venerdì 5 febbraio 2010

BERGAMOSERA - 05/02/10 - DONORA SITUAZIONE SBLOCCATA: LA CANDY DISPONIBILE ALLA CASSA IN DEROGA

CORTENUOVA — Dopo una serie di presidi e blocchi ai cancelli, i lavoratori della Donora di Cortenuova sono finalmente tornati a casa. La direzione della Candy ha dato la sua disponibilità a sedersi al tavolo e a chiedere alla Regione Lombardia un periodo ulteriore di cassa integrazione in deroga per tutti i 160 lavoratori Donora, che in Bergamasca fino al 2006 producevano frigoriferi per l’azienda. Con la fine del 2009 si era concluso, infatti, il periodo di cassa integrazione in deroga. All’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Gianni Rossoni i sindacati avevano chiesto nelle scorse settimane di avviare corsi di riqualificazione finalizzati alla logistica e, di conseguenza, di intervenire per un allungamento della cassa integrazione in deroga. Avevano anche chiesto che i nuovi posti di lavoro che sembrano profilarsi (polo logistico o attività foto-voltaica) a breve nell'area potessero essere occupati dagli ex lavoratori Donora. “I nostri presidi al freddo sono serviti a qualcosa – ha detto Gian Luigi Belometti della Fiom-Cgil di Bergamo -. "Appena ci è giunta la notizia della disponibilità di Candy abbiamo tolto il blocco in segno di fiducia: ora attendiamo che venga fissato un primo incontro per il tavolo di trattativa che si aprirà”. Nelle settimane scorse la protesta dei lavoratori bergamaschi era stata supportata da diverse iniziative in sede parlamentare, portate avanti dai deputati della Lega Nord Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano e Pierguido Vanalli. Per i lavoratori Donora, che nel 2001 erano 600, dopo una serie di riduzioni d’organico il colpo di grazia era arrivato il 22 novembre 2005 quando l’amministratore delegato aveva annunciato l’imminente chiusura dello stabilimento. In quel periodo nella fabbrica lavoravano in 385. Per tutto il 2006, scioperi, blocchi di autostrade, incontri al Ministero e con le istituzioni locali, proteste allo stadio, ma soprattutto un lunghissimo presidio di quasi tre mesi avevano accompagnato le trattative. I 160 lavoratori ora rimanenti sono in cassa integrazione dall’’estate del 2006.

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