martedì 26 maggio 2009

L'ECO DI BERGAMO -26/05/09- "PIROVANO PRESIDENTE"

«C'è scritto Lega Nord, ma si legge Bossi», urla Ettore Pirovano, mentre l'Audi del ministro infila il sagrato della chiesa di Guzzanica, quella piazza non ancora completata che i lumbard hanno scelto per ospitare il capo e sottolineare allo stesso tempo la differenza tra loro e il centrosinistra che «in dieci anni di governo non è nemmeno riuscito a finirla». Lui, il ministro per le Riforme con la camicia a righe verde padano ricambierà a fine comizio, quando dopo il Va Pensiero d'ordinanza, arriva la tirata al candidato di via Tasso con qualche precisa indicazione non solo elettorale. Primo: «Noi crediamo alle Province», dice replicando un po' fuori tempo alla polemica innescata qualche mese fa dall'Italia dei Valori sull'utilità delle stesse istituzioni. Secondo: «Alla Provincia di Bergamo deve andarci un uomo della Lega». Nella fattispecie: Ettore Pirovano, «che è una brava persona e suona anche bene la chitarra». «Ti porto i miei figli - scherza il ministro - e mettiamo su un complessino orobico». A dire il vero il «complessino» alle sue spalle c'è già e suona una musica tutta elettorale: accanto a Pirovano e ad altri candidati al consiglio provinciale, si trovano infatti, quello al Comune di Dalmine Claudia Terzi (il ritrovo è ufficialmente organizzato per sostenere la sua candidatura), Roberto Pedretti ed Elena Poma, entrambi candidati alle europee, oltre naturalmente ai vertici locali del partito, tra cui il segretario provinciale Cristian Invernizzi, i parlamentari Giacomo Stucchi, e i consiglieri regionali Giosuè Frosio e Daniele Belotti. Umberto Bossi se li coccola a modo suo (gustoso il siparietto con la pasionaria Emma Farinotti Modesti che saluta con un «ciao amore»). Perché a Bergamo ci viene sempre volentieri e si vede. Quello orobico è un serbatoio sicuro: roba da 30-35 per cento, con la speranza di andare anche oltre. «Senza i voti non si fa niente - aggiunge - ma noi i voti li abbiamo perché la Lega è un partito pulito non un imbroglio». Un partito che fa «miracoli». Primo fra tutti il federalismo fiscale: «È un risultato importantissimo - aggiunge - anche perché significa meno tasse per i lavoratori. Il passo conseguente adesso è adeguare i salari al costo della vita che è diverso da zona a zona». Il resto? Altri «miracoli», come lo «stop all'invasione degli immigrati» o come la scuola di magistratura a Bergamo. Tutti obiettivi centrati anche grazie all'alleanza di ferro con Berlusconi: «È stato di parola - ha affermato ancora il ministro per le Riforme - tutte le volte che gli abbiamo chiesto i voti sono arrivati». Noemi? Una montatura: «Lo vogliono far passare come uno che butta via il tempo rincorrendo le ragazze, invece devo dire onestamente che è uno che lavora molto. Non c'è come andare a Napoli per farsi incastrare. Se veniva a Bergamo non lo incastrava nessuno. Del resto lo attaccano pure sul lodo Alfano. Io ho proposto un provvedimento che consentirà anche ai bergamaschi di eleggere magistrati della loro stessa provincia e questo non lo dice nessuno». «L'era ura», gli urlano dalla platea. Lui per tutta risposta butta lì un altro annuncio da applauso: «Bisogna ottenere l'insegnamento del bergamasco nelle scuole. È una cosa importante». Nel frattempo ci sono gli altri appuntamenti: per la chiusura della campagna elettorale a Bergamo in piazza Vittorio Veneto e il 14 a Pontida «a festeggiare l'elezione di Ettore Pirovano». Per Bossi è cosa fatta.

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