Da San Pellegrino lettera-appello al premier«Strumento efficace per combattere la crisi»
L'Italia è ormai piena di videopoker e slot machine, il gioco d'azzardo online è stato legalizzato. A breve, lo Stato emetterà il bando per autorizzare altri mille «poker live» in tutta Italia e ora anche i casinò con giochi elettronici sono legali (nel 2009 ha così riaperto quello storico di Bagni di Lucca). «A questo punto – dice il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi – non possono certo essere remore morali a frenare la riapertura delle case da gioco». Milesi ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedere la riapertura della casa da gioco a San Pellegrino (funzionante solo a inizio Novecento).Campione, 118 milioni l'annoOggi in Italia, in deroga al codice penale, sono aperti i casinò di Venezia, Campione d'Italia, Saint Vincent e Sanremo. Un esempio: il casinò di Campione d'Italia (2.000 abitanti) ha 550 dipendenti, nel 2009, con 673 mila presenze, ha incassato 118 milioni di euro, in parte destinati al Comune. Ovvio che numeri del genere sarebbero manna per San Pellegrino e la valle. Negli ultimi anni la richiesta di apertura di San Pellegrino è stata, da un punto di vista politico, bipartisan.Lo hanno fatto, tra gli altri, con proposte di legge, il senatore di Oltre il Colle Valerio Carrara, il deputato Giorgio Jannone e i leghisti bergamaschi Pirovano, Stucchi, Consiglio e Vanalli: in quell'occasione la Camera approvò un ordine del giorno che impegnava il governo a valutare la riapertura. L'ultimo disegno di legge, in ordine cronologico, è quello presentato recentemente dal deputato siciliano Domenico Scilipoti che ha chiesto la riapertura di San Pellegrino e Taormina. Nel 2009 il ministro del Turismo, Michela Brambilla, annunciò un decreto che avrebbe consentito l'apertura delle case da gioco negli hotel di lusso. Ma nonostante proposte e annunci, ancora nulla di concreto. E per San Pellegrino la roulette resta ancora lontana. «In un tempo difficile come quello che stiamo vivendo – scrive Milesi a Berlusconi –, la riapertura del casinò, per San Pellegrino Terme ma anche per altre realtà, costituirebbe uno strumento di particolare importanza ed efficacia per affrontare la gravi crisi che ha colpito ancora più pesantemente la Valle Brembana».La casa da gioco a San Pellegrino, peraltro, potrebbe trovare collocazione, più che nel casinò municipale, nel Grand Hotel (all'ultimo piano), il cui recupero appare oggi come il più complicato dell'operazione di rilancio avviata da Comune, Regione, Provincia e Gruppo Percassi. «La riapertura della casa da gioco – prosegue Milesi – consentirebbe di recuperare il Grand Hotel, obiettivo che finora si è rivelato arduo, per non dire proibitivo».«I danni dai videopoker»«In questi anni – dice ora Milesi – più parlamentari hanno proposto la riapertura delle case da gioco e, in particolare l'onorevole Giacomo Stucchi si è interessato di San Pellegrino. Ma, purtroppo, finora non si è ottenuto nulla. Nel frattempo nei bar si sono moltiplicati slot machine e giochi vari che, magari, mandano in rovina le famiglie. Non si capisce perché si continui a ostacolare le case da gioco che, invece, farebbero meno danni».
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