In trecento - ll neurologo, che vive a Bergamo, al presidio di fronte alla prefettura: "Si è giocato in modo strumentale su tutta la vicenda, senza rispetto, anche il presidente del Consiglio ha colto l'occasione per nuove sparate contro la magistratura. Io ho fatto il mio dovere. Si è parlato troppo delle posizioni del padre Beppino". Alla manifestazione circa 300 persone, a difesa della costituzione e delle sentenze.
“Non mi sento certo un alfiere di morte, ma un professionista che sta facendo il suo dovere con responsabilità”: con queste parole il neurologo Carlo Alberto Defanti (nella foto sotto), che vive a Bergamo e da anni segue Eluana Englaro su richiesta della famiglia, è intervenuto al presidio organizzato dai laici di Bergamo davanti alle prefettura, alle 18,30 del 9 febbraio. In una breve intervista il professor Defanti si è espresso con fermezza: “Oggi continuo a sentirmi come una persona che sta facendo il suo dovere, per aiutare un’altra persona e rispettare una sua volontà precisa. Lo faccio perché sono autorizzato, perché sono nel giusto”. Quanto all’ingerenza della politica il giudizio del neurologo è netto: “Prendiamo il caso più eclatante, ovvero il crescendo di prese di posizione del presidente del Consiglio. Mi pare abbia trovato un’altra volta lo spunto per giocare una delle sue tante battaglie contro la magistratura. Questo è quanto, poi ognuno tragga le sue conclusioni su tutte le altre posizioni politiche assunte in questi mesi sulla situazione di Beppino Englaro, sulla sua sofferenza, sul suo ruolo di testimonianza rispetto a quelle che erano le posizioni di sua figlia, quando era in salute. Se ne sono dette troppe su tutto questo”. In questi anni, però, la famiglia Englaro qualcosa ha tratto, ha estrapolato la sua lezione dall’assalto mediatico e politico a cui è stata sottoposta: “Un primo insegnamento – dice Defanti – è però sulle competenze. C’è ancora molta disinformazione sulle realtà cliniche e mediche come quella di Eluana. E giocando sulla scarsa informazione c’è chi ha colto l’occasione per distorcere la realtà. Sento parlare di sofferenza non calcolata, di una donna sofferente e spenta da 17 che potrebbe avere figlie, sono state troppe le idiozie di questo tipo, giocate sull’ignoranza. Ricordo solo che non c’è stato mai nella storia un solo caso di stato vegetativo durato più di dieci anni al quale sia seguito un risveglio. Questo dice l’esperienza della medicina”. Il neurologo, però, ricorda che l’argomento principale utilizzato in questi giorni contro la posizione della famiglia Englaro è quello della “tutela della vita”. “Quando mi agitano di fronte quelle due parole quasi a dirmi che io non tutelo la vita mi vengono i brividi. Io non sono un alfiere di morte, Beppino Englaro non tifa per la morte. Chi ha amato Eluana più di ogni altro sta solo rispettando le leggi e le sentenze”.Così ha parlato Carlo Alberto Defanti, durante il presidio di fronte alla prefettura per il quale sono scesi in piazza i laici di Bergamo, chi da “spirito libero” e chi sotto le sigle di partiti, associazioni o movimenti, Bergamo Laica ad esempio, o anche la Cgil. Davanti alla prefettura si sono radunate almeno 300 persone, tra le quali amministratori comunali come l’assessore all’Urbanistica Valter Grossi, liberale (nel Pd) di vecchia data, l’assessore all’Edilizia Francesco Macario, di Rifondazione comunista, e i consiglieri Luigi Riccardi, Eugenio Aversa (lista Bruni), Stefano Mologni (Pd), Paolo Scanzi (Rifondazione) e Simone Paganoni, “battitore libero” dell’associazione Radicali. Tra i rappresentanti di partito Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione comunista, Alberto Vergalli, segretario cittadino del Partito Democratico, Elisabetta Olivari, candidata alle politiche per lo stesso partito. Tutti d’accordo con l’appello lanciato al megafono, sotto la prefettura in via Tasso, dallo speaker della manifestazione: “L’ottusità della politica di oggi ha portato il governo ad intervenire per porsi contro un provvedimento a cui ha dato il via libera la Corte di Cassazione. La vicenda giudiziaria sul caso Englaro si è chiusa con la sentenza di luglio della Corte d’Appello di Milano, confermata dalla Cassazione. Questa sentenza è passata in giudicato e basata sulla Costituzione; è dovere di tutti i cittadini rispettarla e non ostacolarne l’esecuzione. Ciò indipendentemente dalle opinioni bioetiche di ciascuno. Perciò troviamo eversivo dell’ordine democratico l’atto compiuto dal Consiglio dei Ministri”. E’ la risposta laica alla raccolta di firme che domenica gli azzurri di Bergamo hanno effettuato in centro città per promuovere un appello rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "perché intervenga a salvare la vita di Eluana Englaro" raccogliendo duemila adesioni tra cui quelle dei parlamentari del Pdl e Lega Gregorio Fontana, Carolina Lussana, Giacomo Stucchi, dei consiglieri regionali Carlo Saffioti, Marcello Raimondi, Pietro Macconi, Daniele Belotti e Giosuè Frosio. E nel Partito democratico, la segretaria provinciale Mirosa Servidati, si schiera con Franceschini e Andreotti: “Berlusconi sta usando la vicenda Eluana per stravolgere il sistema democratico, aprendo per questo un gravissimo conflitto istituzionale che non ha precedenti nella storia repubblicana, fondata sulla Costituzione frutto delle migliori culture del nostro Paese. Di fronte a questioni come questa che interpellano la coscienza di ognuno di noi è bene ricordare le parole del cardinale Martini: per il progresso della scienza e della tecnica si creano zone di frontiera o zone grigie, dove non è subito evidente quale sia il vero bene dell’uomo e della donna, sia di questo singolo sia dell’umanità intera, è buona cosa astenersi anzitutto dal giudicare frettolosamente e poi discutere con serenità, così da non creare inutili divisioni”.E un’altra bergamasca, stavolta all’Europarlamento, Pia Locatelli commenta invece le dichiarazioni sulla compattezza del Pdl: “La notizia che nel gruppo del Pdl al Senato ci sono solo due voti contrari, è indice di una compattezza di consensi veramente inquietante. Evidentemente la vicenda di Eluana Englaro scuote le coscienze degli italiani, ma non quelle dei senatori del Pdl”.
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