mercoledì 18 gennaio 2012

ECO DI BERGAMO - 18/01/12 - EX LAVORATORI POSTE, POLITICA IN CAMPO PER EVITARE LA "BEFFA" DELLA MANOVRA

Interrogazione a risposta scritta dei parlamentari leghisti Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio e Pierguido Vanalli sul caso di 225 ex lavoratori bergamaschi delle Poste beffati dalla manovra. I parlamentari si rivolgono al presidente del Consiglio, ai ministri del Lavoro e delle politiche sociali, dell'Economia e delle finanze e per lo Sviluppo economico per far conoscere (e chiedere soluzioni) la situazione degli ex lavoratori (5.000 in tutta Italia), che a causa della manovra Monti si troveranno senza stipendio e senza pensione: nei mesi scorsi hanno sottoscritto con l'azienda un piano di «esodo» anticipato, con accompagnamento alla pensione, nella prospettiva che questa fosse accessibile in tempi determinati, ma il rinvio dell'accesso alla pensione ha determinato per loro un «buco» contributivo. Nei prossimi giorni gli ex lavoratori interessati dalla vicenda indirizzeranno una lettera al prefetto di Bergamo e chiederanno anche che tutti i parlamentari orobici si attivino per aumentare la pressione su mondo politico e azienda. A fianco, il sostegno dei sindacati, che nella Bergamasca hanno sollevato la questione, in particolare Slp Cisl e Slc Cgil. Lunedì pomeriggio, nella sede Cisl di via Carnovali, si è svolta una riunione cui hanno partecipato numerosi «esodati» bergamaschi delle Poste e anche lavoratori di altre aziende nella stessa situazione. Lunedì «abbiamo fatto il punto della situazione coi lavoratori – commenta Paolo Turani della Slc-Cgil di Bergamo –. Speriamo che vengano estese le clausole di deroga alla nuova normativa previdenziale in modo da comprendere i lavoratori postali che ora si trovano scoperti dal punto di vista contributivo e/o di età nell'ordine dei 3-4 anni». «Come sindacati – interviene Gabriella Tancredi, segretario generale bergamasco Slp Cisl – riteniamo che solo la politica potrà dare una risposta al problema degli ex colleghi e sensibilizzare anche l'azienda a intervenire. Noi crediamo che l'azienda stia valutando la situazione. Già in casi analoghi in passato ha fatto la sua parte e ora, in una situazione più estesa, siamo fiduciosi che non si tirerà indietro».Al. Ca.

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