giovedì 23 giugno 2011

ECO DI BERGAMO - 23/06/11 - POSTE A ORARI RIDOTTI IN ALTA VALLE. DUE INTERROGAZIONI AL MINISTRO

L'eco dei disservizi postali e i conseguenti disagi che la popolazione dell'alta Valle Seriana si trovano a vivere è arrivata fino a Roma. Il deputato del Pd Giovanni Sanga e, per la Lega Nord, i colleghi Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio, Ettore Pirovano e Pierguido Vanalli hanno presentato due distinte interrogazioni in aula. Il deputato del Partito democratico chiede al presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo economico «quali iniziative si intendano assumere, con urgenza, per consentire l'immediata revisione degli orari di apertura degli uffici di Poste italiane». Inoltre Sanga sollecita «provvedimenti per evitare che tali iniziative unilaterali, evidentemente decise sulla base di criteri per nulla collimanti con l'efficacia e l'essenzialità del servizio offerto, si ripetano in avvenire». All'origine dell'interrogazione di Sanga come dei deputati leghisti c'è la lettera inviata loro – come pure al presidente e al direttore generale di Poste Italiane Spa, al ministro per lo Sviluppo economico, al direttore di filiale di Bergamo, al prefetto, ai presidenti delle Province di Bergamo e della Regione Lombardia, al presidente della Comunità montana Valle Seriana – dai sindaci di Valbondione, Gandellino, Valgoglio e Gromo. I quattro sindaci lamentano i disagi dovuti alla «riduzione indiscriminata dei giorni e degli orari di apertura al pubblico degli uffici postali» e le ore di fila, specialmente a ridosso delle scadenze dei pagamenti. Inoltre in alcuni di questi comuni le chiusure cadono anche nei giorni di mercato settimanale «nei quali – scrivono – , notoriamente, vi è maggior affluenza». Anche Stucchi, Consiglio, Pirovano e Vanalli hanno fatto loro questa protesta e, nel sottolineare che «gli interroganti hanno più volte segnalato i disservizi postali nella provincia di Bergamo con numerosi atti di sindacato ispettivo», chiedono al ministro «se intenda invitare Poste italiane a rivedere le decisioni assunte, al fine di evitare pesanti disagi alle già penalizzate popolazioni montane e gravi ripercussioni sulla stagione turistica estiva».

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