sabato 4 febbraio 2012

ECO DI BERGAMO - 04/02/12 - L'INTERVISTA GIACOMO STUCCHI DEPUTATO DELLA LEGA NORD "LA LEGA DICA BASTA A CHI PENSA AI PROPRI INTERESSI"

«Una scelta che ha conseguenze politiche devastanti e danneggia l'immagine del movimento»: Giacomo Stucchi, parlamentare bergamasco ed esponente di spicco della Lega Nord, non usa giri di parole per criticare i deputati colleghi di partito che hanno presentato ricorso contro la riduzione dei vitalizi parlamentari. Tra i 26 deputati che si oppongono al taglio 15 sono stati eletti con il Carroccio: di questi, chiarisce Stucchi, nove durante il proprio mandato parlamentare hanno lasciato il movimento e hanno concluso la legislatura in un altro gruppo politico, tre non hanno più incarichi istituzionali per la Lega ormai da anni, mentre uno è ancora iscritto alla Lega, ma senza incarichi attivi; solo due sono ancora in carica: Oreste Rossi, deputato sino al 2000 e ora europarlamentare, e Daniele Molgora, attuale parlamentare e presidente in carica della Provincia di Brescia. Come giudica la scelta dei leghisti che hanno presentato ricorso? «Faccio parte di un gruppo di deputati della Lega che, per quanto riguarda i vitalizi, subirà uno scalone tra i dodici e i sedici anni. Ma a nessuno di noi è passato per l'anticamera del cervello di presentare un ricorso per difendere un privilegio. La nostra gente ci ha mandato in Parlamento per difendere gli interessi dei cittadini e non certamente quelli nostri. Noi in pensione ci andremo solo quando avremo vinto la nostra battaglia di libertà, che non è certamente quella del vitalizio romano. È ora dire "basta" a tutti coloro che pensano al proprio misero interesse e danneggiano l'immagine del movimento. Sono persone che non riescono a capire, o forse lo sanno ma non gliene importa nulla, che le loro scelte non sono personali, ma hanno una valenza politica devastante». Sulla questione la vostra base sembra piuttosto in fermento. «In questi giorni a Brescia è stata minacciata una raccolta firme per espellere Molgora nel caso in cui non ritiri il ricorso presentato». Quindi la Lega prende le distanze dai ricorrenti? «Il nostro capogruppo alla Camera, Gianpaolo Dozzo, e Roberto Maroni hanno dichiarato che è un errore opporsi alle scelte sui vitalizi e hanno sottolineato che le scelte di queste persone non possono essere condivise. Ci si augura che ritirino il ricorso. Personalmente sostengo pure che tutti i parlamentari dovrebbero percepire la pensione a 65 anni, in modo indipendente dal numero delle legislature, e non come con l'attuale sistema, che prevede la possibilità dei sessant'anni con due o più legislature e dei 65 con un mandato parlamentare. Se anche noi passiamo al sistema contributivo e diciamo di essere uguali agli altri dipendenti pubblici che vanno in pensione a 65 anni, non vedo perché per noi ci sia la possibilità di andare a sessant'anni. La Lega ha scelto di sostenere in modo convinto il nuovo sistema; si tratta dell'applicazione di un principio di buon senso che oggi, con la riforma Fornero, vale per tutti gli altri dipendenti pubblici e privati». In questo momento in cui i sentimenti di antipolitica e contro la casta sono diffusi, non sarebbe opportuno dare un forte segnale di cambiamento con tagli consistenti? «Questa settimana abbiamo, comunque, ridotto l'indennità. Abbiamo fatto passare il principio che metà delle spese che vengono liquidate per il cosiddetto portaborse devono essere giustificate. E dalla prossima legislatura tutto l'importo dovrà essere giustificato. Ricordo, inoltre, che i parlamentari della Lega versano al partito più di tremila euro al mese. Qualcosa si sta facendo; si può fare ancora di più». Ma nel frattempo, anche tra voi, qualcuno fa scelte diverse. «Spero che almeno Molgora si renda conto di quello che ha fatto e possa, così, ritirare il ricorso. Sto vedendo sui social network tanta brava gente che si sta arrabbiando e che richiama i deputati e gli esponenti della Lega, anche quelli non più in carica, ai princìpi fondanti il nostro movimento. E questo mi fa piacere».Gianluigi Ravasio

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