociali. La Cgil si è assunta per intero le proprie responsabilità per evitare il fallimento della compagnia».

Nessun commento: