giovedì 24 marzo 2016

ECO DI BERGAMO - 24/03/16 - "I NOSTRI 007 LAVORANO BENE MA IL RISCHIO ZERO NON C'E'

Il presidente del Comitato per la sicurezza (Copasir) fa il punto sulla situazione dei controlli in Italia
 
"Una stupidaggine"  Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza (Copasir), non usa giri di parole per commentare l'invito che il Dipartimento di Stato americano ha rivolto ieri ai propri cittadini riguardo l'opportunità di non viaggiare verso e attraverso l' Europa dopo gli attacchi di Bruxelles. "Tutto l'occidente - ribatte Stucchi - è nel mirino". Come giudica la presa di posizione del Dipartimento di Stato americano? «E' una stupidaggine perchè, allora è altrettanto pericoloso per gli europei andare in America: è tutto l'Occidente che è che è nel mirino. Non è cambiando i propri stili di vita che si combatte il terrorismo. Anzi l'obiettivo dei terroristi è proprio questo: condizionare e cambiare il nostro modo di comportarci e costringerci con la paura a non vivere. E', invece, necessario attuare il controllo delle frontiere: l'Europa deve capire chi ha in casa. L'Italia sta vivendo una condizione di reale pericolo? "C'è una minaccia significativa che riguarda il nostro Paese e tutto I 'Occidente: è più accentuata, sicuramente,  in Paesi come la Francia e il Belgio. Però siamo nel mirino e non possiamo dire che esistono dei Paesi dove non ci sia un pericolo reale.  Dopo di che dipende anche dai tipi di controlli che vengono posti in essere nei vari Paesi:  c'è chi più responsabilmente, ha capito che è necessario  essere un po' più rigidi in certe situazioni di controllo del territorio e chi, invece, non ritiene necessario fare questo e, come il nostro  governo, adotta delle politiche che spesso vanno a depotenziare determinati sforzi che vengono fatti in termini preventivi per la sicurezza complessiva del Paese". Cosa stanno facendo i servizi segreti del nostro Paese? "Stanno facendo tutto quello che possono fare con i mezzi e gli uomini di cui dispongono. E questo con una capacità di leggere il territorio data anche da tanta esperienza. Non si possono chiedere miracoli. Ma, finora, il lavoro di queste persone ha portato buoni frutti. Quando non ci sono notizie negative è segno che si sta lavorando bene". Cosa può fare l'Italia per mettersi al riparo da attacchi? "Dovremmo, innanzitutto, capire in alcuni contesti le intenzioni reali di determinati soggetti. Quando si dice di bloccare le frontiere, e lo dico da esponente della Lega Nord, lo si afferma perché è necessario capire prima chi c'è al nostro interno, cosa effettivamente fa nel nostro Paese e se ha intenzioni negative e ostili verso la nostra comunità. Fatto questo, se vogliamo fare un discorso di accoglienza è necessario farlo esclusivamente verso coloro che cercano aiuto e, quindi nei confronti dei rifugiati politici veri, che devono necessariamente essere aiutati. Ma questo non verso tutti a prescindere: più persone arrivano e più è difficile per la nostra intelligence fare il lavoro di analisi preventiva". A suo giudizio, dopo gli attentati di Bruxelles, quale potrebbe essere l'evoluzione nei prossimi giorni? "Nessun paese può dirsi immune da possibili attentati: c'è quindi, una preoccupazione razionale,  che non deve essere fobia o panico, ma che consiglia attenzione. E'  quindi necessario essere cauti in quelle occasioni dove si vedono fatti, cose che possono sembrare strane. Occorre una maggiore attenzione, ma non certo, ad esempio, limitarsi nei propri spostamenti. E'importante la collaborazione tra cittadini e istituzioni nel segnalare situazioni particolari". A bruxelles, secondo lei, c'è qualcosa che non ha funzionato? "Il comparto sicurezza belga ha avuto negli ultimi mesi, nell'ultima settimana, ma purtroppo anche negli ultimi giorni, dopo l'arresto di Salah Abdeslam, delle mancanze imbarazzanti. Non si dice che Salah in carcere ha espresso la disponibilità a collaborare e dare informazioni: una notizia di questo tipo data in pasto all'opinione pubblica ha probabilmente anticipato, velocizzato gli ultimi attentati".

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