sabato 24 aprile 2010

ECO DI BERGAMO - 24/04/10 - "UNA SCOSSA PER LE RIFORME. LEGA FEDELE"

Il parlamentare bergamasco Stucchi «Niente frenate o si torna alle urne»
«Ci preoccupa il fatto che si perda tempo nel cammino sulle riforme: se c'è questo rischio è meglio tagliare la testa al toro e tornare di fronte agli elettori eliminando tutte le zavorre che frenano il cambiamento»: Giacomo Stucchi, parlamentare bergamasco della Lega nord, delinea i possibili scenari futuri dopo lo scontro interno al Pdl tra il premier e Gianfranco Fini, riconfermando l'asse privilegiato dell'alleanza Bossi-Berlusconi e indicando un possibile ritorno alle urne nel caso di una crisi di governo per problemi interni al Pdl. Ma davvero siamo davanti alla fine dell'alleanza tra Pdl e Lega come ventilato ieri da Bossi? «Quello di Bossi vuole essere un richiamo forte al Pdl: datevi una sistemata, rimettetevi in carreggiata perché la Lega non vuole rallentamenti sul cammino delle riforme. Berlusconi ha fatto capire che questo rischio non c'è; né c'è il rischio di frattura tra Lega e Pdl finché lui sarà il leader. Se, al contrario, dovesse prevalere la linea di Fini sarebbe inutile rimanere al governo».Quindi Berlusconi sembra aver raccolto il messaggio? «Bossi e Berlusconi si parlano sempre in modo molto franco, è un rapporto caratterizzato da stima reciproca. Il premier è per noi la persona di riferimento».E, allora, perché Bossi ha parlato di «crollo verticale del governo»? «Occorre pensare all'immagine che la vicenda interna al Pdl ha dato al Paese: tutti si chiedono e ci chiedono cosa sta succedendo nel governo; si tratta di un crollo di fronte all'opinione pubblica. La gente non capisce: è come criticare una squadra che vince».Come giudicate quanto avvenuto giovedì nel Pdl? «Fini ha fatto una forzatura forse eccessiva. Si è reso conto di essere marginalizzato e di avere un ruolo poco rilevante nel Pdl: ha, così, avuto una reazione scomposta. Al contrario Berlusconi ha dimostrato di avere in mano il Pdl, compresa una gran parte della componente ex An. Questo brucia molto a Fini che lo vive come un tradimento. In realtà sono proprio tanti suoi ex compagni di partito a vivere il suo comportamento come un tradimento: lui li ha portati nel Pdl e poi è proprio lui ad essersi spostato verso il centro, abiurando tante delle posizioni e delle idee che ha sostenuto negli anni precedenti».Non temete che le difficoltà interne al Pdl possano rallentare il percorso delle riforme? «Non credo. Ma se ciò dovesse avvenire, se si dovessero frapporre ostacoli, allora si tornerà davanti agli elettori spiegando loro che Bossi e Berlusconi vogliono fare presto e lavorare senza tanti fronzoli. Ci presenteremmo come alleati solo di Berlusconi: il cambiamento sarebbe ancora più rapido».Non è, quindi, ipotizzabile un cambio di maggioranza all'interno di questo Parlamento? «Non penso. Casini è peggio di Fini. E poi bisognerebbe mettere in conto Di Pietro e il Pd nella situazione nella quale versa oggi: credo sia fantapolitica. Mentre non sarebbe fantapolitica pensare ad un posizionamento centrista di Fini». E adesso come vedete il futuro del governo? «Aspettiamo settimana prossima per verificare la situazione. Ci sarà, tra l'altro, una riunione dei finiani: credo che saranno ancora meno di coloro che hanno sottoscritto il documento pro-Fini; del resto più lo scontro diventa duro e sempre meno parlamentari lo seguiranno in uno scontro che è sempre più personale. Se ci dovessero essere ripercussioni sul cammino delle riforme è inutile galleggiare: meglio tornare a votare». Quindi non siete preoccupati. «Ci preoccupa che si perda tempo. Piuttosto, ripeto, è meglio tornare davanti agli elettori eliminando le zavorre». Gianluigi Ravasio

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