Il presidente del Comitato per la sicurezza (Copasir) fa il punto sulla
situazione dei controlli in Italia
"Una
stupidaggine" Giacomo Stucchi, presidente
del Comitato parlamentare per la sicurezza (Copasir), non usa giri di parole
per commentare l'invito che il Dipartimento di Stato americano ha rivolto ieri
ai propri cittadini riguardo l'opportunità di non viaggiare verso e attraverso l'
Europa dopo gli attacchi di Bruxelles. "Tutto l'occidente - ribatte
Stucchi - è nel mirino". Come giudica la presa di posizione del Dipartimento
di Stato americano? «E' una stupidaggine perchè, allora è altrettanto pericoloso
per gli europei andare in America: è tutto l'Occidente che è che è nel mirino.
Non è cambiando i propri stili di vita che si combatte il terrorismo. Anzi
l'obiettivo dei terroristi è proprio questo: condizionare e cambiare il nostro
modo di comportarci e costringerci con la paura a non vivere. E', invece, necessario
attuare il controllo delle frontiere: l'Europa deve capire chi ha in casa.
L'Italia sta vivendo una condizione di reale pericolo? "C'è una minaccia
significativa che riguarda il nostro Paese e tutto I 'Occidente: è più
accentuata, sicuramente, in Paesi come la
Francia e il Belgio. Però siamo nel mirino e non possiamo dire che esistono dei
Paesi dove non ci sia un pericolo reale.
Dopo di che dipende anche dai tipi di controlli che vengono posti in essere
nei vari Paesi: c'è chi più responsabilmente,
ha capito che è necessario essere un po'
più rigidi in certe situazioni di controllo del territorio e chi, invece, non
ritiene necessario fare questo e, come il nostro governo, adotta delle politiche che spesso vanno
a depotenziare determinati sforzi che vengono fatti in termini preventivi per
la sicurezza complessiva del Paese". Cosa stanno facendo i servizi segreti
del nostro Paese? "Stanno facendo tutto quello che possono fare con i mezzi e gli
uomini di cui dispongono. E questo con una capacità di leggere il territorio data
anche da tanta esperienza. Non si possono chiedere miracoli. Ma, finora, il
lavoro di queste persone ha portato buoni frutti. Quando non ci sono notizie negative
è segno che si sta lavorando bene". Cosa può fare l'Italia per mettersi al
riparo da attacchi? "Dovremmo, innanzitutto, capire in alcuni contesti le
intenzioni reali di determinati soggetti. Quando si dice di bloccare le
frontiere, e lo dico da esponente della Lega Nord, lo si afferma perché è
necessario capire prima chi c'è al nostro interno, cosa effettivamente fa nel
nostro Paese e se ha intenzioni negative e ostili verso la nostra comunità. Fatto
questo, se vogliamo fare un discorso di accoglienza è necessario farlo esclusivamente
verso coloro che cercano aiuto e, quindi nei confronti dei rifugiati politici
veri, che devono necessariamente essere aiutati. Ma questo non verso tutti a
prescindere: più persone arrivano e più è difficile per la nostra intelligence
fare il lavoro di analisi preventiva". A suo giudizio, dopo gli attentati
di Bruxelles, quale potrebbe essere l'evoluzione nei prossimi giorni? "Nessun paese
può dirsi immune da possibili attentati: c'è quindi, una preoccupazione
razionale, che non deve essere fobia o
panico, ma che consiglia attenzione. E' quindi
necessario essere cauti in quelle occasioni dove si vedono fatti, cose che
possono sembrare strane. Occorre una maggiore attenzione, ma non certo, ad
esempio, limitarsi nei propri spostamenti. E'importante la collaborazione tra cittadini
e istituzioni nel segnalare situazioni particolari". A bruxelles, secondo
lei, c'è qualcosa che non ha funzionato? "Il comparto sicurezza belga ha avuto
negli ultimi mesi, nell'ultima settimana, ma purtroppo anche negli ultimi
giorni, dopo l'arresto di Salah Abdeslam, delle mancanze imbarazzanti. Non si dice
che Salah in carcere ha espresso la disponibilità a collaborare e dare
informazioni: una notizia di questo tipo data in pasto all'opinione pubblica ha
probabilmente anticipato, velocizzato gli ultimi attentati".
Nessun commento:
Posta un commento