lunedì 5 dicembre 2016

BERGAMO NEWS - 05/12/16 - I COMMENTI Stucchi, Lega: “Elezioni ad aprile”, Gregorelli, M5S: “Subito al voto”, Misiani: “Il Pd deve ricompattarsi”

“Elezioni ad aprile” per il senatore Giacomo Stucchi, Lega Nord. “Subito al voto” gli fa eco Fabio Gregorelli, capogruppo in Consiglio Comunale a Bergamo per il Movimento 5 Stelle. Ad urne chiuse e con le prime proiezioni che consacrano la vittoria del No i politici bergamaschi commentano. C’è chi rilegge gli errori della lunga campagna referendaria, chi chiede elezioni anticipate, chi osserva il dato di Bergamo città con il Sì vincitore (una piccola enclave che regge lo tsunami referendario).“I due dati che emergono da questo referendum sono l’alta affluenza alle urne e la vasta partecipazione dei cittadini agli incontri in preparazione – osserva l’onorevole Elena Carnevali, Partito Democratico -. Spiace che alla fine sia stato trasformato come un referendum sull’operato del governo Renzi e non si sia entrati nel merito della riforma. Una riforma che da tempo il nostro Paese necessita. Spiace: è un’occasione mancata”. Per l’onorevole socialista Pia Locatelli: “Si è ridotto il referendum ad una lotta politica, ma così facendo si è persa un’occasione. Chi passa all’incasso sono soprattutto i grillini. Per la riforma della costituzione, noi socialisti, avevamo proposto di creare una costituente che non si riducesse ad una battaglia politica. Si è scelta una via legittima ma più impervia e soprattutto legata all’attività di governo”. La lunga notte dello spoglio raccoglie anche il commento del senatore del Carroccio Giacomo Stucchi che non usa mezzi termini: “La gente ha bocciato una politica lontana da loro, una riforma sulla quale si è perso tempo. Questo Paese va riformato, ma per farlo serve un’ampia base di condivisione. Va riformato, abolendo il bicameralismo perfetto, ma va fatto con criterio. I dati che emergono dallo spoglio è che il 75% dei giovani ha votato No, segno che si sentono tagliati fuori, esclusi dalle scelte politiche di questo paese”. Osservando il dato che emerge dalle urbe, il capogruppo del M5S a Palazzo Frizzoni, Fabio Gregorelli afferma: “In città ha vinto il Sì, segno che il sindaco Gori, grande comunicatore, è stato bravo e capace di vendere un prodotto che nel resto d’Italia e anche in provincia non ha funzionato e non funziona. Il dato dell’affluenza, in particolare di Bergamo, è segno di un risveglio e di una voglia di partecipazione che fa ben sperare in futuro. L’augurio che continui così”.L’assessore regionale Claudia Terzi, Lega Nord dichiara: “Questo referendum è stato sentito da tanti, in particolare dai giovani. Ho raccolto le loro insoddisfazioni ai gazebo, nei mercati, al bar. C’era un senso di protesta e di disagio contro questo governo che li ha dimenticati. In merito alla riforma, poi, in molti hanno giustamente temuto che accentrare servizi come la sanità a Roma avrebbe voluto dire perdere quei virtuosismi che la Lombardia offre e garantisce ai propri cittadini”.L’assessore all’Innovazione del Comune di Bergamo, Giacomo Angeloni: “Credo che ci siano degli errori su questo referendum, il primo e fondamentale è quello di averlo politicizzato. Se Gori ha convinto è segno che l’Amministrazione Comunale governa bene, i servizi funzionano, le buche per le strade vengono chiuse e c’è l’attenzione nei confronti dei cittadini. Gori è stato premiato perché è un politico che ha mantenuto e mantiene le sue promesse. La riforma, seppur perfettibile, avrebbe spinto in avanti il Paese, ma il popolo sovrano ha deciso di fermarsi esprimendo la sfiducia sul governo quando si stava parlando di riforma costituzionale”. Se il Sì regge a Bergamo si deve andare a cercare chi ha lavorato sodo sul territorio: il Comitato Bergamo per il Sì. L’avvocato Ernico Felli, tra i promotori del Comitato, se da una parte non nasconde la delusione sul dato nazionale con la vittoria del No, afferma: “Abbiamo lavorato bene e riportato la passione nella politica, rinvigorendo la discussione e il confronto tra i cittadini. Renzi aveva aperto la sua campagna referendaria proprio a Bergamo. Devo ringraziare tutti coloro che si sono impegnati nei tantissimi appuntamenti per la promozione e per far conoscere nel merito la riforma costituzionale”.“Dobbiamo garantire l’approvazione della Legge di Bilancio, poi serve una Legge elettorale per la Camera e per il Senato – commenta l’onorevole Antonio Misiani, Pd -. La fine naturale della legislatura sarebbe nel febbraio 2018, poi la facoltà di sciogliere le Camere spetta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che verificherà le condizioni della maggioranza in Parlamento”.Alla domanda “Se incontrasse Bersani o D’Alema, dopo il voto di questa sera, che cosa direbbe loro?”. Misiani non ha dubbi e risponde: “Profonda amarezza. Martedì la segreteria del Partito si riunirà, il compito che ora ci aspetta è ricompattare le diverse anime”.

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