giovedì 10 marzo 2011

BERGAMO NEWS - 10/03/11 - IL DOPO BOSSI: CALDEROLI TRA I PAPABILI

Matteo Salvini scaricato da Umberto Bossi per la poltrona di vice Moratti a Milano, il congresso provinciale di Verona spostato a data da destinarsi, il toto-rimpasto, le amministrative in solitaria con la guerra per le candidature: la Lega Nord come l’avevamo conosciuta non esiste più. Il monolite si è rotto. L’Umberto è sempre il «capo», ma intorno a lui è già scattato il toto-successore.Negli ultimi anni sono nate anche nel Carroccio le correnti, stile balena bianca. Il peso politico al governo, fondamentale, e la conquista di due regioni chiave come Veneto e Piemonte, hanno moltiplicato le poltrone e quindi hanno provocato polemiche e divisioni fra i big del partito. Una voltac’era il Senatur con un manipolo di fidati (Maroni e Calderoli su tutti). Erano gli anni ’90. Poi c’èstata l’irruzione dei quarantenni.Yuppies padani, laureati, competenti, furbi. Cresciuti alla scuola di Bossi, re della tattica e dellastrategia politica. Dalle feste padane al Parlamento. Stiamo parlando di Giancarlo Giorgetti, RobertoCota, Luca Zaia, Flavio Tosi, Marco Reguzzoni, Federico Bricolo, Davide Boni, Matteo Salvini e decine di altre giovani promesse, attivissime nel partito e nelle sedi istituzionali. In molti si sarebbero aspettati una lotta generazionale. Invece no: i rampanti padani si sono avvicinati ai senior e hanno creato alleanze trasversali d’età e “nazione”.DI FAMIGLIASu tutte le correnti però svetta il cosiddetto “cerchio magico”, ovvero lo stretto gruppo che vive e lavora a stretto contatto con la famiglia Bossi: ne fanno parte Federico Bricolo, presidente dei senatori leghisti, Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera, e Rosi Mauro, vicepresidente del Senato, leader del virtuale Sindacato padano e perfidamente definita «la badante» dell’Umberto.Aquesti si aggiungono il sottosegretario ligure Francesco Belsito, segretario amministrativo dopo la scomparsa di Maurizio Balocchi, la sottosegretaria Francesca Martinie il leader della Liga Veneta Gian Paolo Gobbo. Ovviamente di questa corrente fa parte anche Renzo Bossi, il quale «deve studiare», ma intanto partecipa a tutti i vertici, come un colonnello navigato. Il loro punto debole non è di secondopiano: solo alcuni hanno preso dei voti. Quindi non si conoscono a fondo le loro potenzialità elettorali.CALDEROLI POWERD a notare che nel cerchio magico con compaiono bergamaschi, fedelissimi invece di Roberto Calderoli, l’uomo cerniera fra Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e lo stesso Bossi. Coordinatore delle segreterie leghiste da una decina d’anni, conosce gli affari di tutti. Pregi e difetti delle centinaia di militanti e amministratori padani. Un grande potere che, unito all’enorme capacità di muoversi e farsi valere fra i palazzi della politica romana, fa del ministro della Semplificazione un potenziale successore al Senatur. Nel partito è abile nel fare il pendolo fra il «capo», la base e gli altri dirigenti. Con lui ovviamente c’è la potente truppa bergamasca, dove emerge Giacomo Stucchi, fra i candidati a prendere il posto di Reguzzoni a Montecitorio, se l’ex presidente della provincia di Varese andasse al governo.Può contare su molti voti e sull’affetto dei militanti, anche perché - nonostante tutto - è rimasto quello delle origini.MARONI PESANTIDopo anni di raffreddamento Calderoli si è riavvicinato a Roberto Maroni, l’altra storica colonna portante del Carroccio. In funzione anti-cerchio magico, quindi in vista del dopo-Bossi. Il ministro dell’Interno, grazie agli enormi successi conseguiti in questi due anni di governo, ha visto aumentare le sue quotazioni anche per il dopo-Berlusconi.Lui la butta in ridere, si schermisce, ma nel frattempo sta tessendo la tela con chiunque sia sedutoin Parlamento. I bene informati dicono che nel partito non abbia seguito, sebbene dalla sua parte ci siano Flavio Tosi, sindaco di Verona, e Giancarlo Giorgetti, il Cuccia della Lega, l’uomo su cui Bossi aveva puntato tutto, prima dell’avvento del cerchio magico. Vicini a Bobo ci sono anche Matteo Salvini e Gianni Fava, potenziale candidato leghista per la provincia di Mantova.LO SCONTROGli schieramenti sono in campo: in palio c’è l’eredità del Senatur.Il cerchio magico ha sferrato un paio di colpi: il commissariamento del partito in Liguria ed Emilia, ma soprattutto lo slittamento del congresso provinciale di Verona. Doveva tenersi domenica, a porte chiuse. Ma Bricolo, veronese ed ex tosiano, ha chiesto il commissariamento dell’attuale segretario Matteo Bragantini (onorevole fedele a Tosi) per piazzare Alessandro Montagnoli, vice di Reguzzoni alla Camera.Gli amici del sindaco scaligero sono riusciti a bloccare il blitz (già avvenuto con Stefano Stefani nel2003), ottenendo almeno lo slittamento della convention. A quando? «Dopo le amministrative», ha fatto sapere il segretario veneto Gobbo. Praticamente dopo l’estate, quando dovrebbe tenersi anche il congresso della Liga, con Tosi pronto a sfidare il sindaco di Treviso. L’operazione è chiara: commissariare o congelare tutto per prendere il Carroccio.Il «capo» per ora lascia fare, ma Calderoli e Maroni stanno già studiando le contromosse.Proprio così, la balena bianca è diventata verde.

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