martedì 27 aprile 2010

ECO DI BERGAMO - 27/04/10 - FONDI ALL'UNIVERSITA'. BERGAMO CENERENTOLA DELLA CLASSIFICA ITALIANA

Misiani (Pd): fanalino di coda. Mancano 13,5 milioni di euroInterrogazione alla Gelmini: si applichi il federalismo fiscale
L'Università degli studi di Bergamo? È la cenerentola degli atenei italiani. Virtuosa a tal punto da figurare al quarto posto della classifica recentemente stilata dal Miur, ma assolutamente sottofinanziata rispetto alle altre università italiane di pari dimensioni e qualità. Anzi, per dirla proprio tutta, è la «più» sottofinanziata d'Italia. Lo afferma Antonio Misiani, tesoriere nazionale del Pd, parlamentare bergamasco a Roma che presenta oggi al ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, un'interrogazione per chiedere un «tempestivo intervento per superare questa situazione fortemente penalizzante per l'ateneo bergamasco» accompagnata da un report dettagliato dei finanziamenti effettivi e di quelli teorici che spetterebbero a Bergamo con un raffronto di cifre rispetto agli altri atenei italiani misurato secondo le indicazioni del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario.Il rettore Stefano Paleari ha ricordato più volte, sia nel discorso di apertura dell'anno accademico sia in altre interviste sul nostro quotidiano, in che condizioni siano messe le casse dell'Ateneo, con almeno mille euro per studente in meno sul piano nazionale. Alcune forze politiche, i parlamentari della Lega Nord (Giacomo Stucchi, Ettore Pirovano, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli) e l'onerevole del Pdl Giorgio Jannone, proprio nelle scorse settimane, avevano raccolto l'appello del rettore a un intervento e avevano presentato due interrogazioni rispettivamente al ministro e governo per sollecitare una presa in carico del problema. Ci risulta che proprio il ministro Gelmini abbia già preso a cuore il problema degli studenti universitari bergamaschi chiedendo una verifica approfondita dei finanziamenti ricevuti e spettanti all'Università degli studi bergamasca.Un'analisi che anche Misiani ha elaborato e che, se possibile, peggiora la visione d'insieme: sembrerebbe infatti che non solo l'Università degli studi di Bergamo è sottofinanziata, ma è la «più» sottofinanziata d'Italia. Un dato che emerge con evidenza dal confronto tra finanziamenti effettivi ricevuti dal Fondo di finanziamento ordinario dello Stato (calcolato sulla spesa storica) e quelli teorici calcolati secondo i criteri di valutazione nazionale (basati su parametri standard di domanda, risultati e ricerca dei singoli atenei). Proprio per la crescita sotto il profilo quantitativo e qualitativo realizzato negli ultimi dieci anni, l'Università di Bergamo soffre di una cronica condizione di sottofinanziamento.«Nel 2009 – snocciola le cifre Misiani – l'Università degli studi di Bergamo ha avuto 14.377 studenti, pari allo 0,81% del totale nazionale e ha ricevuto un assegnazione dal Fondo di finanziamento ordinario per 36.401 milioni di euro (pari allo 0.52% del totale degli atenei). Sulla base della ripartizione teorica del modello di valutazione nazionale a Bergamo spetterebbe invece lo 0,71% dei sette miliardi e 40 milioni previsti dal Ffo per il 2009 pari a 50 milioni di euro (49.985 per la precisione). Il sottofinanziamento dunque è pari a 13 milioni e 584 mila euro».«In proporzione – rincara Misiani – l'Università degli studi di Bergamo è l'ateneo più sottofinanziato d'Italia, con una differenza negativa nell'assegnazione del Fondo di finanziamento ordinario effettivo rispetto a quella teorica pari al 27,18% nel 2009». Bergamo è in buona compagnia: tra i fanalini di coda ci sono infatti anche le università di Chieti e Pescara, della Calabria ma anche il Politecnico di Torino, l'Università dell'Insubria.«Chiedo al ministro Gelmini – conclude Misiani – di programmare, come previsto già per l'attuazione del federalismo fiscale, il progressivo superamento della ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario basato sulla spesa storica in favore di criteri basati sui fabbisogni standard per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni. Così Bergamo avrà quel che gli spetta».Elena Catalfamo

Nessun commento: